Un libro ha cambiato la mia vita

Un libro ha cambiato la mia vita

“La mia sete di capire Dio cresceva a ogni capitolo”. L’esperienza di Velko Smatik, iniziata grazie ai social. L’importanza di diffondere le pubblicazioni.

Salve, mi chiamo Velko Smakic e lavoro come colportore evangelista nel mio Paese natale, la Serbia. Recentemente ho vissuto delle esperienze in cui ho visto lo Spirito Santo toccare i cuori e le menti delle persone con cui sono entrato in contatto tramite i libri che vendo. Ma prima di parlarvi di questo, desidero raccontare come lo Spirito Santo ha agito nel mio percorso di conversione.

Un libro che mi ha cambiato la vita 
Quattro anni fa, non sapevo nulla di Dio e assolutamente niente di cosa significasse essere un avventista del settimo giorno. La situazione è cambiata un giorno mentre scorrevo l’elenco delle storie (feed) nella mia pagina Facebook e mi sono imbattuto in una citazione attribuita a Ellen G. White. Mi ha colpito profondamente, quasi come una medicina per la mia anima. Incuriosito, ho iniziato a seguire quella particolare pagina Facebook.

Pochi giorni dopo, gli amministratori della pagina, che erano membri di chiesa, hanno annunciato l’invio di un libro in omaggio. Ho risposto subito e dopo poco tempo ho ricevuto per posta una copia del volume La speranza dell’uomo. Mentre leggevo le pagine, la mia sete di comprendere Dio diventava più forte a ogni capitolo.
Ansioso di discutere del libro, ho contattato gli amministratori della pagina Facebook. Mi hanno invitato a incontrarli e a partecipare al servizio religioso del sabato. Dopo aver conosciuto i miei nuovi amici per un anno, mi sono convinto dell’importanza di credere e seguire il Signore, ho chiesto di essere battezzato e sono diventato un avventista del settimo giorno.

Ma questo è solo l’inizio! 
Questa è essenzialmente la mia storia di conversione, ma è solo l’inizio del mio viaggio! Ho sentito il primo suggerimento dello Spirito Santo mentre leggevo La speranza dell’uomo. Ma lo Spirito non si è fermato lì. Mi ha invitato a entrare in una relazione profonda con Dio. Dopo quel primo libro, ne ho letto molti altri e sono giunto alla convinzione che le persone possono incontrare Cristo attraverso le pagine dei libri ispirati. Così motivato e desideroso di condividere Cristo, ho contattato i colportori evangelisti dell’Unione avventista dell’Europa sud-est (Seeuc).

Pochi mesi dopo il mio battesimo, durante l’estate, sono andato a svolgere attività evangelistica da solo in Montenegro, con un notevole successo, per grazia di Dio. Al termine della stagione estiva, insieme a un gruppo di membri di chiesa, ho organizzato la distribuzione di libri gratuiti davanti all’ospedale e al centro termale di Belgrado, . Ogni sabato pomeriggio condividevamo libri con i cittadini, fino all’arrivo dei mesi invernali più freddi, ed è stata un’esperienza davvero commovente.

Attualmente, insieme al pastore di una comunità avventista vicina, seguo e formo due membri della mia chiesa affinché diventino colportori evangelisti. Il potere trasformativo dello Spirito Santo attraverso le pubblicazioni è innegabile, e sono convinto che sia contagioso!

“È un risveglio attraverso la preghiera” dice Mirjana Vukasović 
“Come membri dello staff della casa editrice e tipografia serba (Eurodream), riconosciamo l’importanza di rimanere strettamente collegati con i colportori evangelisti e con i membri di chiesa impegnati nella divulgazione delle pubblicazioni. È fondamentale comprendere le loro esigenze e sfide quando si visitano case, aziende e scuole” dice Mirjana Vukasović, responsabile marketing di Eurodream.

“Per questo motivo” aggiunge “ogni martedì mattina un piccolo gruppo si riunisce su Zoom per parlare delle esperienze vissute nella settimana precedente, condividere le benedizioni e discernere la guida di Dio per il futuro. Soprattutto, preghiamo con fervore per i colportori evangelisti, per i membri di chiesa impegnati nella distribuzione dei libri e per ogni lettore che usufruisce della nostra letteratura. Attraverso questi incontri e preghiere, abbiamo assistito a una rinascita dell’opera missionaria tramite le pubblicazioni in tutta l’Unione Seeuc.

