Brasile. Azienda salva donne dalla violenza domestica

Brasile. Azienda salva donne dalla violenza domestica


In Brasile, una donna dopo quasi dieci anni di violenze da parte del marito, ha finalmente trovato il coraggio di agire chiedendo aiuto al suo datore di lavoro che ha messo a disposizione una linea telefonica per i casi di violenza domestica. Quali sostegni ha ricevuto dall’azienda? In Efesini 5 e in 1Pietro 3:7 troviamo le indicazioni del rapporto paritario e di amore fra i coniugi.

Ce ne parlano Mario Calvagno e Carmen Zammataro.

16 giorni per vincere la violenza

16 giorni per vincere la violenza


Sempre più numerose nel mondo le donne che guidano le lotte per la libertà. Intanto nelle nostre città i delitti perpetrati da uomini non cessano: urgente una svolta anche culturale. "16 giorni contro la violenza" è una campagna internazionale annuale che inizia il 25 novembre, Giornata internazionale per

l’eliminazione della violenza contro le donne, e termina il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani. Nel nostro Paese, aderisce alla campagna da diversi anni la Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei), realizzando il quaderno «16 giorni per vincere la violenza»: un percorso simbolico di accompagnamento, giorno dopo giorno, verso una maggiore consapevolezza sulla violenza contro le donne. Quest’anno il fascicolo – distribuito in formato cartaceo come supplemento del numero di Riforma della settimana scorsa – è intitolato Donne sotto attacco, coraggiose e ribelli, e dedicato alle donne
iraniane e afghane e alla loro coraggiosa ribellione contro regimi ispirati al fanatismo religioso. 

Nel corso della diretta RVS del 23 novembre 2022 Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano  Marta D'Auria, della redazione di Riforma, prendendo spunto dalla sua intervista a Gabriela Lio, presidente della Federazione Donne Evangeliche in Italia (FDEI), apparsa su Riforma di questa settimana. Riforma è il settimanale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi; per maggiori informazioni sulla rivista e sul quaderno contro la violenza di genere pubblicato dalla FDEI, rimandiamo al sito riforma.it

 

Fdei. Donne sotto attacco, coraggiose e ribelli

Fdei. Donne sotto attacco, coraggiose e ribelli

Pubblicato il quaderno “16 giorni per vincere la violenza” 2022. La presentazione online il 24 novembre.

Notizie Avventiste – La Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei) ha preparato anche quest’anno il quaderno “16 giorni per vincere la violenza”, pensato per accompagnare la riflessione a partire dal 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Donne sotto attacco, coraggiose e ribelli” è il titolo della pubblicazione.

“Mentre progettavamo questo quaderno, è giunta la notizia della truce uccisione della giovane ventiduenne Mahsa Amini in Iran a causa di una ciocca di capelli che fuoriusciva dal suo velo hijab” scrive Claudia Angeletti, curatrice del quaderno, nell’introduzione “Lo sdegno che ci ha suscitato questo delitto e le successive sanguinose repressioni, che perdurano ancora mentre scriviamo (31/10), ci ha spinto a dedicare questo numero alle donne iraniane e afghane e alla loro coraggiosa ribellione contro regimi ispirati al fanatismo religioso. … Allo stesso tempo, ci siamo rese conto che le donne e i loro diritti sono ovunque sotto attacco”.
“Un nostro modo di stare al loro fianco” aggiunge Angeletti “è la scelta grafica di riprodurre nelle varie pagine i disegni di Shamsia Hassani, che danno visibilità alla loro aspirazione alla libertà in forma artistica molto pregevole”.

Anche questa edizione conserva il suo stile tradizionale e ormai consolidato. Presenta infatti, ogni giorno, un tema, un testo biblico, un breve commento, una preghiera e una domanda per stimolare la riflessione.

