N40-Riforma_ruolo chiese lotta AidsLo afferma il dott. Mirfin Mpundu, direttore esecutivo della Rete ecumenica farmaceutica

Riforma.it – In Africa circa il 40 per cento delle strutture sanitarie sono gestite da organizzazioni religiose. Le chiese dunque, possono giocare un ruolo strategico nella lotta all’Hiv (virus dell’immunodeficienza umana) e all’Aids. Lo sostiene il dottor Mirfin Mpundu, direttore esecutivo della Rete ecumenica farmaceutica (Epn), organizzazione con sede in Kenia, che lavora a stretto contatto con l’Iniziativa ecumenica Hiv e Aids in Africa (Ehaia), progetto del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).

Le chiese, promuovendo l’uso di farmaci e la cura agli orfani, alle vedove e ai vedovi che hanno perso familiari a causa della malattia, possono svolgere un “ministero di compassione”. “Le chiese possono fornire il sostegno alle persone che vivono con l’Hiv e possono creare occasioni di riflessione e di comprensione del fenomeno. L’Hiv e l’Aids non sono solo un problema di salute, ma hanno dimensioni economiche, sociali e spirituali che la chiesa può affettivamente affrontare”, ha affermato Mpundu.

Parlando del Kenia, Mpundu ha riferito che un certo numero di chiese ha sviluppato politiche a favore della lotta all’Hiv e all’Aids, impegnando le proprie risorse nell’accoglienza ad esempio di bambini orfani a causa della pandemia.

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