Le chiese e le pubblicazioni 
Le comunità avventiste, in Serbia, partecipano attivamente alle iniziative di condivisione di libri in vari eventi locali, distribuendo le pubblicazioni più volte in molte città e villaggi. Questo loro impegno ha prodotto bellissime esperienze spirituali e successi, a dimostrazione della potenza di Dio.
“Siamo grati a Dio per la sua protezione e guida nel ministero delle pubblicazioni!” conclude Mirjana “A Belgrado, in Serbia, abbiamo non solo una casa editrice avventista, ma anche una tipografia che fornisce i materiali per sostenere i bisogni dei colportori e delle chiese. Vedere come libri stimolanti cambiano la vita è una benedizione enorme. Grazie a tutti per le vostre preghiere!”.

[Foto: Mirjana Vukasović/Vanesa Pizzuto/Adventist Media Exchange. Fonte: tedNews. Traduzione e adattamento: L. Ferrara]

I racconti della Genesi – L’esperienza del male (seconda parte)

I racconti della Genesi – L’esperienza del male (seconda parte)


André Legni, studente della Facoltà Avventista di Teologia, ci guida in un percorso di riflessione sui racconti della Genesi. Un’occasione per riscoprire le esperienze del genere umano, da Adamo e Giuseppe. In questa puntata ci soffermiamo sulla seconda parte del capitolo 3. Qui viene spiegato il modo in cui il male è entrato nella nostra esperienza. Scopriamo in maniera particolare in che modo Dio risponde al peccato di Adamo ed Eva e quale speranza lascia a loro, e anche a noi oggi.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Studiare negli Stati Uniti

Studiare negli Stati Uniti


Gabriella Ghinelli, presidente dell’associazione "Museo Arte Bambina" di Conegliano, counselor e mediatrice familiare, intervista ai microfoni di Rvs Marco, uno studente universitario da poco di rientro dagli Stati Uniti, per raccontarci la sua personale esperienza nel suo percorso di studio – formazione all’estero.

Programma a cura di Gabriella Ghinelli, Mariangela De Martin e Claudia Gucci.

L’importanza del volontariato

L’importanza del volontariato


Insieme alla poetessa e scrittrice Maria Pascianti Scalzo, ospite di questa puntata, abbiamo parlato dell’importanza del volontariato, un’esperienza preziosa che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita, un’opportunità di crescita personale che porta un impatto positivo nella vita degli altri.

Programma a cura di Annamaria Citino.

L’importanza del volontariato

L’importanza del volontariato


Insieme alla poetessa e scrittrice Maria Pascianti Scalzo, ospite di questa puntata, abbiamo parlato dell’importanza del volontariato, un’esperienza preziosa che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita, un’opportunità di crescita personale che porta un impatto positivo nella vita degli altri.

Programma a cura di Annamaria Citino.

Di tutto un web – Un’esperienza… elettrizzante!

Di tutto un web – Un’esperienza… elettrizzante!


L’aggettivo del nostro titolo di solito si usa per descrivere qualcosa di eccezionale e gradevole allo stesso tempo. Non in questo caso, perché un fulmine è “elettrizzante” in senso stretto soprattutto quando colpisce una persona. Com’è andata a finire?

Curiosità, scienza e cultura dalla rete, la rubrica a cura di Mario Calvagno.

Un’avventista alla Mostra dell’artigianato di Orvieto

Un’avventista alla Mostra dell’artigianato di Orvieto

L’evento è stato organizzato dalla Croce Rossa locale.

Lina Ferrara – Valentina Anton è una pittrice talentuosa ed è membro della chiesa avventista di Roma Lungotevere. A fine maggio ha esposto alcune delle sue opere alla Mostra mercato dell’artigianato di Orvieto, organizzata dalla Croce Rossa locale.
“Ho saputo di questa mostra di due giorni (20 e 21 maggio) il sabato sera e quindi ho partecipato con alcuni dei miei quadri” spiega Valentina “C’erano tanti artigiani che presentavano lavori a maglia e all’uncinetto, ceramiche, terrecotte e molto altro”.

