No al tabacco. Prendiamoci cura del nostro corpo

No al tabacco. Prendiamoci cura del nostro corpo


“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Corinzi 3:16).

Coloro a cui in primo luogo si rivolgeva l’apostolo Paolo conoscevano bene in quell’epoca la struttura di un tempio. Cosa significa, anche per noi, oggi, la frase di Paolo? Quale senso assume fra i titoli dei giornali che parlano del fumo come una specie di epidemia o di fame nel mondo e di sovvenzioni statali alle coltivazioni di tabacco piuttosto che a quelle di grano e cereali, o ancora di dipendenza difficile da “spegnere”?

Mario Calvagno e Carmen Zammataro ne parlano con il pastore Daniele Benini, responsabile dell’Associazione pastorale dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste.

Mi avete perso! Dare fiducia

Mi avete perso! Dare fiducia


I genitori devono esercitarsi nel dare fiducia al proprio figlio, avendo prima di tutto fiducia in ciò che hanno saputo trasmettere loro negli anni precedenti.

Segui il dialogo con Abigaela Trofin, pastora avventista.

Conoscere il tuo cervello: quali sono i principi guida delle emozioni

Conoscere il tuo cervello: quali sono i principi guida delle emozioni


Ognuno di noi ha degli schemi mentali, delle credenze, dei filtri per le nostre percezioni del mondo esterno ed interno e quindi delle emozioni. Si parla di macro-credenze, micro-credenze e credenze fondamentali.

Il ministero degli angeli nei vangeli e nella vita di Gesù

Il ministero degli angeli nei vangeli e nella vita di Gesù


Gli angeli hanno avuto un ruolo importante nelle varie fasi dell’esperienza terrena di Gesù ed Egli stesso spesso parlò del loro ruolo anche al Suo ritorno.

Segui il dialogo con Paolo Benini, pastore avventista.

Bici volante: da ET alla realtà

Bici volante: da ET alla realtà


Si chiama Jetson ONE, è il primo veicolo elettrico pensato per gli spostamenti a mezz’aria (max 500 metri), e sembra che per guidarlo non sia nemmeno necessaria una patente apposita. Lanciata nell’ottobre 2021, ne sono state vendute oltre 250. Sono ora aperti gli ordini per le consegne successive al 2023. Come funziona e come guidarla? E il costo?

Ne parlano Mario Calvagno e Carmen Zammataro.

Giornata mondiale senza tabacco: “Abbiamo bisogno di cibo non di tabacco”

Giornata mondiale senza tabacco: “Abbiamo bisogno di cibo non di tabacco”


Incoraggiamento ai coltivatori di tabacco alla semina sostenibile e nutriente di colture alternative, questa l’indicazione del claim della Giornata senza tabacco 2023. Si prevede che quest’anno almeno 8 milioni di fumatori nel mondo moriranno per complicanze legate al tabacco e sono circa 600.000 le persone danneggiate dal fumo passivo. Ormai l’età di inizio di questa dipendenza si colloca fra i 13 e i 15 anni. Cosa si può fare per le giovani generazioni e per gli anni a venire?

Intervista di Carmen Zammataro e Mario Calvagno al prof. Giacomo Mangiaracina, medico specialista in Salute Pubblica, già docente a Sapienza università di Roma, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione.

Mens sana – Dipendenza da nicotina

Mens sana – Dipendenza da nicotina


In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, con la dott.ssa Deborah Giombarresi, psicologa e psicoterapeuta, parliamo della dipendenza da nicotina. Con quali sintomi si presenta? Perché si continua a fumare, nonostante la consapevolezza dei rischi per la salute? In che modo può essere d’aiuto la psicoterapia per uscirne fuori?

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Musica in quota 2023

Musica in quota 2023


Anche quest’anno torna “Musica in Quota”, rassegna dedicata ai concerti sulle alpi piemontesi arrivata alla diciassettesima edizione.

Ce ne parla Alessia Calvagno.

