Filo Diretto FC 164 (Segni dei tempi)

Filo Diretto FC 164 (Segni dei tempi)


Filo Diretto FC 164: (Segni dei tempi) Registrazioni dal vivo dalle comunità avventiste in Italia. 
In questa puntata: Il capitolo 24 dell'Evangelo di Matteo, parla del sermone sul monte di Gesù, dove il messia rivolgendosi agli uditori parlerà della sorte del mondo e dei segni precursori della fine. Gesù ci invita a guardare i segni…in ogni tempo. Cosa vediamo oggi? con che occhi osserviamo la vita che ci circonda. Il pastore Giuseppe Cupertino in questa meditazione ci offre degli spunti interessanti su cui riflettere. 

La predicazione è stata presentata sabato 20/02/2021 presso la chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Forlì. 

iBelieve – Attenzione alle domande

iBelieve – Attenzione alle domande


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo " Attenzione alle domande”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?»  Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai».  Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.  Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto.  Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto.  Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?»  Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa».». (Luca 10:25-37).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

iBelieve – Iniziamo con il piede giusto

iBelieve – Iniziamo con il piede giusto


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo “Iniziamo con il piede giusto”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava.» (Marco 1:35).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

iBelieve – Piacere mio

iBelieve – Piacere mio


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo “Piacere mio”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini?

Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.» (Galati 1:10).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

iBelieve – Cambiamo punti di vista

iBelieve – Cambiamo punti di vista


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo “Cambiamo punti di vista”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo». (Marco 1:15).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

iBelieve – Sempre al mio fianco

iBelieve – Sempre al mio fianco


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo “Sempre al mio fianco”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte,
io non temerei alcun male,
perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza
.» (Salmo 23:4).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

iBelieve – Raccontiamo non solo storielle

iBelieve – Raccontiamo non solo storielle


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo “Raccontiamo non solo storielle”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Raccontatelo ai vostri figli,
e i vostri figli ai loro figli,
e i loro figli alla generazione successiva!
» (Gioele 1:3).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

Riflettiamo insieme: “A piedi nudi nella stanza”

Riflettiamo insieme: “A piedi nudi nella stanza”


In questa puntata di Riflettiamo insieme, Roberto Vacca prende spunto da un’altra poesia-preghiera dal titolo: “A piedi nudi nella stanza” di Claudio Coppini, redattore e speaker di Radio Voce della Speranza Firenze, per riflettere su questo particolare periodo di isolamento e sulle emozioni che ha suscitato in tanti fra noi. Questa “poesia preghiera” è stata scritta nel periodo più pesante della pandemia da Coronavirus.

Qui il testo della poesia

Qui se vuoi leggere anche le altre poesie

Se vuoi parlare con Claudio scrivi a: claudiocoppini@gmail.com

A partire dal mese di giugno potrai trovare tutti i mesi sul Messaggero avventista una poesia-preghiera di Claudio Coppini, inerente al tema trattato di volta in volta dal mensile avventista.

Il valore di una vita

Il valore di una vita

Yannis Vrakas, pastore avventista in Grecia, riflette sulle implicazioni etiche del blocco che colpisce il suo già fragile Paese e gran parte dell’Europa in seguito al coronavirus.

Yannis Vrakas – Quanto costa una vita umana? Quanto costa mantenere in vita qualcuno?
In genere evito di parlare di “politica” dato che spesso le discussioni finiscono col creare disaccordo, ma il modo in cui i governi e le società di tutto il mondo decidono di affrontare l’epidemia di coronavirus riflette alcune delle convinzioni fondamentali che ogni nazione ha a cuore. Consentitemi di concentrarmi solo sul mio Paese, la Grecia, e su come le misure prese dal governo greco per contenere la diffusione del virus possano servire come promemoria di alcuni dei valori fondamentali che ci appartengono in quanto credenti.

