La libertà religiosa in tempo di crisi

La libertà religiosa in tempo di crisi

La chiesa avventista mondiale risponde ad alcune domande sulla limitazione dei diritti civili nell’emergenza coronavirus.

Notizie Avventiste – Il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della chiesa avventista mondiale ha ricevuto in queste settimane numerose domande sulla situazione particolare che tutti i Paesi vivono a causa della diffusione del coronavirus. Molti esprimono preoccupazione per le limitazioni alla libertà decise per bloccare il contagio. È importante quindi dare delle risposte.

Ecco cosa scrivono i dirigenti del Dipartimento Parl mondiale.
Mentre le autorità di tutto il mondo sono impegnate a contenere la diffusione globale del Covid-19, i governi di ogni livello – da locale a nazionale – hanno emesso nuove direttive e, in alcuni casi, senza precedenti, che toccano quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana. In molti Paesi, i governi hanno chiuso le attività non essenziali e limitato le riunioni pubbliche o le hanno vietate. In molti casi, hanno emesso ordinanze di rimanere a casa, che vengono applicate dalla legge.

Per coloro che sostengono i diritti civili, in particolare la libertà di religione o di credo, la realtà attuale solleva domande difficili. Fino a che punto e per quali motivi uno Stato può limitare la libertà di riunione, di movimento e altre libertà fondamentali? Un governo può davvero vietare gli incontri religiosi di persona e inviare la polizia per interrompere le adunanze della chiesa? Ciò non solleva gravi preoccupazioni per la libertà religiosa?

Nel corso delle ultime settimane, l’ufficio del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa della chiesa avventista mondiale ha ricevuto molte domande su quando e fino a che punto uno Stato può legittimamente limitare le libertà civili, compresa la libertà religiosa. Di seguito le risposte ad alcune delle domande più frequenti, insieme a quei principi che possono aiutare a comprendere i diritti civili nell’emergenza coronavirus.

Il governo non ha la responsabilità di proteggere i diritti civili fondamentali, incluso il mio diritto di credere secondo i dettami della mia coscienza e il mio diritto di riunirmi con gli altri per il culto?
Sì. Secondo la legge internazionale dei diritti umani, è chiaro che proteggere la libertà religiosa e altri diritti civili connessi è una responsabilità fondamentale dello Stato. Il Patto internazionale sui diritti civili e politici (Iccpr), importante trattato internazionale ratificato da oltre 170 Paesi, elenca molti di questi diritti, tra cui la libertà di movimento (articolo 12), che è il diritto di lasciare qualsiasi Paese, di entrare nella nazione di appartenenza e di muoversi liberamente all’interno dei confini di qualsiasi Paese in cui si è legalmente presenti. Vi è anche il diritto di riunione pacifica e di libertà di associazione (articoli 21 e 22). E per coloro che sostengono la libertà religiosa, l’articolo 18 contiene una libertà cruciale: il “diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione”. Secondo il Patto internazionale, “tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo a sua scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, e sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell’osservanza dei riti, nelle pratiche e nell’insegnamento”. Questi diritti civili fondamentali si riflettono anche, spesso con un linguaggio simile, nelle Costituzioni nazionali di molti Paesi del mondo.

Quindi, come può un governo vietare le riunioni religiose?
Brevemente possiamo dire che alcuni diritti civili fondamentali, compresi alcuni diritti di libertà religiosa, non sono assoluti in ogni circostanza. Mentre il governo della coscienza e delle convinzioni religiose non può mai essere imposto dallo Stato, ci sono alcune circostanze in cui la capacità di qualcuno di agire su tali convinzioni può, di fronte a una fondamentale necessità pubblica, essere soggetta a restrizioni ragionevoli e adeguatamente definite. Questa distinzione – tra coscienza interiore e azioni esterne – ha profonde radici nel diritto e nella filosofia ed è attualmente espressa sia nel diritto internazionale sia nelle legislazioni di molte nazioni.

Quale sorta di interesse pubblico potrebbe giustificare un’interferenza governativa così straordinaria? L’articolo 18 dell’Iccpr afferma che la libertà di agire secondo le proprie convinzioni può essere “sottoposta unicamente alle restrizioni previste dalla legge e che siano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell’ordine pubblico e della sanità pubblica, della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali”.

Disposizioni simili si trovano in molte Costituzioni nazionali, in cui un interesse pubblico convincente può dare all’autorità statale di imporre limiti ai diritti civili, incluso il diritto di esercitare la propria libertà religiosa.

Pertanto, di fronte a una pandemia globale, senza precedenti negli ultimi tempi, possono essere giustificati limiti alle dimensioni degli incontri pubblici e restrizioni alla libertà di movimento – misure che sono motivate da gravi problemi di salute pubblica – anche se tali limitazioni incidono sulla possibilità che i credenti si riuniscano per il culto.

La maggior parte delle comunità religiose ha prontamente accettato queste restrizioni come parte del più ampio sforzo comunitario per combattere la diffusione di Covid-19. Le persone di fede, in quanto membri premurosi e responsabili della società, sono pronti a fare tutto il necessario per allentare la pressione sulla sanità pubblica e proteggere le persone particolarmente vulnerabili alle malattie, e quindi accettano volentieri i limiti temporanei sulla possibilità di riunirsi “come al solito”.

Ma questo non apre la possibilità a un governo di esagerare o abusare del suo potere, e arrivare a limitare la libertà religiosa in modi non giustificati?
Sebbene, in base al diritto internazionale e alle leggi di molte nazioni, uno Stato possa limitare un diritto civile nell’interesse della sicurezza pubblica o del benessere, ciò non significa che questo potere sia illimitato o che uno Stato sia autorizzato a esercitarlo in modo arbitrario e discriminatorio.

In base alla Dichiarazione universale dei diritti umani, all’Iccpr e ad altri trattati internazionali che difendono i diritti umani, i tribunali hanno definito dei criteri per determinare se le azioni dei governi che limitano le libertà sono legittimi. Allo stesso modo, i tribunali della maggior parte delle nazioni applicano test specifici per garantire che le restrizioni ai diritti civili costituzionalmente protetti siano legali. Sebbene la formulazione e i metodi di questi test differiscano da Paese a Paese, in termini molto generali tendono ad essere modellati da alcuni principi chiave. Le restrizioni ai diritti civili saranno, in generale, legittime se sono necessarie per soddisfare un interesse pubblico convincente, se sono proporzionate alla necessità e al modo meno invadente per rispondere a tale necessità e se non sono discriminatorie negli intenti e nell’applicazione.

Nell’attuale pandemia, quindi, qualsiasi restrizione alle libertà civili deve, in generale, essere rigorosamente concepita e direttamente collegata a un obiettivo legittimo di salute pubblica, attuata in modo uniforme, ed essere il mezzo meno restrittivo possibile per salvaguardare la salute di tutti.

