Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha trasmesso ai presidenti di Camera e Senato una relazione sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in attuazione della legge quadro 125/2001 in “materia di alcol e problemi alcolcorrelati”. La relazione contiene i dati più recenti sulla situazione italiana e da essi risulta che quasi 8,5 milioni di cittadini bevono oltre la soglia di rischio e che tale abitudine riguarda il 15,8% di chi ha più di undici anni. Secondo il rapporto, la situazione tra la popolazione più giovane è peggiorata anche per abitudini di “importazione” come il binge drinking, divenuta pratica consueta soprattutto per i giovani uomini tra i 18 e i 24 anni (21,6%) e nella fascia 25-44 anni (17,4%), ma diffusa anche fra le donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%); fra le giovanissime di 11-15 anni, è addirittura più diffusa che fra i coetanei maschi. Cos’è il binge drinlking? Perché è diventato praticamente normale questo tipo di comportamento? Come si può arginare il fenomeno del bere giovanile? A chi rivolgersi per avere aiuto? Quali progetti sta realizzando in questo settore l’Agenzia Nazionale per la Prevenzione? Quali e quanti sono i rischi del consumo sconsiderato di alcol? Mario Calvagno e Carmen Zammataro, redattori di RVS, intervistano il prof. Giacomo Mangiaracina, medico, docente alla Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma e presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione.

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