La pittura di Anton coinvolge il visitatore con i suoi soggetti che prendono vita grazie al sapiente uso dei colori.
“Dipingo soprattutto la natura, i fiori, gli alberi, gli animali. Mi piace dipingere anche i monumenti antichi che raccontano la storia di una città, come il Foro romano e il Colosseo a Roma”.

L’uso del pennello è un talento innato per lei che proviene da una famiglia romena di artisti dilettanti.
“Dipingo da quando ero piccola. Sono nata con questo dono” racconta “Mia mamma disegnava con la matita così come mio nonno. Ma l’arte in Romania non era considerata un lavoro che dava da vivere, per cui non sono stata incoraggiata a continuare. Sono arrivata in Italia a gennaio del 2000 e mi sono trovata molto bene. La gente, il modo di vivere, il cibo, tutto mi faceva sentire come se fossi a casa mia da sempre.

In quel periodo ho conosciuto una signora che disegnava e lei mi ha incoraggiato a riprendere a dipingere. Poi ho di nuovo lasciato perdere, finché nel 2015 una signora della mia chiesa mi ha chiesto di fare un dipinto per la cameretta dei suoi bambini. Da allora non mi sono più fermata. Ho prodotto più di 500 quadri, ho esposto in dieci mostre a Roma, a Firenze, in Sicilia, a Napoli, a Orvieto”.

Valentina è un’artista ma anche una donna con la testa sulle spalle. Il cammino per riuscire a vivere del suo dono di pittrice è ancora lungo, “soprattutto se pensiamo a quello che è successo due anni fa” sottolinea riferendosi alla pandemia. Per questo ha deciso di prepararsi per un lavoro alternativo e studia per diventare operatore sociosanitario (Oss).

Partecipare alla mostra di Orvieto è stata un’esperienza positiva per la nostra pittrice, non solo perché i visitatori hanno potuto vedere e apprezzare i suoi quadri.
“Ho conosciuto e ho parlato con i volontari della Croce Rossa. Devo dire che mi piacerebbe lavorare con loro. Mi piace tanto fare qualcosa per gli altri, aiutare le persone bisognose, anche come volontaria” conclude Valentina.

Licenziata, viene richiamata per spiegare la sua fede

Licenziata, viene richiamata per spiegare la sua fede

L’esperienza di una rifugiata.

Notizie Avventiste – Sophia è rifugiata in un Paese del Medio Oriente. Le sue preghiere erano state già esaudite quando aveva finalmente trovato lavoro come cuoca in un’azienda. Non parlava la lingua locale e nemmeno quella della maggior parte dei lavoratori, ma le piaceva cucinare e servire. L’azienda prosperava e gli affari andavano sempre meglio. Arrivavano infatti così tanti ordini che il presidente una mattina annunciò che tutti avrebbero lavorato anche di sabato.

Sophia non ci pensò due volte, la sua decisione era certa. Dio le aveva dato questo lavoro e lui poteva proteggerlo. Fece un respiro profondo, si aggiustò il grembiule e si diresse verso l’ufficio dell’azienda. Non conosceva bene la lingua, quindi il suo messaggio fu breve: “Non posso lavorare il sabato. Per me è il giorno di culto, dedicato a Dio”.

La risposta del capo la scosse. “Se non puoi lavorare il sabato, non abbiamo più bisogno dei tuoi servizi. Mi dispiace, ma non venire più al lavoro”.

La donna fu sopraffatta da confusione e paura. Come avrebbero potuto vivere, lei e suo marito, senza il suo lavoro? In quanto rifugiati, avevano pochissime opportunità di lavoro. Vivere nel nuovo Paese era costoso. Il guadagno del marito non copriva nemmeno le spese basilari. Sophia iniziò a pregare Dio ancor prima di tornare a casa e raccontare alla sua famiglia cosa era successo. Anche Dio iniziò a rispondere immediatamente e la pace riempì il suo cuore. Quel primo sabato si rallegrò di essere riuscita a prendere la decisione giusta, di aver trovato la forza per rimanere fedele al Signore e ai suoi comandamenti.

La domenica mattina, il cellulare di Sophia squillò. Era il suo capo. Cautamente rispose. L’uomo le disse: “Sophia, ho deciso di considerare il tuo giorno santo. Puoi tornare al lavoro lunedì e avere tutti i sabati liberi”. “Oh”, rispose incredula “Grazie, grazie mille”".

