La prima donna vicepresidente della Chiesa avventista mondiale va in pensione dopo 17 anni di mandato.

Notizie Avventiste – Il 7 giugno, l’Assemblea Mondiale della Chiesa, in corso a St. Louis, ha salutato Ella Simmons con una standing ovation di ringraziamento dopo il suo annuncio di pensionamento. Il suo è un nome che merita riconoscimento. È stata la prima vicepresidente donna della Chiesa avventista mondiale e ha vinto anche il premio dell'Associazione delle donne avventiste nel 2010. Non si può ignorare il traguardo storico della sua elezione.

È giusto che dopo 17 anni di servizio, il mandato di Simmons finisca proprio là dove era iniziato. Nel 2005 era entrata nello stadio con trepidazione, convinta che la sua candidatura sarebbe stata accolta negativamente. Aveva riso quando l'allora presidente della Chiesa mondiale, Jan Paulsen, le aveva detto per la prima volta la sua intenzione di presentare il suo nome per la nomina di vicepresidente. Non aveva riso pensando che non avrebbe svolto bene quel ruolo, ma per l'assoluta improbabilità che una donna, per non parlare di una donna di colore, sarebbe mai stata nominata vicepresidente generale. Era sicura che la proposta della sua elezione sarebbe stata respinta, per questo quel giorno del 2005 aveva costretto suo marito, Nord, a saltare l'incontro. Tuttavia, la volontà di Dio ha prevalso. Un cartellino giallo, poi un altro, poi un altro, poi altre centinaia (si votava così allora, non c’era il voto elettronico, ndt) si sono alzati per eleggere Ella Simmons come prima donna vicepresidente generale della Chiesa mondiale.

Simmons aveva già ricoperto ruoli dirigenziali in università avventiste come la Oakwood University e La Sierra University. La sua formazione l’ha aiutata nel suo incarico di vicepresidente. 
“Essendo un’educatrice, ho la tendenza a voler capire le persone, voglio sentire quello che dicono, ma anche capire il significato che vi è dietro. Perché sia che insegni a bambini in età prescolare, come ho fatto, sia a studenti di laurea specialistica, come ho fatto, devi capire la persona”. Questa convinzione fondamentale di spendere del tempo per capire le persone a livello relazionale, così come la sua capacità di comprendere i processi amministrativi e fornire le necessarie correzioni, sono state una spinta unificante nel suo approccio alla leadership.

In quanto oppositrice di classismo, razzismo, nazionalismo, casteismo e sessismo, Simmons è stata una vicepresidente modello nel garantire che la missione avventista affronti le questioni sociali in modo cristocentrico. Il suo mandato è servito a glorificare Dio e migliorare la chiesa su scala globale. 
La capacità di essere centrata su Cristo in tempi di conflitto è iniziata in giovane età. Sebbene Simmons sia cresciuta in un quartiere sicuro, i disordini causati dal movimento per i diritti civili erano prevalenti e causavano paura nei suoi genitori poiché andava a scuola a piedi ogni giorno. Più tardi, al liceo, ci fu la guerra in Vietnam, con effetti a catena negli Stati Uniti. Eppure, nonostante tutto, la sua dimora era nella bontà di Dio. In tutte le sue decisioni mette al centro la preghiera, affidandosi a Dio per ogni scelta da fare.

Simmons è cresciuta in una famiglia battista, e ha vissuto quella che lei chiama un'introduzione "provvidenziale" all'avventismo durante i primi anni di adolescenza grazie a un incontro evangelistico avvenuto nel suo quartiere. Ciò che ha sentito lì ha risposto a molte domande, come ad esempio il motivo per cui i battisti non osservano il sabato, nonostante questo giorno sia molto chiaro nelle Scritture. 

Tra le persone che hanno avuto importanza per la sua crescita spirituale, Simmons ricorda la sua bisnonna. “Non era la tipica nonna che era lì ogni volta che si aprivano le porte della chiesa ma abbiamo passato molto tempo insieme… e naturalmente, a volte anche senza la Bibbia aperta… mi ha insegnato ad essere simile a Cristo in ogni cosa. È stato attraverso di lei che ho sviluppato un acuto senso di percezione quando si trattava di persone, e parte di questo è stato il fatto che mi ha comunicato Cristo in lei”.

Ricorda anche un’animatrice della Scuola del Sabato, nella sua adolescenza, e un'amica di famiglia. Questa rete di donne che l'ha ispirata, ha pregato per lei, guidato i suoi anni formativi e modellato la femminilità cristiana nella sfera professionale e privata, ha avuto, come lei afferma, un “effetto fondamentale e profondo sulla mia vita e mi hanno aiutato a vedere oltre ciò che è tangibile e concreto, a sapere che Dio ha il controllo di tutto”.

Ora, al termine dei 17 anni di servizio, ha realizzato tutto ciò che aveva sperato? "Assolutamente no", afferma. Il discepolato è un’opera in divenire. Un punto per cui vorrebbe che il suo contributo sia stato valido è quello del riconoscimento che Dio chiama le donne alla leadership. 
“Dio chiama davvero le donne a tutti i tipi di ministero: nella casa, nella comunità, nella chiesa locale, ma anche nella Federazione, nell’Unione, nella Divisione e nella Chiesa mondiale. Dio chiama le donne a dare studi biblici a volte ad altre donne in culture in cui non possono interagire con gli uomini, ad essere loro amiche, ma Dio le chiama anche ad essere evangeliste o in qualsiasi ministero che lui scelga”. 
La certezza che la chiamata di Dio è l'autorità finale ha guidato ogni decisione nella vita di Ella Simmons.

Aver terminato nello stesso luogo dove aveva iniziato lo considera volontà divina. Originariamente l’Assemblea doveva svolgersi nel 2020 a Indianapolis, ma a causa della pandemia è stata spostata due volte e si è deciso di tenerla nuovamente a St. Louis, dato che la struttura di Indianapolis non era più disponibile. Invece il Dome di St. Louis era libero nelle date scelte.

Alla domanda su quale eredità spera di lasciare, Ella Simmons risponde: "L'eredità di una porta aperta e di una mente aperta in Gesù". È la convinzione che non dobbiamo perderci nel quadro più ampio o nei nostri stessi ideali, ma ricordare che siamo tutti figli di Dio. Il suo ultimo incoraggiamento è “Non mollare mai, non cedere mai. Se Dio ha messo nel tuo cuore un ministero specifico lo porterai avanti. Aiuta i giovani a mantenere la speranza e a far avanzare la chiesa. “Soprattutto” conclude “non smettete mai di amare”. 

[Foto e fonte: Ann]

 

 

 

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