La presentazione online
Giovedì 24 novembre
, alle ore 18.00, la Fdei invita all’incontro Zoom di presentazione del quaderno 2022. Il programma prevede i saluti della past. Gabriela Lio, presidente della Fdei, e di Marta D’Auria, giornalista di Riforma (il settimanale che contiene il fascicolo contro la violenza sulle donne come inserto cartaceo) che curerà la diretta Zoom. Interverranno: Maryam Pezeshki artista iraniana da anni in Italia e Batool Haidari, docente di psicologia, rifugiata afghana in Italia, che parleranno della resistenza delle donne in Iran e in Afghanistan; Claudia Angeletti, curatrice dei 16 giorni. Coordina l’incontro: Gianna Urizio, giornalista.
Clicca qui per scaricare la locandina.

“16 giorni contro la violenza” è una campagna internazionale annuale che inizia il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e termina il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani.

Clicca qui per scaricare il fascicolo 2022 in pdf.

Quando “essere d’aiuto” diventa spiritualmente offensivo

Quando “essere d’aiuto” diventa spiritualmente offensivo

Come possiamo riconoscerlo e prevenirlo nelle nostre chiese e comunità?

Questo articolo si basa su una presentazione fatta dall'autrice al team della Regione transeuropea della Chiesa avventista, a St. Albans, in Inghilterra. Nella trascrizione è stato mantenuto un linguaggio discorsivo. Lo pubblichiamo qui in occasione della Giornata enditnow® 2022

Karen Holford – La Bibbia ci incoraggia più volte ad aiutarci a vicenda, a essere amorevoli, a dire o fare cose positive ed edificanti. Tutto ciò è facile per la maggior parte di noi e possiamo davvero aiutare e incoraggiare qualcuno che vive una crisi. Ma a volte, nei nostri sforzi per dare aiuto, facciamo o diciamo qualcosa che è doloroso. Il nostro comportamento abbatte quella persona, creando una situazione che può essere dannosa o addirittura, a volte, abusiva.

In genere non si tratta del commento sconsiderato occasionale, che non è comunque giusto, bensì è il modo più costante di pensare, parlare e comportarsi che è dannoso per gli altri. Una cosa inutile o malsana da dire potrebbe suonare così: 
“Perché oggi non hai preso il pane della santa Cena?”. 
“Oh, sono intollerante al frumento. Se lo mangiassi, starei male per sei settimane”. 
“Beh, questo dimostra una completa mancanza di fede in Dio. Se credessi in Dio, mangeresti il pane della santa Cena e lui si prenderebbe cura di te”.

Riconoscere l’abuso spirituale 
Come possiamo capire quando qualcosa che diciamo o facciamo passa dall’essere semplicemente “non utile” o “insano” all'essere spiritualmente offensivo? 
Consideriamo una definizione. Se un approccio nocivo diventa un modello persistente di comportamento teso al controllo coercitivo, quel modello riflette la definizione di abuso psicologico con una logica religiosa. Può varcare la soglia dell’abuso spirituale. Gli autori di abusi spirituali sono generalmente persone della stessa fede e spesso si trovano in una posizione di potere all’interno della comunità spirituale o all’interno della famiglia.

Nel 2013, i sociologi L. Oakley e K. Kinmond hanno osservato: “L'abuso spirituale è la coercizione e il controllo di un individuo da parte di un altro in un contesto spirituale. Il bersaglio, o vittima, vive l’abuso spirituale come un attacco personale profondamente emotivo”.[1] 
Gli autori continuano: “Tale abuso può includere manipolazione e sfruttamento, responsabilità forzata, censura del processo decisionale, requisiti di segretezza e silenzio, pressione per conformarsi, uso improprio della Scrittura o del pulpito per controllare i comportamenti, requisito di obbedienza all’abusante, suggerimento che l’abusante ha una posizione 'divina', e isolamento dagli altri, specialmente da quelli esterni al contesto abusivo”.[2]

