Gocce di Rugiada 588 (Insegna)

Gocce di Rugiada 588 (Insegna)


Gocce di Rugiada a cura di Barbara Zordan.

Gocce di Rugiada 588 (2 Corinzi 4-6) Insegna.

Brevi spunti di riflessione per iniziare la giornata…ma anche per la fine del giorno. Un incoraggiamento a vivere la vita con uno scopo che va oltre le nuvole ma con i piedi per terra. Ogni riflessione ha la durata massima di circa 4 minuti prodotte da Radio Voce della Speranza di Forlì. 

Le Ultime Tre cose della Sera 20

Le Ultime Tre cose della Sera 20


Le Ultime 3 cose della sera 20

Le ultime 3 cose della sera…anzi quattro, non sono altro che un modo diverso per trascorrere una mezz'ora insieme prima della buona notte.
In ogni puntata ascolteremo: due vecchi ricordi incisi sul vinile "canzoni d'altri tempi", una brevissima storia con una morale "Per Riflettere" sorseggeremo una Tisana e per finire avremo modo di ascoltare una bella canzone, ma non solo, conosceremo anche la nascita, la paternità e la storia del brano.

Brani e testi di questa puntata: 

Vecchi Ricordi – Macariolita  1941 e  La Strada Nel Bosco 1943.              
Per Meditare – L'Eco della vita.
Storia del Brano  – Sweet low sweet chariot.       

A condurre la puntata saranno: Domenico Sangiorgio, Diana Cusin, e Stefano Losio.
 

Gocce di Rugiada 587 (Senza macchia)

Gocce di Rugiada 587 (Senza macchia)


Gocce di Rugiada a cura di Barbara Zordan.

Gocce di Rugiada 587 (Giacomo 1-27) Senza macchiai.

Brevi spunti di riflessione per iniziare la giornata…ma anche per la fine del giorno. Un incoraggiamento a vivere la vita con
uno scopo che va oltre le nuvole ma con i piedi per terra. Ogni riflessione ha la durata massima di circa 4 minuti prodotte da
Radio Voce della Speranza di Forlì. 
 

Riconoscere i propri errori e cambiare rotta (1)

Riconoscere i propri errori e cambiare rotta (1)


Prosegue il viaggio di riflessione che stiamo compiendo seguendo il percorso tracciato da Ellen White nel suo libro “La via migliore” (Edizioni ADV). Nella vita ci può capitare di fare degli errori, di non seguire i consigli che Dio ci dà nella Bibbia per il nostro bene. Ci ritroviamo a volte a sbagliare anche se non vorremmo. Potremmo allora porci la stessa domanda che fecero molti il giorno della Pentecoste: “Che cosa dobbiamo fare?” (Atti 2:37). Pietro rispose che era necessario un cambiamento profondo. Cosa possiamo cambiare veramente? Quali consigli ci dà la Bibbia?

Alessia Calvagno ne ha parlato con Mariarosa Cavalieri, responsabile del Dipartimento Ministeri Personali e Scuola del Sabato della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.

Foto 165444543 © Maryna PatzenDreamstime.com

Pronto Soccorso Biblico. 23  I Numeri del Perdono

Pronto Soccorso Biblico. 23 I Numeri del Perdono


Ventitreesima puntata della serie “Pronto Soccorso Biblico” con il pastore avventista Giovanni Leonardi su vari argomenti biblici.Conduce in studio Daniela Piazza

 

L’Alba Che Illuminerà Il Mondo. 25

L’Alba Che Illuminerà Il Mondo. 25


Venticinquesima puntata della serie “L’Alba Che Illuminerà Il Mondo” con Luigi Caratelli e Paolo Benini. In questa puntata si parlerà di religiosità e spiritismo.

 

Mens sana 37 – Affrontare con coraggio il futuro incerto

Mens sana 37 – Affrontare con coraggio il futuro incerto


In questo periodo abbiamo più che mai davanti a noi un futuro incerto. È possibile allora sentirsi sopraffatti dalla paura: paura di perdere il lavoro, paura per la propria salute e per quella delle persone alle quali si vuole bene, paura di perdere ciò che si è costruito con tanti sacrifici, paura di non avere i soldi per ciò che è necessario per la sopravvivenza… Come si può affrontare tutto questo senza rimanere schiacciati? In che modo possiamo affrontare anche le situazioni più complicate? La dott.ssa Deborah Giombarresi, psicologa e psicoterapeuta, ci dà alcuni consigli in merito e ci offre anche uno spunto biblico sul tema.

