Una giornata dedicata al ricordo di Domenico Bellocchio
2 Novembre 2017


Petru Nyerges Danci –
A Ferrandina, in provincia di Matera, domenica 22 ottobre, si è svolta una giornata di rievocazione e di studio su Domenico Bellocchio, meglio conosciuto come Mimì, membro della chiesa avventista, addormentato nel Signore 30 anni fa.

Il salone di un antico e stupendo monastero del ’600 è stato gremito dalle ore 10.00 sino alle ore 19.00. Presenti gli abitanti del posto e diversi membri delle comunità avventiste di Montalbano Jonico, Policoro, Potenza e Conversano. Il pubblico, numerosissimo, è stato molto attento e coinvolto nel rievocare i tanti ricordi di Mimì Bellocchio.

Tra gli invitati, il sindaco di Ferrandina, prof. Gennaro Martoccia, che è stato per poco tempo allievo di Mimì. Nel suo discorso non si è limitato a un breve saluto, ma ha anche raccontato, con profonda commozione, del Mimì che aveva conosciuto. La vice sindaca e assessora con delega alla cultura, dott.ssa Maria Murante, ha tenuto un intervento profondo sui contenuti del libro Raccontando Mimì. Luigi Palestina, vecchio amico di Bellocchio, ha tratteggiato il Mimì ferrandinese dei ricordi, in modo sobrio ma commovente. La prof.ssa Anna Maria Mangieri ha invece delineato il ritratto del Mimì uomo di cultura, ricordando la sua produzione letteraria, solo in parte pubblicata. L’ultimo intervento della mattinata è stato tenuto da Gaetano Scerba, ferrandinese e membro della chiesa avventista in Svizzera, allievo e amico di Bellocchio. Con dovizia di particolari, ha presentato le caratteristiche dell’avventista Mimì, evidenziando le sue convinzioni di fondo e la sua cultura teologica. Ogni relazione è stata seguita con molta attenzione.

La pausa pranzo è stata molto apprezzata per il servizio di catering, preparato con cura.

Nel pomeriggio, la giornalista Margherita Agata ha coperto il primo intervento con una introduzione al libro Raccontando Mimì. Eroe ferrandinese avventista, di Rolando Rizzo, Edizioni Adv, 2017. È poi seguita una lunga intervista all’autore, soprattutto sulla dimensione religiosa di Mimì.

Diverse sono state le testimonianze di coloro che hanno conosciuto Bellocchio, in modo particolare per la sua grande umanità, sempre disponibile ad aiutare chi era in difficoltà, specialmente i ragazzi che avevano bisogno di essere seguiti nel dopo scuola e preparati per gli esami nelle diverse materie scolastiche.

Lo spessore colto di Mimì, conoscitore di tante lingue, autore di diverse commedie in dialetto ferrandinese e di poesie, e quello cristiano di una vita esemplare hanno portato il Comune di Ferrandina a dedicare una strada del paese in ricordo del suo nome.

Mimì Bellocchio è stato anche autore di un centinaio di articoli pubblicati nella rivista avventista Segni dei Tempi dal ’59 all’84. Alcuni di questi si possono trovare nel libro Raccontando Mimì, ampiamente diffuso tra i partecipanti all’evento e apprezzatissimo dai relatori e dalla giornalista che ha moderato l’intero incontro.

Il past. Rolando Rizzo ha organizzato tutto con cura e precisione, aiutato da alcuni fratelli del posto, tra cui Roberto La Carpia, membro della comunità di Montalbano Jonico; Gaetano Scerba e, non ultimo, il Comune di Ferrandina, che ha contribuito alla riuscita dell’evento.

Il programma si è concluso con una pièce teatrale che ha raccontato Mimì. Commovente, divertente, fortemente evocativa, è stata elaborata e diretta dal regista Luca Liborio Mazzone che ha utilizzato come attori gli stessi amici di Mimì. Una bellissima giornata incoronata da lunghissimi applausi.

L’esempio di un credente che ha vissuto umilmente la sua vita in santità e timore di Dio, che ha dato un contributo alla società del suo tempo, attraversa i decenni fino a noi. A distanza di trent’anni, si sente il profumo lasciato dal caro fratello Domenico Bellocchio, eroe ferrandinese avventista, nell’ombra della storia, in attesa della risurrezione.

(Foto: Vincenzo Bochicchio. Copertina libro: Edizioni Adv)

 

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