Vivere il crollo del Muro

Vivere il crollo del Muro

Ripubblichiamo l’intervista al past. Vincenzo Mazza realizzata nel 2009 in occasione del ventennale della caduta del muro berlinese.

Notizie Avventiste – Il 9 novembre 1989, cadeva il muro di Berlino, evento storico che ha significato la riunificazione della Germania e del popolo tedesco. I cristiani delle diverse confessioni, nella Repubblica Democratica Tedesca (Ddr), hanno avuto un ruolo importante nella rivoluzione pacifica contro il regime di Honecker, iniziata alcuni mesi prima del crollo del muro. Furono loro a organizzare le riunioni di preghiera per la pace, la giustizia e la libertà, nelle chiese protestanti di diverse città della Germania dell’Est. A Lipsia, cuore della resistenza, gli incontri di preghiera furono presto seguite da marce silenziose intorno alle chiese, che poi divennero vere e proprie marce pacifiche nel centro della città. Molti avventisti si unirono ai credenti delle altre confessioni e parteciparono alle riunioni di preghiera e alle marce, subendo anche le ritorsioni della polizia. La presenza avventista costituiva una esigua minoranza (19.000 membri) nel panorama protestante della Ddr. Sabato 4 novembre ’89, diversi avventisti berlinesi, dopo aver partecipato al servizio di culto nella loro chiesa, si unirono alle 200.000 persone che marciavano verso l’Alexanderplatz. Qualche giorno dopo, il muro cadde.

Per rivivere in qualche modo il clima di quell’evento nelle chiese, Notizie Avventiste ha intervistato il past. Vincenzo Mazza che nel 1989 svolgeva ancora il suo ministero pastorale nella Germania dell’Ovest, e che è stato testimone del cambiamenti avvenuti.

Notizie Avventiste: Com’era vista la Chiesa dell’Est dai fratelli dell’Ovest?
Vincenzo Mazza: Una chiesa fedele, puntuale, coerente. Tutto ciò che arrivava dalla Germania dell’Est, per quanto riguarda la teologia e la fede, era ritenuto valido. Gli avventisti della Ddr avevano una università teologica ad alto livello, che era molto apprezzata.

N. A.: Come era la vita quando c’era il muro?
V.
M.: Nelle chiese c’erano famiglie che erano state divise, che avevano parenti e amici dall’altra parte del muro, e non potevano vedersi né incontrarsi. A una certa distanza dal muro, da una parte e dall’altra, c’erano delle impalcature dove la gente saliva per poter vedere e salutare, almeno da lontano, i propri familiari e gli amici. Nella Germania dell’Est, c’era una molta povertà. Il marco dell’Ovest era molto ricercato perché era accettato nei negozi europei dove si vendeva merce migliore. La gente che poteva era disposta a dare fino a 20 marchi dell’Est per un marco dell’Ovest. Le chiese erano controllate continuamente. Essendo tutto dello Stato, era problematico trovare farmaci, acquistare frutta e verdura, che pur se prodotte in loco venivano esportate in Occidente, e alla gente restava spesso solo la carne da mangiare. Ma, la cosa peggiore era la mancanza di libertà.

N.A.: Qual era il clima alla caduta del muro?
V. M.: È stata un’esperienza straordinaria. Finalmente le famiglie poterono riunirsi e riabbracciarsi. Le chiese si sono subito impegnate nell’accoglienza dei fratelli e delle sorelle provenienti dall’Est, che in parecchi si riversarono all’Ovest. Ogni giorno arrivavano famiglie numerose che cercavano lavoro e una casa. E tutti si davano da fare per trovare loro una sistemazione. Tanti sono stati i gesti di generosità da parte di chi aveva di più verso chi dall’Est non portava niente. Nelle chiese si facevano appelli per raccogliere fondi per aiutare i fratelli dell’Est, e tutti davano generosamente. Chi veniva dall’altra parte del muro raccontava le sue esperienze di vita diversa, vissuta nella ristrettezza e nella paura, ma dove aveva potuto vedere la mano di Dio agire. Fu anche un periodo di confusione, perché tutti coloro che abitavano nella Ddr vollero andare in Germania per stare meglio.

N.A.: Come è cambiata la Chiesa avventista?
V. M.: La Chiesa avventista è cresciuta dall’oggi al domani. Le varie Federazioni della Chiesa nella Ddr e nella Germania si sono fuse formando due Unioni di Federazioni, una a Nord e una a Sud. Vi è stato anche l’incontro di modi diversi di vivere e di intendere la fede, pur essendo tutti tedeschi, e questo ha portato a delle riflessioni. Una cosa buona per l’avventismo occidentale fu la facoltà teologica di Friedensau, che si trovava nella Ddr e che era regolarmente riconosciuta dallo Stato, quindi rilasciava lauree riconosciute. In Gemania, invece, la facoltà di teologia avventista di Darmstadt era privata. Con l’unificazione, la facoltà di teologia fu trasferita a Friedensau che tuttora rilascia lauree regolarmente riconosciute dallo Stato. Sicuramente, poiché è successo tutto molto velocemente, ci sono stati anche momenti non facili, ma tutto sommato, la Chiesa avventista è stata matura nell’affrontare i problemi e risolverli con spirito di responsabilità.

