Un ministero dietro l’obiettivo
20 Agosto 2021

Nella Giornata mondiale della fotografia, il fotografo di una casa editrice avventista sudamericana mostra il dietro le quinte delle produzioni e parla della differenza nel lavorare con uno scopo.

HopeMedia Italia – Il 19 agosto 1839, l’Accademia francese delle scienze annunciò l’invenzione dell’antenato delle macchine fotografiche: il dagherrotipo. La grande scatola di legno, con una fessura per la lastra di rame sul retro e frontalmente un obiettivo fisso, in vetro e ottone, è stata il primo strumento che ha permesso di fissare immagini in tempo reale, senza bisogno di un artista. Da allora, la possibilità di rendere eterni i momenti quotidiani è diventata parte della vita umana. Alcuni ne hanno fatto addirittura la loro professione.

In occasione della Giornata mondiale della fotografia (19 agosto), l’Agenzia stampa avventista sudamericana (Asn) ha rivolto alcune domande a William de Moraes, fotografo della casa editrice brasiliana (Cpb), per saperne di più sul suo lavoro e sulla sua carriera. Figlio di ex dipendenti dell’editore avventista, William inizia a lavorare nella tipografia e, due anni dopo, entra nella fotografia. Oggi guida il gruppo che si occupa di centinaia di produzioni della Cpb, con foto su vari soggetti, dalle persone ai prodotti alimentari.

Asn: Perché hai scelto di fare il fotografo? Come è iniziata la tua carriera? 
William de Moraes: Mi è sempre piaciuto scattare foto. In casa editrice ho avuto modo di entrare in contatto con la fotografia editoriale, che è un po’ diversa da quella convenzionale. Nel 1985 si era liberato un posto nel dipartimento di fotografia e ho fatto domanda. Dopo alcuni colloqui, sono stato assunto e trasferito dal reparto stampa a quello della fotografia. Lì è cominciato il mio apprendistato. All’inizio ero un assistente di studio e poi sono diventato ufficialmente un fotografo.

Asn: Nella casa editrice brasiliana scatti foto a persone e persino a prodotti alimentari. Da dove vengono le idee per ogni fotografia? 
W. de M.: L’editore e il designer discutono di quali immagini ha bisogno il prodotto. Successivamente, il designer incontra me e altri professionisti per esaminare quello che chiamiamo un “briefing”, che sarebbe l’idea da eseguire. Lì, discutiamo come e quando scatteremo le foto, dove e chi le scatterà. In questo modo, in base alle nostre conoscenze e possibilità, mettiamo in pratica le idee.

Asn: Sei fotografo dai tempi delle fotocamere analogiche. Com’era il lavoro allora? E come è stato aggiornato l’editoria fino ad oggi? 
W. de M.: Posso dire che a quei tempi le foto erano molto diverse, perché scattavamo le immagini “al buio” e conoscevamo il risultato solo dopo aver sviluppato i negativi. Pertanto, il livello di successo doveva essere alto, e l’esperienza ci dava sicurezza. C’era tensione, ma anche piacere. Con il tempo e le nuove tecnologie, il cambiamento è stato normale e necessario fino all’acquisizione dell’immagine. Nel processo di produzione non è cambiato nulla, tranne il fatto che le fotografie non hanno più bisogno di essere sviluppate. Tutto è diventato molto più veloce. La Cpb ci fornisce le migliori attrezzature.

Asn: La casa editrice brasiliana è una delle più grandi dell’America Latina, ha 121 anni e ha al suo attivo migliaia di materiali prodotti. Qual è la caratteristica distintiva del lavorare in un posto come questo? 
W. de M.: Alla Cpb si respira un’atmosfera piacevole. Vi è collaborazione e ho stretto amicizie che durano per la vita. Ma al di sopra di tutto questo, il fatto di contribuire alla predicazione del vangelo è gratificante. È fantastico lavorare su qualcosa che farà la differenza nella vita delle persone.

Asn: Un consiglio a chi vuole diventare fotografo?
W. de M.: Non smettere mai di studiare; scegli un’area e dedicati ad essa; fotografa sempre tutto; segui i migliori fotografi della tua zona sui social media; quando possibile, investi in attrezzature di qualità; dedicati più che puoi; questo fa la differenza.

Guarda alcuni dei lavori di William, prima dietro le quinte, poi il risultato finale.

 

 

 

 

[Fonte: Asn]

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