Intervista al direttore del network Rvs

Notizie Avventiste – Il 13 febbraio è la Giornata mondiale della radio. La data è stata scelta in ricordo di quella del 1946 in cui nacque la radio delle Nazioni Unite. Celebrata per la prima volta nel 2012, a seguito della Conferenza Generale dell’Unesco, fu istituita dall’Onu l’anno successivo come World Radio Day.

“La Giornata è molto importante” afferma il sito dell’Unesco “perché riconosce la radio come fondamentale mezzo di comunicazione, sostiene la collaborazione internazionale tra le stazioni emittenti e incoraggia la creazione di reti e comunità per promuovere l’accesso all’informazione, la libertà di espressione e l’uguaglianza di genere sulle onde radio; inoltre evidenzia il contributo della radio al dibattito democratico attraverso l’informazione, l’intrattenimento e l’interazione con gli ascoltatori”.

La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno gestisce un network radiofonico mondiale, l’Adventist World Radio (Awr), fin dal 1971. In Italia, da circa quattro decenni, trasmette la Radio Voce della Speranza (Rvs), presente in 9 città italiane.

“In un mondo dominato da un rapido flusso di immagini”, ha affermato ascoltare un programma radiofonico è ancora un’esperienza straordinariamente potente, e la radio rimane il mass media che continua a raggiungere il pubblico più vasto”.

In questa giornata speciale, Notizie Avventiste ha rivolto alcune domande a Daniele Benini, pastore e direttore del circuito Rvs.

Notizie Avventiste: Quando nacque la radio, all’inizio del 1900, qualcuno ipotizzò la fine dei giornali, ma non fu così. Quando nacque la televisione, si pensò che la radio fosse finita. Invece è ancora qua. Quale ruolo ha oggi, secondo te?
Daniele Benini
: La radio, diversamente da quello che può essere il cartaceo o il video, è uno strumento particolare per la sua flessibilità. Entra nelle case ma si può ascoltare ovunque. È uno strumento non solo d’informazione e intrattenimento, ma anche di cultura. È un autentico portatore di promozione culturale, capace di essere flessibile e adattarsi ai tempi e alle esigenze, in ogni stagione.

N. A.: Per molti la radio ha funzione prettamente ricreativa. Quanto è importante una emittente che diffonde contenuti religiosi?
D. B.
: Viviamo in una società comunque religiosa anche se i praticanti in Italia sono pochi. La realtà spirituale è un’esigenza umana e la radio, non essendo invasiva, offre il suo contributo, crea occasioni per riflettere, è un mezzo unico per fare tesoro delle esperienze altrui. La radio è un veicolo ideale, dopo la stampa, per promuovere una riflessione spirituale.

N. A.: Rvs trasmette in FM da circa 40 anni. Oggi è una rete di stazioni presenti in diverse città italiane. Nonostante le sfide e le difficoltà, sembra che goda di buona salute. È così?
D. B.: Sì. Gode di una buona salute in funzione anche dell’esperienza che ha maturato in questi 40 anni, ma certamente ha bisogno di un continuo rinnovamento nel palinsesto, nei contenuti e nei contenuti musicali. Ha bisogno di acquisire un linguaggio sempre più adatto ai tempi odierni. Stiamo anche facendo ulteriori riflessioni.

N. A.: Rvs non è rimasta indifferente alle moderne tecnologie e alle opportunità del digitale. Come è cambiata negli ultimi anni?
D. B.:
Rvs ha fatto richiesta di poter trasmettere in digitale, che è una realtà nell’emittente di Firenze, e lo farà anche per le altre stazioni quando il Ministero lo permetterà. Oltre alla trasmissione in FM, è sul web con un sito e trasmissioni in streaming. È anche un’App gratuita per essere ascoltata su iPhone e smartphone. Sta già utilizzando Facebook, Instagram e tutto ciò che permette di essere presenti nelle piazze della comunicazione di questo 21 secolo.

 

 

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