Conosciamo meglio le attività della Glam

Conosciamo meglio le attività della Glam

Protestantesimo ha dedicato una puntata al creato. In studio era presente anche Francesca Evangelisti. HopeMedia Italia l’ha intervistata.

HopeMedia Italia – Nella puntata di Protestantesimo, andata in onda il primo ottobre su Rai 2, era presente in studio anche Francesca Evangelisti, segretaria del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione italiana delle chiese avventiste (Uicca) e membro della Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Il programma era dedicato interamente alla salvaguardia del creato. HopeMedia Italia ha rivolto alcune domande a Francesca per conoscere meglio la Commissione Glam.

HopeMedia Italia: Cos’è la Glam e per quale motivo hai partecipato alla trasmissione?
Francesca Evangelisti: La Commissione globalizzazione e ambiente nasce nel 2001, dopo l’assemblea ecumenica europea di Graz, con lo scopo di sensibilizzare le chiese evangeliche sui temi ambientali e di giustizia economica. La Glam lavora in ambito nazionale italiano, mantenendo anche un forte legame europeo sia con la Ecen (European Christian Environmental Network) sia con la Cec (Conference of European Churches). Ho partecipato alla trasmissione in qualità di membro della Glam.

HMI: Qual è stato il tema del programma e del tuo intervento?
F. E.
:Il tema della puntata di Protestantesimo alla quale ho preso parte è stato il “Tempo del Creato”. Questo è un tempo, il mese di settembre, che ogni anno tutte le chiese evangeliche d’Europa dedicano alla riflessione su temi inerenti la salvaguardia del creato. La commissione Glam produce un dossier su un tema specifico diverso per ogni edizione annuale, che viene proposto alle chiese in questo particolare periodo. Il dossier contiene riflessioni teologiche, canti, documenti e interviste ad esperti; insomma è del materiale molto utile per approfondire un tema legato all’ambiente. Per il 2019 il tema del dossier Tempo del Creato è stato “Nel giardino di Dio non ci sono rifiuti”. In particolare, nella trasmissione abbiamo affrontato il tema della gestione dei rifiuti e della plastica.

HMI: Quanto è importante che una chiesa diventi green o una eco-comunità?
F. E.: Come spiego anche durante la trasmissione, in Genesi 2:15 Dio dice ad Adamo di lavorare e custodire il giardino. Questo può essere interpretato come un comandamento superato oppure come qualcosa di ancora attuale. La teologia cristiana dei nostri giorni si è posta questa domanda ed è nato un filone ecologico dove la cristianità si scopre colpevole e del tutto carente sotto l’aspetto della custodia del creato. Da qui nasce l’interesse verso i temi ecologici e ambientali in seno alle chiese cristiane. Il progetto delle eco-comunità è una delle tante risposte: una comunità che rispolvera il comandamento divino di custodire il creato e di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Ad oggi, le chiese avventiste di Gaeta e Bologna hanno aderito con entusiasmo al progetto delle eco-comunità.

HMI: Chi può partecipare a questo progetto Glam?
F. E.:
Attualmente sono io l’unico membro avventista della Commissione Glam. Le persone interessate ai temi trattati possono trovare informazioni sul suo sito, come per esempio l’archivio dei dossier Tempo del Creato: https://www.fcei.it/archivio-tempo-del-creato/
Inoltre, ogni comunità avventista può aderire al progetto delle eco-comunità; è certamente un ottimo passo da compiere a livello comunitario, per adempiere al comandamento che Dio dà ad Adamo, e a tutta l’umanità, in Genesi 2:15. Contattatemi per maggiori informazioni: francesca.evangelisti@avventisti.it

HMI: Dove possiamo rivederti?
F. E.: Su https://www.raiplay.it/raiplay/video/2019/10/Protestantesimo-del-06102019-c6e6b924-5e1e-4f48-9a2d-e27006e7f93f.html
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Leggiamo insieme – Geopolitica. Orientarsi nel grande disordine internazionale

Leggiamo insieme – Geopolitica. Orientarsi nel grande disordine internazionale


Prima della presentazione nella Facolta Avventista di Teologia di Firenze del libro “Geopolitica. Orientarsi nel grande disordine internazionale” (Editore: Il Mulino), Roberto Vacca ha intervistato l’autore Manlio Graziano docente alla Sorbonne-Parigi.