ADRA Italia News – Arte e musica favoriscono l’inclusione e l’integrazione

ADRA Italia News – Arte e musica favoriscono l’inclusione e l’integrazione


Dag Pontvik, direttore di ADRA Italia, l’agenzia umanitaria avventista, ci parla del concorso artistico “Ascoltami. Guardami. Cammina con me”, indetto da ADRA Europa e dalla chiesa cristiana avventista. Fino al 3 giugno è possibile votare online l’opera d’arte che secondo noi meglio rappresenta il tema “Amare gli stranieri tra noi”. Ci presenta poi il Casuccias’s Music Camp, campo estivo musicale che si svolgerà dal 2 al 9 luglio a Poppi (AR). Scopriamo in che modo ADRA anche quest’anno è coinvolta in questa attività e ascoltiamo inoltre l’invito a partecipare del direttore artistico dell’evento, Gabriele Nardoni.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Aff-amarsi, il progetto di Fondazione Vita e Salute rivolto a ragazzi e ragazze

Aff-amarsi, il progetto di Fondazione Vita e Salute rivolto a ragazzi e ragazze


Leonardo Lega, direttore della Fondazione Vita e Salute, ci parla del lavoro svolto dal tavolo “Insieme per la salute”, che si è riunito a partire dal 2020 per studiare nuovi approcci al tema del benessere. Da questa importante occasione di riflessione è nato il progetto “Aff-amarsi”, che nel 2022 ha raccolto le testimonianze di adolescenti tra i 15 e i 18 anni sui temi della salute. Questo lavoro di indagine e confronto ha portato a un podcast e al documentario “Non darti pensiero per me”, che sarà proiettato venerdì 9 giugno 2023 alle 17:30 a Firenze, presso il Teatro delle Spiagge. Ci sono poi anche altre attività che coinvolgeranno prossimamente i più giovani.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Il Campo musicale su Casentino più

Il Campo musicale su Casentino più

Il magazine toscano parla dell’evento estivo di Casuccia Visani.

Notizie Avventiste – “Progetto campeggio” Casuccia’s Music Camp 2023 è il titolo dell’articolo pubblicato il 30 maggio dal magazine online Casentino più.

“E anche quest’anno, presso la ‘Casuccia Visani’ riprenderà vita il progetto dedicato ad un nuovo corso musicale. Si tratta, più precisamente di un’intera settimana totalmente avvolti dal verde, in un pezzetto meraviglioso delle nostre foreste casentinesi, proprio vicino al castello di Poppi.

Il corso musicale si terrà nella settimana che va dal 2 luglio, partendo dalle ore 16.00, fino al 9 luglio alle ore 10.00, e sarà indicato a tutti i ragazzi che sono appassionati di musica e che vanno dai 6 anni in su, mentre il grande concerto finale si terrà presso il Castello di Poppi nella serata dell’8 luglio alle ore 20.30, e per la straordinaria location, si ringrazia il comune di Poppi che ce l’ha messa gentilmente a disposizione per questo specifico evento. Sarà il Centro della Chiesa Cristiana Avventista ad organizzare il ‘Campus estivo musicale’” spiega l’articolo tutto da leggere al link: www.casentinopiu.it/voci-dal-casentino-progetto-campeggio-casuccias-music-camp-2023/

Ricordiamo che Casuccia’s Music Camp è un evento aperto a tutti. 
Per tutte le informazioni e per le prenotazioni: www.casucciavisani.it

 

 

 

 

 

Perché tutti sono sempre così arrabbiati?

Perché tutti sono sempre così arrabbiati?

La frustrazione e la collera, che segnano la nostra epoca ogni giorno di più, possono essere trasformate in una forza positiva, trasformativa, volta alla pace.

Bruce Manners – “Perché tutti sono sempre così arrabbiati per ogni cosa?”. Questo è il titolo di un articolo del Sydney Morning Herald a cura di Waleed Aly, giornalista e accademico. La domanda è stata twittata in origine da Sally, una telespettatrice del Question Time della Bbc.

“Com’era prevedibile” evidenzia Aly “quel tweet ha scatenato un carico di rabbia; chi ha risposto sogghignava per l’uso eccessivo delle virgole da parte di Sally”.

Nel frattempo, si è registrato un aumento esponenziale di avvisi da parte degli esercizi commerciali che invitano a trattare il personale con rispetto: tutto il resto “non sarà tollerato”. Damien Venuto del New Zealand Herald scrive a proposito di cartelli affissi nei ristoranti e negli ospedali nei quali “si implorano i visitatori a essere gentili con i dipendenti. Una richiesta che sarebbe sembrata del tutto inutile in Nuova Zelanda solo pochi anni fa”.

Si tratta di un problema a livello mondiale. Se visitate il Parco Nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti e soggiornate all’Old Faithful Inn, nella hall troverete degli avvisi che annunciano: “Una buona natura. Siamo tutti d’accordo su questo. Così sono anche i nostri fidati collaboratori”. Poi in grassetto: “Per favore, siate gentili con loro”.

Che i soprusi siano reali l’ho capito quando mia moglie ed io abbiamo fatto shopping a Melbourne, durante i saldi del Boxing Day (nella tradizione inglese, il giorno successivo al Natale, dedicato agli acquisti di fine stagione, ndr). Dopo l’acquisto siamo rimasti sorpresi quando la commessa ci ha ringraziato per “essere stati gentili”.