Motivi per giustificare l'abuso spirituale 
Ho riscontrato alcune “convinzioni inutili”, sostenute da abusatori, che spesso sono alla base dell’abuso che si verifica in contesti spirituali. Ecco sei motivi che ho sentito: 
1. “Sono responsabile della mia famiglia, della mia chiesa e devo fare tutto il necessario, anche se fa male, per aiutarli a essere perfetti”. 
2. “Sono il capo della famiglia, della chiesa e devo dimostrare di essere al comando”. 
3. “È giusto trattare la mia famiglia/i membri della chiesa e gli altri come voglio”. 
4. “Sono responsabile e tenuto a rendere conto della salvezza dei miei familiari e degli altri membri di chiesa; quindi, devo fare il possibile perché facciano le cose giuste”. 
5. “Nella mia vita mi sono sentito fuori controllo perché sono stato anche maltrattato, e ora provo sicurezza quando ho il controllo”. 
6. “I miei genitori mi hanno cresciuto in questo modo e sono ancora in chiesa, perciò, so che una disciplina inflessibile fa bene alle persone”.

Un esempio di abuso spirituale 
Consideriamo un esempio sulla decima e sull’amministrazione, e vediamo come potrebbe passare da un approccio sano a uno abusivo. 
Un approccio salutare sarebbe quello di dire qualcosa del tipo: “Abbiamo tutti possibilità diverse nel dare. Alcuni di noi hanno gravi difficoltà finanziarie. Dio lo comprende. Non vi è coercizione. Dona solo quanto ti senti pronto a dare secondo il tuo cuore e ciò che ritieni giusto dare. E se non puoi, va bene lo stesso. Dio capisce”. 
Allo stesso modo, un approccio non d’aiuto potrebbe suonare così: “Beh, se solo tu gestissi meglio le tue finanze, allora saresti in grado di dare di più alla chiesa. Se non spendessi così tanto per i vestiti, se non comprassi alimenti costosi e ti accontentassi di cose semplici, allora potresti dare di più alla chiesa”.

Un comportamento malsano si verifica quando le persone fanno pressioni su individui o gruppi affinché diano soldi alla chiesa o a un progetto correlato alla chiesa, dicendo: “Dio benedirà solo coloro che danno tanto”, o trattando le persone in modo diverso in base alla loro capacità di fare una donazione. Si manifesta anche quando qualcuno parla in modo cautelativo e critico con persone che non possono dare ciò che ci si aspetta e si desidera da loro, buttandole giù, giudicandole, essendo maleducati con loro e facendole vergognare, forse anche in pubblico.

Quando si cade nell’abuso spirituale, possono esserci richieste di donazione costanti, invadenti e coercitive, spesso supportate dalla Scrittura. Possono includere messaggi ed e-mail regolari inviati alle persone, confronti frequenti, richieste di più soldi o il suggerire che la fiducia in Dio si dimostra con quanto si dona. E se non dai molto, significa che non hai davvero fiducia in Dio. A volte si può arrivare a spaventose minacce di conseguenze spirituali, nel tentativo di usare la paura per costringere le persone a dare.

Se questo comportamento si ripete regolarmente e causa angoscia, è un abuso spirituale. Non è coerente con i valori fondamentali di una sana comunità spirituale, che consistono nell’amare Dio e gli altri. Se la vittima di questo comportamento è un bambino o un adulto vulnerabile, si tratta di una grave violazione delle pratiche di tutela. Incidenti di questo tipo dovrebbero essere segnalati attraverso i canali corretti all’interno della vostra comunità ecclesiale. È pericoloso quando un bambino è vittima di bullismo al fine di portare denaro per una buona causa o quando ci si approfitta di un adulto vulnerabile per fargli mettere tutti i risparmi in un progetto perché è la missione di Dio.

Aiutare chi ha subito abusi spirituali 
Gli effetti dell’abuso spirituale sono devastanti e possono distorcere o addirittura mandare in frantumi l’immagine che una persona ha di Dio. Non rappresenta un’immagine sana di Dio, che la Scrittura rivela essere amorevole, gentile e premuroso. Quando qualcuno subisce abusi spirituali, ne risentono la sua fede e fiducia in Dio e nella comunità spirituale. Si scoraggia e può arrivare a voler rinunciare a Dio.

