Altissimi magistrati in servizio che concertano azioni contro politici di governo, nella fattispecie Matteo Salvini, giudici che mercanteggiano cariche in organismi costituzionali (il Csm) come fossero al mercato, sempre a vantaggio della solita cricca politica. È un verminaio fetido quello che esce dalle carte dell’inchiesta perugina sulle toghe corrotte (…)

Un quadro inquietante davanti al quale una buona parte della politica ha messo la testa sotto la sabbia. I partiti che avrebbero dovuto intervenire da tempo non l’hanno fatto. Le intercettazioni di Perugia sono una bruttissima pagina per la gloriosa (in altre circostanze) magistratura italiana, ma in definitiva non aggiungono niente a quanto già noto. La deriva correntizia è da anni sotto gli occhi di tutti (da “Le correnti, quel cancro che divora la magistratura”, di Pier Francesco De Robertis, da Quotidiano.net).

In questo numero di Sfogliando il giornale parliamo di questo “quadro inquietante” – per usare le parole di De Robertis – e delle possibili soluzioni per l’elezione dei membri del CSM. Lo facciamo con Stefano Ceccanti, Professore ordinario di Diritto Pubblico Comparato, Deputato PD, Capogruppo PD Commissione Affari Costituzionali.
Con l’on. Ceccanti accenniamo anche all’annoso problema del sistema elettorale per l’elezione dei parlamentari italiani, in cui si fronteggiano le esigenze contrapposte di rappresentatività e di stabilità politica.

(Nella foto una seduta del Consiglio Superiore della Magistratura, fonte wikipedia)

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