La sua mente correva ancora, il lunedì mattina, mentre disponeva i piatti per la colazione e apparecchiava il tavolo da tè. Erano gesti che ripeteva da mesi, ogni giorno lavorativo, ma quella mattina sembrava diversa. Come al solito, chinò il capo per pregare prima di servire il pasto che aveva preparato. Per ragioni che ancora non conosce, i suoi colleghi le avevano chiesto di pregare anche per loro. Tutti mangiavano quando il capo le fece un cenno. "Per favore, parla allo staff della tua fede“ le chiese “di ciò in cui credi come cristiana e anche qual è la differenza tra il cristianesimo e le altre fedi".

Sofia deglutì. Come poteva spiegare una cosa così complicata quando riusciva a malapena a parlare una delle due lingue di coloro che ascoltavano? Ma con semplicità, iniziò a parlare di Gesù Cristo e di tutto ciò che aveva fatto mentre era sulla terra. Raccontò anche i miracoli che aveva ricevuto nella sua stessa vita. Percepì la potenza dello Spirito Santo dentro di lei mentre condivideva con dettagli, ben oltre il suo vocabolario in entrambe le lingue. Nella stanza c’era silenzio, i volti erano fissi su di lei mentre parlava. Si rese conto che avevano capito. Quando terminò, i suoi colleghi erano meravigliati.

"Hai parlato con un’eccellente grammatica nella mia lingua"; "Ma hai anche usato correttamente la mia lingua e hai parlato molto bene”, le dissero. Tutti avevano compreso e questo era davvero incredibile. Ma una donna era andata oltre la presentazione di Sophia. "Mi hai fatto venire la pelle d’oca" le disse "Dio è davvero come hai raccontato?". Un altro collega le chiese con cautela: "Dio ama davvero?". E un altro: "È vero che Dio non fa per niente paura?". 
La sua risposta: “Certo. Dio è amore e l’amore di Dio è il cuore del cristianesimo”.

Era la prima volta per Sophia, dopodiché non sarebbe più stata la stessa. “Prima di quella mattina pensavo che il mio ministero fosse quello di fare amicizia con le persone, di essere d’aiuto, persino di invitarle a casa mia. Ma dopo questa esperienza ho capito che Dio vuole che io parli di Cristo ogni volta che posso, e lui tradurrà se necessario. Sì, ha messo alla prova la mia fedeltà, ma poi ha mostrato la sua potenza”.

Anche i colleghi di Sophia non saranno più gli stessi. Continuano a dialogare con lei sulla sua fede, su Gesù. Alcuni vengono accusati a causa del sabato e diventano sempre più forti ogni volta che decidono di essere fedeli a Dio. 
Intanto Sophia ha imparato che la sua testimonianza può essere specifica, audace e pronta ad andare oltre la costruzione di ponti di amicizia, per parlare di ciò che Dio ha fatto per lei, di ciò che ha fatto in Cristo. “Vi chiedo di pregare affinché i miei colleghi di lavoro aprano i loro cuori a Dio e lo accettino completamente” è il suo invito.

[Fonte: Adventist Review]

 

 

 

L’importanza dell’equilibrio psicofisico

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Intervista sul suo libro dal titolo "La clinica" Emiliano Antoniutti, Operatore Socio-Sanitario e scrittore.

Programma a cura di Annamaria Citino

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Il cielo in una stanza (parte 2)

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In questa puntata abbiamo il piacere di intervistare Alberta Rastelli fondatrice dell’ associazione "Il cielo in una stanza" per parlare di disabilità, della sua storia e, della sua prima esperienza con la danza sportiva.

Programma a cura di Gabriella Ghinelli, Mariangela De Martin e Claudia Gucci. 

Il “cerchio” che aiuta

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Manal, studentessa della classe 4° presso l’ I.I.S.S. "Marco Fanno" di Conegliano ci racconta la sua personale esperienza nel laboratorio di psicoanimazione e pratica filosofica, attraverso un progetto tutto nuovo dal titolo: "The circle time – Il cerchio che aiuta". 

Programma a cura di Gabriella Ghinelli, Mariangela De Martin e Claudia Gucci. 

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