Podcast: Download (17.5MB)
“Le operazioni militari della Birmania contro i Rohingya sembrano applicare i principi della pulizia etnica”. E’ la durissima accusa di Zeid Ràad al Hussein, alto Commissario dei diritti umani delle Nazioni Unite, di fronte alla Commissione Onu a Ginevra. “Il governo birmano, che ha negato l’accesso ai nostri osservatori, fermi subito questa crudele operazione militare, sproporzionata e irrispettosa del diritto internazionale”, ha aggiunto il giordano Zeid, “e la smetta di dire che i Rohingya bruciano le loro case, perche’ questo e’ negare completamente la realta’ ed e’ un grave danno alla credibilita’ internazionale del Myanmar”.
La crisi dei Royingha, un’ampia minoranza musulmana della Birmania da mesi in fuga verso il Bangladesh perche’ attaccata dall’esercito del Myanmar, si aggrava giorno dopo giorno. Secondo i calcoli dell’Onu, sono oramai oltre 270mila i profughi che hanno sconfinato nel paese vicino. I racconti dei superstiti, che come l’Onu e numerose ong parlano di persecuzione da parte della Birmania, sono agghiaccianti: interi villaggi dati alle fiamme, che hanno provocato numerosi morti, tra cui molte donne e bambini. Amnesty International parla addirittura di mine antiuomo piazzate dal governo birmano per cacciare i Rohingya e non farli tornare piu’. A fine agosto Papa Francesco aveva chiesto di “salvare i Rohingya perseguitati” (da Repubblica dell’11 settembre 2017).
Parliamo di questa tragedia umanitaria con Francesco Tieri, portavoce del Coordinamento delle Associazioni Islamiche del Lazio.