La morte di George Floyd e le proteste in varie città

La morte di George Floyd e le proteste in varie città

“Ognuno di noi deve schierarsi contro l’ingiustizia e l’odio”. Presa di posizione della Chiesa avventista in Nord America, Australia, Europa.

HopeMedia Italia – In una dichiarazione ufficiale, rilasciata il 29 maggio scorso, la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno in Nord America ha preso posizione “in merito alle tragiche uccisioni di Ahmaud Arbery in Georgia, Breonna Taylor nel Kentucky, George Floyd nel Minnesota”.

“In quanto comunità cristiana con il maggior indice di differenziazione etnica negli Stati Uniti, la nostra voce rappresenta quasi tutte le realtà etniche del nostro Paese” si legge nella dichiarazione “condanniamo qualsiasi azione di odio e di violenza e chiediamo che giustizia sia fatta per le vittime e le loro famiglie. Alcuni di coloro ai quali è stata affidata la tutela di tutte le componenti della società hanno tradito il patto solenne di servire l’altro, specialmente i più svantaggiati. Nessun americano, quando esce di casa, dovrebbe temere per la propria vita, a causa del colore della pelle o dell’ascendenza etnica”.

Il comunicato sollecita quindi “ogni membro delle nostre comunità a pregare e a riflettere sul modo in cui interagisce con coloro che fanno parte della collettività che lo circonda. Ognuno di noi deve schierarsi contro l’ingiustizia e l’odio, come fece Gesù quando era su questa terra. Possiamo fare la differenza nella vita degli emarginati le cui aspettative sono state tradite. Dobbiamo dare voce alle vittime dell’odio e del razzismo. Le nostre azioni possono parlare più forte delle parole”.

Il past. Stefano Paris, presidente della denominazione in Italia, ha ribadito: “La Chiesa avventista condanna ogni forma di odio e di violenza specialmente quando ha una matrice razziale. Ci uniamo al cordoglio dei familiari delle vittime, auspicando che la giustizia individui e punisca i colpevoli. Solo Dio cancellerà il male dal mondo, ma in attesa di quel giorno, in quanto credenti e cristiani dobbiamo impegnarci a trasmettere l’amore che Cristo ci ha insegnato”.

Le voci di condanna da parte di dirigenti e istituzioni avventiste si sono moltiplicate nei giorni.

Messaggio del presidente della Chiesa mondiale
“La Chiesa avventista globale è unita nel condannare il razzismo, il bigottismo, l’odio, i pregiudizi e la violenza in tutte le sue molteplici forme. Sappiamo che il Signore è un Dio di giustizia, che vede e conosce tutto” afferma Ted N. C. Wilson, presidente della denominazione a livello mondiale.

“Ho inviato lettere di cordoglio, a nome della Chiesa, alle famiglie di Ahmaud Arbery, Breonna Taylor e George Floyd” continua il presidente “in cui ho espresso la nostra partecipazione al dolore per la tragica perdita dei loro cari e affermato che sosteniamo fermamente  i principi biblici che vanno contro a odio, rabbia, razzismo, pregiudizi e altro”.

Nel messaggio Wilson offre alle famiglie sostegno, speranza e incoraggiamento, ma non solo. “Stiamo inviando a ogni famiglia una piccola, tangibile indicazione di simpatia e incoraggiamento pratico sotto forma di frutta”.

Dopo aver esortato i credenti a essere parte positiva e attiva nella società in cui vivono “portando pace, conforto, speranza e quel coraggio che solo Cristo può fornire mentre seguiamo il suo esempio come delineato nel Vangelo di Luca 4:18”, invita a “praticare il frutto dello Spirito che è ‘amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo’ (Galati 5:22,23)”.

Dichiarazione dei dirigenti in Europa
Esprime dolore ed empatia alla famiglia di George Floyd, l’afroamericano disarmato, morto il 25 maggio dopo che un poliziotto bianco gli aveva premuto il ginocchio sul collo, la dichiarazione della Chiesa avventista in Europa.