Una colossale partita a scacchi, nella quale regole numerose e complicate possono cambiare durante il gioco; molti giocatori si affannano sulla stessa scacchiera; i pezzi, che tutti muovono simultaneamente senza aspettare il loro turno, hanno per ciascuno un valore diverso: è il disordine che caratterizza le relazioni internazionali. In questo caotico panorama, restituire ordine, razionalità e logica alla politica – impresa fuori dalla portata dei suoi stessi attori – è compito della geopolitica, grazie alla quale i diversi fattori possono venire interpretati. Il libro, con ricchezza di esempi e testimonianze, guida il lettore attraverso un’area di studi ancora poco conosciuta ma strategica per capire le complessità della scena globale.

Leggiamo insieme – Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni

Leggiamo insieme – Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni


In questa puntata Luigi Caratelli intervista Cristiano Ceresani, autore del libro: Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni (Giubilei Regnani).

Sinossi del libro:
Esiste un invisibile filo rosso che attraversa il tempo e la storia svelando il senso profondo di eventi tra loro solo apparentemente distanti e diversi? C’è un nesso nascosto tra il Big Bang e le alterazioni climatiche, le Crociate e il terrorismo islamista, le persecuzioni dei cristiani e la Shoah degli Ebrei, l’Inquisizione medioevale e i prodigi della tecnoscienza del XXI secolo? Sì. Quel filo rosso esiste, ed è possibile riconoscerlo nitidamente nelle pagine profetiche dei Vangeli e nel magma incandescente di simboli dell’Apocalisse di Giovanni, che ci disvelano l’éschaton, il tempo della fine, quello che ancora non è accaduto e che deve accadere affinché ciò che all’inizio era stato da Dio voluto si adempia. E quello che deve avvenire, il bivio dinanzi al quale si trova oggi l’umana società, sospesa tra la speranza nella civiltà dell’amore e della conoscenza e la minaccia del conflitto tra civiltà e della catastrofe ecologica, costituisce l’orizzonte di un libro che intende trasportare il lettore in un viaggio nella memoria che lo condurrà, infine, a interrogarsi sul futuro del pianeta e dell’umanità.

Come funziona la Chiesa

Come funziona la Chiesa


 

Maol – L’agenzia stampa Ann della Chiesa avventista mondiale ha rivolto alcune domande a Hensley Moorooven, sottosegretario presso la Conferenza Generale, per spiegare cos’è il Comitato amministrativo della Conferenza Generale e qual è il suo ruolo quando si prendono le decisioni. 

Ann: Cos’è l’Adcom della Chiesa mondiale e in che modo si diversifica dal Comitato esecutivo?
Hensley Moorooven: Si tratta del Comitato amministrativo (Adcom) della Conferenza Generale (CG)), un comitato formato da circa 58 dirigenti (46 membri e 12 invitati) che generalmente si incontra con cadenza settimanale presso la sede mondiale della Chiesa avventista del settimo giorno, per supervisionare vari elementi riguardanti la denominazione e il suo funzionamento.

Il Comitato esecutivo del CG è un gruppo più ampio di leader, comprende 345 membri provenienti da tutto il mondo e 129 invitati, per un totale di 474 partecipanti. Il Comitato esecutivo del CG è il più alto organismo di governo della Chiesa dopo l’Assemblea amministrativa mondiale (o Sessione della Conferenza Generale).

Ann: Quando e perché è stato creato l’Adcom della CG?
HM.: Il Comitato amministrativo della CG è stato istituito, nella sua forma attuale, il 10 ottobre 1991 dal Comitato esecutivo della CG durante il Consiglio annuale di quell’anno, con il compito di svolgere le specifiche responsabilità assegnategli, come delineato nel suo mandato. Fino al 1991, il Comitato esecutivo della CG si riuniva settimanalmente per supervisionare le questioni della chiesa mondiale. Tuttavia, considerate le dimensioni del Comitato esecutivo e l’ampio territorio geografico dei suoi membri, si è deciso che sarebbe stato più efficiente istituire un gruppo ristretto, per svolgere compiti specifici tra le due riunioni periodiche del Comitato esecutivo: il Meeting di primavera e il Consiglio annuale (che si tiene in autunno, ndt). Il Comitato esecutivo del CG si riunisce anche in altri momenti, se necessario, di solito utilizzando la partecipazione di persona e telefonicamente.

Ann: Chi decide l’appartenenza all’Adcom della CG?
HM.: Il Comitato esecutivo del Conferenza Generale determina, per voto, chi fa parte dell’Adcom. L’Adcom è autorizzato ad aggiungere degli invitati.

Ann: Quante persone fanno parte dell’Adcom e quali cariche ricoprono?
HM.: Attualmente, ci sono 46 membri e 12 invitati, tra cui il consulente legale generale che lavora nell’Adcom della CG.

