Scienza e religione possono andare insieme? Sì, dice una scienziata avventista
28 Giugno 2023

Marcos Paseggi – “Scienza o religione?… Non c’è bisogno di scegliere l’una o l’altra” ha detto la scienziata avventista Noemí Durán, nella sua conferenza tenuta a Madrid davanti a un pubblico cristiano e laico, il 20 maggio. Il suo intervento, sul tema “Scienza e religione: Una coppia improbabile?”, è stato organizzato dalla Iglesia Cero, una chiesa avventista che si rivolge a una fascia demografica prevalentemente laica e urbana.

Durán è direttrice della sezione europea del Geoscience Research Institute. È anche una biologa esperta, interessata alle interazioni tra la fede biblica e gli attuali sviluppi scientifici, in particolare quando si tratta delle origini della vita e degli esseri umani. In questo contesto, non vede un conflitto tra ciò in cui crede e il suo impegno scientifico. “Noemí Durán scienziata è la stessa persona di Noemi Durán cristiana” ha affermato “Ma non solo. In quanto scienziata e cristiana, Noemí Durán è anche creazionista. Molte persone hanno difficoltà a capirlo”.

Nella sua presentazione, Durán ha spiegato perché sente di poter essere scienziata, cristiana e creazionista. “Qui, non cerco di convincere nessun, ma questa è la mia esperienza, la mia logica nel credere che si possa essere tutte e tre le cose insieme” ha sottolineato.

Scienza e religione sono incompatibili? 
Ci sono parole che si collegano naturalmente alla scienza (realtà, empirico, oggettivo) e alla religione (soprannaturale, esperienza personale, soggettivo). In genere, è solo la scienza ad essere etichettata come empirica, ma non è sempre così.

Dopo aver fornito alcuni esempi tratti dalla Bibbia, Durán ha detto: “Il Dio in cui credo è molto più empirico di quello che di solito appare riflesso nella nostra comprensione della religione”. E ha spiegato al suo pubblico che la scienza non è poi così obiettiva come afferma di essere. “Vi è la convinzione che, in quanto scienziati, siamo obiettivi e non diamo spazio alle nostre opinioni e sentimenti, ma questa è una bugia. Siamo persone come chiunque altra e siamo influenzati dalle nostre idee, dalle aspettative e dai desideri per poter raggiungere un risultato”.

Inoltre, ormai da più di un secolo, i ricercatori hanno riconosciuto che gli scienziati hanno spesso delle “ipotesi preferite”, quelle che prediligono. E senza accorgersene, svolgono sovente la loro presunta ricerca obiettiva in modo che confermi i risultati che si aspettano.

Scienza e soprannaturale 
La stessa nozione di soprannaturale cambia con il tempo, ha ricordato Durán: “A volte definiamo soprannaturali quegli elementi che non possiamo spiegare con le leggi naturali che attualmente conosciamo. Ci sono fenomeni che riteniamo reali perché derivano dall’osservazione, ma non sappiamo davvero come funzionano, almeno non ancora”.

Al giorno d’oggi, la comunità scientifica accetta fenomeni che non molti anni fa sarebbero stati usati per deridere le persone che li sostenevano, ha aggiunto la relatrice e ha citato le attuali discussioni scientifiche in cui si approfondisce la possibilità che la vita su questo pianeta sia il risultato di attività extraterrestri. Considerata l’improbabilità statistica del pianeta Terra, dove le costanti fisiche, quali velocità della luce, costante gravitazionale, ecc., coincidono in modo tale da rendere possibile la vita, gli scienziati discutono in sedi ed eventi rispettati la possibilità di universi multipli.

“Lo dico solo per dimostrare che la nozione di oggettività della scienza è in realtà piuttosto soggettiva” ha chiarito Durán.

