Via alla benedizione delle coppie formate da individui dello stesso sesso, ma questo non vuol dire matrimonio. E’ quanto sancito da una dichiarazione del dicastero della Dottrina della Fede, il Fiducia supplicans, che apre alla benedizione delle coppie gay, ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione. La nota, approvata dal Papa, è chiara: la dottrina sul matrimonio non cambia, è un’apertura, ma la benedizione non intende equiparare l’unione omosessuale ad un matrimonio che per la Chiesa è fondato sull’unione di un uomo e una donna.  

Tuttavia, si legge nel documento, firmato da Bergoglio, per il Vaticano sono possibili "benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio". La benedizione – si spiega – arriva da Dio "su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status". Via libera dunque alla benedizione "non inserita in un rito liturgico". È la linea che era stata anticipata da papa Francesco in risposta ad alcuni "dubia" ad ottobre (da RaiNews 18-12-2023).  

Claudio Coppini e Roberto Vacca ne parlano con il pastore avventista Saverio Scuccimarri, decano della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

 

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