La testimonianza di Ben Underwood che da bambino ha perso la vista a causa del cancro. Con uno straordinario spirito di forza e adattamento, ha saputo osservare e percepire il mondo con gli occhi della mente e del cuore.

Andreea Irimia – Ci sono momenti nei quali sentiamo che la vita è dura e che alcune sfide vanno oltre le nostre possibilità. Quando ci guardiamo intorno e vediamo persone come Ben Underwood, ci rendiamo conto che non solo non siamo consapevoli dei doni che ci sono stati offerti, ma anche dell’immenso potere di godere della vita anche quando questi doni ci sono negati.

Ben Underwood è nato in un giorno d’inverno del 1992 nella soleggiata California. Fino all’età di due anni la sua infanzia è stata comune, segnata dalla personalità energica e allegra di sua madre Aquanetta. Una sera però Aquanetta ha notato una macchia bianca nell’occhio destro di Ben, simile a una piccola perla. Nel giro di pochi giorni la macchia era cresciuta, quindi ha portato il bambino da un oculista con una certa preoccupazione. I test rivelarono un cancro agli occhi chiamato retinoblastoma, una patologia che di solito colpisce i bambini di età inferiore ai due anni. La notizia è stata devastante per Aquanetta, il cui padre era morto di cancro.

I medici lottarono per un anno per rimuovere il tumore maligno con la chemioterapia e la radioterapia ma i risultati furono insoddisfacenti e lasciarono alla madre una soluzione estrema: rimuovere i bulbi oculari per evitare che il cancro si diffondesse al nervo ottico e poi al cervello. A soli tre anni, il piccolo Ben fu accolto nella sala di rianimazione post-operatoria da sua mamma che cercava di nascondere le lacrime e di distrarlo dalla paura di non rivederla mai più. Gli mise le mani sul viso, gliele fece annusare e disse: “Ben, puoi ancora vedermi, piccolo. Puoi guardarmi con le mani: puoi toccarmi. Puoi ancora vedermi, Ben, con il naso: puoi annusarmi. E anche con le orecchie. Ben, puoi guardarmi con le orecchie. Puoi sentirmi”. In quel momento, si ripromise di aiutare il bambino a non pensare mai a sé come limitato dalla sua disabilità.

Subito dopo aver lasciato l’ospedale, Ben sarebbe sempre stato con i suoi fratelli Derius e Isaiah, toccando tutto ciò che gli capitava e riconoscendo gli oggetti con il loro aiuto. Dal momento che sua madre gli diceva sempre che era un bambino normale, Ben partecipava a tutte le attività con i suoi fratelli e i compagni di classe. Era al campeggio e aveva solo sette anni quando sperimentò una modalità inedita di muoversi.

In una maniera che nessuno può spiegare, Ben ha imparato da solo a usare l’ecolocalizzazione per identificare gli oggetti intorno a sé. Con uno schiocco della lingua, emetteva suoni che, di rimando, si trasformavano in immagini rappresentative dell’ambiente circostante. L’ecolocalizzazione è utilizzata soprattutto da alcuni mammiferi e, teoricamente, è possibile negli esseri umani ma solo pochi sono in grado di padroneggiarla. Ben si è dimostrato il più capace. Quando i medici hanno esaminato l’area del cervello attivata dall’ecolocalizzazione, hanno scoperto che l’area visiva decodificava le informazioni. Ben è stato quindi in grado di guardare di nuovo, letteralmente. Per sua madre, l’ecolocalizzazione è stata la risposta alla sua preghiera di vedere Ben felice e indipendente.

Senza mai usare il bastone per i non vedenti, Ben ha imparato a camminare, andare in bicicletta, sui rollerblade e sullo skateboard, a giocare a basket e a calcio, e ad arrampicarsi sugli alberi senza grosse difficoltà. "Il bambino più felice del mondo", come lo chiamava sua mamma quando era piccolo, non aveva perso nulla della sua curiosità, energia e buon umore. In effetti, sono state tante le volte in cui la gente non gli ha creduto quando diceva di essere cieco.

La sua straordinaria abilità lo ha reso popolare e Ben è apparso in celebri spettacoli come quelli di Oprah Winfrey e Ellen DeGeneres. Il suo messaggio è semplice ed è orientato ad aiutare e a dare una prospettiva diversa sulle possibilità illimitate delle persone con disabilità. Per sostenere gli altri in modo pratico, Ben ha preso parte a vari test organizzati da ricercatori che volevano scoprire il più possibile sulle sue capacità e sui modi in cui potevano essere acquisite.

Appassionato di videogiochi e di cultura giapponese, Ben ha iniziato a studiare in un’università in Giappone quando è ricomparso lo stesso cancro che gli aveva strappato la vista. Tra una seduta di chemioterapia e l’altra, ha continuato a partecipare a degli eventi per ispirare il prossimo. Secondo sua madre, Ben non è mai stato arrabbiato né infelice sino alla fine. Durante il suo ultimo viaggio di ritorno dall’ospedale, in auto canticchiava una canzone mentre sua madre piangeva accanto. Le ha promesso che si sarebbero rivisti, ed entrambi ci credevano con tutto il cuore.

Aquanetta racconta che una delle eredità che Ben ci ha consegnato è la capacità di vedere sempre le cose da dentro. Era in grado di percepire i sentimenti di una persona meglio di coloro che le erano attorno, perché le prestava attenzione. Quando sentiva che qualcuno non era contento del proprio aspetto, Ben diceva sempre: "Ecco cosa c’è di sbagliato nelle persone vedenti: vi guardate l’un l’altro e giudicate la vostra esteriorità”. Da questa prospettiva, il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore se non potessimo vedere.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

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