“In effetti, i tassi di perpetrazione di abusi all’interno della chiesa sono più o meno gli stessi di quelli che si verificano nella popolazione in generale. È solo che spesso vengono spazzati sotto il tappeto, ignorati o cancellati. Le persone indossano le loro ‘facce da chiesa’ e fanno finta che tutto vada bene. Le chiese dovrebbero essere luoghi sicuri per le persone che subiscono abusi, dove possono trovare conforto, aiuto e guarigione. Purtroppo, la situazione è spesso l’esatto opposto, perché l’abuso delle Scritture per manipolare una donna affinché tolleri il male non si limita agli abusatori. Forse con le migliori intenzioni e spesso dettati dalla buona volontà, le chiese a volte usano la Bibbia per peggiorare la situazione di una donna, quando finalmente trova il coraggio di rivelare la sua situazione”.[3]

È importante imparare a riconoscere le situazioni che potrebbero verificarsi intorno a noi e cercare modi per portare guarigione. Se non facciamo parte della guarigione, potremmo essere parte del dolore. Un posto dove guardare è come Gesù ha vissuto la sua vita terrena. Nei Vangeli lo vediamo proteso sempre alla ricerca degli oppressi, degli emarginati, degli abusati, dei respinti, della donna colta in adulterio, della donna al pozzo.

Il Salmo 103 dice: “Il Signore è pietoso e clemente, lento all'ira e ricco di bontà. Egli non contesta in eterno, né serba la sua ira per sempre. Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha egli allontanato da noi le nostre colpe. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere” (vv. 8-14).

Dio ha compassione perché è compassione. Sa come ci ha fatto. Sa che ci ha fatto di polvere e terra, e che diventiamo fangosi e fragili, e la polvere cade, e ci crepa e ci rompiamo. E Dio dice ti amo comunque. Ti ho fatto. Sei la mia preziosa figlia, il mio prezioso figlio. Niente mi impedirà di amarti. Voglio fare tutto il possibile per proteggerti, per risollevarti, per portarti gioia, per benedirti, perché ti amo.

Questo è il tipo di amore che Dio ha per noi. Vuole riempire i nostri cuori con quell’amore, in modo che fluisca verso coloro che ci circondano e scacci tutti gli abusi, per riempire quello spazio doloroso con amore, grazia e risate, gioia e compassione, abbracci, canzoni e cose meravigliose.

Un modo in cui possiamo essere parte della guarigione è conferire potere agli altri, incoraggiando le persone che vivono questi dolorosi contesti spirituali a sviluppare autonomia, non permettendo a se stesse di essere spinte verso il basso ed essere sopraffatte dalle pressioni e dalle manipolazioni di altre persone. Possiamo aiutarle a riconoscere che: “Questo è un abuso. Non lo tollero. Voglio trovare un’esperienza sana e spirituale”.

Vogliamo incoraggiarli a svilupparsi come individui che possono pensare da soli, che possono esprimere disaccordo o preoccupazione. Questo è il tipo di comunità che crea relazioni sane. Possiamo avere differenze, e possiamo essere in disaccordo, e tuttavia continuare ad amare gli altri. Non dobbiamo costringere le persone a credere a modo nostro o a farlo a modo nostro. Costringere o forzare altre persone a conformarsi a noi e a obbedirci non fa parte di una sana comunità cristiana.

Ci ascoltiamo. Mostriamo empatia. Ci prendiamo cura l’uno dell’altro. Ci proteggiamo a vicenda e ci diamo sicurezza. Soprattutto, cerchiamo di mostrare l’amore di Dio gli uni agli altri in ogni modo possibile. I superstiti [delle violenze] potrebbero voler cercare chiese e dirigenti ecclesiastici che abbiano una buona comprensione degli abusi spirituali, degli abusi domestici o di qualsiasi altra forma di abuso che potrebbe verificarsi.

Dobbiamo anche stare attenti che le nostre siano parole che benedicono, che edificano gli altri, parole che sono doni per coloro con i quali parliamo. A volte diremo cose senza pensare, mettendo pesi sulle persone, facendole sentire che devono essere perfette e comportarsi in un certo modo, o fare una certa cosa per essere amati da Dio o per essere perdonati. Dobbiamo fare attenzione che le nostre parole non abbiano sfumature sottili che potrebbero offendere una persona vulnerabile, o essere capite nel senso che l’ascoltatore non sia abbastanza bravo, abbastanza perfetto, amato abbastanza o non possa essere perdonato.

