Venezia. Quanto vale un’anima?
28 Dicembre 2015

M41-Venezia_esperienza Bertola1Luciano Bertola – Ho trascorso tutta la mia vita lavorativa nel contesto commerciale. Da tempo sognavo di applicare alcune di queste competenze acquisite per la testimonianza diretta del Vangelo. Un anno fa l’occasione mi si è presentata e l’ho colta al volo. Con la mia comunità avventista veneziana abbiamo voluto impegnarci in tal senso e ho risposto senza nessun indugio: «Eccomi!».

Abbiamo scelto i mercati rionali di Favaro Veneto, Marghera, Campalto e Mestre. Due tavolini, una scritta frontale di «Scegli Gesù» su sfondo rosso, un grande roll-ap colorato con i dieci comandamenti, una sedia, vari titoli di Ellen G. White e altri libri della nostra casa editrice ADV, e diverse Bibbie in primo piano.

I libri non sono in vendita e nemmeno i sorrisi e la cortesia. Le pubblicazioni non vengono distribuite a pioggia come si fa con gli invadenti volantini pubblicitari dei supermercati, rimangono lì appoggiate, in attesa di uno sguardo interessato, di una mezza frase, di un ammiccamento. Allora mi muovo, offro, propongo il corso biblico per corrispondenza, dono il mio tempo e il mio interesse sincero. Le persone desiderose di calore umano, di parlare ed essere ascoltate sono molto più numerose di quanto si creda.

M41-Venezia_esperienza Bertola2I passanti che si fermano in verità sono molto pochi, quelli che si limitano a leggere i poster sono invece molti di più. Il compito affidatomi è quello facile della semina discreta, al Signore resta da compiere quello più difficile.

Esperienze in quest’anno ne ho maturate diverse, alcune positive altre negative, ne vorrei condividere solo due.

Isabella si avvicina allo stand, mostra interesse, ci concentriamo sulla Parola di Dio per circa venti minuti, poi mi chiede dove si trova la chiesa, desidera venire a vedere. Le porgo l’indirizzo e il cellulare del nostro pastore Davide Mozzato. Isabella frequenta la chiesa da qualche mese e assieme a lei viene anche una sua amica, Adriana, con il marito; e sono tutti felici di aver conosciuto la chiesa cristiana avventista.

Nel mese di novembre si avvicina ai tavolini una signora di origine moldava, ha circa cinquant’anni. Cominciamo a parlare. Conosce già la nostra chiesa. Cinque o sei anni fa l’ha anche frequentata. Ora ha smesso. «Perché?», le chiedo. Lei risponde abbassando lo sguardo, un episodio le provoca ancora molta amarezza, un sentimento che l’ha convinta a non farsi più vedere. Prima di lasciarci le lascio il corso biblico e uno dei libri del mio «mercato»: La via migliore. Mi garantisce che ritornerà in chiesa.

Intanto continuo, in vista del raccolto e del nostro Mietitore.

 

 

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