L’orribile morte dell’uomo ha provocato preoccupazione e proteste non solo negli Stati Uniti, dove sono sfociate in atti di violenza, ma anche in tutto il mondo, con lo slogan “Non riesco a respirare”, le parole ripetute più volte dalla vittima. Manifestazioni si sono svolte nei giorni scorsi davanti alle ambasciate statunitensi e in varie città e Paesi europei, tra cui Danimarca, Polonia e Regno Unito.

I dirigenti della Chiesa avventista in Europa si uniscono alla voce della denominazione in Nord America e affermano: “Condanniamo queste azioni di odio e violenza e chiediamo che sia fatta giustizia per le vittime e per loro famiglie. Chiediamo inoltre un’azione concreta che possa portare tutti i cittadini verso una società più equa e reciprocamente solidale, sia negli Stati Uniti sia nelle culture in cui viviamo e serviamo. Sebbene non giustifichiamo i saccheggi e la rivolta, come mostrano le immagini in televisione, capiamo la frustrazione e il dolore derivanti dall’emarginazione nella società”.

“Come cristiani” continuano “crediamo in un Dio che ama incondizionatamente, che ha dato il suo unico Figlio in modo che nessuno debba perire (Giovanni 3:16). Accettiamo le parole di Paolo secondo cui ‘siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù’ (Galati 3:26). Chiediamo ai membri delle nostre chiese e alle comunità, ovunque, di cercare dei modi per costruire la collettività, abbattere barriere, dar voce agli emarginati e di esprimersi contro odio e ingiustizia”.

Dichiarazione dall’Australia
In una dichiarazione rilasciata il 2 giugno, il past. Jorge Munoz, presidente della Chiesa avventista in Australia, esprime cordoglio per gli eventi accaduti negli Stati Uniti, pur riconoscendo che “anche in Australia non siamo esenti da simili questioni, e come seguaci di Gesù condanniamo ogni forma di razzismo e odio”.

In quanto cristiani, dobbiamo adoperarci per “creare spazi in cui le persone possano… sentirsi libere dai pregiudizi. Come seguaci di Gesù siamo chiamati a creare ambienti in cui gli altri si sentano amati, desiderati e riconciliati in uno spirito di unità. Possano i nostri cuori essere sensibili e pronti a diventare agenti di cambiamento nella nostra comunità e nel nostro Paese. Essere più simili a Cristo è ciò di cui abbiamo bisogno come mai prima d’ora”.

 

Il razzismo ha ancora cittadinanza fra noi

Il razzismo ha ancora cittadinanza fra noi


Un capitano in pensione della polizia di St. Louis, in Missouri, è stato ucciso durante i saccheggi in cui sono degenerate in questi giorni le proteste contro la morte dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis, dopo che un poliziotto gli ha premuto il ginocchio sul collo mentre lo arrestava.
Il razzismo e la violenza hanno ancora cittadinanza fra noi, in tutti i paesi e anche in Italia. Cosa si può fare per cambiare direzione?

Paolo Apostolo ci dà delle indicazioni: “Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d’Abraamo, eredi secondo la promessa (Galati 3:27-29).

Intervista di Mario Calvagno al pastore avventista Daniele Benini.

Foto: ID 184804829 © Arienne Davey | Dreamstime.com

Australia. Capi religiosi denunciano le recenti manifestazioni di razzismo nel Paese

Australia. Capi religiosi denunciano le recenti manifestazioni di razzismo nel Paese

Il past. Jorge Munoz tra i firmatari di una dichiarazione congiunta contro i pregiudizi legati al coronavirus.

Notizie Avventiste – Il presidente della chiesa avventista del settimo giorno in Australia, past. Jorge Munoz, è tra i sei firmatari della dichiarazione congiunta che denuncia e condanna le manifestazioni di razzismo contro le persone asiatiche verificatesi nel Paese a causa del coronavirus. Hanno sottoscritto il documento anche il dott. Michael Stead, vescovo anglicano di South Sydney; Peter Wertheim, co-amministratore delegato del Consiglio esecutivo degli ebrei australiani; l’imam Shadi Alsuleiman, presidente del consiglio nazionale degli imam australiani; Hussein Faraj, dell’United Shia Islamic Foundation; e il dott. Con Kafataris, presidente dell’Alleanza cristiana australiana.