Le abbiamo chiesto il motivo della sua affermazione. “È stato terribile. Oggi è arrivata una donna per un reso e mi ha detto non solo che non lo voleva, ma che avevo rovinato il Natale della sua famiglia”.

La rabbia può renderci irrazionali e farci dire e compiere cose stupide.

Cosa ci fa arrabbiare così tanto?
A essere onesti, c’è molto per cui essere arrabbiati. Cominciamo dalla politica. Gli Stati Uniti forse sono i primi nella classifica della rabbia in campo politico e Steven Webster, autore del libro American Rage: How Anger Shapes Our Politics (La rabbia americana: come modella la nostra politica), avverte che “incitare la collera degli elettori aiuta i candidati a vincere le elezioni, [ma la ricerca] mostra che l’effetto della rabbia dura più a lungo del momento del voto. E questo può avere gravi conseguenze per la salute a lungo termine della democrazia americana”.

In Australia, la nostra politica è diventata più rabbiosa. Nello Stato di Victoria, il premier Dan Andrews è diventato “Dan il dittatore” durante la pandemia di Covid-19, con marce in strada per denunciare molte delle decisioni che erano state prese. In Nuova Zelanda, l’articolo di Damien Venuto s’intitola “Armi, rabbia e razzismo: la Nuova Zelanda è diventata una nazione arrabbiata?“.

Dobbiamo riconoscere che il Covid-19 ha rappresentato un fattore mondiale che ha innalzato il livello di rabbia, in particolare quando i leader hanno imposto le chiusure e l’uso delle mascherine. I viaggi erano limitati, così come i contatti con gli altri. La tragedia dei pazienti anziani deceduti senza la presenza dei familiari, ne è un esempio lampante.

Eric Lonergan e Mark Blyth, nel loro libro Angrynomics, suggeriscono che nella nostra epoca “diamo semplicemente per scontato di vivere in un mondo arrabbiato. Ormai, questa è la più comune delle saggezze convenzionali, la spiegazione agli eventi globali. ‘Beh, la gente è molto arrabbiata in Germania, Austria, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Indonesia, Hong Kong…’. E non solo ognuno è evidentemente irritato, ma ciascuno dà per scontato che ne capiamo il motivo”.

In economia, “l’emozione umana più potente” diventa angry-nomics quando “il sistema si infrange ed espone linee di rottura rimaste coperte per tanto tempo”. Gli autori sostengono che la nostra “economia politica ha dato origine alla collera: rabbia pubblica, sdegno morale e ira tribale”, soprattutto quando le nostre finanze ci mettono in difficoltà.

Essere arrabbiati in modo positivo
Uno studio condotto sui giocatori dell’Associazione nazionale di pallacanestro (Nba) negli Stati Uniti ha analizzato l’impatto di un fallo detto clear path foul. Questo fallo consiste nel contatto o nel blocco intenzionale da parte di un giocatore poco prima che l’avversario effettui un tiro al canestro libero e senza ostacoli. Un colpo facile.

Non riuscire a tirare è frustrante. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che la frustrazione, e la rabbia, di subire un fallo in quel modo, aumentava la loro precisione. I giocatori avevano maggiori probabilità di segnare dopo questo tipo di fallo rispetto ad altri tiri liberi.

Un’analisi di 8.467 tiri effettuati da giocatori della Lega nazionale di hockey ha rilevato che gli atleti “indignati per un fallo di gioco” avevano più probabilità di segnare dopo una penalità che durante uno shootout a fine partita (nell’hockey su ghiaccio, lo shootout è eseguito partendo dal centro della pista: l’attaccante, fronteggiato dal portiere dell’altra squadra, dispone di un solo tiro per segnare. Fonte: Wikipedia, ndr)

Nel suo studio, David Robson afferma: “Almeno in queste circostanze, il senso di ingiustizia affinava la determinazione dello sportivo e incrementava la sua prestazione”. Robson racconta anche di un “esperimento perfido” che iniziava chiedendo ai partecipanti di trovare delle parole da una serie di 21 anagrammi di cinque lettere. Si trattava di un test di intelligenza verbale.

Ecco un paio di anagrammi dell’esperimento: Oneci e Acelo. Questi due anagrammi erano tra i primi sette, tutti impossibili da risolvere: da essi non si poteva ricavare alcuna parola inglese. Il test riguardava proprio l’effetto del “fallimento” su umore e motivazione.
“Le persone più arrabbiate erano quelle più perseveranti durante il compito. Invece di farli mollare, il disappunto sembrava dar loro energia, in modo da renderli più tenaci a ogni rompicapo successivo”. La frustrazione e la rabbia possono essere trasformate in una forza positiva. Tutti noi possiamo essere arrabbiati in modo positivo.