È, certamente, una linea sottile che i governi devono percorrere nel tentativo di sostenere le libertà civili e di agire in modo responsabile per tutelare la salute pubblica. E non sono decisioni facili da prendere.

Tuttavia, qualsiasi uso dell’emergenza Covid-19 come copertura per colpire una particolare minoranza religiosa o etnica, o per sopprimere le voci dissenzienti, non può mai essere giustificato. Inoltre, una sospensione radicale e di durata indeterminata dei diritti civili da parte di un governo, in modi non collegati alle questioni di salute pubblica, rappresenta anche un uso pericoloso e illegittimo del potere statale. In alcune parti del mondo, i timori di abusi governativi non sono immaginari, ma sono già documentati.

Le persone di fede possono aiutare, in questo momento difficile, accettando restrizioni legittime e temporanee, rimanendo vigili su abusi o discriminazioni nei confronti di qualsiasi gruppo di minoranza e sostenendo il pieno ripristino dei diritti civili ogni volta che le restrizioni siano revocare in sicurezza.

Oltre alle restrizioni della libertà di riunirsi per il culto, l’attuale crisi Covid-19 solleva altre questioni relative agli affari pubblici della nostra chiesa e al ministero della libertà religiosa?
Sì. Esistono diverse situazioni che la pandemia Covid-19 ha creato o esacerbato, che dovrebbero riguardare le persone di fede.
– Stereotipi razziali, molestie e bullismo.
– Comunità vulnerabili.

Nel corso della storia, in tempi di crisi, una reazione umana istintiva è stata spesso la stigmatizzazione e cercare un capro espiatorio, ciò ha portato a tragici risultati. Oggi vediamo in gioco dinamiche simili e, da quando il Covid-19 ha iniziato ad attirare l’attenzione globale, si è verificata un’esplosione di casi di abuso e discriminazione nei confronti di coloro che sono di fisionomia asiatica.

Cosa possiamo fare? Combattiamo voci, teorie complottiste e l’uso del linguaggio stigmatizzante. Non ci sono giustificazioni per qualsiasi tentativo, diretto o indiretto, di collegare l’attuale pandemia a un particolare gruppo etnico o razziale. Sebbene l’origine del virus sia stata collegata a una posizione geografica, ciò non significa che le persone appartenenti a un particolare gruppo etnico siano a maggior rischio di infezione o di diffusione del coronavirus. È semplicemente sbagliato usare etichette dispregiative razziali o etniche, incolpare un qualsiasi gruppo per il virus o trattare le persone di origine asiatica in modo diverso; e non deve essere mai tollerato. Tali azioni sono incompatibili con una visione biblica del mondo, in cui ogni essere umano è un figlio speciale e molto amato del Creatore.

Abbiamo l’opportunità, in questo momento difficile, di parlare per coloro che subiscono discriminazioni e stigmatizzazioni, e di promuovere un discorso civile che sia definito dalla compassione e dal rispetto per la dignità umana.

Esistono numerosi gruppi particolarmente vulnerabili al Covid-19. Le organizzazioni umanitarie attirano già l’attenzione sul potenziale disastro che si profila negli affollati centri di detenzione per immigrati e nei campi profughi di tutto il mondo, dove le distanze sociali e le buone pratiche igieniche sono quasi impossibili. La vita di uomini, donne e bambini, intrappolati in una terra di nessuno legale, dipende totalmente dalle decisioni delle autorità pubbliche di adottare misure immediate per garantire la loro sicurezza e fornire un’adeguata assistenza sanitaria. Possiamo e dobbiamo parlare a loro nome. Hanno pochissimi modi per far sentire la propria voce, ma possiamo difenderli con i nostri leader pubblici e rappresentanti eletti.

Allo stesso modo, le persone che vivono in comunità povere hanno un maggiore rischio di infezione perché le loro abitazioni sono affollate, dipendono dai trasporti pubblici e hanno necessità di continuare a lavorare indipendentemente da rischi e pericoli. E se si ammalano, coloro che sono intrappolati nella povertà hanno meno possibilità, rispetto ad altri, di avere accesso a un’assistenza sanitaria di qualità. Chi vive in comunità a basso reddito ha maggiori probabilità di essere esposto al virus, peggiori conseguenze sulla salute e grandi difficoltà economiche. Tutto ciò deve far riflettere.

Le organizzazioni che distribuiscono alimenti e forniscono assistenza ai senzatetto e alle persone a basso reddito suonano già il campanello d’allarme poiché la domanda per i loro servizi è cresciuta notevolmente.

Cosa fare? Possiamo offrire sostegno finanziario o di altro tipo alle associazioni locali e alle organizzazioni umanitarie internazionali come l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra). Possiamo anche esortare i leader eletti a dare priorità ai bisogni di coloro che sono a basso reddito nella nostra società.

Conclusione
In tempi difficili come questo, è facile essere condizionati dalla paura: per le proprie famiglie, per la salute e per ciò che il futuro potrebbe portare. “Prego” conclude il direttore Parl della chiesa mondiale “affinché nel rispondere alle sfide nella pandemia Covid-19, come chiesa e come singoli seguaci di Cristo, scegliamo di impegnarci con compassione e con il desiderio di essere sale e luce nella nostra società ferita. Al posto della paura, possa la pace di Dio, che trascende ogni comprensione, custodire i nostri cuori e le nostre menti (cfr. Filippesi 4: 6-7) mentre affidiamo le nostre ansie a Colui che ha il futuro nelle sue mani”.
[LF]

[Fonte: Sito Aplr mondiale]

 

 

Pilastri di speranza. Nuovo messaggio di Ted Wilson alla chiesa nel mondo

Pilastri di speranza. Nuovo messaggio di Ted Wilson alla chiesa nel mondo

Notizie Avventiste – Il presidente della chiesa avventista mondiale, past. Ted Wilson, fa sentire la sua vicinanza alla comunità globale con messaggi video di incoraggiamento e speranza nel tempo della pandemia Covid-19.

Questa settimana, il past. Wilson inizia la sua riflessione con due testi tratti dal Libro di Isaia e invita: “Siate forti, non temete!” (Is 35:4). Poi ricorda le promessa divina espressa sempre dal profeta biblico: “Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia” (Is 41:9,10).

“Dio vi userà come ancore di stabilità e pilastri di speranza” rassicura il presidente.

Guarda il video messaggio di Ted Wilson.

Il valore di una vita

Il valore di una vita

Yannis Vrakas, pastore avventista in Grecia, riflette sulle implicazioni etiche del blocco che colpisce il suo già fragile Paese e gran parte dell’Europa in seguito al coronavirus.

Yannis Vrakas – Quanto costa una vita umana? Quanto costa mantenere in vita qualcuno?
In genere evito di parlare di “politica” dato che spesso le discussioni finiscono col creare disaccordo, ma il modo in cui i governi e le società di tutto il mondo decidono di affrontare l’epidemia di coronavirus riflette alcune delle convinzioni fondamentali che ogni nazione ha a cuore. Consentitemi di concentrarmi solo sul mio Paese, la Grecia, e su come le misure prese dal governo greco per contenere la diffusione del virus possano servire come promemoria di alcuni dei valori fondamentali che ci appartengono in quanto credenti.