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Foto 91798332 © Adam CzapnikDreamstime.com

Musica Maestro – Sinfonia “Riforma” di Mendelssohn

Musica Maestro – Sinfonia “Riforma” di Mendelssohn


La nascita della Sinfonia n.5 in re minore op. 107 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, conosciuta anche come Sinfonia Riforma, risale al 1829, ma fu pubblicata postuma, nel 1868. Mendelssohn iniziò a lavorarci nel dicembre del 1829, un anno prima che il re di Prussia, Federico Guglielmo III, annunciasse le celebrazioni per il terzo centenario della Confessione di Augusta, l’atto che conteneva i principi della Riforma protestante. Di carattere solenne, la Sinfonia si apre citando l’Amen di Dresda e si chiude con il corale luterano “Una forte rocca è il nostro Dio”, intonato prima dal flauto e poi elaborato e ampliato da tutta l’orchestra.

Programma a cura del Maestro Alessia Calvagno.

Foto 20464021 © NickuDreamstime.com

iBelieve – Sempre al mio fianco

iBelieve – Sempre al mio fianco


Alessandro Butera ci offre una breve riflessione dal titolo “Sempre al mio fianco”, prendendo spunto da questo testo biblico:

«Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte,
io non temerei alcun male,
perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza
.» (Salmo 23:4).

La serie iBelieve (“Io credo”) è a cura degli studenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze.

La Chiesa avventista e gli enti del terzo settore insieme per la salute

La Chiesa avventista e gli enti del terzo settore insieme per la salute

HopeMedia Italia – Il 26 ottobre, si è tenuta la videoconferenza “Insieme per la salute”, indetta dalla Chiesa avventista con l’obiettivo di formulare una progettualità condivisa per rispondere alle nuove istanze emerse durante la pandemia. All’incontro sono intervenuti 41 partecipanti in rappresentanza di 29 organizzazioni del terzo settore.

Dai lavori è emerso che tra i fattori di rischio connessi alla letalità del Covid-19, oltre a un sistema immunitario indebolito da patologie croniche, ci sono anche il sovrappeso e l’obesità.

“Come Chiesa avventista, siamo attenti da sempre alla salute, individuando nella pratica di uno stile di vita corretto il principale fattore protettivo dalle malattie del nostro tempo” ha dichiarato Stefano Paris, presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno “Per questo la nostra proposta è rivolgere ancora una volta attenzione al tema della prevenzione, in quanto elemento prioritario per una ripartenza incisiva nel nostro contesto sociale. Nello specifico vorremmo strutturare alcuni progetti che agiscano per prevenire l’obesità, un fenomeno sempre più diffuso anche tra i più giovani del nostro paese. Consapevoli che la situazione è complessa e che non possiamo affrontarla con successo da soli, abbiamo deciso di organizzare un tavolo di co-progettazione allo scopo di unire le forze per costruire una risposta adeguata e pertinente alle problematiche emerse a causa della pandemia”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’obesità una patologia globale. Il sovrappeso e l’obesità sono fattori di rischio determinanti per l’insorgere di diverse malattie croniche, responsabili del 60% delle morti a livello mondiale, e i costi economici correlati sono incalcolabili.

Al primo tavolo di lavoro seguiranno una serie di incontri nei quali i vari enti definiranno le linee strategico-operative per costruire insieme le attività progettuali.

 

[Immagine: Pixabay]

Il secondo comandamento

Il secondo comandamento

Michele Abiusi – Continuiamo a riflettere sulla legge dei dieci comandamenti, la Torah, le dieci parole, che Dio incise su due tavole di pietra e che sono rimaste custodite per secoli nella parte più sacra del tempio di Gerusalemme, dentro l’arca dell’alleanza.

Nel primo comandamento Dio si era presentato come il Dio della storia, che interviene in favore dei suoi figli e li salva liberandoli dalla schiavitù. Quindi aveva invitato a non avere altri dèi. E come potremmo servire altri signori avendo conosciuto un Dio così straordinario, un Padre così misericordioso!

Veniamo al secondo comandamento: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi” (Esodo 20:4-6, Cei).

Il secondo comandamento segue, per contenuto e logica, il precedente. Se ho deciso di seguire soltanto il Dio che mi ha creato, che mi accompagna lungo la mia storia, che mi perdona, mi libera e mi salva, allora non solo non avrò altri signori, ma non mi farò neppure delle sculture o delle immagini di esseri che credo vivano in cielo o in terra e non presterò loro nessun culto.

La ragione di questa richiesta è che Dio è geloso.

In altre parole, Dio ci dice che, quando ci vede inginocchiati davanti a delle immagini, prova gli stessi sentimenti di un marito la cui moglie lo stia tradendo…  Rifiuto, abbandono, infedeltà, tradimento, ecco come Dio considera il prostrarsi davanti a qualunque immagine.

