Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #8

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #8


Intrigante parabola quella tratta dal Vangelo di Matteo 13:52. Allora Gesù disse loro: "Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie".

Chi era lo scriba e quale funzione svolgeva in particolare all’interno dell’ebraismo? Cosa rappresenta il tesoro dello scriba/padrone di casa?

Dal tesoro vengono tratte cose nuove ma anche cose vecchie. Le vecchie non vengono buttate via ma sono anch’esse valide, hanno valore comunque. Cosa rappresentano questi simboli?

 

Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano il pastore Saverio Scuccimarri, professore e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #7

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #7


Intrigante parabola quella della rete, narrata da Gesù nel Vangelo di Matteo 13:47-50: “Il Regno dei cieli è simile ad una rete gettata in mare che raccoglie pesci di ogni tipo, buoni e cattivi. Quando la rete è piena, i pescatori la tirano sulla spiaggia, poi si siedono e fanno la cernita: mettono nei cesti i pesci buoni e buttano via gli altri. Così avverrà alla fine del mondo: gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti e getteranno i malvagi nel fuoco. Là piangeranno, digrignando i denti”. Quali idee principali esprime? Ѐ plausibile un “aggiornamento” della parabola della rete da pesca con una rete diversa, più adeguata ai tempi in cui viviamo?

La parabola apparentemente mostra un mondo dualistico: bene e male, bianco e nero. Qual è il concetto espresso a questo proposito, nel messaggio di Gesù all’umanità?

Il tema principale della parabola della rete è il giudizio, tema che porta tanti a mettersi sulla difensiva, se, comunque, non provano già paura. Come stanno le cose dal punto di vista della Bibbia, dal punto di vista di Dio?

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri, docente e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #6

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #6


Nel Vangelo di Matteo 13:45,46 Gesù narra la parabola della perla di grande valore: “Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. Chi è il mercante e cosa rappresenta la perla? Quali analogie con la perla preziosa possiamo scoprire in due libri profetici come Isaia e Apocalisse? Il mercante, per entrare in possesso della perla vende tutto quello che ha. Cosa significa questo nella realtà della salvezza? Quali similitudini e quali differenze fra questa parabola e quella del tesoro nascosto?

 

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri, docente e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

 

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #5

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #5


Leggiamo, nel vangelo di Matteo 13:44, la parabola del tesoro nascosto in un campo. Un uomo lo trova ed esplode di gioia. Questa reazione rappresenta un dettaglio importante? Il regno di Dio è gioia?

Per comprare il campo, dettaglio interessante, la persona vende tutto ciò che ha. Che cosa significa questo nella vita di ciascuno di noi in rapporto a Cristo?

Il tesoro non viene trovato alla luce del sole, non viene avvistato in superficie, ma  viene scoperto, cioè viene tolto qualcosa che lo copriva, che lo celava. Servono impegno, consapevolezza per trovare, anzi per scoprire il tesoro della parabola, cioè Gesù?

 

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri, docente e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

 

 

 

 

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #4

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #4


Troviamo, nel vangelo di Matteo 13:31-32, la parabola del granello di senape che viene seminato da un uomo nel suo campo. Ѐ legato ad una similitudine, spiegata da Gesù, quella col regno dei cieli. Ma questo è già qui, oppure è qualcosa che verrà? O ancora è un luogo, un concetto, uno stile di vita?

Il seme della senape, il più piccolo fra tutti, si trasforma nella pianta della senape che è abbastanza grande tanto da poter dare riparo agli uccelli. Qual è il significato in relazione al regno dei cieli?

Gesù, anche nella parabola del lievito parla del regno dei cieli, come leggiamo in Matteo 13:33. Il lievito, nella cultura ebraica, rappresentava la corruzione del peccato. Ma qui però è legato a qualcosa di positivo. Come mai? Questa piccola parabola del lievito, in definitiva, sembrerebbe anche mettere in discussione e rifondare il modo “umano” di intendere il regno di Dio, la grazia, la fede, l’ubbidienza.

Le due parabole, granel di senape e lievito, potrebbero essere considerate “rafforzative” l’una dell’altra?

 

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri, docente e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #3

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #3


Il grano e la zizzania sono al centro della parabola di Matteo 13.36-43. Gesù dice che il campo è il mondo. Ci viene offerto in una visione dualistica, di contrasto fra il bene e il male. Inoltre la realtà dell’uomo è contraddittoria. Fondamentale è il tema del giudizio: alla fine la zizzania verrà separata dal buon grano e verrà bruciata, distrutta. Perché il giudizio spaventa o, comunque, erige a volte una barriera nei confronti di Dio? Che cosa dobbiamo fare noi fino a quando il Signore entrerà in scena col giudizio finale? Qual è il nostro compito in un mondo in cui bene e male si intersecano e spesso anche si sovrappongono?

La parabola del grano e della zizzania pone ancora una questione: sembrerebbe voler dire che nel mondo ci sono figli della luce e figli delle tenebre, che c’è chi ha la fortuna di essere nato grano, e chi ha la sfortuna di nascere zizzania, o anche che c’è chi è seme di Dio, e chi è seme del diavolo. Parrebbe quasi di trovarsi davanti a un destino già tracciato, o, in altre parole, ad una predestinazione dell’uomo. Ma è proprio così? Da chi dipende il risultato finale del giudizio?