Quando il coronavirus è arrivato in Grecia, il governo ha subito iniziato a imporre misure restrittive per ridurne la diffusione. La logica alla base della decisione era quella di guadagnare tempo e spalmare i casi gravi su una linea temporale più ampia in modo che il sistema sanitario, finanziariamente colpito dalla crisi, potesse trattarli nel miglior modo possibile. Tutto riguardava la gestione delle risorse al fine di prevenire il maggior numero possibile di vittime.

Con il passare dei giorni, le misure sono diventate più rigorose: tutti i negozi hanno chiuso tranne i pochi che forniscono servizi essenziali. L’ingresso al supermercato è limitato per garantire distanze sociali sicure. Le riunioni, pubbliche e private, con oltre dieci persone sono state severamente vietate e ora tutti gli hotel sono chiusi poiché il governo ha vietato alla popolazione di uscire di casa.

Guidare per le strade deserte, vedere le persone indossare le mascherine e fare la fila fuori dal supermercato sembra surreale. Questa sensazione si amplifica quando vedo il personale delle ambulanze vestito con tute bianche prepararsi a trasportare un paziente contagiato dal coronavirus. Mi sento come se fossi in un film di Hollywood. È spaventoso!

E la situazione è peggiore per negozi e aziende. Il mio vicino di casa gestisce un panificio e un bar insieme con la sua famiglia. Ha tredici dipendenti e paga un affitto elevato. Come può sopravvivere se i clienti non ci sono e il governo ha chiuso il bar? È bastato parlare con lui solo pochi istanti per capire quanto sia disperato.

Le misure adottate per contenere il coronavirus sono un grosso problema per l’economia greca in generale e per le singole imprese. E la nostra è un’economia già molto fragile.

La questione etica
Credo che il modo in cui consideriamo questa lotta sia collegato a una domanda profondamente etica: quanto valore diamo alla vita? Più precisamente, poiché il coronavirus colpisce prevalentemente gli anziani e le persone già affette da altre patologie, quanto valore diamo alla vita dei più deboli e dei più vulnerabili? Vale la pena perdere la mia impresa per proteggere qualcuno che non incontrerò mai? Vale la pena avere un’altra recessione per salvare la vita a coloro che sono sostenuti da un’economia già debole?

Quando le società si allontanano da Dio, il dogma della “sopravvivenza del più forte” o del più ricco è troppo spesso quello che prevale. Tuttavia, Dio ci ha dato un insieme di valori diverso poiché lui stesso ha assunto una forma umana debole e vulnerabile al fine di salvare i più deboli dell’intero universo.

“Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:5-8).

Non so quanto siano religiosi i politici greci, ma sono contento che la secolare tradizione cristiana modelli ancora le nostre prospettive sociali e possa guidare le decisioni politiche basate sull’etica. Prego che i miei connazionali cerchino di avere una relazione personale con il Dio che vuole salvare i deboli. Prego anche che queste difficili scelte siano buone per la nostra economia.

Per quanto mi riguarda, ora seguo e comprendo meglio le parole affettuose dell’apostolo Paolo: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Filippesi 2:3-4).

 

[Fonte: tedNews. Foto: Victor Hulbert]

Svizzera. La Lignière collabora con gli ospedali del territorio per affrontare la pandemia

Svizzera. La Lignière collabora con gli ospedali del territorio per affrontare la pandemia

La clinica avventista ha creato quattro zone di contenimento per pazienti Covid-19 dimessi dai reparti di terapia intensiva.

Notizie Avventiste – La clinica “La Lignière”, il centro di riabilitazione e psichiatria gestito dalla chiesa avventista nella Svizzera romanda, ha dovuto riorganizzarsi completamente per far fronte all’emergenza Covid-19. Dal 13 marzo, l’unità di crisi Lica (Lignière Catastrophe) ha diretto la riconversione delle specializzazioni esistenti e adattato l’organizzazione al fine di poter supportare il sistema di risposta cantonale al coronavirus, spiegano dalla clinica.

Parte integrante della rete sanitaria del Canton de Vaud, La Lignière ha offerto la sua disponibilità a ottimizzare il flusso di pazienti dimessi e consentire di sbloccare i letti di terapia intensiva degli ospedali nella regione. A questo scopo sono state create quattro zone di contenimento per ospitare in sicurezza 29 pazienti positivi al Covid-19 che, pur se alla fine del loro percorso di ospedalizzazione, non possono ancora tornare a casa.

“Per aiutare la comunità” afferma Mattia Benini, amministratore delegato della Lignière “siamo pronti ad aumentare ulteriormente la nostra capacità di accoglienza in base alle risorse a nostra disposizione e nel rispetto della sicurezza di pazienti e personale. Le sfide sono numerose, il nostro personale deve far fronte anche alla diffusione del virus (circa l’8% dei dipendenti è fermo o in quarantena). La carenza globale di presidi e materiale sanitario non ha risparmiato la Svizzera, per cui facciamo tutto il possibile per mettere in atto procedure igieniche che ci consentano di disporre di materiale sufficiente per la durata di questa lunga maratona” .

Nella pandemia, anche le istituzioni sanitarie d’oltralpe hanno visto saltare il loro ritmo di attività e hanno dovuto conformarsi alle restrizioni statali per il contenimento della diffusione del virus. Ma oltre a cambiare del tutto le loro pratiche, molto impegnativo è stato il dover gestire un incredibile ribollire di emozioni contrastanti. Il personale sanitario, dicono dalla clinica La Lignière, deve affrontare la paura dell’infezione quando entra in una stanza per adempiere la missione e vocazione di accompagnare i pazienti che non possono essere in contatto con i propri cari.

Nonostante tutte queste difficoltà, lo spirito di solidarietà è più vivo che mai. Infatti, i fisioterapisti e gli ergoterapisti aiutano i pazienti nelle loro necessità di base, il personale amministrativo dà una mano nelle pulizie, ognuno fa più della propria parte per il bene comune, seguendo i valori cristiani fondanti di questa istituzione. Al centro dell’identità della clinica La Lignière vi è la missione di prendersi cura del paziente nel suo insieme: fisico, psicosociale e spirituale.

Per elevare e riscaldare i cuori, concludono dal centro sanitario svizzero, nelle stanze e tra i corridoi risuonano più volte alla settimana le note del violino di Thierry Lenoir, pastore e cappellano del luogo. Attraverso la musica e le armonie di quelle corde, i cuori di pazienti e collaboratori vibrano e si riempiono di speranza, in attesa del ritorno alla normalità.
[LF]

[Foto: La Lignière/Eud News]

Non temere. Messaggio speciale del presidente alla chiesa mondiale

Non temere. Messaggio speciale del presidente alla chiesa mondiale

Notizie AvventisteTed N.C. Wilson ha inviato un messaggio in video per incoraggiare la famiglia avventista in tutto il mondo nell’emergenza Covid-19. Pubblichiamo la trascrizione del messaggio in italiano. Il past. Wilson invierà un nuovo video ogni settimana durante questo tempo di pandemia. Guarda il video in fondo alla notizia.