La presenza delle immagini non si impose facilmente nel culto cristiano e durante molti secoli i concili della chiesa si schierarono ora contro, ora a favore delle immagini. Ci fu addirittura una guerra che durò quasi un secolo, conosciuta come la guerra “iconoclasta” cioè causata dalle opinioni diverse riguardo alle icone, alle immagini. La venerazione delle immagini venne ufficializzata il 3 dicembre del 1563 al concilio di Trento.

Questo cambiamento delle pratiche cultuali e dell’insegnamento della legge di Dio trova la sua origine nel progetto realizzato già nei primi secoli della nostra era di rendere più accessibile e più accettabile il cristianesimo ai pagani che adoravano ogni specie di dèi e si prostravano davanti ad ogni sorta di immagine che avevano collocato in ciascuna piazza e collina, per ottenerne la protezione.

Nei giorni stabiliti le portavano in spalla in processione e facevano loro dei voti e sacrifici. Qual è il pericolo che si cela dietro il culto delle immagini? Se sappiamo rispondere a questa domanda capiremo perché Dio ha categoricamente proibito queste pratiche e perché le considera un tradimento.

Noi riconosciamo che esiste un solo Dio e che è eterno e onnipresente. Inoltre, siamo sicuri che è disposto a perdonarci e a salvarci perché ci ama più di quanto una madre possa amare i propri figli. Infine, Gesù ci ha insegnato che dobbiamo offrirgli un culto in Spirito e verità, cioè legato alla sua parola e al nostro intimo, più che agli oggetti.

Prima di tutto devo dire che adorare Dio o Gesù Cristo tramite immagini rischia di ridurre, di limitare il nostro Signore, eterno e infinito, a un luogo o ad alcuni oggetti. Credo che questo offenda Dio che è molto più di ciò che possiamo immaginare. In secondo luogo, prestare il culto alle immagini che rappresentano esseri umani è doppiamente inaccettabile perché il culto, l’adorazione e qualunque richiesta sono riservati unicamente a Dio e non possiamo rivolgerci a nessun altro. Gesù in questo è categorico: “Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Giovanni 14:14).

Chi può amarci più del Signore? Chi può capirci più di Cristo? Ho sempre pensato che se i miei figli cercassero di comunicare con me solo tramite lo zio, la zia o chiunque altro, vorrebbe dire che ci sarebbe un serio problema di comunicazione fra noi!

Ma veniamo ad altri pericoli insiti in queste pratiche. Se si offre un culto alle immagini, con il tempo e inconsciamente queste immagini possono divenire così importanti da prendere il posto di Dio, introducendo nella nostra mente alcune idee superstiziose. Per esempio, pensare che Dio mi ascolti solo perché ho un crocifisso sulla parete o pensare di essere protetto se ho in tasca o appesa al collo un’immagine sacra. 

Il culto delle immagini può creare un così forte legame affettivo tra il credente e l’oggetto in questione che la necessità di conoscere Cristo e di studiare la Sacra Bibbia può diventare secondaria.

Non varrebbe la pena di ritornare alla legge di Dio?

 

 

 

Il cannocchiale 26/10/2020: La felicità infelice

Il cannocchiale 26/10/2020: La felicità infelice


Esordisce una nuova rubrica di Rvs, il CANNOCCHIALE (così  si chiama la trasmissione) a cura di Giovanni Varrasi, medico psichiatra, con la collaborazione di Claudio Coppini e Roberto Vacca.
Fatti, avvenimenti, comportamenti, sono esaminati con il "cannocchiale" di Rvs, approfondendo alcuni significati e fenomeni di costume, così come atteggiamenti individuali e di gruppo.
Il cannocchiale si rivolge sia all’esterno, nella realtà sociale, sia all’interno, nelle profondità spesso inconsapevoli della mente individuale.
Il cannocchiale dispone anche di un’altra lente, quella del miglior mondo possibile, non ideale, ma certamente migliore di quello che vediamo e che Varrasi non manca di descrivere.
Nella prima trasmissione il cannocchiale ha inquadrato la smania sociale e individuale "dell'accaparramento", per un aperitivo durante una movida o per una sciata nella ressa di persone che si accalcano (aumentando il tasso di positivi al Covid in Valle D’Aosta e Trentino fino al 50%.).
Il dottor Varrasi distingue l’avidità dai piaceri più solidi e persistenti, evidenziando che l’insicurezza e la paura sono il motore di molti egoismi. Finte identità, quelle dei presunti “ vincenti”,  riempiono le pagine dei social mentre le nostre parti dolenti, in difficoltà, sembrano cancellate. Ma questa operazione è impossibile e la negazione crea ancora più infelicità sociale.
Il dottor Varrasi conclude parlando di libera scelta e fornisce alcuni consigli agli ascoltatori di Rvs.

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