Il Decreto Legge su misure urgenti per scuola, universita’ e ricerca, approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri, prevede, fra le varie disposizioni, l’ampliamento del divieto di fumo a scuola: viene esteso anche alle aree all’aperto, ad esempio i cortili, che sono di pertinenza degli istituti. Vietato anche l’uso della sigaretta elettronica nei locali chiusi delle scuole. C’è un modo corretto, già sperimentato, di fare prevenzione nelle scuola rispetto al tabagismo? Chi deve occuparsene? Scoraggiare l’imitazione da parte dei ragazzi nei comportamenti tipici del tabagismo, può rientrare in una strategia di prevenzione? La sigaretta elettronica è vietata a scuola solo nei luoghi chiusi; quella classica lo è anche nei cortili. Questo significa che, in qualche modo, la sigaretta elettronica è riconosciuta come meno dannosa? Cosa possiamo dire sui prodotti utilizzati nelle sigarette elettroniche? Una ricerca neozelandese, pubblicata su “The Lancet”, sostiene che le sigarette elettroniche hanno la stessa probabilità di fare smettere di fumare dei cerotti alla nicotina: modesta in entrambi i metodi. E’ davvero così? Mario Calvagno e Carmen Zammataro, redattori di RVS Roma, intervistano il prof. Giacomo Mangiaracina, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione e direttore della rivista “Tabaccologia”.

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