Un saluto ai nostri fratelli e sorelle, alla meravigliosa famiglia della nostra meravigliosa chiesa nel mondo intero. Dio ha il controllo di tutta la nostra vita e di tutto ciò che gli abbiamo affidato. In questo particolare momento della nostra esistenza, davanti a questa pandemia, il mio desiderio è che troviate coraggio nel Signore e che sentiate la realtà della sua presenza.

Tanti sono coloro che devono affrontare le molteplici difficoltà provocate da questo coronavirus ma se ci mettiamo nelle mani di Dio e sotto le sue ali tutto ci sembrerà più comprensibile. Migliaia e migliaia hanno contratto questo terribile virus e milioni di vite sono state sconvolte. La vita sta cambiando sotto i nostri occhi, ci confrontiamo con eventi che mai avremmo pensato potessero accadere e invece stanno accadendo.

Cari fratelli e sorelle, sono convinto che Dio sarà accanto a noi, sarà sempre al nostro fianco e noi dobbiamo credere nella sua potenza. Rimaniamo in contatto con lui studiando la Bibbia, pregando e comunicando con gli altri.

Durante i 100 giorni di preghiera, pregate per la pioggia dell’ultima stagione. Pregate per lo Spirito Santo. Pregate perché Dio fermi questo virus, come fecero Mosè e Aaronne per il popolo d’Israele in situazioni simili alla nostra e altrettanto difficili. Pastori, non cessate di pregare, consapevoli che insieme ai vostri membri potete intercedere presso Dio. Dio ascolterà le nostre preghiere.

Leggiamo insieme: “Nel giorno in cui temerò, io confiderò in te” (Salmo 56:3 Luzzi). Versetto 11: “In Dio confido e non temerò; che mi può far l’uomo?”. Abbiate fede in Dio.
Ora leggiamo il Salmo 57:1; s’intona perfettamente al coronavirus, alla situazione del Covid-19 che stiamo vivendo attualmente. Ascoltate queste bellissime parole. “Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me, perché l’anima mia cerca rifugio in te; e all’ombra delle tue ali io mi rifugio, finché le calamità siano passate”.
Che versi meravigliosi: tutti noi ci possiamo rifugiare sotto le ali del Signore, nella certezza che tutto questo finirà. Questa crisi non è la fase finale, ma è un segnale precursore di ciò che accadrà in un prossimo futuro.

Sono convinto che Gesù sta per tornare e questo è da parte sua un appello al risveglio. Pensiamo a quello che possiamo fare in un prossimo futuro e già da ora, usando il telefono, i social, ma anche con un semplice saluto o una pagina scritta, facendo attenzione che non sia contaminata, e che  rientri nell’ambito delle norme di salute pubblica. Cerchiamo modi nuovi e appropriati per parlare con gli altri. Dio chiede un coinvolgimento totale di noi tutti. Anche in questa situazione noi siamo sotto le sue ali.

Si racconta la storia di un incendio che divampò un giorno in una fattoria; il fuoco si estese dappertutto ma per fortuna il contadino riuscì a uscire e per prima cosa andò a controllare gli animali della sua fattoria. Purtroppo si accorse con dolore che una gallina era morta nel fuoco. Tutt’intorno erano sparse le sue piume e davanti a lui c’era il corpo senza vita. Il fattore prese gentilmente la gallina per le zampe e ne spostò il corpo. Sotto il corpo trovò dei pulcini ancora vivi, erano stati salvati dalla madre che li aveva protetti con il suo corpo e con le sue ali.
Noi siamo fortunati perché il nostro Dio non morirà mai. Le sue ali sono eterne e ci proteggono.

Leggiamo insieme un pensiero molto bello dal libro Christian Service, pagina 52: “I giorni in cui viviamo sono solenni e importanti. Lo Spirito di Dio si sta gradualmente ma inesorabilmente ritirando dalla terra. Piaghe e ….. si stanno  già abbattendo su coloro che disprezzano la grazia di Dio. Ben presto e molto rapidamente si verificheranno dei grandi cambiamenti…”. Credo che voi e io possiamo identificarci con questo pensiero. E poi, a pagina 89, viene rivolto a tutti noi un appello: “Gli angeli hanno atteso a lungo gli agenti umani. I membri di chiesa [cioè voi e io] collaborino nella grande opera da compiere. Aspettano voi”.

Dio benedica chiunque gli sia fedele e cooperi con gli angeli per diffondere il vangelo a tutto il mondo.

Preghiamo insieme: Padre del cielo, ti chiediamo di benedire ogni membro di chiesa nel mondo intero. Nel mettere le mani all’aratro, e mettendo la nostra vita sotto le tue ali, ti chiediamo, o Signore, di guidarci, di proteggerci, di darci la potenza dello Spirito Santo per condividere i preziosi messaggi dei tre angeli con tutti, e proclamare che Gesù sta per tornare. Nel nome di Cristo ti chiediamo questo. Amen.

Guarda il video messaggio di Ted N.C. Wilson.


Il video è anche su hopechannel.it

Covid-19. Legenda del pugilato statunitense dona 250.000 dollari a un ospedale avventista

Covid-19. Legenda del pugilato statunitense dona 250.000 dollari a un ospedale avventista

Oscar De La Hoya: “È diventato il mio ospedale da quando si sono presi cura di mia madre”.

Notizie Avventiste – L’Adventist Health White Memorial ha ricevuto una donazione di 250.000 dollari dall’ex pugile Oscar De La Hoya e da sua moglie, la cantante Millie Corretjer, per combattere il coronavirus. Il famoso “Golden Boy” era salito agli onori della cronaca dopo aver vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona, nel 1992.

Secondo il sito d’informazione Round By Round Boxing, non è la prima volta che l’ex campione di box dona al nosocomio avventista che sorge nell’East Side di Los Angeles, in California. La somma contribuirà a coprire le spese impreviste a causa del Covid-19 e a pagare le forniture necessarie per assistere la popolazione durante l’epidemia.

“L’Adventist Health White Memorial è il mio ospedale” ha dichiarato De La Hoya “Si sono presi cura di mia madre in modo eccezionale quando lottava contro il cancro al seno. In questa crisi, il White Memorial sostiene delle spese straordinarie e intanto continua a fornire assistenza di qualità alla nostra comunità di Boyle Heights [quartiere dell’Est Side, ndt] a Los Angeles”.

In più, ha invitato i colleghi a seguire il suo esempio e a donare al White Memorial o al loro ospedale locale per aiutarli nell’emergenza coronavirus.

