Fdei. 16 giorni per vincere la violenza. Quaderno 2021

Fdei. 16 giorni per vincere la violenza. Quaderno 2021

HopeMedia Italia – Inizia oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il percorso di riflessione e preghiera proposto dal quaderno “16 giorni per vincere la violenza” (edizione 2021) prodotto dalla Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei).

Sono le Nazioni Unite a lanciare l’idea di dedicare questo periodo ai diritti delle donne, un filo rosso, diremmo, anche se l’Onu sceglie l’arancione (Orange Day), che parte dal 25 novembre e si conclude il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. La Fdei ha colto l’invito e dal 2007 produce questo fascicolo che presenta ogni volta un aspetto diverso sulla lotta alla violenza e agli abusi contro le donne e le bambine.

“Prostituzione non è libertà” è il titolo di quest’anno, un argomento che può sembrare arduo, come lo definisce la stessa Fdei nell’introduzione, comunque un “tentativo di avviare anche nei nostri ambienti una riflessione su questa piaga sociale, o quantomeno di fornire una prima informazione”.

“Sul tema avevamo già lavorato insieme all’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd) con una serie di incontri che proseguiranno nei prossimi mesi. Anche l’Oivd ha contribuito alla stesura dei testi” ha spiegato Claudia Angeletti, curatrice del fascicolo, in una intervista a Nev.

“Il fascicolo è articolato su diverse pagine” ha aggiunto “Parliamo di aspetti normativi, di evoluzione del diritto dall’800 fino alla legge Merlin. Presentiamo in sintesi le proposte in discussione in Italia oggi. Potrete trovare, inoltre, un esame antropologico sulle radici della prostituzione. E, ancora, affrontiamo i temi del turismo sessuale, della prostituzione sul web e delle cause”.

Ha quindi sottolineato: “La povertà è alla base di questo fenomeno. Il 95% delle prostitute parte da una situazione di povertà economica, sociale e culturale. A motivo di questo si ritrovano coinvolte in contesti di tratta e sfruttamento, a opera di una criminalità organizzata che fa di questo commercio un business molto redditizio”.

Frutto di un lavoro a più mani, il quaderno segue uno schema ormai consolidato.  In ogni pagina propone un aspetto della tematica affrontata, un testo biblico, un breve commento, una preghiera e una domanda per discutere. Contiene anche proposte di film e una bibliografia.

Il comitato nazionale della Fdei ha lavorato molto per rendere più internazionale i “16 giorni per vincere la violenza”, producendo le versioni in inglese, francese e tedesco.

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Violenza sulle donne, quando le chiese sono parte del problema

Violenza sulle donne, quando le chiese sono parte del problema


Ogni giorno, in Italia, 89 donne sono vittime di reati di genere. Commessi soprattutto da mariti e compagni, nel 34 per cento dei casi; oppure dagli ex, è il 28 per cento delle aggressioni. Donne vittime di atti persecutori e abusi di ogni tipo: psicologici, fisici, sessuali. Fino al femminicidio. L’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della polizia racconta i numeri del dolore, ma anche del possibile riscatto e della speranza. Sempre più donne provano a fermare la violenza (da Repubblica del 23-11-2021).

Il 22 novembre è stata inaugurata una panchina rossa all’interno dell’Istituto Avventista per dire NO alla violenza di genere. L’evento rientrava tra le iniziative della giornata enditnow della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, per la prevenzione della violenza e degli abusi su donne e bambini, e della settimana contro la violenza sulle donne, promossa dal Quartiere 5 del Comune di Firenze.

Poco prima dell'inaugurazione Roberto Vacca ha intervistato Saverio Scuccimarri, pastore della chiesa avventista e decano della Facoltà avventista di teologia a Firenze. Le chiese sono parte della soluzione o parte del problema? Parrebbe una domanda retorica, ma non lo è. Possono essere entrambi le cose, ci dice il pastore Scuccimarri. Se il messaggio cristiano è vissuto come una forma di rassegnazione verso una società patriarcale e maschilista, diventa oggettivamente complice della violenza contro le donne. E il percorso verso una reale emancipazione femminile, anche all'interno delle Chiese, è ancora lungo.