Nella dichiarazione i capi religiosi affermano:
“La rapida diffusione del Covid-19, virus potenzialmente mortale, ha giustificatamente e profondamente turbato le persone in tutto il mondo. A ragione la gente ha preso precauzioni sensate per evitare di contrarre il virus. La copertura mediatica ha aumentato la nostra consapevolezza sui pericoli del virus e sui comportamenti da adottare per proteggere noi stessi e i nostri cari.

Allo stesso tempo, la linea di demarcazione tra pubblica vigilanza e reazione eccessiva a volte si confondono. Mentre gli operatori sanitari e molti altri hanno mostrato grande dedizione e responsabilità nel tentativo di contenere la diffusione del virus, una minoranza di persone ha agito in modo contrario, cedendo alla paura irrazionale e al pregiudizio.

Le peggiori manifestazioni di quest’ultimo comprendono l’abuso verbale, “othering” (diversità in senso negativo) e molestie nei confronti di australiani di origine asiatica o presunta asiatica, solo perché tali, indipendentemente dal fatto che siano stati o meno all’estero di recente o presentino sintomi. Assurdamente questo comportamento è stato rivolto anche a medici e altri operatori sanitari di aspetto asiatico, ognuno dei quali potrebbe essere necessario per superare questa crisi.

L’insensato atteggiamento di cercare un capro espiatorio in persone innocenti è codardo e ignobile. Viola gli insegnamenti etici più fondamentali di ciascuna delle nostre rispettive religioni, che costituiscono le basi del nostro sistema legislativo e costituzionale, e delle idee tipicamente australiane di tolleranza, rispetto ed equa opportunità per tutti.

Plaudiamo al Primo Ministro e al leader dell’opposizione per la condanna di xenofobia e razzismo, e per aver espresso simpatia e solidarietà nei confronti degli australiani di origine cinese. Appoggiamo il richiamo alla ragione fatta dal Race Discrimination Commissioner (Commissario responsabile della discriminazione razziale)”.

La dichiarazione dei leader religiosi in Australia termina con un appello ai credenti a unirsi in preghiera perché l’emergenza coronovirus termini presto, a dare l’esempio “esprimendosi contro il pregiudizio razziale ogni volta che lo vedono”, a essere solidali con le persone e le famiglie colpite dalla discriminazione.

“Invitiamo gli australiani, persone di fede e non” conclude il documento “a lavorare insieme in modo solidale per ridurre al minimo l’impatto del virus nella misura in cui ciò rientra nelle nostre competenze”.

 

[Fonte: Adventist Record. Foto: Gerd Altmann da Pixabay]

Prima visione – Jo Jo Rabbit

Prima visione – Jo Jo Rabbit


In questo numero di Prima Visione, parliamo di “Jo Jo Rabbit” con Peter Ciaccio, dell’Associazione protestante cinema Roberto Sbaffi.

Siamo nella Germania del 1944, il padre di Jojo è al fronte in Italia, mentre sua madre, Rose, si prende cura di lui, dopo la morte della sorella. Il bambino trascorre le sue giornate in compagnia di Yorki, il suo unico vero amico, e frequentando un campo per giovani nazisti, gestito dal capitano Klenzendorf. Sebbene sia considerato strambo dai suoi coetanei, il ragazzo si sente un nazista avvantaggiato perché ha un amico immaginario molto particolare: una versione grottesca e caricaturale di Adolf Hitler. Jojo odia gli ebrei, nonostante non ne abbia mai visto uno, è fermamente convinto che sia giusto ucciderli.
La sua visione nazista del mondo cambia completamente quando scopre che sua madre nasconde in soffitta una ragazza ebrea. Da questo momento in poi Jojo dovrà fare i conti con i dubbi sorti riguardo il nazionalismo e in questo dissidio interiore verrà aiutato soltanto dal suo amico immaginario Adolf.

