Oggi è l’otto marzo. E’ la festa dei diritti delle donne, ma è anche il giorno in cui siamo costretti a constatare come la strada verso la parità sia una strada ancora lunga.Il cosiddetto "gender-gap" è particolarmente evidente nel mondo del lavoro, come riporta oggi il Corriere della Sera

Le donne lavorano molto meno degli uomini: 52,2% contro 70,9. Il divario uomini-donne nel tasso di occupazione è di 18,7 punti a livello nazionale. Siamo il Paese con il più basso tasso di occupazione femminile in Europa.

Le donne con un contratto part time in Italia sono il 31,6% contro il 9,1% degli uomini. In mezzo c’è una distanza di 22 punti percentuali. Anche nell’europa a 27 le donne lavorano part time più spesso degli uomini, ma il divario si ferma a 15 punti percentuali. Se si considera solo il lavoro dipendente, il gap sale in Italia a 24 punti.

Le donne manager sono diventate il 21,6% del totale nel 2022. Se si guarda soltanto all’industria le cose vanno ancora peggio: la percentuale scende al 15,9%. 

La differenza media di retribuzione tra uomini e donne per ogni ora lavorata in Europa è del 12,7%. Le italiane guadagnano il 15,5% in meno l’ora nel privato e il 5,5% in meno nel pubblico. 

A fine 2022 le imprese femminili registrate erano 1,3 milioni, il 22,2% del totale. Le imprenditrici sono poche e soprattutto non crescono: nel 2013 erano il 23,6% (dati tratti dall’articolo del Corriere della Sera dell’8-3-2024 "Donne e lavoro si può cambiare. Ecco quattro proposte" di Luciano Fontana).

Su questi dati, ma anche sul tema della violenza contro le donne, Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato Elena Baragli, presidente dell’associazione antiviolenza Artemisia di Firenze.

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