Adventist Health gestisce 20 ospedali e oltre 280 cliniche sulla West Coast e alle Hawaii, informa Adventist Today. Gestisce anche agenzie di assistenza domiciliare e ospedaliera. Il sistema sanitario ha sede a Roseville, in California, ed è associato alla chiesa avventista.
[LF]

[Foto: adventisthealth.org]

Rvs. Buongiorno con Edicola del 3 aprile

Rvs. Buongiorno con Edicola del 3 aprile

In questa puntata della rubrica “Buongiorno con l’edicola”, Roberto Vacca commenta con i suoi ospiti alcuni articoli tratti dal Corriere della Sera di oggi. Sono intervenuti il dottor Flavio Facchini, medico chirurgo presso l’Ospedale Meyer di Firenze, e Giuseppe Lumia, già deputato e senatore della Repubblica. Collaborazione redazionale a cura di Claudio Coppini.

Tra i temi affrontati: il bilancio della pandemia in Italia, i test seriologici, a Pavia ricerca avanzata sul plasma iper-immune, il clamore infondato sull’Avigan, un parere sulla “fase 2”; lite tra Stato e Regioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria, a Bruxelles sì all’assicurazione anti-licenziamenti, nuovi dati sul crollo dell’economia italiana, il bisogno di una rifondazione dell’Unione Europea per una maggiore solidarietà nell’interesse di tutti.

Ascolta la puntata del 3 aprile.

Siate fiduciosi in questo tempo difficile

Siate fiduciosi in questo tempo difficile

Messaggio del presidente della chiesa avventista in Europa.

Notizie Avventiste – Il past. Mario Brito, presidente della Regione intereuropea (Eud) della chiesa avventista, ha rivolto un messaggio di incoraggiamento nella crisi Covid-19 che ha colpito il mondo intero.

“Dalle prime notizie della malattia scoppiata a Wuhan meno di quattro mesi fa, il virus si è rapidamente diffuso in Cina, nei Paesi vicini e, ormai, ha raggiunto il mondo intero. Tutti sappiamo ora che il nuovo coronavirus (Covid-19) può causare gravi problemi di salute, persino la morte in un certo numero di casi.

Per tentare di rallentarne la propagazione, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e tutte le nazioni colpite hanno adottato misure drastiche. In questi momenti complicati, vorrei raccomandare alla famiglia avventista in tutto il nostro territorio di seguire attentamente tutte le istruzioni impartite dai governi, dalle autorità locali e dalla nostra chiesa.

La diffusione rapida e insidiosa del Covid-19 ha assunto proporzioni pandemiche, accompagnata da preoccupazione e ansia crescenti e generalizzate. Ciò è particolarmente vero tra quelli che, a causa delle loro condizioni di salute, sono più vulnerabili all’attacco di questo virus.

In effetti, sarebbe sciocco negare che ci siano ragioni reali per cui tutti noi dobbiamo preoccuparci. Per questo vorrei incoraggiare ognuno di noi a volgere lo sguardo a Dio che è il nostro amorevole Padre, Amico e Salvatore. È veramente preoccupato per i suoi figli.

Gesù ricordava costantemente ai discepoli e ai suoi contemporanei la cura amorevole e la fiducia di suo e di nostro Padre: ‘Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri’ (Matteo 10:28-31)

Dopo aver seguito al meglio tutte le istruzioni di sicurezza su questo tipo di malattia, alziamo gli occhi a Dio e confidiamo in lui. Invece di concentrare i nostri pensieri sui pericoli e sulle minacce che potremmo affrontare, fissiamo gli occhi sulle promesse del nostro amorevole Padre. Paura e preoccupazioni non ci aiutano a risolvere alcun problema. Al contrario, ci deprimono e paralizzano, influenzando negativamente tutto il nostro corpo, compreso il nostro sistema immunitario. ‘Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa’ (Proverbi 17:22). Ricorda che Dio ci ha amato di un amore così grande che ha mandato il suo unico Figlio a morire per noi. Ci ama di un amore che supera quello che abbiamo per i nostri figli.

Il Signore ci invita ad andare a lui con tutte le nostre ansie e pesi (cfr. Matteo 11:28-30). Desidera ascoltare tutte le nostre preoccupazioni e richieste, e trasformarle in abbondanti benedizioni. (cfr. Luca 11: 9-13; Giovanni 14: 13,14; 15: 7,16; 16: 23,24; Matteo 6: 25-34)

Questo è il momento in cui la maggior parte di noi rimane a casa evitando, per quanto possibile, il contatto con altre persone. Si tratta di un’eccellente opportunità per dedicare più tempo ad approfondire la relazione con Dio, attraverso la preghiera, la lode, la lettura della Bibbia e la meditazione. Man mano che aumentano fiducia e certezza in Dio, l’intero nostro essere trarrà grande beneficio da questo prezioso investimento. Man mano che la nostra fede cresce, pace e serenità riempiranno i nostri cuori sempre di più. Conosceremo Dio in un modo più personale e intimo.

Quando l’ondata di pandemia sarà passata, ci renderemo conto che questa stimolante esperienza ci ha portato a una relazione più stretta e amorevole con il nostro Dio e Salvatore, Gesù Cristo. La speranza, la fede e la certezza di essere amati da Dio hanno l’enorme potere di aiutarci a superare le sfide più difficili e di costruire una relazione più forte con lui. ‘Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?’”.

L’ospedale avventista di Berlino allestisce un centro di soccorso Covid-19

L’ospedale avventista di Berlino allestisce un centro di soccorso Covid-19

Le sfide dell’unità di crisi pandemica.

Notizie Avventiste – Bernd Quoß, presidente dell’ospedale Waldfriede di Berlino-Zehlendorf, ha reso noto che due pazienti con coronavirus sono ricoverati, dal 18 marzo, in terapia intensiva. Ha anche riferito della creazione in loco di un centro di soccorso per ammalati Covid-19. La rete sanitaria dell’ospedale Waldfriede è gestita dalla chiesa avventista del settimo giorno.

La direzione dell’ospedale ha creato un’unità di crisi pandemica diretta da Quoß, che si incontra per “discutere e adattare la situazione ogni ora”. Intanto l’ospedale deve annullare fino a 60 interventi chirurgici al giorno e operare una drastica riduzione delle cure ambulatoriali. Un intero reparto è già chiuso e in un altro si sta creando una zona di isolamento.

In questi giorni sono stati dimessi i pazienti con patologie lievi, che possono ricevere cure anche a casa, perché l’attuale disponibilità di posti letto è solo del 40%. Si cerca di reclutare altri infermieri e medici che formeranno anche il personale di riserva per l’unità di terapia intensiva e il centro di emergenza. “Il problema è grave” afferma il presidente dell’ospedale “in pochi giorni 30 infermieri si sono ammalati”.

