La pastora avventista Silvia Vadi, responsabile dei corsi biblici Voce della Speranza, ci invita a riflettere su un episodio che ci racconta la Bibbia nel libro degli Atti degli Apostoli. Pietro e Giovanni si stanno recando al tempio quando un uomo, zoppo fin dalla nascita, chiede loro l’elemosina. A questa richiesta Pietro risponde così: «“Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!”. Lo prese per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante dei piedi e le caviglie gli si rafforzarono. E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio» (Atti 3:6-8). Un miracolo straordinario, che ancora oggi ci insegna qualcosa di molto importante.
Quasi nessuno è disposto a riconoscere i propri sbagli ed è veramente difficile, nella vita di ogni giorno, trovare qualcuno che lo faccia o che lo faccia nella maniera opportuna. C’è spesso differenza fra le buone intenzioni e la realtà dei fatti quando si tratta di ammettere un errore commesso verso qualcun altro. C’è un fatto emblematico che ci viene raccontato da Luca nel libro degli Atti. Di cosa si tratta?
Carmen Zammataro e Mario Calvagno ne parlano con il pastore Francesco Mosca, direttore del mensile “Il Messaggero Avventista” e Vicepresidente della Federazione delle Amicizie ebraico-cristiane in Italia.
André Legni, studente della Facoltà avventista di Teologia, ci guida in un percorso di riflessione sulle principali esperienze missionarie dell'apostolo Paolo, così come sono raccontate nel libro degli Atti. Quale valore hanno queste testimonianze cristiane per noi oggi? In questa puntata commentiamo Atti 13,1-3: «Nella chiesa che era ad Antiochia c'erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: “Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati”. Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire».
Il pastore avventista tirocinante Nicolò D’Elia ci guida nel commento di Atti 16:6-10. Questo testo potrebbe sembrarci un semplice resoconto di fatti, ma se leggiamo con più attenzione scopriamo un dettaglio che ci parla di un cambio di direzione, di una trasformazione.
Diversi sono i testi nel Nuovo Testamento significativi per la comprensione del ruolo e dell’opera dello Spirito Santo. Ne esaminiamo alcuni per cercare di tracciare, in maniera semplice, essenziale e immediata, alcuni punti salienti.
I Vangeli attestano la presenza dinamica dello Spirito Santo nella vita e nel ministero di Gesù che nel Vangelo di Luca è conosciuto come l’uomo dello Spirito. Già la sua concezione avvenne con un intervento soprannaturale dello Spirito Santo.
Al momento del suo battesimo, lo Spirito discese corporalmente su di lui in forma di colomba. Dopo Gesù fu condotto nel deserto sempre dallo stesso Spirito e a tu per tu con il tentatore riuscì a vincere ogni insidia del nemico fondandosi sullo «sta scritto» della Parola ispirata. Questa comprensione particolare della sua missione nello Spirito, spingerà il Maestro a predicare dal monte delle beatitudini quel famosissimo e toccante sermone, costituzione normativa da accettare da chiunque desideri diventare cittadino del Regno dei cieli.
Ci spostiamo dai Vangeli agli Atti degli Apostoli. Come viene percepito e considerato lo Spirito Santo dai primi credenti?
Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore avventista emerito Francesco Mosca, direttore del mensile “Il Messaggero Avventista” e Vicepresidente della Federazione delle Amicizie ebraico-cristiane in Italia.
Puntata della serie iBelieve, “Io credo”. Brevi riflessioni a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.
In questo numero André Legni ci offre una rapida meditazione, dal titolo “Personalmente incaricati”, prendendo spunto da un testo biblico che si trova nel libro di Atti 26:16-18:
Ma àlzati e sta’ in piedi perché per questo ti sono apparso: per farti ministro e testimone delle cose che hai viste, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, liberandoti da questo popolo e dalle nazioni, alle quali io ti mando per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati”.