Essere mamme in Italia – Rapporto “Le equilibriste” di Save the Children

Essere mamme in Italia – Rapporto “Le equilibriste” di Save the Children


Conciliare le attività all’interno della famiglia con il proprio lavoro era già difficile in tempi normali per le mamme. La pandemia ha portato un aggravamento della situazione.
Il Rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2020” di Save the Children, include l’Indice delle Madri, elaborato dall’Istat, che identifica le Regioni in cui è più o meno facile essere mamme.
Per il 2020 l’Indice fa riferimento alla situazione precedente alla crisi sanitaria causata dall’emergenza Covid-19, mettendo in evidenza anche i dati del Ministero del Lavoro, diffusi il 24 giugno, che parlano di dimissioni di neo-genitori dal lavoro.
Quali sono le richieste fatte al Governo, per una possibile soluzione dei vari problemi rilevati?

Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano
Antonella Inverno, responsabile Politiche Infanzia Save the Children.

Foto: www.savethechildren.it

“Come far ripartire le rinnovabili”: le proposte WWF al Governo

“Come far ripartire le rinnovabili”: le proposte WWF al Governo


Il Governo ha annunciato un Decreto sulle semplificazioni in vari settori per far ripartire l’Italia. Con l’occasione, il WWF ha pubblicato un documento nel quale individua i principali ostacoli che limitano lo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle infrastrutture connesse nel nostro paese e le possibili soluzioni pratiche per superarle.

Quali sono attualmente le fonti di energia rinnovabili più performanti o anche più convenienti? Cosa propone il WWF per quanto riguarda le soluzioni pratiche al problema energia?

Mario Calvagno e Carmen Zammataro hanno intervistato Antonio Barone, responsabile Comunicazione WWF Italia.

Valorizzare i luoghi d’Italia – I Beni del FAI hanno aperto le porte

Valorizzare i luoghi d’Italia – I Beni del FAI hanno aperto le porte


Dopo il lungo periodo di lockdown, finalmente possiamo dare valore ai territori italiani e ammirare il verde. Un simbolo positivo.
Tornano le Giornate FAI con un’edizione speciale per permettere di godere in sicurezza dello straordinario patrimonio d’arte e natura del nostro Paese.
Sabato 27 e domenica 28 giugno 2020, aperti oltre 200 luoghi in più di 150 località d’Italia.
Quali sono le tipologie di luoghi che il FAI rende disponibili per il pubblico?
Con quali modalità si può accedere?
Visite a contributo minimo – da 3 o 5 euro – con prenotazione online obbligatoria su www.giornatefai.it fino a esaurimento posti.
Il numero di ingressi per visita è limitato e previsto in gruppi ristretti proprio per rispettare le normative di sicurezza.

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Carola Ferrario, ufficio Giornate FAI.

Foto: www.fai.it

La chiesa è tutto per me –  Realtà o aspettativa delusa?

La chiesa è tutto per me – Realtà o aspettativa delusa?


Dopo il periodo di lockdown anche per le chiese, diversi sono portati a dire: “La chiesa è tutto per me”. Ma è realmente così?
Il raggiungimento di un equilibrio interiore tra lo stare chiusi in noi stessi e l’andare verso coloro che incontriamo ci permette di rimanere saldi anche di fronte a un rifiuto altrui.
Qual è allora il rapporto tra le nostre aspettative e la realtà di ogni giorno?

Qual è il pensiero di Dio che scaturisce dalla Bibbia su questo tema?

La Sacra Scrittura ci ricorda più volte che siamo “deboli” e ci invita a diventare forti con l’aiuto del Signore. Come si può fare per conciliare questi due aspetti?
Come far “quadrare il cerchio” delle debolezze reciproche?

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Roberto Iannò, direttore nazionale del dipartimento Ministeri della Famiglia dell’Unione Italiana delle Chiese cristiane avventiste e pastore della Chiesa avventista di Cesena.

Foto: Claudia Poenaru

Spazi Futuro: attività gratuite di Save the Children per contrastare la povertà educativa

Spazi Futuro: attività gratuite di Save the Children per contrastare la povertà educativa


In risposta ai disagi gravi causati dal Covid-19, al via in tutta Italia gli “Spazi Futuro” di Save the Children. Spazi educativi anche all’esterno, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, per restituire ai bambini e agli adolescenti un’estate di attività gratuite e di socialità e contrastare la povertà educativa. Il coronavirus ha messo in evidenza aree di deprivazione in tutto il paese, quasi a macchia di leopardo, visti i suoi effetti sull’educazione, sull’economia e sulle famiglie. L’educazione, formale e non, gioca un ruolo chiave in una fase in cui occorre fare di tutto perché nessun bambino venga lasciato indietro nello sviluppo delle proprie capacità.