Quando il coronavirus è arrivato in Grecia, il governo ha subito iniziato a imporre misure restrittive per ridurne la diffusione. La logica alla base della decisione era quella di guadagnare tempo e spalmare i casi gravi su una linea temporale più ampia in modo che il sistema sanitario, finanziariamente colpito dalla crisi, potesse trattarli nel miglior modo possibile. Tutto riguardava la gestione delle risorse al fine di prevenire il maggior numero possibile di vittime.

Con il passare dei giorni, le misure sono diventate più rigorose: tutti i negozi hanno chiuso tranne i pochi che forniscono servizi essenziali. L’ingresso al supermercato è limitato per garantire distanze sociali sicure. Le riunioni, pubbliche e private, con oltre dieci persone sono state severamente vietate e ora tutti gli hotel sono chiusi poiché il governo ha vietato alla popolazione di uscire di casa.

Guidare per le strade deserte, vedere le persone indossare le mascherine e fare la fila fuori dal supermercato sembra surreale. Questa sensazione si amplifica quando vedo il personale delle ambulanze vestito con tute bianche prepararsi a trasportare un paziente contagiato dal coronavirus. Mi sento come se fossi in un film di Hollywood. È spaventoso!

E la situazione è peggiore per negozi e aziende. Il mio vicino di casa gestisce un panificio e un bar insieme con la sua famiglia. Ha tredici dipendenti e paga un affitto elevato. Come può sopravvivere se i clienti non ci sono e il governo ha chiuso il bar? È bastato parlare con lui solo pochi istanti per capire quanto sia disperato.

Le misure adottate per contenere il coronavirus sono un grosso problema per l’economia greca in generale e per le singole imprese. E la nostra è un’economia già molto fragile.

La questione etica
Credo che il modo in cui consideriamo questa lotta sia collegato a una domanda profondamente etica: quanto valore diamo alla vita? Più precisamente, poiché il coronavirus colpisce prevalentemente gli anziani e le persone già affette da altre patologie, quanto valore diamo alla vita dei più deboli e dei più vulnerabili? Vale la pena perdere la mia impresa per proteggere qualcuno che non incontrerò mai? Vale la pena avere un’altra recessione per salvare la vita a coloro che sono sostenuti da un’economia già debole?

Quando le società si allontanano da Dio, il dogma della “sopravvivenza del più forte” o del più ricco è troppo spesso quello che prevale. Tuttavia, Dio ci ha dato un insieme di valori diverso poiché lui stesso ha assunto una forma umana debole e vulnerabile al fine di salvare i più deboli dell’intero universo.

“Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:5-8).

Non so quanto siano religiosi i politici greci, ma sono contento che la secolare tradizione cristiana modelli ancora le nostre prospettive sociali e possa guidare le decisioni politiche basate sull’etica. Prego che i miei connazionali cerchino di avere una relazione personale con il Dio che vuole salvare i deboli. Prego anche che queste difficili scelte siano buone per la nostra economia.

Per quanto mi riguarda, ora seguo e comprendo meglio le parole affettuose dell’apostolo Paolo: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Filippesi 2:3-4).

 

[Fonte: tedNews. Foto: Victor Hulbert]

Primavera dello spirito

Primavera dello spirito


Vi proponiamo una puntata insolita del ciclo Riflettiamo insieme dedicato a commentare alcune poesie di Claudio Coppini, poesie e preghiere che si possono trovare sul sito scrivere.info. In questa trasmissione non sarà presente l’autore. In compagnia di Roberto Vacca, che leggerà il testo della poesia “Primavera dello spirito“, ci sarà lo psichiatra e poeta Giovanni Varrasi, un commento in linea telefonica da Bivigliano, dove il dott. Varrasi risiede, anche perché – come ci ha svelato Claudio – è stato proprio il bosco e il paesaggio di Bivigliano, borgo sulle colline intorno a Firenze, a ispirarlo nel suo stupore per la natura.

Qui il testo della poesia.

È veramente risorto!

È veramente risorto!

Riflessione del presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno (Uicca). Guarda il video in fondo all’articolo.

