Si è tenuto in Germania il convegno dei centri media avventisti in Europa.

Notizie Avventiste – La sede di HopeMedia Europa, in Germania, ha ospitato l’incontro dei comunicatori avventisti europei dal 24 al 27 febbraio. Nei quattro giorni del convegno, i quaranta partecipanti, provenienti da tredici centri media di diversi Paesi, tra cui anche l’Italia, hanno avuto l’opportunità di presentare le loro realtà specifiche e i loro progetti per il futuro, scambiare esperienze e trovare insieme nuove strade per la missione attraverso la comunicazione.

“Lo scopo di questo incontro è stato quello di mettere in stretto contatto, e si spera permanente, i responsabili dei centri media nel territorio della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa, affiancati da alcuni della Regione transeuropea (Ted)” ha spiegato Paulo Macedo, direttore delle Comunicazioni all’Eud “Non esisteva un forum formale a questo livello per scambiare informazioni ed esperienze, coordinare progetti e trovare una piattaforma comune per compiere insieme la missione attraverso i media. Ed è per questo che ci siamo riuniti qui e ora”.

Invitato speciale è stato Maksym Krupskyi, direttore del centro media avventista in Ucraina,

Il programma del sabato 
Mario Brito, presidente dell’Eud, ha tenuto la predicazione del venerdì sera e ha parlato del vero scopo della comunicazione, basandosi sui testi biblici di Ezechiele 47 e Giovanni 17.
“Comunichi solo per informare?” ha chiesto ai presenti “O è per cambiare davvero l’esistenza delle persone?”.
Ha quindi esortato a cercare “la comunicazione che porta speranza e vita alle persone attraverso Cristo. E non dimenticare che non trasmetterai speranza e vita se tu stesso non hai Cristo. Allora puoi cooperare con lo Spirito Santo per cambiare la vita delle persone”.

La mattina del sabato, David Neal, direttore delle comunicazioni presso la Ted, ha il sermone sulla speranza presente nei testi di Paolo in 1 Tessalonicesi 5.
“Il popolo di Dio ha l’obiettivo di portare speranza a un mondo ora in crisi globale permanente e a persone in profonda crisi esistenziale. Questa speranza diventa il nostro scopo… La troviamo alla croce, in e attraverso ciò che Cristo ha fatto per noi. Poiché la speranza è radicata nel Dna avventista, dovremmo agire e vivere come una chiesa in attesa, pronta per il ritorno di Gesù e, come la comunità di Tessalonica, essere una chiesa felice, che prega ed è fondata sulla grazia”, ha sottolineato Neal.

Alcuni commenti 
“I vari centri media si trovano a diversi stadi di sviluppo del loro lavoro nel ministero della comunicazione. Riunirsi come rete di HopeMedia Europa consente non solo di crescere insieme imparando gli uni dagli altri, ma anche di sviluppare insieme una strategia integrata di ministero dei media, che aumenterà l’impatto dei singoli centri così come di tutta la rete” ha affermato Klaus Popa, presidente di HopeMedia Europe, il centro media dell’Eud.

“Ho trovato questo incontro sicuramente positivo” ha commentato Lucas Treiyer, di HopeMedia Italia “È stato molto interessante anche perché abbiamo potuto conoscere le diverse realtà, gli altri centri media in Europa, vedere cosa fanno, come stanno lavorando, e ricevere idee nuove. Ma la cosa che ho apprezzato di più è stato aver avuto la possibilità di conoscerci tra di noi, stabilire contatti, scambiare sperienze e avere la prospettiva di possibili lavori futuri insieme con altri centri media. L’incontro ha aiutato anche i centri piccoli a reperire idee da poter realizzare”.

L’ospite 
“Non avrai bisogno di pane o vestiti se perdi ogni speranza di vivere. Siamo lì per condividerla!”, ha detto Maksym Krupskyi, direttore del centro media avventista in Ucraina.
Intervistato durante il convegno in Germania, Krupski ha aggiunto: “All’inizio, abbiamo visto la gente che soffriva e se ne andava, e pensavamo che tutto fosse perduto. Poi abbiamo cominciato ad aiutare le persone nei loro bisogni primari ed essenziali. Subito dopo i primi mesi di guerra, ci siamo resi conto che c’era l’opportunità di parlare di Gesù. La gente aveva bisogno di speranza per continuare a voler vivere”.

Con gli occhi lucidi per l’emozione di parlare delle sofferenze del suo Paese ma anche per la gioia di annunciare notizie positive in mezzo all’angoscia e all’incertezza Krupski ha continuato: “Abbiamo già avuto più di 1.000 battesimi dall’inizio di questa terribile guerra. E abbiamo inaugurato un nuovo studio in estate. Se anche prima della guerra mi avessero detto che avremmo inaugurato uno studio, non ci avrei creduto”.

L’Ucraina subisce da un anno le terribili conseguenze di violenze e privazioni. A livello di chiesa, 8.000 dei 30.000 avventisti hanno lasciato il Paese. Ma la missione continua e cresce con i 100 membri dello staff che lavorano nei sette studi di HopeMedia Ucraina.
“Ringraziamo tutti per aver sostenuto la nostra gente e i nostri membri di chiesa. Svolgiamo la missione secondo le necessità” ha concluso Krupskyi.

[Foto e fonte: Eud News]

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