Violenza sulle donne, 89 vittime al giorno

Violenza sulle donne, 89 vittime al giorno


Ogni giorno, in Italia, 89 donne sono vittime di reati di genere. Commessi soprattutto da mariti e compagni, nel 34 per cento dei casi; oppure dagli ex, è il 28 per cento delle aggressioni. Donne vittime di atti persecutori e abusi di ogni tipo: psicologici, fisici, sessuali. Fino al femminicidio. L’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della polizia racconta i numeri del dolore, ma anche del possibile riscatto e della speranza. Sempre più donne provano a fermare la violenza (da Repubblica del 23-11-2021).

Il 22 novembre è stata inaugurata una panchina rossa all’interno dell’Istituto Avventista per dire NO alla violenza di genere. L’evento rientrava tra le iniziative della giornata enditnow della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, per la prevenzione della violenza e degli abusi su donne e bambini, e della settimana contro la violenza sulle donne, promossa dal Quartiere 5 del Comune di Firenze.

Poco prima dell'inaugurazione Roberto Vacca ha intervistato Paola Alberti e Massimo Noli, i genitori di Michela, una giovane donna vittima di femminicidio cinque anni fa, brutalmente uccisa a coltellate dal marito.

In difesa delle donne

In difesa delle donne


Lo scorso 22 ottobre ha avuto  luogo nella Facoltà avventista di teologia di Firenze un convegno sul tema "Analisi di un femminicidio: riconoscere i segnali, denunciare e riferire appena si viene a conoscenza di un intento di violenza". A margine del convegno Roberto Vacca ha intervistato l'avvocato Annalisa Gordigiani, esperta in diritto penale e di famiglia. L'intervista è andata in onda sul network RVS nel corso della trasmissione in diretta dell'11 novembre 2021.

Speranza: un’attitudine quotidiana

Speranza: un’attitudine quotidiana


Con Angelica Edna Calò Livnè, fondatrice di Beresheet La Shalom, educatrice e cuore pulsante del teatro Arcobaleno, abbiamo condiviso il valore della speranza come stile di vita.

Milano. Chiesa e Ministeri Femminili di Vimodrone contro la violenza sulle donne

Milano. Chiesa e Ministeri Femminili di Vimodrone contro la violenza sulle donne

Lina Ferrara – La lotta alla violenza sulle donne e le bambine è una questione che sta a cuore ai Ministeri Femminili della Chiesa avventista. Ogni anno dedicano un sabato di novembre alla Giornata enditnow – mettiamo fine ora a ogni forma di abuso.

La comunità avventista latino-americana di Vimodrone, nella città metropolitana di Milano, ha dato vita ad alcune iniziative per fermare la violenza di genere.
“Sabato 23 ottobre, nella piazza Unità d’Italia, con il permesso del Comune di Vimodrone e sotto la regia dei Ministeri Femminili, abbiamo organizzato una manifestazione pubblica contro la violenza sulle donne a cui hanno partecipato tutti i membri di chiesa” ha scritto Vittorio Boria nel comunicare l’evento.

Le donne hanno indossato sciarpe e creato una coreografia con ombrelli arancioni, il colore scelto dall’Onu per dire “no” alla violenza di genere. Hanno poi sfilato nella piazza mostrando cartelloni sul significato vero dell’amore e sulla necessità di denunciare gli abusi per fermare questa piaga. È stato anche un modo “per pubblicizzare l’evento del sabato successivo che si è tenuto nella nostra chiesa in occasione della Giornata enditnow, a cui hanno partecipato due ospiti speciali” ha aggiunto Boria.

Infatti, il 30 novembre, “dopo tanto tempo abbiamo avuto il privilegio di avere come ospite Franca Zucca, referente dei Ministeri Femminili in Lombardia, per la conclusione delle due giornate dedicate a enditnow ” ha scritto  Boria.
F. Zucca ha predicato durante il servizio di culto del sabato mattina ed è intervenuta alla conferenza nel pomeriggio dove ha trattato il tema “La violenza di fronte alla pornografia”.

