Al tempo del Covid-19 parlare di Pasqua ci porta a considerare sia il punto di vista biblico che quello sociale. La Pasqua ha le sue radici in seno al popolo ebraico.

Gesù muore sulla croce alla vigilia di una festa di Pasqua, in quello che oggi chiamiamo venerdì, e risorge la domenica, il primo giorno della settimana, come ricordano i Vangeli. Il Sabato, settimo giorno della settimana, il giorno di quella Pasqua, rimane morto nella tomba. La domenica le donne che erano andate a trattare con i profumi il corpo di Gesù troveranno la camera sepolcrale aperta e vuota con la pietra di chiusura che era stata rotolata da un angelo. C’è una realtà, ci sono dei simboli. L’apostolo Paolo scriverà che “Cristo è la nostra Pasqua”.

Con il coronavirus che aleggia, questa Pasqua 2020 è diversa da tutte le altre. Una festa delle famiglie da reinventare. Si profilano nuovi scenari. Il consumismo eccessivo degli altri anni chissà che non passi in secondo piano per lasciare spazio ad una più opportuna dimensione spirituale. Auspichiamo una rinascita in Cristo per tutti.

Mario Calvagno e Carmen Zammataro ne parlano con il pastore Roberto Iannò, direttore nazionale del dipartimento Ministeri della Famiglia dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste.

Foto di congerdesign da Pixabay

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