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Foto: pagina Facebook Save the Children Italia

Il coronavirus è tutto tranne che un livellatore

Il coronavirus è tutto tranne che un livellatore

L’impatto di Covid-19 sui poveri del mondo.

Carmen Lăiu – Una carestia di proporzioni bibliche si profila già all’orizzonte, afferma David Beasley, direttore del World Food Programme (Fwp). Oltre 30 Paesi in via di sviluppo potrebbero essere colpiti dal flagello, 1 milione di persone sono già colpite. Non si tratta solo di gente che va a dormire affamata, insiste Beasley, ma è uno stato di emergenza in cui l’aiuto esterno è l’unica speranza.

Le persone più povere del mondo hanno già iniziato a sentire gli effetti della crisi alimentare. Le misure prese per rallentare la diffusione di Covid-19 hanno portato alla chiusura delle scuole in 197 Paesi, e circa 369 milioni di bambini non usufruiranno dei pasti scolastici.

Il coronavirus è tutto tranne che un livellatore” ha dichiarato Asha Jaffar, una volontaria che porta cibo alle famiglie in una baraccopoli di Nairobi, e respinge l’idea diffusa che siamo tutti uguali di fronte alla minaccia di questo nuovo nemico.

La carenza di cibo non è un fenomeno nuovo e il mondo ha già subito gravi crisi alimentari, ma si trattava di situazioni regionali, causate da eventi meteorologici estremi, da conflitti o problemi economici. Durante la pandemia, possiamo parlare di un fenomeno globale di carenza di cibo, affermano gli esperti, che configura l’intersezione di diversi fattori generati dalla crisi sanitaria e dall’interruzione del precedente ordine economico, e si sovrappone ai vecchi problemi come il cambiamento climatico, la migrazione o i conflitti armati.

Ciò che i poveri vivono ora è una carestia pandemica, “una catastrofe umanitaria e alimentare”, afferma Beasley.
Il Covid-19 ha creato l’ambiente perfetto per una grave crisi economica. E se i poveri sono i più colpiti, le previsioni sulle economie forti del mondo non sono tanto ottimiste.

Dalla crescita economica alla recessione
“È molto probabile che quest’anno l’economia globale subirà la peggiore recessione dalla Grande depressione, superando quella osservata durante la crisi finanziaria globale un decennio fa” ha dichiarato Gita Gopinath, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), nel rapporto del World Economic Outlook 2020. Gopinath ha affermato che l’attuale crisi non somiglia alle altre e che, come accade per una guerra o una crisi politica, “permangono gravi incertezze sulla durata e l’intensità della scossa”.

Le ultime previsioni del Fmi parlano di una contrazione del 3% dell’economia globale, con una revisione negativa del 6,3% rispetto alla stima fatta nel gennaio 2020. Tuttavia, un calo del 3% nell’economia è uno scenario “felice”, condizionato dalla remissione della pandemia nella seconda metà dell’anno.

Inoltre, se si verificassero più condizioni, come l’assenza di fallimenti su vasta scala, un basso livello di disoccupazione e l’assenza di stress sistemico nei mercati finanziari, l’economia globale potrebbe crescere del 5,8% nel 2021. Tale crescita supererebbe la media registrata negli anni precedenti la pandemia, ma in questo scenario vi sono ancora “notevoli incertezze” legate alla pandemia, al comportamento dei mercati finanziari e alle conseguenze economiche della crisi sanitaria.

A eccezione della Cina, che quest’anno potrebbe ravvisare una crescita economica dell’1,2%, tutte le economie dei Paesi sviluppati si ridurranno del 6% e nei Paesi emergenti e in via di sviluppo si ridurranno dell’1-2,2%.

La perdita cumulativa del Pil nel 2021-2022 potrebbe raggiungere i 9 trilioni di dollari, cifra leggermente superiore alle economie di Germania e Giappone messe insieme. La crisi globale non perdonerà nessuno, avverte Gopinath, sottolineando le ulteriori sfide che devono affrontare le economie emergenti e in via di sviluppo.

La pandemia evidenzia il volto della povertà nei Paesi ricchi
La crisi Covid-19 amplia la scala della povertà nel Regno Unito, dove, secondo i dati ufficiali, 14 milioni di persone devono affrontare lo spettro della povertà dopo un decennio di austerità a seguito della crisi finanziaria del 2008.