Stefano Paris – Il testo di questa breve riflessione è tratto dal Vangelo di Luca: “Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù.  Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: ‘Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand’era ancora in Galilea’… i quali dicevano: ‘Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone’” (Lc 24:1-6, 34).

È arrivata la Pasqua in un momento particolare nella storia del nostro pianeta. Quasi a ricordarci che dopo qualsiasi piaga vi sia la liberazione. La Pasqua annuncia da sempre infatti emancipazione, redenzione, ma troppo spesso con superficialità abbiamo finito col vederla piuttosto come una buona occasione per prenderci una breve pausa, per stare anche un po’ in famiglia, magari in una uscita fuori porta.

Oggi, e per vari motivi, sarà però difficile fermarsi alla semplice, e peraltro legittima, opportunità di fare un buon pranzo con qualche piatto della tradizione, donare qualche uovo di cioccolato o ritrovarsi con gli affetti più cari. Qualcosa è cambiato e sta cambiando. Chi crede e prova a capire il significato di quanto sta succedendo intorno non può pensare alla Pasqua come ad una serie di rituali ripetuti nel tempo. Chi si fida di Dio sa che deve approfittare dell’opportunità per fermarsi e ripensare al più profondo significato che il messaggio della Pasqua porta con sé, che è appunto Liberazione.

Noi tutti aneliamo ad essere liberati. Sicuramente da questo flagello del Covid-19. Tuttavia la Pasqua ci rammenta che essa è annuncio di liberazione da un flagello ben più grande: il peccato dell’uomo che ha portato la morte. Pasqua, quindi è l’annuncio della guarigione totale l’annuncio che in Cristo siamo stati tutti salvati “poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figliolo affinché chiunque creda il Lui non perisca ma abbia la vita eterna”.  Cristo è la nostra Pasqua e in Lui noi possiamo trovare liberazione e rifugio.

In quel primo giorno della settimana (che era uno dei sabati speciali di festa) le donne portano i loro unguenti per trattare, secondo l’usanza, il corpo martoriato e senza vita di Gesù. Non lo trovano: quel corpo non è più nella tomba. E mentre sono ancora nell’incertezza e non sanno che cosa fare, la visita degli angeli irrompe nel silenzio di quel luogo e il loro annuncio di risurrezione riporta la luce, la speranza, la memoria delle parole del Maestro a quelle fedeli impaurite, incredule, dimentiche. 

Luca nella descrizione di quanto accade sottolinea nel testo il cambio radicale di prospettiva a partire dalla buona notizia della risurrezione data dagli angeli. Le donne ricordano e credono. Credono e raccontano della tomba vuota prima agli apostoli e poi a tutti gli altri. E sulla strada, mentre stanno andando a portare il loro magnifico messaggio, Matteo ci dice che Gesù stesso va loro incontro, si fa adorare, le conforta e incoraggia. Ora è il turno degli apostoli. A loro non basta la testimonianza ricevuta dalle donne: Pietro (con Giovanni) si reca al sepolcro. Quindi Gesù si rivela a due discepoli dubbiosi in viaggio da Gerusalemme a Emmaus prima attraverso i testi biblici che parlavano di lui, quindi attraverso i gesti consueti della benedizione e della condivisione del pane. I due ritornano a Gerusalemme e si recano nel luogo dove erano anche gli undici ed altri compagni. Questi dicevano: “Egli è veramente risorto!”. In questo avverbio veramente, si sottintende e si percepisce tutta l’incredulità umana, comprensibile dal momento che non è possibile tornare in vita. Sicuramente doveva trattarsi di fake news. A pensarci bene, anche io avrei reagito alla notizia della Risurrezione con una certa difficoltà a credervi. ma questo avverbio conferma ciò che è impossibile capire all’uomo.