Altro ospite speciale all’incontro pomeridiano è stato Franco Mazzarella, del coordinamento America Latina di Amnesty International Italia, che ha illustrato la campagna “Senza consenso è stupro: Io lo chiedo”.

Nel mese di novembre altre chiese avventiste dedicheranno un sabato alla Giornata enditnow – mettiamo fine ora a ogni forma di abuso.

[Foto: Vittorio Boria]

La donna nella Chiesa e il problema della violenza domestica (anche nelle chiese)

La donna nella Chiesa e il problema della violenza domestica (anche nelle chiese)


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 27 ottobre 2021, Claudio Coppini e Roberto Vacca ospitano in trasmissione Pasqualina Ferrara, coordinatrice nazionale per i Ministeri Femminili della Chiesa Cristiana Avventista, che ci parla della "questione" femminile nel cristianesimo e della giornata "EndItNow" contro la violenza domestica.

Cambiare si può: lo si deve a tutte noi

Cambiare si può: lo si deve a tutte noi


Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano Paola Alberti Noli, mamma di Michela, vittima di femminicidio, sulla sua mostra espositiva dal titolo "Io Michela", contro la violenza alle donne, ai bambini e alle bambine, dal 20 al 27 ottobre presso l'Istituto di Cultura Biblica Villa Aurora.

Il 22 ottobre alle 15.30 avrà luogo nella Facoltà avventista anche una tavola rotonda sul tema "Analisi di un femminicidio: riconoscere i segnali, denunciare e riferire appena si viene a conoscenza di un intento di violenza".

 

Romania. Casa Adra riceve un finanziamento dal Comune di Bucarest

Romania. Casa Adra riceve un finanziamento dal Comune di Bucarest

La somma aiuterà il centro di accoglienza delle vittime di violenza domestica.

HopeMedia Italia – La Direzione generale dell’assistenza sociale di Bucarest (Dgasmb) ha deciso di sostenere Casa Adra, il centro di emergenza per le donne sopravvissute alla violenza domestica, con una sovvenzione di 160.000 lei (32.300 euro) spalmati in quattro mesi, a partire da settembre 2021. Il finanziamento è stato attinto dal bilancio del Comune della capitale romena, parte del quale è devoluto ad attività no profit di interesse locale.

“Cosa può esserci di più nobile del tendere una mano ai propri simili e farlo con tutto il cuore e con persone serie e motivate” ha affermato Cosmina Ioana Simiean Nicolescu, direttrice generale di Dgasmb. “La collaborazione tra l’ufficio del Sindaco e Adra Romania è stata naturale, e dimostra la fiducia nei nostri partner oltre a incoraggiare le attività di assistenza alle vittime di violenza domestica”.

Nell’apprendere la notizia, il direttore esecutivo dell’agenzia umanitaria avventista nel Paese, Robert Georgescu, ha espresso soddisfazione.
“Siamo felici e condividiamo volentieri questa buona notizia. Casa Adra è più di un centro, è un luogo dove le donne sopravvissute alla violenza domestica fanno tappa nel loro cammino verso una vita tranquilla dopo aver sopportato per anni umiliazione, sofferenza e paura. Insieme al Comune di Bucarest, tramite la Direzione generale dell’assistenza sociale, possiamo offrire a queste persone un nuovo inizio”.

Il centro è aperto dal 2009 ed è gestito da Adra (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) in Romania. Ha come obiettivo il reinserimento sociale delle vittime di violenza domestica e per questo offre alloggio, consulenza sociale e psicologica, assistenza medica di emergenza, alimentazione sana e l’aiuto di un avvocato.
“La vita delle donne e dei loro figli ospitati da noi cambia perché sperimentano un diverso modo di vivere, senza violenza fisica, verbale, economica, mentale, sessuale e religiosa, basato su valori spirituali. Qui coltivano sane abitudini alimentari, praticano esercizio fisico, ricevono formazione e vivono momenti di svago” hanno spiegato dal centro.

Dagli esordi e fino al 2020, Casa Adra ha aiutato oltre 2.447 madri e bambini, di cui 979 hanno alloggiato presso il centro.