All’inizio di aprile l’Economic Times ha scritto che nelle ultime due settimane quasi 1 milione di persone si sono rivolte all’Universal Credit, la principale forma di aiuti dello Stato, 10 volte più del solito. La situazione è definita “una sfida senza precedenti” dall’ente benefico The Trussel Trust, che gestisce una rete di 1.200 banchi alimentari.

Se le famiglie che guadagnavano salari dignitosi prima della pandemia ora passano all’Universal Credit, vivranno ben presto in condizioni di povertà” ha dichiarato Louisa McGeehan, direttrice del Child Poverty Action Group UK.

In Spagna, gli esperti hanno avvertito che i poveri, gli anziani, gli emarginati e le persone con impieghi a basso reddito sono colpiti in modo sproporzionato dalla crisi generata dal nuovo coronavirus, scrive The Guardian. Una mappa del governo regionale catalano, che seguiva l’evoluzione della diffusione del virus, mostrava che gli abitanti dei quartieri poveri di Barcellona avevano un rischio 6-7 volte maggiore di essere contagiati, rispetto a chi viveva nei quartieri ricchi.

La crisi economica “senza precedenti” innescata dalla pandemia, come annunciato dalla Banca di Spagna, colpisce in maggior misura le persone molto povere. Il distretto di Puente de Vallecas, uno dei più poveri e più colpiti dall’epidemia a Madrid, è un esempio di come questa doppia crisi sia a svantaggio delle persone vulnerabili. Nel Puente de Vallecas vivono circa 230.000 abitanti, molti dei quali immigrati dall’America Latina, dal Marocco e dall’Europa dell’est. Sono generalmente persone che lavorano in settori a basso reddito e in stato di precarietà.

Patricia Dominguez ha 55 anni, è originaria della Colombia ed è vedova. È stata licenziata, così come la sua coinquilina, non appena il Covid-19 ha iniziato a provocare il caos in città. Riceve buoni per la speda dalla Croce Rossa, ma arranca.

Mangiamo poco. Viviamo con la doppia paura del virus e della crisi economica”, afferma la donna.

La Spagna non si aspettava una crisi sanitaria di così ampia portata, afferma il professor Manuel Franco dell’Università di Alcalá a Madrid, sottolineando che le decisioni da prendere devono basarsi sulle disparità sociali esistenti. Le disuguaglianze erano già state accentuate prima della pandemia: il divario di reddito aveva creato una differenza di aspettativa di vita di 7 e 11 anni tra i residenti più ricchi e più poveri, rispettivamente, di Madrid e Barcellona, secondo uno studio pubblicato nel 2019 da Oxfam Intermon.

Se questo è il volto della povertà nei Paesi europei sviluppati, che aspetto ha nelle regioni già vulnerabili? Un recente rapporto avverte che la pandemia è una martellata per milioni di persone che sono state a lungo in bilico sul bordo dell’abisso finanziario.

Quando la fame è un nemico più spaventoso del virus
Circa 265 milioni di persone nei Paesi a basso e medio reddito potrebbero affrontare scarsità alimentare nel 2020, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, secondo un rapporto del World Food Programme, agenzia delle Nazioni Unite.

La maggior parte delle persone che hanno combattuto la crisi alimentare nel 2019 vivono in Paesi colpiti da conflitti (77 milioni), cambiamenti climatici (34 milioni) e crisi economiche (24 milioni).

Nell’anno precedente, Yemen, Congo, Afghanistan, Venezuela, Etiopia, Sud Sudan, Siria, Sudan, Nigeria e Haiti sono stati i Paesi colpiti dalle peggiori crisi alimentari, e ospitano circa il 66% della popolazione mondiale alle prese con l’insicurezza alimentare. Se il 61% della popolazione del Sud Sudan ha subito carenze alimentari nel 2019, almeno il 35% della popolazione in Paesi come Zimbabwe, Sudan, Yemen, Repubblica centrafricana, Siria e Haiti ha vissuto lo stesso problema l’anno scorso.

Le multinazionali del settore alimentare, a loro volta, avvertono che il numero di persone che soffrono la fame cronica potrebbe raggiungere 1,6 miliardi (il doppio del numero attuale).