Amo il modo in cui Paolo lo esprime in Efesini 4: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l'ascolta” (v. 29)

Ogni giorno dovremmo chiederci: “Ciò che faccio e dico allontana le persone dal Signore e le porta ad avere paura di me e di Dio?”. E poi in risposta: “Quello che faccio e dico avvicina le persone a Dio e le aiuta a sperimentare il suo amore e il mio?”

Quale tipo di persona vogliamo essere davvero? Come possiamo portare buone notizie, pace e amore a chi soffre; guarire chi è ferito e confortare chi è angosciato?

Note 
[1] L. Oakley e K. Kinmond, Breaking the Silence on Spiritual Abuse, Palgrave Macmillan, Londra, 2013, p. 21. 
[2] Ibidem.
[3] H. Paynter, The Bible Doesn’t Tell Me So, Bible Reading Fellowship, Abingdon, U.K., 2020, pp. 15, 16. 

(Karen Holford è terapeuta familiare e direttrice dei Ministeri Femminili, in favore dei Bambini e della Famiglia presso la Regione transeuropea della Chiesa avventista)

[Fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

 

Una nuova cultura contro la violenza sulle donne

Una nuova cultura contro la violenza sulle donne


Sul Corriere della Sera di oggi pubblicate tre vicende di cronaca nera in cui le vittime sono ancora una volta donne picchiate o uccise da ex mariti, fratelli e conoscenti.

Sul fenomeno del femminicidio, Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato l'avvocata Lisa Gordigiani, da anni impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne.

Abuso di potere

Abuso di potere

Torna la Giornata enditnow® – Gli avventisti dicono no alla violenza.

Lina Ferrara – I Ministeri Femminili della Chiesa avventista presentano la nuova Giornata enditnow® per dire “basta”, con voce ancora più forte, a ogni forma di violenza e abusi.
“Gli abusi non finiranno mai in questo mondo” esordisce Heather-Dawn Small, direttrice mondiale dei Ministeri Femminili, nell’introduzione alla Giornata 2022. Sembrerebbe una strada senza uscita se non avesse subito aggiunto : “Ma possiamo fare la differenza nella vita delle donne che incontriamo”. Queste sono parole che danno speranza e pongono l’accento sull’azione di ognuno. Perché “end it now” significa “facciamo finire ora (violenza e abusi); mettiamo subito un punto finale”.

La Giornata si  celebra quest’anno il 26 novembre nelle chiese avventiste in Italia, e vuole aumentare la consapevolezza su una problematica che non esclude nessuno ma riguarda tutti. Parlandone nel sermone il sabato mattina e confrontandoci nell’approfondimento del seminario nel pomeriggio, acquisiamo maggiore sensibilità. Così, forse, riusciremo a vedere i lividi sulle braccia o sulle gambe della nostra vicina, che prima non notavamo. Oppure ci chiederemo come mai quella ragazza del nostro palazzo, così allegra e spensierata, adesso è sempre silenziosa e incupita, e non esce quasi più. Saremo sensibili ai segnali che gli altri ci inviano, pure nelle nostre chiese.

La Giornata enditnow® mira anche a fornire gli strumenti per poter agire: sapere come accogliere e relazionarsi con le vittime di violenze e abusi; mai fare finta di niente e passare oltre quando si incontra un caso di abuso, ma sapere a chi rivolgersi.

Le chiese avventiste creano anche eventi per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza, come cortei, stand con materiale da distribuire ai passanti, flash mob, inaugurazione di panchine rosse contro il femminicidio, ecc. Ogni iniziativa è un passo avanti per affermare “enditnow®”.

