Mario Calvagno commenta il testo di Romani 12:1-8.
A volte rivolgiamo il nostro culto a Dio attraverso preghiere mnemoniche, liturgie particolari, pellegrinaggi, mortificazioni e altro ancora. Paolo ci esorta a presentare i nostri “corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio”. In che modo questo è legato al vero culto spirituale?
La riprensione e l’educazione, queste le due caratteristiche di Dio come padre affettuoso, descritte in Proverbi 3:11,12. Unire l’amore e la disciplina costituisce una sfida per un educatore. Come si può mantenere questo equilibrio? In Proverbi 3:27-31, inoltre, si trovano vari inviti ad astenersi dal male. Qual è la relazione tra l’insegnamento impartito, anche attraverso la correzione, e il comportamento?
Mario Cavagno e Carmen Zammataro intervistano Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.
“Mi corico e m’addormento; al mattino mi sveglio sereno: il Signore mi protegge”.
Leggiamo questo pensiero fiducioso da Salmi 3, versetto 6. Uno spunto per riflettere sulla fede che animava Davide, in un momento particolarmente buio della sua vita avventurosa. Parole che ispirano anche noi, nelle nostre battaglie quotidiane. Ne parliamo con il pastore avventista, Paolo Benini.
André Legni, studente della Facoltà avventista di Teologia, ci guida in un percorso di riflessione sulle principali esperienze missionarie dell'apostolo Paolo. In questa puntata parliamo di cosa accade a Cipro e ad Antiochia di Pisidia (Atti 13:4-49). Nonostante alcune difficoltà che si presentano, Paolo e Barnaba continuano a testimoniare con tenacia dell’amore di Gesù.
Il pastore avventista tirocinante Nicolò D’Elia ci guida nel commento di Marco 4,35-40: «In quello stesso giorno, alla sera, Gesù disse loro: “Passiamo all'altra riva”. E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano delle altre barche con lui. Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t'importa che noi moriamo?”. Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e si fece gran bonaccia. Egli disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. Ed essi furono presi da gran timore e si dicevano gli uni gli altri: “Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?”. Spesso anche noi, come i discepoli, pensiamo che a Dio non importi nulla di noi. Questo episodio però ci insegna ad avere fede in Dio, anche nelle circostanze più dolorose.
Temi molto importanti per la spiritualità personale, quelli di cui parla il re Davide nel Salmo 32. L’indicazione del percorso che lo porta alla confessione del suo peccato e il bisogno di essere istruito e consigliato dal Signore, costituiscono anche oggi un esempio per tutti.
Mario Calvagno ne parla con Patrizio Calliari, pastore delle chiese avventiste di Trento e Bolzano.
Mario Calvagno commenta il testo di 1 Pietro 2:4-10, soffermandosi in maniera particolare sul versetto 6. “Infatti si legge nella Scrittura: "Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chiunque crede in essa non resterà confuso".
– Pietro scrive che è Gesù la pietra angolare che sostiene l’intero edificio spirituale costituito dai credenti. Ma il Signore assolve anche altre funzioni…