Il nuovo coronavirus amplifica i problemi esistenti e ne crea di nuovi, affermano gli esperti e molti temono che il Covid-19 influenzerà in gran parte le società più come problema economico che sanitario. Il nostro modo di vivere e di lavorare è cambiato da un giorno all’altro e le misure adottate per frenare la diffusione del virus hanno influito anche sulla produzione alimentare.

Gli esperti affermano che le preoccupazioni principali riguardano i rifugiati e i residenti nelle zone di conflitto (tra cui quelle nel nord-est della Nigeria, nel Sud Sudan, in Siria e Yemen).

La pandemia ha colpito gravemente milioni di persone, ha affermato Arif Husain, capo economista del World Food Program, sottolineando che “Non avevano bisogno del Covid-19. Anche senza di esso la loro vita era appesa a un filo”.

Le persone e i drammi nascosti dalle statistiche
Pur se la pandemia non ha provocato una carenza alimentare globale, i problemi logistici relativi alla semina, alla raccolta e al trasporto degli alimenti renderanno i Paesi poveri vulnerabili, in particolare quelli che dipendono dalle importazioni, ha dichiarato Johan Swinnen, direttore generale dell’International Food Policy Research Institute, Washington .

La quarantena e la mancanza di cibo hanno portato a proteste e saccheggi dall’Honduras al Sudafrica e all’India, scrive il New York Times.

A Kibera, la più grande baraccopoli della capitale del Kenya, l’epidemia ha aggravato la schiera di coloro che già muoiono di fame. La disperazione della gente è così grande che, quando hanno ricevuto donazioni in olio e farina, si sono ammassati, determinati a non rimanere a corto di ingredienti preziosi. Due persone sono rimaste uccise e molte altre sono state ferite nella calca.

“Non abbiamo soldi e dobbiamo sopravvivere. Ciò significa non mangiare molto”, afferma Pauline Karushi, che ha perso il lavoro e vive con il figlio e altri quattro parenti in un appartamento di due stanze.

La carenza alimentare è una minaccia sempre più presente in India, dove molti dipendevano dal reddito che riuscivano a ricavare giornalmente. La mancanza di denaro ha costretto gli abitanti delle città a tornare nelle zone rurali, innescando “la più grande migrazione di massa nella nazione dall’indipendenza”, ha affermato Amitabh Behar, amministratore delegato di Oxfam India.

Se non hai nemmeno una casa, come puoi lavorare da casa?” si chiede con amarezza Ramchandran Ravidas. Ha 42 anni ed è un pilota di risciò. Non ha clienti da quando c’è la quarantena. Normalmente, in una buona giornata e con molta energia, riesce a guadagnare fino a 6 dollari. È la prima volta nella sua vita che non può più sbarcare il lunario ed è la prima volta che riceve cibo da un’organizzazione benefica. L’uomo vive nel garage del proprietario che gli affitta il risciò e ora teme di essere sfrattato, dato che i clienti non usano più i loro servizi. “Non sono preoccupato per il coronavirus; se viene a prendermi, almeno questa miserabile vita finirà”, conclude tristemente Ravidas, dopo aver valutato le sue alternative.

“Nessuno muore di febbre” dice uno dei detti che circolano nel quartiere di San Roque a Manila, delineando così, per esclusione, l’immagine del vero nemico di cui avere paura. Le persone sono abituate alla febbre e alla tosse nel quartiere in cui microcriminalità, mancanza di cibo, ingorghi e carenza d’igiene sono problemi comuni. Eppure, le restrizioni al traffico li spaventano più del contagio.

L’isolamento “è un incubo per le persone come noi” afferma Susan Baldoza, osservando che, a San Roque, le persone preferirebbero morire di infezione piuttosto che soccombere lentamente alla fame.

Oltre alla pandemia, diversi Paesi africani affrontano una storica invasione di locuste. Già a gennaio, le Nazioni Unite hanno avvertito che le cavallette rappresentavano una “minaccia estremamente allarmante e senza precedenti” per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza. La pandemia ostacola gli sforzi per combattere questa invasione e alcune settimane fa una seconda ondata di locuste, 20 volte più grande della precedente, ha colpito di nuovo il continente.

“Prevediamo che il governo, i partner e il World Food Program ci salveranno, venendo in nostro aiuto con il cibo. Altrimenti, la nostra gente finirà per morire di fame” ha detto Christine Apolot, sindaco del distretto di Kumi in Uganda.