Tema 2022 
“Abuso di potere” è l’argomento proposto quest’anno, un tema di cui non si parla molto, ma che si verifica anche nella nostra chiesa. Spesso releghiamo il concetto di potere nelle sfere della politica, della finanza e forse anche del mondo accademico, ed è facile pensare: “È una questione che non mi riguarda dato che non ho alcun potere”. Invece, se ci pensiamo bene, ognuno di noi ha potere in qualche ambito e tutti dobbiamo rispettarne i limiti. Il potere in sé non è “male”. Dipende da come viene usato. L’abuso si verifica quando qualcuno che ha potere approfitta di un’altra persona, o di un gruppo, a suo vantaggio. Può trattarsi di un dirigente, un insegnante, una persona carismatica, colta, ricca o altro ancora. E può avvenire anche nella comunità ecclesiale. Chi ha potere deve essere cosciente dei suoi limiti e delle sue responsabilità.

Ardis e Dick Stenbakken, autori delle risorse della Giornata enditnow® 2022, pongono una domanda cruciale: “Che tipo di relazione c’è tra coloro che ricoprono posizioni di influenza, o dirigenziali, e i membri di chiesa? Molte persone hanno vissuto esperienze dolorose di cui forse non hanno mai parlato e tuttavia vanno affrontate.

Il materiale in italiano, sermone e seminario, è stato tradotto dai Ministeri Femminili (MF) nazionali ed è stato inviato da tempo alle responsabili dei MF nelle chiese locali.
“Preghiamo per il successo di questa giornata” conclude la direttrice MF mondiale “Preghiamo che Dio vi dia la forza necessaria per affrontare l’argomento proposto. Preghiamo che il Signore benedica il vostro gruppo di lavoro e il programma che preparerete. Soprattutto preghiamo per coloro che riceveranno benedizioni perché qualcuno ha riconosciuto il loro dolore e gli ha teso una mano amorevole”.

Le risorse sono anche su ministerifemminili.avventista.it/

Un filo rosso per l’eliminazione della violenza sulle donne

Un filo rosso per l’eliminazione della violenza sulle donne


Nel corso della diretta del mattino di martedì 8 novembre, Claudio Coppini ha intervistato Paola Alberti, mamma di Michela Noli che il 15 maggio 2016 venne uccisa a Firenze dall'ex marito (che dopo l'assassinio si suicidò). Paola e Massimo, il papà di Michela, nonostante quel dolore disumano, trapassante, da quel momento hanno provato e provano ogni giorno, ogni attimo, a tessere un filo rosso di conoscenza,  comunicazione, formazione,  prevenzione e prima di tutto d'amore, di condivisione che possa raggiungere tutti.

Posso dire che la loro è una missione per la vita e una promessa a Michela. paola ci ha aggiornato sulle tantissime iniziative di questi giorni che avranno il suo culmine il 25 novembre con la giornata mondiale contra la violenza sulle donne. Ma come sottolinea Paola noi continueremo anche nei giorni successivi per tenere alti i riflettori su un tema così importante. L'obiettivo è di arrivare a parlarne 365 giorni per far crescere sempre più  la consapevolezza umana e civile nelle nostre famiglie e nella società.

 

Le difficili risposte contro la violenza

Le difficili risposte contro la violenza


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 11 ottobre 2022, ascoltiamo Alessandro Martini, già assessore al Comune di Firenze e direttore della Caritas della Toscana.

Tra i temi toccati: l'inferno di Putin; diminuiscono le prospettive per la pace; l'autista Simona decide di intervenire con intelligenza, e ci lancia una sfida.

 

La violenza indiscriminata è la cifra del nostro tempo?

La violenza indiscriminata è la cifra del nostro tempo?


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 25 maggio 2022, ascoltiamo Marko Hromis, membro della chiesa avventista di Perugia e esponente del PD locale.

Tra i temi toccati: Mosca boccia il piano italiano di pace; cresce la tensione sul grano e il rischio della fame globale; ennesima strage in una scuola americana.

 

Fino a quanto griderò, oh Signore, senza che tu mi dia ascolto?

Fino a quanto griderò, oh Signore, senza che tu mi dia ascolto?


È questa la prima domanda che Habacuc, il profeta ebreo, rivolge a Dio in un tempo di grande corruzione. Una domanda che ritorna ai nostri giorni, segui il dialogo con il pastore avventista Corrado Cozzi.