Pasqua è l’annuncio straordinario, sconvolgente e sorprendente che da quel primo giorno di quella settimana di 2000 anni fa si è propagato e ripetuto nel tempo e nello spazio raggiungendo anche noi, ancora una volta, in questo 2020! Oggi, rispetto a ieri, la Pasqua ha preso un significato più profondo per chi come noi sta vivendo questo momento di incertezza e drammaticità mondiale. Pasqua resta ancora l’annuncio della speranza in una nuova vita e nella resurrezione. Il messaggio degli angeli: “Egli non è più nella tomba ma è risuscitato” continua ad accompagnare la cristianità fino al giorno del ritorno di Gesù

Le parole di questi uomini in vesti sfolgoranti sono chiare e precise: “Egli è risorto!”. Esse risuonano nelle menti e nei cuori di coloro che hanno vissuto e raccontato la loro esperienza con il Risorto, fino ad ora hanno dato forza e speranza al movimento cristiano e, ancora oggi, si fanno portatrici del più rassicurante messaggio che l’umanità abbia mai potuto ricevere: il Signore è veramente risorto. La morte è vinta. Arriva fino a noi, in giorni nei quali tutti viviamo la paura della malattia e della morte, ora che alcune delle nostre presunte sicurezze sono cadute e abbiamo scoperto che questa “imperatrice nuda”, quale è la scienza, non ha grande forza per contrastare le moderne pestilenze. In poco tempo e a livello planetario ci si è rivelata chiara tutta la nostra presunzione e autosufficienza.

Forse recentemente anche noi abbiamo vissuto la Pasqua più come tradizione che come annuncio di speranza. Forse la nostra fede non è ancora risorta, ci siamo accontentati di una sua dimensione appiattita, fatta di prevedibile abitudinarietà, rassegnata ignoranza, e in questo modo la religione ha preso il posto della vera relazione.

Il vangelo della Pasqua è che l’incontro personale col Maestro può redimerci; la ri-unione con il Cristo passato attraverso la morte ci fa finalmente dire: Egli è veramente risorto.  La Pasqua diventa allora qualcosa di nuovo e profondo: la Pasqua vera che è Cristo, ci affranca dalla paura, dalla solitudine e dalla schiavitù del male nella nostra vita.  Ci offre una visione diversa, obiettivi più elevati, ci dona la Grazia e il perdono e ci fa portatori di speranza. Il Risorto ha vinto la morte e la sua Resurrezione è caparra per tutti noi che crediamo in Lui. “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio” (Colossesi 3:1). La vera Pasqua trasforma. “Se apparteniamo a Cristo, il nostro maggiore desiderio sarà pensare a lui. Ci farà piacere parlare di lui e del suo amore, e un influsso divino penetrerà nei nostri cuori. Contemplando la bellezza del suo carattere, noi ‘siamo trasformati nella sua stessa immagine di lui, di gloria in gloria’”

Possa questa Pasqua liberarci da ogni paura e da ogni preoccupazione, possa ricordarci che la grazia è un dono offerto a tutti e che non ci sono opere che possiamo fare se non quella di accettarlo con tutto il nostro essere. Possa questa Pasqua trasformare le nostre vite, i nostri pensieri e la nostra debole umanità. 

Oggi sia la Pasqua la tua forza, sia la Pasqua il vero passaggio dal vecchio uomo all’uomo nuovo e sia una Pasqua in cui anche tu ed io possiamo dire con convinzione e con fede: Egli è veramente risorto. Vieni, Signore Gesù!

Dio ci benedica.

Primavera dello spirito

Fede speranza amore, ne parliamo con Claudio Coppini


In questa puntata di Riflettiamo insieme, parliamo di fede, speranza e amore con Claudio Coppini, conduttore di Radio Voce della Speranza.
Lo facciamo prendendo spunto dalla poesia-preghiera di Claudio dal titolo Stare al tuo passo, che riassume in termini poetici vent’anni di “faticoso e formidabile” cammino con Gesù.
La poesia preghiera Stare al tuo passo è letta da Roberto Vacca.

Qui trovate il link con il testo. Tratto dal sito scrivere.info

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