Coloro che non hanno nessuno
Il direttore del Wfp ha già annunciato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che sono necessari al più presto 2 miliardi di dollari di aiuti, perché la situazione dei poveri nei Paesi in via di sviluppo peggiora rapidamente. Altri 350 milioni di dollari serviranno per trasportare il cibo nelle aree di crisi. Questo appello è arrivato nel contesto in cui, alla fine del 2019, gli esperti avevano predetto che “il 2020 sarà l’anno peggiore dalla Seconda guerra mondiale”, prima ancora che l’invasione delle locuste diventasse una drammatica realtà in Africa.

Nel prossimo futuro, gli Stati più poveri potrebbero affrontare un difficile dilemma: salvare le persone dal coronavirus o salvarle dalla fame, dice il rapporto del Wfp.

La fame si può prevenire, secondo David Beasley. “Ottenendo i soldi e mantenendo aperte le filiere di approvvigionamento, possiamo evitare la fame” afferma Beasley e sottolinea che “in questo siamo insieme”.

Se i Paesi in via di sviluppo non riescono a tenere sotto controllo l’epidemia, il virus potrebbe diventare endemico e causare nuovi focolai in tutto il mondo, dicono 20 esperti (tra cui quattro premi Nobel) che hanno scritto ai leader del G20 per avvertirli dell’“inimmaginabile impatto sanitario e sociale” della crisi Covid-19 in queste regioni.

Anche se l’indifferenza verso la sofferenza da parte di coloro che vivono su altri meridiani ci costerebbe troppo per potercela permettere, abbiamo una ragione ancora più forte per intervenire, afferma Arif Husain: “Dobbiamo essere lì per queste persone, perché se non ci siamo noi, non ci sarà nessun altro”.

[Immagine: Pixabay. Carmen Lăiu scrive per St.Network. Traduzione: L. Ferrara]

Un futuro senza pandemie? Iniziamo da noi e dal nostro rapporto con gli animali

Un futuro senza pandemie? Iniziamo da noi e dal nostro rapporto con gli animali


In un mondo ed in un’Italia devastati dal Covid-19, in cui tutti vorrebbero tornare alla normalità precedente, la LAV ha formulato alcuni emendamenti al Decreto Rilancio, 15 per l’esattezza, che sono basati sulle 6 proposte indicate nel Manifesto d’intenti “Non torniamo come prima”. Nuove prospettive ed anche un nuovo rapporto con gli animali nettamente diverso dal passato. Non dobbiamo pensare che la diffusione del coronavirus sia un fenomeno isolato, né che sarà un vaccino a salvare il Pianeta dalle prossime pandemie se non cambieremo, a partire da noi. Siamo tutti invitati a prendere le distanze da egoismo e indifferenza e a fondare una nuova alleanza con gli umani, gli animali e il Pianeta.

Mario Calvagno e Carmen Zammataro hanno intervistato Gianluca Felicetti, presidente LAV.

Foto: www.lav.it

Osservatorio Covid-19 a Roma e provincia. Contrasto alle infiltrazioni criminali nel commercio

Osservatorio Covid-19 a Roma e provincia. Contrasto alle infiltrazioni criminali nel commercio


Nasce a Roma l’Osservatorio Covid, lanciato da Ambulatorio Antiusura e Confcommercio Roma, per contrastare sia le infiltrazioni criminali che il rischio usura. Un piano per tutelare e sostenere le piccole e medie imprese colpite economicamente dalla crisi legata al lockdown. Un “Osservatorio della legalità”, un numero verde, assistenza associativa gratuita da parte di Confcommercio agli imprenditori che “resistono” alle offerte di acquisto che dovessero risultare provenienti da consorterie criminali. Ambulatorio Antiusura offre consulenza gratuita per accedere ai fondi di aiuto. Sarà operativo il numero verde 800 810 123, dedicato a imprenditori, artigiani e partite IVA che potranno segnalare queste situazioni, prendendo un appuntamento presso un Punto d’ascolto dedicato.
C’è anche la proposta al governo per l’apertura di un osservatorio istituzionale a livello nazionale.

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro all’avvocato Luigi Ciatti, presidente di Ambulatorio Antiusura Onlus e al dott. Pietro Farina, direttore di Confcommercio Roma.

Foto: pagina facebook Ambulatorio Antiusura Onlus

Dl Rilancio. Emendamenti per tassare tabacco riscaldato e vaporizzatori: saranno un deterrente al fumo?

Dl Rilancio. Emendamenti per tassare tabacco riscaldato e vaporizzatori: saranno un deterrente al fumo?