SCUOLA e famiglia – 16 – Razzismo del 28 ottobre 2019

SCUOLA e famiglia – 16 – Razzismo del 28 ottobre 2019


La rubrica “Scuola e famiglia” è curata dalla professoressa Rosanna Maricchiolo, insegnante e formatrice. Oggi più che mai la scuola e la famiglia sono chiamate a collaborare strettamente per EDUCARE e FORMARE.

In questa puntata continuiamo ad approfondire i valori, oggi parliamo dell’argomento RAZZISMO.

Prima visione – Blinded By the Light

Prima visione – Blinded By the Light


In questo numero di Prima Visione, parliamo di “Blinded By the Light” con Peter Ciaccio, dell’Associazione protestante cinema Roberto Sbaffi.

Inghilterra, 1987. Nel mezzo dei tumulti razziali ed economici dell’epoca, Javed, un giovane britannico di origine pakistana, è assediato dall’intolleranza dilagante nella sua città e dall’inflessibilità tradizionalista della figura paterna. La sua unica via di fuga è rappresentata dalle poesie che scrive chiuso tra le mura della propria stanza. La sua adolescenza prende però una piega diversa quando un suo compagno gli fa conoscere la musica di Bruce Springsteen. Javed individua così dei parallelismi tra la sua vita e i potenti brani del “Boss”, grazie ai quali trova  il coraggio di esprimersi con la sua particolarissima voce (da comingsoon.it).

Conferenza su  Primo Levi-  professoressa Raffaella Di Castro

Conferenza su Primo Levi- professoressa Raffaella Di Castro


In questa puntata potrete seguire l’intervista a Raffaella Di Castro sulla conferenza dal titolo “il gesto della testimonianza- la memoria anti-idolatrica di Primo Levi”
Raffaella Di Castro è coordinatrice di progetti culturali e formativi per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (dal 2016).
Studiosa di filosofia e autrice di diversi saggi sul problema dell’idolatria nell’ebraismo e sulla memoria della Shoah, tra cui: Il divieto di idolatria tra monoteismo e iconoclastia. Una lettura attraverso Emmanuel Levinas, Guerini, Milano 2012 e Testimoni del non-provato. Ricordare, pensare, immaginare la Shoah nella ‘terza’ generazione’, Carocci, Roma 2008.
Abilitata alle funzioni di professore associato in filosofia morale.

Buongiorno con l’Edicola RVS del 19 ottobre 2018

Buongiorno con l’Edicola RVS del 19 ottobre 2018


In questo numero Claudio Coppini e Roberto Vacca commentano con i loro ospiti alcuni articoli tratti dai giornali di oggi. Sono intervenuti Sandro Fallani, sindaco di Scandicci, Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, Nino Plano, pastore della Chiesa avventista di Milano. Tra i temi trattati: l’ennesimo caso di morti sul lavoro (00:01.30), la percezione della mafia in Italia (00:10.30), inquinamento a Milano (00:22:00), la deriva razzista nel nostro Paese (00:32:00).

immagine riportata dal sito corriereirpinia.it

L’Italia è un paese razzista?

L’Italia è un paese razzista?


In questo numero di Sfogliando il giornale abbiamo parlato di razzismo, tema al centro del dibattito pubblico italiano. Esiste un’emergenza razzismo nel nostro paese?

Prendiamo spunto da un articolo di qualche giorno fa apparso su Repubblica, al fine di inquadrare le diverse posizioni politiche: «Aggressione a Osakue, il Pd: “Chi nega il razzismo è complice”. Salvini: “Emergenza? Sciocchezze”. 5Stelle divisi – L’opposizione chiede al ministro di riferire in aula. Di Maio: “Non strumentalizzare il tema contro il governo”. Ma nel Movimento si levano voci critiche. Il sottosegretario Fioramonti: “Chi ha incarichi, pesi le parole”. Zaia si smarca dal leader leghista: “Colpita solo per il colore della pelle”. Conte chiama l’atleta azzurra: “Condanniamo sempre questi atti ma no alla psicosi razzista”. Preoccupazione da Unhcr, Anm, comunità ebraica e Cgil».