Nell’emergenza, la sala riunioni è stata convertita in un centro di soccorso Covid-19. Lo spazio era utilizzato in precedenza dallo staff ospedaliero, per le riunioni, la formazione e utilizzato persino per gli incontri religiosi di una chiesa locale durante il fine settimana. Un altro problema è che esiste una sola sala operatoria ed è utilizzata tutto il giorno. Aumentati gli orari di lavoro per tutti i dipendenti, l’asilo dell’ospedale apre dalle 7.30 alle 22.00, in modo che il personale possa venire a lavorare. Inoltre, è necessario anche aggiungere cinque camere munite di ventilatori polmonari. Quoß ritiene che una delle maggiori preoccupazioni possa diventare la mancanza di materiale per la sicurezza (come ad esempio le mascherine). Si aspetta una fase critica in questa settimana. La situazione in ospedale è “sotto controllo” grazie al sistema sanitario tedesco e all’organizzazione.

L’ospedale Waldfriede fa parte di una propria rete sanitaria ed è diventato al contempo il più vario fornitore di servizi medici e di assistenza nel distretto di Steglitz-Zehlendorf. Fanno parte della rete, oltre all’ospedale, anche un centro sociale, il centro sanitario PrimaVita, l’Accademia di salute e infermieristica, il Privatklinik Nikolassee, il centro Desert Flower per le donne vittime di mutilazioni genitali, la casa di riposo Waldfriede, la clinica diurna per malattie psichiatriche-psicosomatiche e un ambulatorio. In futuro verrà aggiunto un centro di assistenza medica che offrirà una migliore assistenza ambulatoriale. Gestita dalla chiesa avventista del settimo giorno, la “rete Waldfriede” è anche tra i maggiori datori di lavoro nel distretto.

Quest’anno l’ospedale compie 100 anni di servizio ma le celebrazioni, programmate per il 22 aprile, sono state cancellate a causa del coronavirus. Il Waldfriede, con i suoi 160 posti letto e undici dipartimenti specializzati, è anche un centro di formazione europeo per le tecniche chirurgiche in coloproctologia dal 2008. Secondo Bernd Quoß, al Waldfriede vengono curati circa 13.500 ricoverati e 58.000 pazienti ambulatoriali ogni anno. Fin dalla sua fondazione nel 1920, l’azione medica si basa sui “concetti di prevenzione e terapia olistici per il bene di tutta la persona”.

[Fonte: Apd. Foto: Bernd Quoß]

Rinviata l’Assemblea amministrativa mondiale della chiesa avventista

Rinviata l’Assemblea amministrativa mondiale della chiesa avventista

Si terrà a maggio 2021 in forma ridotta.

Notizie Avventiste – Il comitato esecutivo mondiale (Excom) della chiesa avventista del settimo giorno ha votato, il 19 marzo, di rinviare l’Assemblea amministrativa o Sessione della Conferenza generale, al 2021. Il voto è stato preso a causa della rapida diffusione della pandemia di Covid-19. L’Assemblea del 2021 si svolgerà a Indianapolis, nell’Indiana, dal 20 al 25 maggio. Era programmata dal 25 giugno al 4 luglio 2020.

L’impatto del coronavirus
La malattia Covid-19 si è diffusa a livello globale. Partita dalla Cina a fine 2019, il 30 gennaio 2020 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato il coronavirus un’emergenza sanitaria globale e l’11 marzo una pandemia. Finora sono oltre 230.000 le persone infettate e più di 9.300 i decessi associati al virus.

“Ci siamo consultati con i rappresentanti dell’Oms e raccomandiamo un approccio attento ai grandi raduni, tra cui l’Assemblea mondiale” ha dichiarato Peter Landless, direttore dei Ministeri per la promozione della Salute della chiesa mondiale “Raccomandiamo anche che ogni entità aderisca alle ordinanze locali e trovi modi per mantenere le attività e continuare la missione della chiesa locale con mezzi alternativi”.

Il comitato esecutivo si è incontrato in teleconferenza da tutto il mondo e ha preso in considerazione due raccomandazioni emerse da una serie di conversazioni e incontri ufficiali tenuti presso la sede della chiesa mondiale. Coloro che sono coinvolti nella pianificazione dell’Assemblea, i professionisti della salute, i consulenti legali e gli amministratori hanno proposto piani alternativi alla luce della pandemia del coronavirus. Il comitato per la gestione delle crisi ha esaminato questi piani e ha formulato due raccomandazioni. Il rinvio è stato ritenuto la strada più sicura “dopo aver preso in considerazione la rapida diffusione di Covid-19 nel mondo e l’incertezza su come si svilupperà nei prossimi mesi” ha spiegato Geoffrey Mbwana, presidente del comitato di gestione delle crisi e del comitato di pianificazione delle Sessioni.

L’Assemblea mondiale, che si tiene ogni 5 anni, è il maggiore organo amministrativo della chiesa avventista. Durante la Sessione, i delegati eleggono i vertici della denominazione mondiale e regionale, decidono le linee guida sul modo in cui la chiesa dovrà compiere la missione, discutono gli adeguamenti dello statuto e votano le modifiche al Manuale della Chiesa.

Ridimensionato
L’evento del 2021 sarà anche ridimensionato senza compromettere le sue funzioni principali. Ci sarà una riduzione proporzionale del numero di partecipanti con solo delegati, coniugi e figli a carico, e un numero limitato di personale tecnico; una diminuzione dei giorni che da sei scendono a quattro; e l’eliminazione delle riunioni aggiuntive e degli stand espositivi. Inoltre l’attuale mandato continuerà per la durata del rinvio. A seguito dell’evento riprogrammato, il prossimo mandato amministrativo si dovrebbe concludere all’Assemblea mondiale prevista per il 2025.

“Non volevo, e ancora non voglio, cambiare la data della Sessione della Conferenza generale, anche se le circostanze ci costringono a farlo” ha affermato Ted. N.C. Wilson, presidente della chiesa mondiale e del comitato esecutivo. Wilson ha aggiunto che diversi fattori importanti hanno contribuito al rinvio, come ad esempio i motivi di sicurezza e le precauzioni dovute al coronavirus. La chiusura dei consolati in tutto il mondo rende difficile, se non impossibile, l’acquisizione dei visti. Anche i confini nazionali vengono chiusi e ci sono restrizioni ai viaggi internazionali.

Il presidente ha spiegato che la decisione di ridimensionare la Sessione è fortemente motivata da preoccupazioni finanziarie. Secondo la tesoreria generale della chiesa la pandemia potrebbe comportare una diminuzione significativa delle decime, poiché le comunità avventiste non si incontrano più regolarmente in seguito alle norme restrittive federali, statali e locali, dovute all’emergenza Covid-19. Si è fatto riferimento alla disponibilità di decime e offerte di ritorno online, ove possibile, durante il periodo in cui molte chiese locali sono chiuse.