Tra gli oltre mille emendamenti al Decreto Rilancio, ci sono due proposte per intervenire sulle accise del tabacco riscaldato e delle sigarette elettroniche. Gli aumenti del prezzo d’acquisto saranno efficaci come deterrente?
Le strategie di incremento delle vendite da parte dei produttori sono varie e hanno il solo scopo di aumentare i profitti delle aziende produttrici di tabacco e danneggiare i consumatori che corrono rischi gravissimi per la loro salute. In Italia ci sono 80.000 morti l’anno a causa del fumo. Quali misure di contrasto adottare? Chi vuole liberarsi da questa dipendenza a chi si può rivolgere?

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al prof. Giacomo Mangiaracina, medico, specialista in Salute Pubblica, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione.

Foto: ID 128022049 © Auremar Dreamstime.com

Firenze. Chiusura anno accademico dell’Istituto avventista «Villa Aurora»

Firenze. Chiusura anno accademico dell’Istituto avventista «Villa Aurora»


Il 19 e il 20 giugno si terrà presso l’Istituto avventista di cultura biblica “Villa Aurora” la cerimonia di chiusura dell’anno accademico 2019-2020. Un anno sicuramente particolare, vista l’emergenza Covid-19, ma le attività non si sono fermate e in completa sicurezza è stato possibile proseguire con le lezioni. Il past. Davide Romano, direttore della Facoltà avventista di Teologia (FAT), ha parlato ai nostri microfoni dell’esperienza di quest’anno e ha annunciato alcune novità per quanto riguarda l’offerta formativa. All’interno del servizio, Elisa Ghiuzan, Cesare Zausa e Rafaela Thais De Araujo raccontano brevemente la loro esperienza di studenti presso la FAT.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

“Io sono l’altro” di Niccolò Fabi – Canzone vincitrice premio Amnesty “Voci per la libertà”

“Io sono l’altro” di Niccolò Fabi – Canzone vincitrice premio Amnesty “Voci per la libertà”


Finestre di vita spicciola, giornaliera, ma anche uno sguardo alle cose macroscopiche, ai temi umanitari, nel testo di Io sono l’altro di Niccolò Fabi, la canzone vincitrice del premio Amnesty di Voci Per la Libertà. Testo più che mai attuale in questo tempo di pandemia, ci ricorda che chiunque è l’altro per me ma anche che io sono l’altro per chiunque. Un modo per imparare il rispetto e la solidarietà reciproci.
L’arte è in grado di toccare angoli dell’intelligenza, della personalità e della società che altrimenti sarebbe impossibile toccare soprattutto in tema di diritti umani.

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro a Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International.

Foto: pagina Facebook Amnesty International Italia

29 agosto. Offerta speciale per aiutare le comunità devastate dal Covid-19

29 agosto. Offerta speciale per aiutare le comunità devastate dal Covid-19

 

Maol – La Conferenza Generale ha modificato l’uso dell’offerta prevista per l’Assemblea mondiale 2020 (che è stata spostata al 2021 a causa della pandemia), destinandola agli aiuti per le conseguenze del coronavirus. Nelle chiese in Italia questa offerta si raccoglierà il 29 agosto.

Una busta speciale verrà inviata alle chiese nella spedizione di fine giugno-inizio luglio dalla casa editrice Adv.

I fondi raccolti dalle comunità avventiste locali saranno utilizzati nella propria regione del mondo. Ciò significa che tutte le offerte «Covid-19» raccolte nelle chiese in Italia e nel territorio della Divisione Intereuropea (Eud) saranno gestite dall’Eud stessa che le userà per finanziare iniziative in aiuto di coloro che soffrono per questa pandemia, con forniture di mascherine, beni di prima necessità, consulenza e altro ancora.

Quando la crisi colpisce, è tempo di intensificare gli aiuti. Al momento, sono oltre 7.300.000 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 nel mondo, e più di 419 mila i decessi.1

Ogni mattina, i notiziari ci aggiornano sull’andamento del coronavirus in Italia e a livello globale. Non sono solo statistiche; a ogni numero corrisponde una persona che lotta contro la malattia o una famiglia che piange la scomparsa di un suo congiunto.

«E basta solo questo a collegare ogni statistica a te e a me» dicono dalla Chiesa mondiale «All’improvviso abbiamo la possibilità di fare di più che scuotere semplicemente la testa mentre leggiamo i tragici titoli dei notiziari»”.

 

Nota
1 https://www.worldometers.info/coronavirus/?utm_campaign=homeAdUOA?Si%23countries, consultato l’11 giugno 2020.

 

[Immagine: Pixabay]

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