Per fermare questa emorragia spirituale delle chiese bisogna aiutare i giovani a personalizzare la loro esperienza spirituale amandoli incondizionatamente, pregando per loro, mettendo da parte le nostre aspettative su di loro e imparando ad ascoltarli attentamente.
Al capitolo 4 del libro dei Proverbi, Salomone inizia rivolgendosi ai giovani in tema di “discernimento”, cioè della facoltà di scegliere un comportamento opportuno in base alle esigenze della situazione, soprattutto sul piano etico o intellettuale. E poi parla degli insegnamenti del padre e della madre come indispensabili per la maturazione morale di un figlio. In che modo i giovani di oggi possono rispondere a questa sollecitazione?
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.
Riconoscere il Signore, una grande sfida! Cosa vuole dire ai giovani il saggio Salomone nel testo di Proverbi 3:5-7? Quanto è importante avere autostima?
Mario Cavagno e Carmen Zammataro intervistano Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.
In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 7 ottobre 2022, Claudio Coppini e Roberto Vacca commentano con Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF-Italia.
Tra i temi trattati: la stretta sul riscaldamento e l'alternativa dell'energia rinnovabile che stenta a decollare; le questioni importanti per l'ambiente che saranno decise in Italia nei prossimi giorni; la Terra, un dono da preservare,in un recente confronto tra un teologo e un giurista.
Insegnamento, cuore, comandamenti, bontà, verità, fedeltà, questi alcuni dei termini citati in Proverbi 3:1-4. Veicolano concetti basilari nella vita di ciascuno da trasmettere alle nuove generazioni. Quale relazione esiste fra loro? Come possiamo spiegare l’accostamento tra la durata della vita e l’osservanza dei comandamenti?
Mario Cavagno e Carmen Zammataro intervistano Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.
Racconto biblico in cui sono messe a confronto due generazioni e anche il rapporto tra due fratelli gemelli, quello in cui si parla di Giacobbe ed Esaù. La loro esperienza familiare, segnata da una scelta sbagliata, quali conseguenze produrrà?
Mario Calvagno e Carmen Zammataro ne parlano con Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena
Affetto, questa la parola che potrebbe risultare un po’ obsoleta se utilizzata nel rapporto adolescenti-adulti. Evoca tenerezza, delicatezza e sembra quasi che sia un segno di debolezza o qualcosa che appartenga alla sfera in cui il bambino si confronta con il babbo e la mamma. Tuttavia, gli adolescenti, come i bambini e come gli adulti, d’altro canto, hanno sempre bisogno di affetto.
Occorre perciò una sensibilità e un’abitudine da acquisire in fretta da parte dei genitori per non considerare troppo piccoli i propri figli usciti dall’infanzia e proiettati verso altri orizzonti.
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.
In psicologia la proiezione, tema di questa puntata, è un meccanismo di difesa, una forma di rifiuto di accettare le proprie lacune, gli insufficienti limiti e proiettare tutto sugli altri.
Nelle relazioni tra generazioni diventa un meccanismo di gestione delle proprie frustrazioni genitoriali, la tendenza a volere proiettare sul futuro dei figli ciò che non si è realizzato nella vita. Questo però può generare delle difficoltà perché si rischia di eludere tutta una fase di aiuto e maturazione, trasformandola in una ad alta tensione.
Ci sono anche oggi altre forme concrete di proiezione da parte dei genitori nei confronti dei loro figli?
Immedesimarsi, partecipare emotivamente alle condizioni di una persona, questo l’esercizio trasversale che può e deve essere applicato a vari livelli. Sul piano culturale, del genere, dei ruoli sociali e ovviamente su quello generazionale.
Quale effetto può avere questa pratica nella relazione tra giovani e adulti?
“La capacità di mettersi nei panni degli altri è una delle funzioni più importanti dell’intelligenza e dimostra il grado di maturità dell’essere umano” (Augusto Cury).
Riuscire a immedesimarsi è anche una forma d’amore o almeno di grande rispetto?
“Noi esistiamo per ogni singolo individuo come ogni individuo esiste per tutti noi” (Leo Buscaglia).
Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Giovanni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna e di Forlì e del Gruppo di Modena.
“Ah, i giovani di oggi!”, questa l’espressione, tramandata di generazione in generazione, pronunciata soprattutto dai più anziani. Marca un vero e proprio confine nella mente dei più grandi che stabiliscono una linea di demarcazione con il loro passato. Ma, anche se in epoche diverse, si rapportavano alla vita come i giovani di oggi. E si sentivano rimproverare anche loro.
I giovani non vanno giudicati, ma semmai indirizzati. Percorrere con loro sentieri di dialogo e pensare che anche gli errori aiutano a crescere, più delle umiliazioni.
Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Giovanni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna e di Forlì e del Gruppo di Modena.
Un atteggiamento positivo, quello da adottare per la valorizzazione dei giovani che rappresentano una risorsa fondamentale per la società. Riconoscere la loro libertà che deve coniugarsi con la responsabilità e poi condurli all’autonomia, costituisce la condizione fondamentale. I giovani chiedono fiducia, perché oggi è importantissimo che le generazioni si confrontino, dialoghino e si capiscano.
Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Giovanni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna e di Forlì e del Gruppo di Modena.
Modi diversi di vivere e concepire la vita, di comunicare, marcate differenze di linguaggi che non sono sempre comprensivi tra loro, quelli che segnano il divario fra le generazioni. Spesso raggiungono trasversalmente il mondo della scuola, quello della famiglia e perfino l’ambiente lavorativo. Accogliere la sfida che si presenta è il modo migliore per costruire rapporti fondati sulle basi comuni e trasformarli in punti di partenza per un cammino da fare insieme. I genitori, gli insegnanti, i formatori, attingendo alle loro esperienze e alla loro maturità, devono fare uno sforzo per muoversi prima, per prendere l’iniziativa e per creare basi solide di comprensione degli uni verso gli altri.
Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Giovanni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna e di Forlì e del Gruppo di Modena.