Discussione dei partecipanti
La discussione del comitato è stata avviata da Viriato Ferriera, delegato della Regione Intereuropea. Pur se d’accordo con la decisione di posticipare l’Assemblea, ha suggerito di mantenere un’area espositiva modificata, offrendo a ciascuna entità o ministero un numero limitato di stand. Wilson ha spiegato che nel 2021 l’area espositiva verrebbe utilizzata per le varie funzioni amministrative della Sessione, e per la grande riunione del sabato.

La sessione 2021 ridimensionata avrebbe una sala con 3.200 posti a sedere per i lavori dei delegati. L’area attualmente assegnata per gli stand verrebbe utilizzata per altro, come per esempio il lavoro della commissione di nomina, e per l’incontro del venerdì sera e del sabato, considerata la capienza di circa 26.100 posti.

David Trim, direttore dell’Ufficio archivi , statistiche e ricerca, ha aggiunto una nota storica. Per quattro volte la Sessione della Conferenza generale è stata posticipata in passato, e ogni volta i dirigenti eletti hanno ripreso il loro nuovo mandato. Todd McFarland, consigliere generale associato della chiesa, ha detto ai partecipanti che uno studio approfondito dello statuto consente a questo ritardo di “dare un urto” al prossimo mandato. Ha quindi aggiunto che sarebbero proibitive le implicazioni finanziarie se oltre all’Assemblea 2020 si spostasse anche quella del  2025 per mantenere la sequenza quinquennale.

Altri hanno chiesto chiarimenti circa l’impatto che questo rinvio avrebbe sui dirigenti delle varie Regioni, su quelli che vanno in pensione e su coloro nominati in seguito alla Sessione. Wilson ha spiegato che, in base allo statuto, i dirigenti manterranno la loro posizione fino al 20 maggio 2021 o fino a quando i loro sostituti non siano stati eletti. Ha anche precisato che i pensionamenti individuali saranno rispettati come se l’Assemblea amministrativa fosse avvenuta. Per quanto riguarda i nominati e il personale della chiesa mondiale normalmente eletti nei Consigli annuali, queste persone presteranno servizio fino al Consiglio annuale successivo all’Assemblea del 2021.

Infine, l’elezione e la nomina dei direttori di dipartimento all’interno delle Regioni saranno gestite dai comitati esecutivi di ciascuna Regione e campo a essa collegato. I dettagli saranno comunicati dalla segreteria mondiale a ciascuna Regione e campo.

Assemblee mondiali future
La seconda proposta presa in considerazione dall’Excom riguarda il futuro delle Assemblee mondiali. La proposta del comitato amministrativo prevedeva che “l’amministrazione della chiesa mondiale, in consultazione con le Regioni, rivedesse l’attuale configurazione delle Sessioni della Conferenza generale e formulasse raccomandazioni al comitato esecutivo”. La proposta riguarda la possibilità di modificare le attuali Sessioni perché vi è necessità di “ridurre l’impronta finanziaria e logistica, e di essere più efficienti ed efficaci nella gestione dei fondi della chiesa”.

Come per le misure votate per l’Assemblea del 2021, la proposta di studiare l’organizzazione delle prossime Sessioni mondiali raccomanda di ridurre proporzionalmente il numero di delegati, di non invitare ospiti speciali, di abbreviare il numero di giorni dell’evento, includendo comunque un sabato; di non tenere mostre, stand o riunioni aggiuntive. La proposta stata approvata con un solo voto contrario.

Wilson ha affermato che un ampio gruppo di rappresentanti delle Regioni e della chiesa mondiale presenterà delle raccomandazioni a uno dei futuri comitati esecutivi sulla durata, la portata e la struttura delle prossime Assemblee mondiali. Eventuali proposte del comitato esecutivo, che richiedono un voto della Sessione saranno presentate durante la stessa.

Dopo la votazione, la vicepresidente generale della chiesa mondiale, Ella Simmons, ha sollecitato che il processo di revisione del numero di delegati in futuro sia “completamente chiaro e trasparente”.

Opera di Dio
“Non avrei mai potuto prevedere che saremmo arrivati a questo punto, in questo momento” ha osservato Wilson durante l’incontro. Ha sottolineato che la crisi globale è anche un’occasione per servire gli altri. “Questo è il momento di diffondere speranza e incoraggiamento. Dovremmo essere ancore di stabilità e pilastri di speranza” ha affermato.

Ha poi citato il testo biblico di 2 Timoteo, per ricordare ai membri del comitato esecutivo che “Dio non ci ha dato uno spirito di paura” (1:7, ND). Wilson ha anche espresso la convinzione che la missione della chiesa andrà avanti. “Il coronavirus non ferma il messaggio dei tre angeli. L’opera di Dio non sarà inibita da questo virus”.

 

Tempo per riflettere

Tempo per riflettere

L’emergenza sanitaria ha portato diversi Paesi a sospendere ogni attività sociale tra cui i servizi religiosi. Il racconto di una pastora avventista dell’Estonia.

Mervi Kalmus – Un paio di settimane fa leggevo un libro del mio autore preferito, Frederick Buechner. Alcune righe della sua biografia Telling Secrets mi hanno toccato profondamente perché contenevano un fondo di verità. Buechner afferma: “Mi chiedo se la cosa migliore che potrebbe accadere a molte chiese non sia l’incendio degli edifici e la perdita di tutto il denaro, bensì ciò che la gente lascerebbe, cioè Dio e l’altro”.

Non sapevo che, solo due settimane dopo, il nostro governo [dell’Estonia, ndt] avrebbe dichiarato l’emergenza nazionale nel tentativo disperato di contenere la malattia Covid-19 e che l’emergenza avrebbe comportato la chiusura temporanea di tutte le nostre chiese.

Non sapevo che solo pochi giorni dopo aver letto questa citazione mi sarei svegliata di sabato mattina e mi sarei resa conto che tutto ciò che mi restava era Dio e la mia gente. Nessun edificio. Nessun servizio. Nessuna routine pastorale. Solo Dio e la mia gente.

Le emozioni sono forti e mi sto ancora riprendendo dal giorno successivo alla decisione shock del governo. L’intera giornata è sembrata una lunga riunione di emergenza, in quanto dovevamo reagire e prendere decisioni molto rapide sulla sicurezza dei membri della nostra chiesa. La sera ero emotivamente esausta. Non tutto è risolto nella mia mente, ho alcuni pensieri che, nella confusione generale, sono emersi chiari e reali.

Innanzitutto mi manca tantissimo la mia chiesa! Il team dei media della Federazione delle chiese avventiste dell’Estonia ha tenuto un servizio religioso online in modo che tutti potessimo “andare“ in chiesa, mentre in realtà eravamo seduti nei nostri salotti, postando selfie sulla chat di Facebook della chiesa, condividendo le richieste di preghiera, scherzando e cercando di mantenere alto e positivo lo spirito. Nonostante tutto questo, mi ha fatto male non poter stare insieme realmente.