Ne parliamo con il Paolo Naso, coordinatore del progetto Mediterranean Hope (FCEI), Saverio Scuccimarri, direttore de Il Messaggero Avventista, Vittorio Fantoni, pastore avventista.

Sfogliando il giornale: situazione dei Rom in Italia – manifestazione 2 agosto

Sfogliando il giornale: situazione dei Rom in Italia – manifestazione 2 agosto


In questo numero di Sfogliando il giornale Roberto Vacca ha intervistato Paolo Cagna Ninchi, presidente di Upre Roma, un’associazione che “si propone di promuovere tutti gli ambiti culturali, formativi, informativi e attività sociali, nei quali si può realizzare l’espressione della cultura e delle tradizioni rom e sinte e un impegno civile che favorisca le relazioni interculturali e, in applicazione della Costituzione italiana, l’affermazione dei diritti civili. Contro ogni forma di ignoranza, di intolleranza, di violenza, di censura, di ingiustizia, di discriminazione economica, sociale, razziale, di genere per una piena coesione sociale”.

Tema dell’intervista i pregiudizi e le generalizzazioni che circondano il mondo Rom. A tal proposito, giovedì 2 agosto è in programma una manifestazione: “Dalle 14 alle 17 Rom e Sinti saranno davanti a Montecitorio per:
– ricordare gli ultimi 2.897, donne, uomini e bambini rom e sinti dello Zigeunerlager di Auschwitz-Birkenau uccisi nella notte del 2 agosto 1944 e commemorare con loro più di mezzo milione di fratelli e sorelle morti nei campi di sterminio d’Europa;
– manifestare la propria preoccupazione per il clima di discriminazione con minacce di censimenti etnici e violenza diffusa contro persone e comunità rom e sinte e chiedere al governo italiano di promuovere interventi condivisi con la comunità rom e sinta e perciò efficaci, lavorando a un vero cambiamento perché non si viva nella paura e nella rabbia, ma con coraggio e speranza”.

L’Altro Binario: appello Carta di Roma ai giornalisti: basta odio!

L’Altro Binario: appello Carta di Roma ai giornalisti: basta odio!


In questa puntata de L’Altro Binario Roberto Vacca e Claudio Coppini dialogano col giornalista Gian Mario Gillio, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI). Per introdurre il tema dell’intervista prendiamo spunto da un articolo tratto da Nev – Notizie Evangeliche: «Carta di Roma. Appello alla stampa, ai telegiornali e ai giornalisti: “Basta odio”».

Si legge nell’articolo: «“Facciamo appello ai direttori di giornali e telegiornali e a tutti i giornalisti, affinché si attengano al rispetto delle regole della Carta di Roma, considerato che ci troviamo in una fase in cui le notizie sulle migrazioni hanno un grande spazio nel panorama informativo e orientano l’agenda dei media”, questo è l’incipit dell’appello lanciato dall’Associazione Carta di Roma, che ha appena celebrato i suoi dieci anni di attività, e che vede tra i suoi membri fondatori la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

“Il nostro è un appello al senso di responsabilità e alla deontologia di tutti i professionisti dell’informazione – ricorda Gian Mario Gillio, tra i primi firmatari, membro del direttivo dell’associazione in rappresentanza della FCEI – affinché venga utilizzato un linguaggio corretto, le notizie siano sempre verificate prima di essere pubblicate per evitare il diffondersi di una percezione distorta del fenomeno migratorio e un crescendo di tensione sociale basato su informazioni imprecise o tendenziose”».

Buongiorno con l’Edicola RVS del 16 aprile 2018

Buongiorno con l’Edicola RVS del 16 aprile 2018


In questa nuova puntata Claudio Coppini commenta alcuni articoli tratti dai giornali di oggi con Alessandro Martini, direttore della Caritas Toscana, Pawel Gajewski, pastore delle Chiese valdesi di Terni e Perugia, Marco Zanini, della redazione di Fiorentina.it.

Tra gli argomenti affrontati: la crisi siriana e le lotte religiose in Medio Oriente; dialogo tra Protestantesimo e Islam; il razzismo negli stadi; il punto sul campionato di Serie A.

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