Sono membri dell’Adcom le persone che ricoprono le seguenti cariche:
– presidente della CG;
– vicepresidenti generali (6);
– presidente della Divisione Nordamericana (Nad) (o suo delegato);
– segretario della CG;
– sottosegretario della CG;
– segretari associati (7) (incluso il segretario della Nad);
– tesoriere della CG;
– vicetesoriere della CG;
– tesorieri associati della CG (5) (incluso il tesoriere del Nad);
– segretari di campo (8) (la maggior parte rappresenta varie entità della Chiesa mondiale, come Adra, Awr, Hope Channel, Bri, Gri, White Estate, ecc.);
– direttori dei dipartimenti della CG (14);

Gli invitatiall’Adcom sono:
– assistente del presidente della Nad;
– assistente del tesoriere della CG;
– assistenti del presidente della CG (2);
– direttore del General Conference Auditing Service (Servizio di verifica generale della CG);
– direttore di Adventist ReviewAdventist World;
– assistente del tesoriere;
– presidente di Adventist Risk Management;
– assistente del segretario;
– direttore di Human Resource Services (servizi di risorse umane) della CG;
– Meeting Planner (organizzatore di incontri) della CG;
– consulente legale generale della CG.

Ann: Quali responsabilità ha l’Adcom?
HM.: Come indicato nel suo mandato, le responsabilità dell’Adcom riguardano sei aree generali:

  1. Commissioni permanenti.
  2. Controllo finanziario.
  3. Pianificazione e sviluppo.
  4. Questioni legate al personale.
  5. Punti amministrativi generali.
  6. Editore della Scuola del Sabato, la guida allo studio personale della Bibbia e alla condivisione in gruppo.

Ann: L’Adcom ha l’autorità di istituire commissioni permanenti e sottocomitati?
HM.: Sì. Riceve anche casi sottoposti da qualsiasi comitato permanente o sottocomitato che fa riferimento ad esso, e ha il potere di agire su tali casi o di inviarli al Comitato esecutivo della CG.

Ann: L’Adcom si occupa solo di problemi locali all’interno dell’edificio della CG o prende decisioni che riguardano la chiesa mondiale?
HM.: Come si può vedere dalla sua composizione, gran parte dell’attività dell’Adcom ha a che fare con l’impostazione della direzione della Chiesa mondiale. Ci sono officer, direttori di dipartimento e altri rappresentanti di un’ampia gamma di servizi e ministeri della chiesa. Dall’Adcom passano quasi tutti i principali elementi provenienti dagli altri comitati (come Manuale di chiesa, revisione e sviluppo della policy, statuti e regolamenti, ecc.), che li invia alla Conferenza Generale e agli officer delle Divisioni (Gcdo). L’iter prosegue verso il Comitato esecutivo della CG per la discussione e il voto. La decisione finale sulla maggior parte degli elementi e questioni importanti spetta sempre al Comitato esecutivo della CG.

Ann: Qual è la relazione tra i Comitati per la verifica dell’adesione alle norme ecclesiastiche, di recente istituzione, e l’Adcom?
HM.: I Comitati per la verifica dell’adesione alle norme ecclesiastiche sono stati istituiti come commissioni permanenti dell’Adcom della CG. Queste commissioni permanenti hanno solo funzione consultiva nei confronti dell’Adcom. Inviano rapporti e possono formulare raccomandazioni all’Adcom, ma non hanno potere di azione al di là del mero controllo delle informazioni e dell’interfacciarsi con le organizzazioni per conoscere le situazioni e quindi riferire all’Adcom. Tutte le decisioni riguardanti le raccomandazioni dei Comitati per la verifica dell’adesione alle norme ecclesiastiche passano dall’Adcom. Arrivano poi al Gcdo per la revisione e infine al Comitato esecutivo della CG. È il Comitato esecutivo del CG, in cui è rappresentata ampiamente la Chiesa mondiale, ad avere il voto finale su qualsiasi elemento disciplinare.

Scarica il diagramma qui sopra raffigurato in formato pdf

 

Festival della Comunicazione 2018

Festival della Comunicazione 2018


Dal 6 al 9 settembre torna a Camogli l’appuntamento annuale più atteso in Italia dedicato alla comunicazione, alla cultura e all’innovazione, il Festival della Comunicazione.

L’evento, giusto alla quinta edizione, prevede un palinsesto ricco di appuntamenti: conferenze, dialoghi e interviste che intrecceranno linguaggi, discipline, personalità e mondi apparentemente distanti. Ci saranno anche laboratori per i più piccoli, escursioni e mostre.

