Roma, 22 giu. (askanews) – "La libertà religiosa è un diritto naturale e precede ogni formulazione giuridica perché è scritto nel cuore dell’uomo. É un diritto proclamato dalla dichiarazione universale dei diritti umani ma purtroppo viene ancora calpestato in troppe nazioni e troppo spesso nella quasi totale indifferenza". "Tacere sulla negazione della libertà religiosa equivale a esserne complici, noi non intendiamo farlo".

Così la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio per la presentazione della XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo della Fondazione pontificia ‘Aiuto alla Chiesa che Soffre’.

Ma non mancano le perplessità sulla coerenza dell’esecutivo a favore della libertà religiosa. E’ recente l’appello della Conferenza Evangelica contro un ddl  in discussione nelle commissioni di merito alla Camera, che definisce “abusivi” i luoghi di preghiera di confessioni che non hanno siglato intese con lo Stato e che non abbiano una precisa destinazione d’uso: ddl che vede primo firmatario il capogruppo del partito di Giorgia Meloni a Palazzo Montecitorio, Tommaso Foti, e che punta a far chiudere soprattutto le moschee che “stanno proliferando incontrollate”, come si legge nel preambolo del testo (da Repubblica del 20-6-2023).

Su questi temi abbiamo sentito l’on. Marco Simiani, capogruppo PD in commissione Ambiente, trasporti e lavori pubblici e Raffaella Di Marzio, direttrice Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza (LIREC).

 

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