Sei un cittadino che intendi testimoniare contro la mafia?  Preparati ad avere una serie di difficolta’ burocratiche enormi. La tua vita non sara’ piu’ come prima. Cambierai vita. Cambierai posto. Vivrai scortato… ma non si capisce fino a quando e come.
Sei  una vittima di usura? Se sei una vittima diretta tra le mille difficolta’ di cui sopra qualcosa l’otterrai. Se sei indiretta è meglio fare subito un “in bocca al lupo”.
Hai ottenuto una provvisionale per aver fatto condannare dei criminali? Spesso non ti arrivera’ un euro per il rimpallo delle competenze.
Sei un giornalista che scrive di mafia dove nessuno ne scrive perche’ è un tabu’? Preparati ad  essere considerato un pazzo ed a essere minacciato.
Sei un analista del fenomeno mafioso e della criminalita’ organizzata? Non gliene frega niente a nessuno. Dai solo fastidio.
Sei uno dei pochi politici che si occupa di mafia realmente? Non farai carriera.
Fai parte di una organizzazione sociale antimafia che combatte ogni giorno? Ti daranno di professionista antimafia rompendoti le scatole quotidianamente.
Sei un vero sbirro o un giudice antimafia? Preparati a tante difficolta’ che nemmeno ti immagini.
Il problema quindi per chi combatte la mafia oltre alla mafia… e’ la fatica che si fa con la burocrazia quando e’ folle, con la lentezza e con il pressoche’ menefreghismo imperante (dal blog di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto).

Non si tratta di uno sfogo, ma di una provocazione per suscitare degli interrogativi importanti nell’opinione pubblica piu’ attenta. Su questi problemi, supportati da esempi concreti, Roberto Vacca intervista Salvatore Calleri.

 

I giudici Borsellino, Falcone e Caponnetto

Condividi

Articoli recenti