Contenuti di altissima qualità, quindi, affrontati dai principali protagonisti del mondo dell’economia, della cultura, dell’innovazione, dello spettacolo, delle imprese e del giornalismo, che esploreranno il tema Visioni in tutta la sua pluralità di sensi e con una contaminazione di linguaggi e forme espressive unica.

È possibile consultare il programma su www.festivalcomunicazione.it

Servizio di Daniele Amodeo.

Dal pop alla christian music: la storia di Deborah Bough

Dal pop alla christian music: la storia di Deborah Bough


Una carriera musicale tutta in salita quella della cantautrice Deborah Bough. A un certo punto si riavvicina a Dio e la sua vita cambia direzione. Adesso tramite le sue canzoni racconta la sua esperienza personale con il Signore.

Intervistata da Daniele Amodeo, Deborah Bough ci parla del suo ultimo album “Transition“.

Obiettivi e sfide per la Chiesa Avventista mondiale

Obiettivi e sfide per la Chiesa Avventista mondiale


La Chiesa Cristiana Avventista ha obiettivi e sfide da affrontare. Quanti sono gli avventisti nel mondo? Quali i propositi della Chiesa per il futuro? Alessia Calvagno, caporedattore nazionale di Radio Voce della Speranza, ne ha parlato con il Pastore Ted Wilson, presidente della Chiesa Cristiana Avventista mondiale, che ha anche rivolto un messaggio speciale agli avventisti in Italia.

L’intervista è stata raccolta a Roma in occasione delle celebrazioni per i 90 anni dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno e il trentennale della legge 516 che regola i rapporti tra lo Stato e la stessa Unione.

L’importanza della Scuola del sabato per i bambini e i ragazzi. Intervista a Elsa Cozzi

L’importanza della Scuola del sabato per i bambini e i ragazzi. Intervista a Elsa Cozzi

Mariarosa Cavalieri – C’è una cosa molto bella che caratterizza la nostra chiesa: tutti i sabati, dalle 9.30 alle 10.30 (o, per le chiese che cominciano dopo, dalle 10.00 alle 11.00), ha luogo un momento di studio biblico per i bambini e per gli adolescenti, suddivisi in quattro fasce d’età, per mirarlo ai loro bisogni. Questo incontro intorno alla Scrittura è preparato con cura da insegnanti biblici scelti dalle comunità locali. Ogni anno, questi animatori possono aggiornarsi partecipando a un corso di formazione nazionale, momento di scambio e di arricchimento, e possono contare sul supporto dei collaboratori di Campo e della responsabile nazionale (in questo caso io), come pure attingere risorse e informazioni dal sito:  bambini.uicca.it.

Alla Scuola del sabato, tua figlia, tuo figlio, faranno un tuffo nelle avvincenti storie bibliche per capire che Dio li ama e si prende cura di loro. A casa potranno rileggere e approfondire le storie bibliche sui lezionari, manuali per lo studio della Bibbia per ogni fascia d’età, rinnovati e attuali. I lezionari possono essere comodamente ordinati presso la libreria della chiesa locale o presso le Edizioni Adv. Questo metodo d’insegnamento è frutto della preghiera, dell’impegno e degli sforzi di uomini e donne consacrati, uniti da un solo desiderio: che i bambini possano conoscere il Salvatore. Porta anche tuo figlio, non perdere questo appuntamento prezioso una volta la settimana. Vi aspettiamo!

Per approfondire questo argomento e dare ulteriori spunti di riflessione sulle prospettive presenti e future legate alla Scuola del Sabato bambini e ragazzi, abbiamo intervistato Elsa Cupertino Cozzi, responsabile di questo settore presso la Divisione intereuropea (Eud).

Mariarosa Cavalieri: Perché portare ancora i nostri bambini alla Scuola del sabato oggi, nel 2017?
Elsa Cupertino Cozzi: Penso che la Scuola del sabato sia lo strumento per eccellenza che ogni chiesa ha per trasmettere i valori e le verità eterne che provengono dalla parola di Dio. Praticamente sin dal suo inizio la nostra chiesa ha organizzato il modo per preparare le future generazioni a conoscere Dio e a camminare secondo i suoi insegnamenti. Non c’è posto migliore e più adatto della chiesa dove tutti hanno l’opportunità di condividere la propria esperienza e incoraggiarsi gli uni gli altri. Gli animatori sono formati e preparati per accompagnare i più piccoli a riconoscere la voce del loro Maestro e Salvatore, Gesù. Anche se il sistema può sembrare obsoleto e superato, nell’interazione settimanale con gli altri bambini e nel condividere storie e esperienze spirituali i bambini acquisiscono le basi della vita spirituale sulle quale poi potranno costruire il loro percorso personale.