In una giovane famiglia nella nostra chiesa è nato un bambino la scorsa settimana e non abbiamo potuto abbracciarli sabato mattina né pregare con loro o congratularci con i nonni. Non ho potuto incontrare un’amica che lavora all’estero e che è qui in questo fine settimana. Non posso condividere una conversazione significativa con questa o quella persona. Mi è mancato il ragazzo che, dopo ogni servizio di culto, va a dare il “buon sabato” a tutti nella nostra comunità. Ho perso l’agape insieme, con i piccoli che corrono qua e là. Ho sentito la mancanza di tutte queste cose che di solito do per scontato. All’improvviso la “magia” della chiesa – la “magia” del corpo di Cristo fatto di persone normali e imperfette – sembra ancora più grande e forte ora che non possiamo riunirci per un po’.

In secondo luogo, mentirei se dicessi di non aver provato alcun sollievo dopo essermi resa conto che non avrei dovuto predicare o tenere incontri questo sabato. Di colpo, inaspettatamente, ho vissuto una giornata di assoluto riposo. Sembrava strano, eppure meraviglioso.

Però, non potevo sopportare di stare a casa da sola per tutto il giorno. Avevo bisogno di condividere il sabato con qualcuno, quindi sono andata a far visita alla famiglia dal past. Ivo Käsk, mio mentore e buon amico, uscita dalla quarantena di 14 giorni, forte e in salute.

In qualità di presidente dell’Unione avventista baltica, Ivo avrebbe dovuto predicare in un’altra chiesa mentre io avrei dovuto tenere il sermone nella comunità che servo; invece, in questa inimmaginabile svolta di eventi, ci siamo trovati seduti sullo stesso divano a cantare gli inni della liturgia su internet, a donare le offerte tramite transazione bancaria online, a pranzare insieme. È stato meraviglioso… E in tutto udivo il debole eco delle parole di Gesù: “Vieni via con me. Andiamo da soli in un posto tranquillo e riposiamo per un po’”. Non riesco mai ad “andare via e riposare” di sabato. Ora, grazie a una pandemia mondiale, lo faccio.

Mi sono anche resa conto di quanto sia sottile il confine tra ciò che consideriamo normale e l’insolito. Sono bastate un paio di settimane perché un virus sconosciuto si diffondesse nel nostro Paese e tutto venisse improvvisamente capovolto. Tutto ciò che sembrava così sicuro e stabile è scomparso.

Cosa rimane? Alcune persone hanno centocinquanta rotoli di carta igienica impilati nel loro armadio. In qualche modo li fa sentire un po’ al sicuro. Altri si affidano a Netflix [canale televisivo a pagamento, ndt] per essere trasportati in un luogo migliore. Molti altri fanno affidamento su enormi quantità di pasta e riso. Altri guardano i medici e i membri del governo come se fossero per metà divini.

Quando riesco a smettere di leggere le allarmanti notizie e poi faccio un paio di respiri profondi, mi rendo conto che la mia sicurezza viene da un’altra fonte. Viene dal Signore degli eserciti, il cui amore per il genere umano malato e preoccupato abbonda di ogni comprensione.

Ciò che ci resta è Dio e l’altro. E questo è più che sufficiente.

(Mervi Kalmus è pastora avventista in Estonia e docente part-time presso il Newbold College nel Regno Unito)

[Fonte: TedNews. Traduzione: Lina Ferrara. Immagine: Pixabay]

Covid-19 nel contesto europeo

Covid-19 nel contesto europeo

Valérie Dufour: Non lasciamoci prendere dal panico.

Notizie Avventiste – La Regione intereuropea (Eud) della chiesa avventista ha diffuso un comunicato per avvertire le comunità nel vecchio continente sulla situazione del coronavirus.
“Mentre la malattia Covid-19 cresce nella Regione intereuropea, notiamo che i governi sanno essere molto rapidi nel prendere misure drastiche, come bloccare i territori, chiudere le scuole e altre istituzioni” ha affermato Valérie Dufour, responsabile dei Ministeri per la promozione della salute presso l’Eud.

In questo primo problema internazionale di salute all’epoca dei social e nel bel mezzo della cosiddetta “infodemia”, l’epidemia di informazioni spesso imprecise o false, non si sa ancora come si svilupperà la malattia e quando la diffusione del coronavirus finirà.
Al momento, spiegano dall’Eud, la condizione infettiva più diffusa in Europa è ancora l’influenza che colpisce milioni di persone ogni anno e ne uccide migliaia. Le precauzioni che possono aiutare a prevenire il contagio con il nuovo coronavirus sono utili anche per l’influenza.

«Non lasciamoci prendere dal panico per la malattia Covid-19, ma facciamo la nostra parte informandoci, attuando i consigli per prevenire il contagio, mantenendo uno stile di vita sano, considerando i possibili scenari e il loro impatto sulla nostra vita personale e professionale, oltre a prepararci alle misure che alcuni governi potrebbero decidere di adottare” ha dichiarato Valérie Dufour.

Eud e Adra Europa (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) condividono la lettera scritta da Peter Landless, direttore dei Ministeri per la promozione della salute presso la sede della chiesa avventista mondiale, lo scorso 19 febbraio.

“A dicembre 2019, una nuova e aggressiva forma di infezione respiratoria è stata scoperta a Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina” scrive Landless “e recentemente è stata nominata Covid-19. È prodotta da un coranavirus della stessa famiglia del virus che ha causato l’epidemia della Sars (grave sindrome respiratoria acuta) nel 2002-2003.

La trasmissione avviene attraverso la diffusione di goccioline quando le persone infette tossiscono o starnutiscono; queste accedono all’organismo attraverso le vie respiratorie (polmoni). I sintomi includono febbre, tosse, dolori muscolari, respiro corto e affaticamento; alcuni pazienti possono presentare diarrea e altri sintomi lievi o nessun sintomo. La progressione della malattia può portare a una polmonite grave con distruzione del tessuto polmonare. Il virus si è diffuso al di fuori della Cina e non vi è alcun modo di prevedere quanto sia grave questo focolaio. Molti Paesi hanno messo in atto misure di contenimento, tra cui la quarantena. Il periodo di incubazione è compreso tra 2 e 14 giorni. Il periodo di isolamento dagli altri è di 2 settimane.

Non esiste ancora un vaccino e il trattamento è sintomatico. Al momento non sono noti farmaci antivirali Covid-19. La produzione di un vaccino, sebbene prioritaria, può richiedere fino a un anno per dimostrare efficacia e sicurezza. Fonti di monitoraggio affidabili hanno osservato che coloro che non sono stati vaccinati contro l’influenza sembrano avere sintomi più gravi e risultati peggiori. È difficile valutare con precisione il tasso di mortalità per Covid-19 poiché non tutti i casi sono stati segnalati, ma attualmente sono stimati al 2%”.

Per prevenire la diffusione della malattia, è bene praticare le regole messe a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, recepite dal Ministero della Salute del governo italiano e segnalate qui da Notizie Avventiste.

[Fonte: EudNews]

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