Abbattere i muri 
Diane Dreher scrive a proposito della politica polarizzante durante e dopo le elezioni del 2016 negli Stati Uniti. “Troppi repubblicani e democratici si considerano nemici, il che porta a sospetti, ostilità, persino violenza”.

Bill Doherty, psicologo dell’Università del Minnesota, ha notato che i membri dei due partiti politici assomigliano ai “genitori in una famiglia”. repubblicani e democratici “non possono semplicemente allontanarsi gli uni dagli altri” ha detto. Nessuno dei due può “divorziare” e trasferirsi in un altro Paese.
Inoltre, i social media, e quelli che Doherty ha definito gli “imprenditori del conflitto”, gente che si guadagna da vivere usando vari megafoni per dirci che le persone dall’altra parte sono malvagie e non ci si può fidare” hanno enfatizzato le diversità.

Dopo le elezioni, Doherty ha invitato dieci elettori di Hillary Clinton e dieci di Donald Trump a un seminario di un fine settimana per “parlare tra loro, non solo l’uno dell’altro”. Il workshop ha avuto un tale successo che il gruppo ha iniziato a programmare di incontrarsi ancora.

Durante un altro seminario in cui i partecipanti erano etichettati come “rossi” o “blu”, a seconda del loro orientamento politico, Doherty si è fatto raccontare da uno di questi di aver parlato con un “rosso” che aveva detto qualcosa che non condivideva. Gli rispose: ‘Sai, io sono un ‘blu’. Non sono d’accordo con quello che hai affermato. Ma le persone potenti là fuori vogliono che ci odiamo a vicenda. Non facciamolo”.

Si può essere in disaccordo senza essere spiacevoli.

La sfida della rabbia 
Charles Duhigg, giornalista e autore vincitore del premio Pulitzer, sottolinea: “Quando esaminiamo le fonti della nostra rabbia, dovremmo vedere chiaramente che essa è spesso alimentata non per trarre un nostro beneficio, ma per quello di qualcun altro”. Duhigg suggerisce che quando scopriamo “le motivazioni personali dei ‘mercanti di rabbia’, forse possiamo iniziare ad allentarne la presa su di noi”.

Purtroppo, “il tenore della nostra collera si è modificato” ed è diventato un “battito costante nella nostra vita”, rivolto più che altro a “gruppi distanti, facili da demonizzare” e che non possono difendersi.

Duhigg auspica una via migliore e fa riferimento a un discorso di Martin Luther King del 1968, quando si rivolse alla platea della Carnegie Hall dicendo: “Non basta che la gente sia arrabbiata”. Parlava di W.E.B. Du Bois, considerato uno degli intellettuali neri più significativi della sua epoca e che, secondo King, “è stato un radicale arrabbiato per tutta la sua vita”. “Aveva chiamato furiosamente alla resistenza. Ma aveva anche cercato di trasformare i suoi nemici in alleati. Era andato oltre la sua rabbia nella speranza di trovare la pace”. Tuttavia, aggiunse King, non si accontentò di manifestare questa ira per la sua liberazione personale e poi ritirarsi dalla scena. “Il compito massimo sta nell’organizzare e unire le persone in modo che la loro rabbia diventi una forza trasformatrice”.

Questa sì che è una sfida! Prendere la nostra rabbia e indirizzarla verso qualcosa che sia unificante e capace di trasformare.

Waleed Aly ammette che la rabbia, la collera o anche l’indignazione “sono tratti così comuni della nostra epoca perché catturano qualcosa della verità. Eppure, anche a loro sfugge qualcosa. Le persone si sono sempre arrabbiate con i propri cari, ma sono rimaste amate”. Sembra non essere più così. Oggi l’amore e il rispetto scarseggiano dentro le famiglie, la collettività e la società. “Loro” hanno bisogno di infonderlo di nuovo. Sappiamo bene che “loro” non lo faranno, ma tutti “noi”, voi ed io, abbiamo il potere di agire nelle nostre rispettive sfere di azione. Chissà cosa può uscirne da lì?
Siete pronti per la sfida?

(Bruce Manners è autore e pastore in pensione. Questo articolo è apparso per la prima volta sul sito web di Signs of the Times Australia/Nuova Zelanda ed è ripubblicato qui con autorizzazione).

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio] 

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