M. C.: Quali sono le maggiori sfide che, secondo te, le classi della Scuola delsabato e gli animatori incontrano nelle chiese locali?
E. C. C.
: La sfida più grande dagli animatori è poter contare sulla presenza e puntualità regolare dei ragazzi. Nel passato, non andare in chiesa non era nemmeno considerabile. Nell’epoca attuale, il sabato si trova a essere parte di un periodo considerato di «riposo» totale e nel quale anche il dover andare in chiesa diventa motivo di stress. Spesso, purtroppo, le famiglie rallentano il loro ritmo proprio il sabato e la partecipazione in chiesa viene considerata «accessoria» o «aleatoria». Da un lato posso capire le motivazioni, ma come genitori dobbiamo renderci anche conto che abbiamo una responsabilità nei confronti dei nostri ragazzi e che diamo loro un messaggio molto chiaro riguardo alla presenza e partecipazione in chiesa. L’altra sfida è quella di avere ragazzi preparati e predisposti a un vissuto religioso fatto di spiritualità condivisa in famiglia, che poi trova un ulteriore sbocco in chiesa.

M. C.: Pensi che il materiale attualmente in uso in Italia, il curriculum Grace Link, sia adatto alle necessità spirituali dei bambini e degli adolescenti della nostra epoca?
E. C. C.: Il materiale a disposizione è stato concepito proprio per essere di aiuto ai genitori per fornire un supporto di studio della Parola a misura dei ragazzi e che trasmetta l’identità cristiana. Mi piacerebbe invitare i genitori a trarre profitto al massimo delle potenzialità da questo materiale. Questo curriculum, creato e sviluppato dalla Conferenza generale a partire dal 2000, considera le varie fasce di età e le molteplici esigenze e capacità di apprendimento dei ragazzi; permette loro di conoscere e interagire con le verità bibliche secondo le proprie attitudini o i propri stili di apprendimento. Ciò facilita l’implicazione e la personalizzazione a misura di bambino dello studio della parola di Dio. Il bambino, sin dai primi anni, impara a conoscere e apprezzare un Dio amorevole che ci salva per grazia e che non chiede altro che lasciarci amare da lui, e rispondere a questo amore con il nostro culto personale, condividendo il suo amore con le persone a noi care, così come con chi ancora non lo conosce.

M. C.: Ci sono aggiornamenti o novità da condividere da parte della Divisione o della Conferenza generale?
E. C. C.: Al momento, la Conferenza generale sta lavorando a una rielaborazione dei manuali per la Scuola del sabato dei ragazzi. La previsione della prima edizione e della messa in circolazione è attesa per il 2019. Tuttavia, sapendo che in molti territori nel mondo, e uno di questi è proprio l’Italia, hanno tradotto e stampato, con grande dispendio di energie, tempo e soldi l’attuale materiale della Scuola del sabato Grace Link (e che comunque è entrato in uso alcuni anni dopo rispetto ad altri territori avvantaggiati dall’assenza di tempi di traduzione), ci sarà la possibilità di continuare a utilizzare il sistema attuale, cioè il curriculum Grace Link. Ad ogni modo, prima del 2019 non ci sono cambiamenti di sorta e in seguito ogni Unione potrà decidere cosa fare e quale manuale utilizzare.

M. C.: Un consiglio che ti sentiresti di dare ai genitori e alle famiglie sull’educazione spirituale dei loro figli?
E. C. C.: I nostri figli sono la nostra eredità più grande e coloro che costruiranno la prossima generazione con gli strumenti e le capacità che gli stiamo dando oggi. Rivolgo un appello ai genitori affinché possano ricordare che hanno un privilegio, un’opportunità immensa e un potenziale incredibile: la possibilità di collaborare con Dio nel costruire gli uomini e le donne di domani. I nostri ragazzi saranno capaci ci rimanere fedeli e saldamente ancorati alla Verità e a Dio nonostante tutto? Possiamo crescere dei futuri Giuseppe, Mosè, Samuele, Davide, Ester, Daniele, Timoteo e molti altri, in pratica dei veri e propri giganti spirituali; e non è necessaria nessuna laurea per questo, è sufficiente vivere la nostra fede in modo autentico e appassionato, accompagnando i nostri ragazzi sul cammino per diventare dei discepoli di Gesù. Così, a loro volta, passeranno il testimone alla generazione successiva, fino al ritorno di Gesù. Ricordiamoci che i bambini di oggi saranno i leader di domani, investire su di loro è investire sul futuro della chiesa.

Il Signore ci aiuti a comprendere e attuare la nostra missione per questa e per la prossima generazione. Questo è il mio augurio per tutti i genitori, animatori, membri e pastori nelle nostre comunità.

Guarda il video sulla Scuola del sabato dei bambini

 

 

La chiesa in Venezuela resta salda, nonostante la situazione nel paese

La chiesa in Venezuela resta salda, nonostante la situazione nel paese

Avventisti brasiliani hanno offerto aiuti umanitari ai venezuelani alle prese con la crisi finanziaria nel paese.

