Nelle terza puntata dei consigli di viaggio ( e di vita), lo psicologo e psichiatra Giovanni Varrasi parla di un argomento scomodo: i nostri “sabotatori interni”.
Noi  pensiamo di essere compatti e unitari, al servizio della consapevolezza, della ragionevolezza e del nostro benessere, ma non è vero. Dentro di noi, frammenti rabbiosi di esperienze infantili, tracce intossicate di bisogni e desideri insoddisfatti, di cattiverie spontanee, ci attaccano e sviliscono la nostra buona volontà, ci gravano di inadempienze e colpe. Quando siamo in difficoltà ci confondono e ci fanno sbagliare. Argomento da non trascurare: i sabotatori interni se la prendono con il funzionamento del corpo e ci fanno ammalare! Varrasi suggerisce di fermarci dalla nostra corsa, dalla frenesia di risolvere tutte le nostre incombenze pratiche ( come se bastasse) e guardarci dentro, anche se non è facile. Se catturiamo un sabotatore ( se dunque scopriamo un atteggiamento strano, autolesionista, un pensiero troppo critico verso noi stessi), dobbiamo portarlo nel salotto dell’identità e interrogarlo alla luce della ragionevolezza. E poi ristorarlo con l’affetto, perché è pur sempre una parte di noi affamata e povera, sprezzante e cattiva, perché conosce solo quel linguaggio.

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