Monica De Paolis – È sempre un’emozione la cerimonia di investitura Aisa. Ma questa volta, per la comunità avventista di Bologna, è stata ricca di soprese inaspettate, anzi doppie! Sabato 2 dicembre, abbiamo avuto la gioia di ospitare due Capi Guida scout veramente speciali: Jonatan Tejel e Gianluca Monacciani (da tutti conosciuto come Potty). È stata una giornata che la chiesa e gli scout ricorderanno per molto tempo.

La parte spirituale è stata affidata a Jonatan Tejel, direttore della gioventù avventista presso la Regione intereuropea della denominazione, che ha predicato sulla storia biblica della scelta del giovane Davide come futuro re d’Israele. Un giovane scelto da Dio e non dagli uomini. Potremmo dire: “Meglio guardare al cuore e non all’apparenza”. Tejel ha arricchito il suo messaggio con una sua esperienza di quando era adolescente. Inoltre, con il suo carisma, ha saputo catturare l’attenzione di tutti i presenti, soprattutto far comprendere con semplicità e allegria il messaggio anche ai più piccoli.

Dopo la consegna delle specializzazioni ai ragazzi e dei fazzoletti ai nuovi scout entrati nel club Aisa pronunciando la cosiddetta “promessa”, la mattina si è arricchita anche di un momento emozionante con la consegna del cappello scout a Enzo Negrini per i suoi 60 anni di scoutismo, e con una sorpresa video!

Enzo è un esempio per molti ragazzi della comunità, oggi divenuti uomini e donne, anche padri e madri di piccoli scout. Enzo è un esempio di umiltà e di amore. La sua missione è sempre stata quella di far conoscere Gesù attraverso lo scoutismo. La sua pazienza, la sua dolcezza, la sua costanza sono per noi animatori uno sprono a non mollare mai. I frutti si vedono se c’è amore. Per noi lui è il nostro Baden Powell (il fondatore dello scoutismo, ndr).

Un altro esempio è stato anche il Capo Guida Potty. I nostri ragazzi, soprattutto gli Esploratori (12-15 anni), hanno avuto occasione di conoscerlo durante i campeggi. Per questo, hanno voluto omaggiarlo con una medaglia come il loro miglior animatore, perché ha saputo leggere i loro cuori, li ha ascoltati, motivati ed è stato vicino nel momento più importante della loro crescita.

Non dovremmo mai dimenticare che non siamo noi animatori a scegliere i ragazzi ma i ragazzi a scegliere l’animatore. Non dimentichiamo nemmeno che, se siamo un esempio, è perché abbiamo conosciuto il più grande, cioè il Signore che continua ad essere la nostra forza, il nostro scudo, il nostro amico, il nostro capo scout!

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

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