Quando e come scienza e religione sono diventate opposte 
Secondo diversi autori, la scienza moderna era un sottoprodotto della teologia cristiana. Citando il prof. Antonio Fernández Rañada, ha spiegato: “La scienza si basa sulla credenza cristiana di un Dio che non solo ha creato il cosmo, ma gli ha anche dato un ordine e determinate leggi da seguire… Il mondo ha un ordine che gli permette di essere oggetto di studio”.

Durán ha ricordato al suo pubblico che quei rivoluzionari della scienza del XVI e XVII secolo erano anche cristiani impegnati: Francesco Bacone, Isaac Newton e Michael Faraday. Nel contesto di una convinzione cristiana predominante secondo cui i cambiamenti nelle specie non sono possibili, Charles Darwin si propose di dimostrare che le specie, in realtà, cambiano nel tempo. Iniziò anche a sostenere un antenato comune per tutte le specie. “La comunità scientifica dell’epoca era ansiosa di abbracciare Darwin perché stavano aspettando una tale opportunità per sbarazzarsi dell’oppressione della chiesa su di loro” ha sottolineato la relatrice.

Un impegno per il materialismo 
Al giorno d’oggi, la spiegazione naturalista è accettata a priori anche contro la logica e il buon senso. Ha quindi citato il defunto biologo evoluzionista Richard Lewontin che ha affermato: “La nostra disponibilità ad accettare affermazioni scientifiche contrarie al buon senso è la chiave per comprendere la vera lotta tra scienza e soprannaturale. Ci schieriamo dalla parte della scienza nonostante l’evidente assurdità di alcuni dei suoi costrutti, nonostante il suo fallimento nel mantenere molte delle sue stravaganti promesse di salute e vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per storie prive di fondamento, perché abbiamo un impegno precedente, un impegno per il materialismo… Quel materialismo è assoluto, perché non possiamo permettere che un Piede Divino entri dalla porta”.

L’obiettivo finale della scienza 
“Ma qual è il fine ultimo della scienza?” ha chiesto Durán. Secondo lo scienziato evoluzionista Richard Dawkins, ad esempio, “la scienza è la ricerca disinteressata della verità oggettiva sul mondo materiale”.

In questo contesto, qualsiasi ricerca della verità scientifica dovrebbe mantenere una mente aperta, favorendo una mentalità fuori dagli schemi. “C’è stato un tempo in cui pensare fuori dagli schemi significava considerare la non esistenza di Dio. Oggi, pensare fuori dagli schemi suggerisce che Dio esista davvero. Quindi, dobbiamo mantenere aperte le nostre opzioni e seguire le prove ovunque ci portino” ha suggerito la relatrice.

Mantieni aperte le tue opzioni 
Durán ha spiegato che gli scienziati atei e cristiani lavorano in modo molto simile poiché seguono i metodi accettati di osservazione e analisi scientifica. “È solo quando affrontano la ‘singolarità’ di un fenomeno, di un evento che potrebbe essere accaduto solo una volta, che escogitano spiegazioni divergenti”.

In tal senso, Durán ha consigliato a qualsiasi scienziato o persona in cerca della verità di tenere aperte tutte le opzioni, analizzare le prove e quindi scegliere la conclusione che meglio concorda con esse, e riconoscere che potrebbero sbagliarsi su una particolare questione e che devono modificarla.

Scienziato e credente 
Nell’ultima parte della sua conferenza, Durán ha condiviso alcuni degli elementi che l’hanno aiutata a scegliere di essere scienziata e credente allo stesso tempo. Ha menzionato la biomimetica (sistemi o macchine che hanno funzioni che imitano i processi biologici), le macchine molecolari (molecole naturali o sintetiche che convertono l’energia chimica in forze meccaniche e movimento) e l’altruismo animale.

“Tutto questo mi aiuta a essere una credente” ha concluso “Ciò che dice la Bibbia, che Dio ha creato un mondo perfetto in cui tutte le interazioni erano basate sull’amore, si adatta molto bene alle mie osservazioni sul mondo naturale”.

[Foto e fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

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