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri, professore e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

 

 

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #2

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #2


Fra le parabole di Gesù più note c’è sicuramente quella del seminatore. “Il seminatore uscì a seminare” riporta l’evangelista Matteo. Il seminatore è attivo, si dà da fare. Nella spiegazione di Gesù rappresenta Dio; per estensione, potrebbe rappresentare la chiesa che deve servire, non asservire, l’umanità. Per esempio, una chiesa la cui organizzazione si irrigidisce e si appesantisce, al punto che gran parte delle proprie risorse economiche ed umane servono a mantenere se stessa, anziché essere impiegate al servizio verso il prossimo, è una chiesa che contrasta con l’idea di un Gesù che viene per servire e non per essere servito. Il seme, la parola di Dio, cade su quattro terreni diversi, che lo accolgono in un certo modo o lo respingono del tutto. Quanto ancora dobbiamo scendere in profondità per comprendere appieno questo meraviglioso racconto?

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri, professore e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #1

Le parabole, racconti senza tempo per conoscere le verità divine #1


Inizia con questa introduzione generale un itinerario fra le parabole riportate da Matteo nel suo Vangelo. Qual è il motivo per cui Gesù sceglie di insegnare al popolo attraverso parabole? Perché i temi trattati sono riferiti prevalentemente alla natura e ai mestieri? Questo genere di racconto nasce con Gesù o proviene dalla tradizione ebraica? Nelle parabole, oggetti di uso comune e situazioni di vita ordinaria si trasformano in strumenti efficaci per apprendere e mettere in pratica gli insegnamenti del nostro Creatore.

Intervista di Mario Calvagno e Carmen Zammataro al pastore Saverio Scuccimarri,  professore e decano della Facoltà Avventista di Teologia e responsabile della redazione religiosa della Casa editrice ADV.

 

 

Photo 150032631 © Photodynamx | Dreamstime.com

Il regno dei cieli è simile a… (5)

Il regno dei cieli è simile a… (5)


Continuiamo a commentare le parabole del regno dei cieli. Vediamo in questa puntata quella della rete: “Il regno dei cieli è simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla. Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti” (Matteo 13:47-50). Quale messaggio ci ha voluto lasciare Gesù con questa parabola? Cos’è la fornace ardente alla quale fa riferimento? Dobbiamo avere paura del giudizio? Cosa ci dice la Bibbia in merito al carattere di Dio?

Alessia Calvagno ne ha parlato con Mariarosa Cavalieri, responsabile del Dipartimento Ministeri Personali e Scuola del Sabato della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

Immagine: ID 25796037 © Kenneth Keifer | Dreamstime.com

Il regno dei cieli è simile a… (4)

Il regno dei cieli è simile a… (4)


Continua il commento delle parabole del regno dei cieli. In questa puntata analizziamo quella del lievito: «Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata» (Matteo 13:33). Nella Bibbia, in altri testi, il lievito è simbolo del peccato, mentre qui assume un significato diverso, simboleggia qualcosa di straordinario, in grado di cambiare la nostra esistenza. In che modo possiamo lasciarci trasformare da Dio?

Alessia Calvagno ne ha parlato con Mariarosa Cavalieri, responsabile del Dipartimento Ministeri Personali e Scuola del Sabato della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

Immagine: ID 68641405 © HandmadePictures | Dreamstime.com

Il regno dei cieli è simile a… (3)

Il regno dei cieli è simile a… (3)


Commentiamo in questa puntata un’altra delle parabole del regno dei cieli: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand’è cresciuto, è maggiore dei legumi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami» (Matteo 13:31-32).

Insieme a Mariarosa Cavalieri, responsabile del Dipartimento Ministeri Personali e Scuola del Sabato della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, scopriamo il significato profondo di questa parabola, che contiene degli insegnamenti importanti anche per i cristiani di oggi. Alcuni commentatori hanno visto in questo granello che cresce lo sviluppo della chiesa cristiana, ma possiamo vedere anche noi stessi. Così come il seme che cresce fino a diventare un albero sotto il quale gli uccelli posso trovare riparo, anche noi possiamo “crescere” e sviluppare il nostro carattere perché la nostra presenza possa essere una benedizione per chi ci circonda.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Immagine: ID 117883199 © Luis Echeverri Urrea | Dreamstime.com

Il regno dei cieli è simile a… (2)

Il regno dei cieli è simile a… (2)


Continuiamo a commentare “Le parabole del regno dei cieli”. Nello specifico ci soffermiamo su quella del seminatore, che troviamo nei Vangeli di Matteo, di Marco e di Luca. La leggiamo dal Vangelo di Matteo, al capitolo 13, versetti da 1 a 9: «Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo: “Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un’altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un’altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi per udire oda”». Qual è il significato profondo di questa parabola? Come possiamo essere “buona terra” e portare frutto?

Alessia Calvagno ne ha parlato con Mariarosa Cavalieri, responsabile del Dipartimento Ministeri Personali e Scuola del Sabato della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

Immagine: ID 121746044 © Valmedia Creatives | Dreamstime.com

Pin It on Pinterest