Domenica, in San Pietro, 117 anni dopo avere inviato a papa Pio X il suo straordinario «Memoriale per la costituzione di una commissione pontificia Pro emigratis catholicis» con il racconto dei suoi viaggi tra gli italiani nel mondo, Giovanni Battista Scalabrini diventerà santo (…) Il nuovo santo fu infatti tra i primi a teorizzare, come dimostra un passaggio nell’Antologia: una voce viva (scalabriniani.org/ giovanni-battista-scalabriniscritti), il «diritto naturale» degli uomini all’emigrazione (…) Bloccando l’emigrazione «si viola un sacro diritto umano» poiché «i diritti dell’uomo sono inalienabili e quindi l’uomo può andare a cercare il suo benessere ove più gli talenti». Non bastasse, sosteneva, «l’emigrazione, forza centrifuga, può diventare, quando sia ben diretta, una forza centripeta potentissima» capace di «immenso profitto». Tesi che nel 1901, due anni dopo il linciaggio di undici italiani a Tallulah, in Louisiana, aveva espresso anche al presidente americano Theodore Roosevelt: l’immigrazione era una risorsa straordinaria, un vero dono per un Paese che stava crescendo come gli Usa.  (dal Corriere della Sera del 6 ottobre 2022, “Diventa santo il vescovo dei migranti”, articolo di Gian Antonio Stella).

Abbiamo chiesto al pastore avventista Daniele Benini un suo commento sul “diritto naturale degli uomini all’emigrazione” e sulla diversa comprensione che hanno le chiese evangeliche circa il tema biblico della santità. Intervista, a cura di Claudio Coppini e Roberto Vacca, realizzata nel corso della diretta RVS del 6 ottobre 2022.

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