Bibbia Festival 2022. Gli ultimi eventi a Cesena

Bibbia Festival 2022. Gli ultimi eventi a Cesena

Notizie Avventiste – “L’indifferenza è complice” è la frase ben visibile sulla panchina rossa installata nella piazzetta antistante la chiesa avventista di Cesena, in via Gadda 300, e inaugurata il 7 maggio nell’ambito del Bibbia Festival 2022. Simbolo per ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, questa panchina rossa è “un messaggio di attenzione che la comunità locale vuole presentare al quartiere e alla città di Cesena” ha spiegato Giovanni Benini, responsabile dell’agenzia umanitaria avventista Adra cesenate. Alla cerimonia erano presenti Dag Pontvik, direttore di Adra Italia; Nicoletta Dall’Ara, presidente del Consiglio comunale; e i rappresentanti delle associazioni che si occupano di violenza contro le donne. 

“L’iniziativa di sensibilizzazione si è poi spostata in altre due piazze del centro storico” aggiunge Benini “In collaborazione con i giovani delle chiese avventiste di Bologna e Forlì, sono stati presentati dei flash mob che hanno offerto ai passanti ulteriori stimoli di riflessione”.

Gli ultimi eventi di Bibbia Festival
Venerdì 13 maggio
, alle ore 20.30, si svolgerà online la tavola rotonda che era stata rinviata. Tratterà il tema “Mondo sfregiato. Ecco tutto era molto buono, poi il genere umano ha ‘violentato’ il creato”. Interverranno Gianfranco Pellegrino, docente presso l’Università Luiss di Roma; e Hans Gutierrez, docente di teologia sistematica presso la Facoltà avventista di Firenze. Sarà possibile seguire l’incontro su HopeMedia Italia, al link: https://hopemedia.it/diretta-cesena/.

Ieri, 11 maggio è stata inaugurata la Bibbia Expo, al piano terra di Palazzo Ghini, in corso Sozzi 39, a Cesena. La mostra itinerante resterà aperta fino al 18 maggio.  È visitabile tutti i giorni, dalle 15.00 alle 20.00: sabato 14 e domenica 15 maggio è aperta anche la mattina, dalle 10.00 alle 13.00. L’ingresso gratuito.

Negli spazi della mostra si terranno tre conferenze serali, alle ore 20.30, a cura del past. Paolo Benini. Mercoledì 18 maggio, parlerà di “Tracce antiche per capire il mondo. Il contributo dell’archeologia alla cultura universale”; giovedì 19 maggio l’approfondimento ha per titolo “Quelle pietre parlano di Dio. Le radici delle religioni alla luce dell’archeologia”; venerdì 20 maggio, la trilogia si chiude con “I segni indelebili lasciati da Gesù. Fatti e personaggi dei Vangeli scritti dall’archeologia”.

La mostra conclude la settima edizione del Bibbia Festival, la serie di iniziative promosse dalla chiesa avventista di Cesena.

ADRA Italia News – Una panchina rossa contro la violenza

ADRA Italia News – Una panchina rossa contro la violenza


ADRA Italia, l’agenzia umanitaria avventista, sabato 7 maggio ha partecipato al Bibbia Festival, organizzato dalla chiesa avventista di Cesena. Quest’anno affronta il tema “La forza della gentilezza. Sperimentare nuovi percorsi di comunione per disarmare l’istinto di violenza nelle relazioni umane e nei confronti del creato”. Dag Pontvik, direttore di ADRA Italia, ha tenuto una riflessione sul tema “La donna negli occhi di Dio”. Nel pomeriggio c’è stata poi l’inaugurazione di una panchina rossa, simbolo dell’attenzione della comunità verso le donne vittime di violenza. Dag Pontvik ha raccolto le dichiarazioni di Carolina Porcellini (Centro Donna Comune di Cesena) su questa importante iniziativa. Spazio anche per un monologo con diversi spunti di riflessione, di cui ci parla Andreea Baciu. In chiusura vediamo anche alcuni aggiornamenti sulle attività di ADRA in Ungheria in favore dei profughi ucraini.

Intervista a Dag Pontvik a cura di Alessia Calvagno.

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