Adra 
L’agenzia umanitaria avventista è presente in Romania dal 1990 e realizza progetti di sviluppo a beneficio dell’intera popolazione. Con il motto “Giustizia. Compassione. Amore” Adra Romania porta gioia e speranza, promuovendo un futuro migliore, valori e dignità umana.

Fa parte del network mondiale di Adra, l’organizzazione umanitaria globale della Chiesa avventista, una delle organizzazioni non governative più diffuse al mondo, attiva in oltre 118 Paesi e guidata da una filosofia che unisce la compassione alla praticità. Si occupa delle persone bisognose senza fare distinzioni di razza, etnia, colore politico, appartenenza religiosa, per servire l’umanità in modo che tutti possano vivere secondo il progetto iniziale di Dio.
(LF)

[Fonte e foto: Adra Romania]

Violenze e Potere: Donne e Bibbia

Violenze e Potere: Donne e Bibbia


In questa puntata di Riflettiamo insieme Roberto Vacca e Claudio Coppini intervistano Letizia Tomassone, teologa evangelica e docente insieme alla biblista Corinne Lanoir di un corso di teologia biblica organizzato dalla FDEI (Federazione delle donne evangeliche in Italia): quattro incontri in videoconferenza, dal 14 marzo al 9 maggio, sul tema "Violenze e Poteri: Donne e Bibbia". 

Per maggiori informazioni clicca qui

Animaliamoci 19-02-21

Animaliamoci 19-02-21


In questo nuovo appuntamento con la rubbrica Animaliamoci. abbiamo con noi la presidente dell’associazione Gabbie Vuote onlus,  Mariangela Corrieri, intervistata da Roberto Vacca. Oggi parliamo dell'impegno del nuovo governo per una "transizione ecologica", così chiamata da Draghi, che prevede più produzione di energia da fonti rinnovabili, diminuzione dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua,e molto altro ancora, ma non la lotta contro gli allevamenti intensivi, che invece costituiscono una causa importante dell'inquinamento dell'aria, dei disboscamenti e dell'effetto serra.

Giornata contro le Mgf. Intervista alla responsabile del Centro “Desert Flower”

Giornata contro le Mgf. Intervista alla responsabile del Centro “Desert Flower”

HopeMedia Italia – L’Ospedale avventista Waldfriede di Berlino, in collaborazione con la Fondazione “Desert Flower” di Vienna, ha aperto il Centro Desert Flower l'11 settembre 2013, per aiutare e curare le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili (Mgf). La Fondazione aveva visto la luce nel 2002 grazie alla ex top model somala Waris Dirie, lei stessa vittima di Mgf all'età di cinque anni e diventata attivista internazionale per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza su questo rituale crudele. Il suo libro Desert Flower, pubblicato nel 1997, è diventato un film nel 2009.

Il Waldfriede è il primo e unico ospedale europeo a occuparsi in modo olistico dei problemi delle donne vittime di Mgf. "Dalla sua apertura, nel 2013, più di 600 donne hanno cercato il nostro aiuto medico" afferma la dott.ssa Cornelia Strunz, primario e coordinatrice sanitaria del Centro, nell'intervista di Dagmar Dorn e Corrado Cozzi, rispettivamente direttrice dei Ministeri Femminili e direttore delle Comunicazioni presso la Regione Intereuropea della Chiesa avventista, in occasione della Giornata internazionale contro le Mgf (6 febbraio). Di seguito pubblichiamo l'intervista integrale.

D. Dorn/C. Cozzi: Quali sono le azioni più importanti da attuare per raggiungere l'obiettivo (tolleranza zero) di questa giornata? A parte l'aiuto professionale che offrite, cosa possiamo fare come individui per porre fine alle Mgf? 
Cornelia Strunz: La misura più importante nella lotta contro le Mgf è l'istruzione e la scolarizzazione diffusa dei bambini a livello locale, nei loro Paesi d'origine. Inoltre, il pubblico dovrebbe essere sensibilizzato al problema; le informazioni sulle Mgf dovrebbero essere raggruppate e ulteriormente sviluppate su base interdisciplinare, e le competenze professionali dovrebbero essere rafforzate. Così, nel 2020, abbiamo fondato l'“Ufficio di coordinamento Mgf_C di Berlino". Si tratta della collaborazione di tre organizzazioni: il centro di pianificazione familiare – Balance, Terre des Femmes e il Centro “Desert Flower” dell'Ospedale Waldfriede. Lo scopo di questo ufficio è collegare i servizi esistenti a Berlino e ampliarli secondo le necessità, formare professionisti capaci di affrontare la questione e rafforzare le attività di sensibilizzazione nelle comunità.