ASN/Notizie Avventiste – Giovedì 30 marzo diversi paesi del Sudamerica hanno manifestato preoccupazione per la grave crisi economica e politica in Venezuela. Le reazioni sono arrivate subito dopo che, il 29 marzo, la Corte Suprema del paese ha assunto i poteri del Parlamento venezuelano. Una destabilizzazione già da tempo nell’aria.

In questa situazione l’agenzia stampa avventista sudamericana, ASN, ha rivolto alcune domande a Orlando Ramírez, segretario esecutivo dell’Unione venezuelana occidentale delle chiese avventiste, per capire la situazione della denominazione nel paese.

ASN: In che modo l’instabilità politica in Venezuela interessa le chiese, tra cui la chiesa cristiana avventista e le sue istituzioni?
Orlando Ramírez: Il complesso e difficile sviluppo politico che abbiamo sperimentato non ha interferito o ostacolato direttamente l’opera delle chiese e delle organizzazioni religiose in Venezuela, tra le quali anche quelle della chiesa cristiana avventista.

ASN: La grave crisi finanziaria che colpisce i venezuelani certamente ha un impatto anche sui fedeli. Com’è la situazione oggi alle frontiere, in particolare con il Brasile? O. R.: Certo, la crisi finanziaria del paese è reale e influisce sulla stabilità economica di tutti i venezuelani, inclusi i membri di chiesa. L’inflazione è elevata, la svalutazione della moneta è forte e i prezzi cambiano ogni giorno. La maggior parte dei membri delle nostre chiese svolgono lavoro dipendente, sono impiegati d’ufficio e per lo più ricevono un salario minimo. Cogliamo l’occasione per ringraziare immensamente, anche a nome dell’Unione avventista orientale, i nostri leader, pastori e membri laici dell’Associazione di Manaos e del confine tra Brasile e Venezuela per il loro affetto, il sostegno e l’aiuto che ci danno. Il Signore moltiplichi la sua misericordia e bontà verso tutti coloro che sostengono quanti vivono giorni difficili.

ASN: In che modo la chiesa cristiana avventista in Venezuela guarda alla situazione nel paese, ora che è al centro dell’attenzione delle organizzazioni internazionali?
O. R.:
La chiesa prega ogni giorno che Dio riversi benedizioni e misericordia su ogni venezuelano e abitante del paese; che dia saggezza, guida e buon senso ai governanti e a tutti gli attori politici, e ci permettano di vivere in pace, armonia, unità, libertà e sicurezza; oltre a essere giusti ed equi con tutti.

ASN: La chiesa è presente in Venezuela da oltre 100 anni. Continua a crescere?
O. R.:
Proprio così. Gli avventisti sono arrivati nel paese nel 1910. Sono ora 107 gli anni di benedizioni ricevute da Dio. Nel 1919 è stata organizzata la Missione del Venezuela che si è ampliata negli anni fino ad avere due Unioni di chiese cristiane avventiste nel paese. Oggi in Venezuela ci sono 320.130 avventisti che si riuniscono in 1.693 chiese e gruppi.

(Immagine: Caracas, Wikipedia)

La storia dietro il film su Desmond Doss

La storia dietro il film su Desmond Doss

Notizie Avventiste – Il mese scorso, il medico e colonnello in pensione Charles Knapp, presidente del Desmond Doss Council, ha spiegato alla rivista Spectrum com’è stata realizzata “La battaglia di Hacksaw Ridge”. Attualmente in proiezione nei cinema italiani, il film racconta le vicende dell’infermiere avventista Desmond Doss, eroe della seconda guerra mondiale e obiettore di coscienza, che salvò 75 soldati feriti nella battaglia di Okinawa. Per questo fu insignito della medaglia d’onore della Congresso statunitense, la più alta onorificenza mai assegnata a un obiettore di coscienza. Pubblichiamo un estratto dell’intervista.

Che cos’è il Desmond Doss Council?
È un organismo formato nel 2000 su richiesta specifica di Desmond Doss, per curare la sua documentazione e la sua immagine una volta scomparso (Desmond Doss è morto nel 2006). Era un personaggio pubblico, aveva ricevuto la Medaglia d’Onore, e il Council doveva salvaguardare i diritti intellettuali della sua storia.

L’idea di realizzare un documentario è stata discussa a lungo, ma Doss chiedeva che si tenesse conto di alcune specifiche richieste. Precedenti accordi con case di produzioni (negli anni 1970 e all’inizio del 1980) erano sfumati perché non voleva che la sua storia fosse romanzata. Chiedeva che fosse raccontata in maniera accurata e secondo i fatti realmente accaduti.

