"Sei un maiale", "con tutti quei chili in più sei un uccello che non può volare" , "mi vergogno di te" "non sarai mai brava abbastanza"! Queste sono alcune delle frasi rivolte ad atlete che abbiamo visto in TV durante varie competizioni internazionali e anche alle olimpiadi. Trattamenti di questo genere, secondo l’opinione degli allenatori, servono a spronare le atlete per renderle più competitive. Ma le conseguenze di questi trattamenti hanno portato a gravi problemi di salute: anoressia, bulimia, depressione e anche tentativi di suicidio.

Davvero è questo il tipo di vita per cui lottare e fare sacrifici? O c’è qualche altro modo di spronare per dare il meglio di noi stessi? Katelyn Ohashi è la prova concreta (e come lei molte altre) che si può allenare diversamente. Ma la puntata di oggi si sofferma anche sul cosiddetto bodyshaming anche al di fuori dello sport agonistico, nelle relazioni tra giovani e nell’ambiente di lavoro, con qualche prezioso consiglio finale.

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