Per un sostegno olistico, l'ufficio di coordinamento offre supporto psicologico e servizi psicosociali di gruppo per le vittime, oltre a consulenza e cure mediche. Quindi si concentra sulla sensibilizzazione dei professionisti e li qualifica su come trattare le donne colpite. Una linea diretta offre anche il primo punto di contatto e di consulenza a persone e professionisti interessati, e consente una mediazione semplice e a bassa soglia. Riceviamo molte richieste di assistenza presso il Desert Flower Center, così dal 2018 offriamo un seminario intensivo sulle Mgf per colleghi, ostetriche e infermieri, due volte l'anno.

D. D./C. C.: Può spiegare brevemente cos’è il Centro Desert Flower? 
C. S.: Il progetto "Centro Desert Flower" Waldfriede (Dfc) è nato per necessità clinica, poiché molte donne in Germania soffrono delle conseguenze sanitarie e psicologiche delle Mgf. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Desert Flower e il patrocinio di Waris Dirie e del suo manager, Walter Lutschinger, nel dicembre 2011, poiché era diventato chiaro che il lavoro puramente preventivo non rispondeva alle esigenze delle persone colpite. Il nostro obiettivo è offrire cure mediche olistiche alle donne che soffrono delle conseguenze delle mutilazioni genitali. Ciò include non solo gli interventi chirurgici e le operazioni ricostruttive, ma anche l'aiuto psicologico e fisioterapico. Abbiamo anche organizzato un gruppo di auto-aiuto che si riunisce una volta al mese presso l'Ospedale Waldfriede.

D. D./C. C.: Cosa la motiva a lavorare in questo ambito così delicato? 
C. S.: In qualità di coordinatrice medico e di primario del “Centro Desert Flower” Waldfriede, sono la prima persona con cui le donne si mettono in contatto per telefono o e-mail. Il solo fatto che questi colloqui preliminari, spesso molto emotivi, e la visita medica si svolgano in un ambiente di fiducia, da donna a donna, rende più facile per le pazienti aprirsi con me. Nella sessione di consulenza, i problemi presentati vengono affrontati individualmente. Non si tratta sempre di un intervento chirurgico. Alcune vogliono parlare con la nostra psicoterapeuta o unirsi al nostro gruppo di auto-aiuto. Altre hanno bisogno di un certificato medico per la procedura di richiedente asilo in corso. È importante dedicare tempo a un'anamnesi e a un esame dettagliato, e rispondere ai bisogni delle pazienti, alleviando così le loro paure e affrontando le loro preoccupazioni.

Come specialista nel nostro dipartimento, ho iniziato a lavorare al "Desert Flower Center" Waldfriede con grande gratitudine. Penso che questo lavoro specialistico sia veramente nobile. I tanti riscontri positivi ricevuti ci incoraggiano nel nostro importantissimo impegno.

D. D./C. C.: Lavora nel Centro Desert Flower sin dalla sua fondazione nel 2013. Quali sono gli sviluppi più importanti? 
C. S.: Dall'apertura, a settembre 2013, più di 600 donne hanno cercato il nostro aiuto medico. La chirurgia è stata necessaria per la metà di loro. Nel frattempo, è stata trovata anche una soluzione stabile per la liquidazione finanziaria di casi problematici. Un'operazione costa dai 2.000 ai 4.000 euro. Per le persone con assicurazione sanitaria obbligatoria, i costi sono coperti. Poiché vogliamo curare anche le donne non assicurate, abbiamo fondato la Förderverein Waldfriede e.V. un’associazione che raccoglie fondi per contribuire o pagare per intero i costi in questi casi.