Il Council è stato formato appositamente per sondare la possibilità di realizzare un documentario. Ottimo il lavoro di Terry Benedict che ha prodotto il documentario “The Conscientious Objector”, molto ben accolto e vincitore di diversi premi nel 2004 al Cinequest Film Festival in California. Il Council mette a disposizione diverso materiale sul sito desmonddoss.com.

Guarda un breve video sull’obiezione di coscienza.

Era necessario avere un altro film su Doss?
Il documentario è completamente diverso dal film “La battaglia di Hacksaw Ridge”. È in qualche modo il retroscena della storia. Terry Benedict è riuscito a trovare una mezza dozzina di commilitoni di Doss o che erano stati salvati da lui. Nel documentario sono loro che raccontano la storia, ed è molto toccante.

Si aspettava le 6 nomination agli Oscar?
Mi limito a dire che i critici continuano a lodare Hacksaw Ridge. È definito uno dei migliori film di guerra mai prodotto. Ha ottenuto il 93 per cento su Rotten Tomatoes, il sito che presenta le votazioni della critica dei film. Al termine della proiezione all’Academy degli Oscar, il regista Mel Gibson e l’attore Andrew Garfield (che interpreta Desmond Doss) hanno ricevuto una standing ovation. Il film ha ottenuto una standing ovation di dieci minuti al Festival di Venezia, dove è stato presentato in anteprima internazionale. Sono fiducioso.

La fede avventista di Doss è presentata positivamente nel film. Come si è arrivati a dare questo taglio finale?
Realizzare “La battaglia di Hacksaw Ridge” è stato un processo lungo. Abbiamo iniziato con l’aiuto di Terry Benedict. Abbiamo trascorso circa un anno e mezzo a negoziare su come raccontare la storia della vita di Desmond Doss, quale linguaggio usare. Secondo le nostre richieste, gli sceneggiatori non potevano romanzare i fatti, le credenze di Doss dovevano essere espresse correttamente, la chiesa doveva essere adeguatamente rappresentata. Alla fine, nel febbraio 2015, la realizzazione del film è stata affidata a Mel Gibson. Ho avuto il privilegio di essere sul set varie volte durante le riprese.

Che cosa dire delle scene crude presenti nel film?
Il film di Gibson “La passione di Cristo”, è stato criticato. Non vogliamo vedere l’orrore della tortura o l’orrore della guerra. Ma qui non c’è violenza gratuita. Abbiamo parlato con i sopravvissuti della guerra, ora novantenni, che hanno visto il film e hanno tutti riconosciuto: “Sì, è esattamente com’era”. L’accordo sui diritti non prevedeva che il film fosse vietato ai minori di 13 anni, anche se c’era la preferenza. Mel Gibson ha detto che, a causa della violenza, sarebbe stato vietato ai minori di 16 anni non accompagnati da un adulto. Mi hanno chiesto e ho risposto di sì, e il Desmond Doss Council ha approvato.

Ho invitato i leader della chiesa mondiale e nordamericana a visionare il film prima che uscisse. Il messaggio del film è potente. Racconta la storia senza moralismi, prediche, giudizi, ecc. Gli spettatori escono dal cinema apprezzando il film oppure no. Ma questo non è importante. Non è un film che si dimentica presto. Darà lo spunto per tante conversazioni sulla fede, la coscienza personale, il bullismo e la redenzione. Il ragazzo che bullizza Doss muore tra le sue braccia sul campo di battaglia e c’è una scena di riscatto tra Doss e suo padre. Il tema della redenzione percorre tutto il film.

Ho guardato “La battaglia di Hacksaw Ridge” con i dirigenti dell’Associazione dei veterani di guerra, dell’American Legion e dei cappellani militari. Hanno detto che il film è un testimonial del PTSD (disturbo da stress post traumatico). Il film non usa la parola specifica, ma sullo schermo si può vedere il PTSD acuto. Questo fa spiccare il carattere di Desmond.

È crudo, non c’è dubbio, ma non avrebbe lo stesso impatto se non mostrasse che cos’è veramente una battaglia. Il pubblico americano ha bisogno di capire che la guerra è un inferno. Sono un medico veterano. Ho partecipato all’operazione Desert Storm e al conflitto in Vietnam. Questo film mostra ciò che questi ragazzi hanno vissuto nella realtà.

Pensa che Desmond Doss avrebbe voluto vedere questo film?
Penso proprio di sì. Il figlio di Desmond dice che suo padre sarebbe molto felice nel constatare la fedeltà del film alla sua storia. Ciò significa che abbiamo fatto il nostro lavoro. Non so se Desmond sia mai andato a vedere un film, ma questo, sono certo, lo vedrebbe.

Segui il filmato sui temi etici e l’obiezione di coscienza.

Intervista a Mel Gibson

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