Da gennaio 2015 abbiamo un gruppo di sostegno una volta al mese. Alle riunioni partecipano sia le donne che sono già state curate da noi, sia quelle che sono ancora in cerca di aiuto. In un ambiente protetto, possono condividere esperienze e imparare che non sono sole con le loro paure e preoccupazioni. A volte le donne colpite parlano del loro destino o le donne che hanno già subito un nuovo intervento raccontano le loro esperienze.

Uno dei problemi principali all'inizio era la percezione e la comunicazione interculturale. Siamo molto felici di avere ora due impiegate che sono consulenti e interpreti, oltre alle consulenti volontarie, che consentono a noi e alle donne di superare gli ostacoli non verbali. Abbiamo due terapiste, Evelyn Brenda (nata in Kenya) e Farhia Mohamed (nata in Somalia) che possono svolgere le loro psicoterapie in tedesco e nelle rispettive lingue materne.

Tutte le donne ci dicono quanto sia prezioso per loro il gruppo di auto-aiuto perché qui possono parlare delle loro preoccupazioni ed esperienze spesso per la prima volta nella loro vita, in un ambiente protetto, tra persone che la pensano allo stesso modo. Negli incontri notiamo sempre che quello svolto con le donne è molto più di un semplice "lavoro".

Quando le donne si incontrano, vi è sempre un'atmosfera molto affettuosa. Ci chiamiamo tutte per nome e soprattutto le donne che sono già state curate sono piene di fiducia in se stesse. In questi momenti, ci rendiamo conto quanto questo compito ci gratifichi e quali sono i risultati. In questo Centro viene letteralmente restituita la vita alle donne.

Nell'aprile 2016 abbiamo ricevuto la medaglia Louise Schroeder. È il più alto riconoscimento dello stato di Berlino. Dal 1998, la medaglia è assegnata a una personalità o istituzione che rende un tributo eccezionale all'eredità politica e personale di Louise Schroeder che ha reso eccezionali servizi alla democrazia, alla pace, alla giustizia sociale e all'uguaglianza di genere.

Nell'ottobre 2020, abbiamo pubblicato il primo manuale in lingua tedesca sulle Mgf (a cura dei dottori Uwe von Fritschen, Cornelia Strunz e Roland Scherer), con lo scopo di condividere le nostre esperienze su questo tema complesso e di fornire assistenza a tutte le professioni nel far fronte ai molteplici problemi delle donne circoncise. Poiché il numero di donne con mutilazioni genitali femminili (Mgf) è in aumento anche in Germania a causa della migrazione e della globalizzazione, molti gruppi professionali devono affrontare questo problema senza aver ricevuto finora alcuna formazione.

Il 19 ottobre 2020 è stato pubblicato il primo numero del nuovo Desert Flower Magazine, progettato dalla Fondazione omonima e Waris Dirie. Nella rivista forniamo una panoramica dettagliata del lavoro, dei progetti e dei successi di Waris Dirie e della sua Fondazione nella lotta mondiale contro il disumano rituale delle mutilazioni genitali femminili.

La rivista Desert Flower Magazine è disponibile in tedesco, inglese e francese. 
Link all’edizione tedesca: https://www.yumpu.com/de/document/read/64608181/desert-flower-magazin 
Link all’edizione inglese: https://www.yumpu.com/en/document/view/65173882/desert-flower-magazine
Link all’edizione francese: https://www.yumpu.com/fr/document/view/65176146/fleur-du-desert-magazine 

Oltre alle attività a Berlino, vogliamo anche agire contro le mutilazioni genitali femminili nei Paesi d'origine con misure di prevenzione e attività educativa. Pertanto, l'ospedale Waldfriede sostiene due scuole femminili a Kajiado, in Kenya.1

L’Ospedale Waldfriede collabora anche con il Gynocare Women's & Fistula Hospital di Eldoret, in Kenya. Qui, tra le altre cose, le donne vengono operate per incontinenza urinaria e fecale causata della circoncisione genitale. Specialista in questa tecnica chirurgica è la dott.ssa Hillary Mabeya.

Nota 
1 Segnaliamo la Newsletter 'Bring Hope', Kenya, edita da Evelyn Brenda, presidentessa di Bring Hope Kenya e.V; e la Storia di Eunice, in inglese. 

[Fonte: EudNews)

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