La ministra Grillo: Non potevo mancare a questa iniziativa. Stefano Paris: un momento storico.

Francesca Evangelisti/Lina Ferrara – Diritti, dignità, dialogo, percorso sono le parole che hanno caratterizzato la cerimonia di presentazione del “Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita” dei malati ospedalizzati. Martedì 5 febbraio, nel magnifico Salone del Commendatore nel Complesso Monumentale del Santo Spirito a Roma, le confessioni religiose hanno firmato questo importante documento scritto e promosso dal Tavolo interreligioso di Roma, in collaborazione con la Asl Roma 1.

“Oggi facciamo la storia, avendo firmato un documento frutto di un dialogo interreligioso che ci pone in una relazione continua di conoscenza e rispetto reciproco”, ha affermato il past. Stefano Paris, presidente dell’Unione italiana (Uicca), dopo aver sottolineato quanto sia importante per la Chiesa avventista il tema della libertà religiosa. Ha anche auspicato la realizzazione di “altri Manifesti che portino la pace, la serenità e il rispetto di tutti gli esseri umani”.

Di dialogo sereno e costruttivo tra le diverse religioni presenti nel Tavolo e la Asl, ha parlato anche Maria Angela Falà, presidente del Tavolo interreligioso di Roma. “I tempi sono maturi” ha detto “per un dialogo che porti, oltre alle parole e al rispetto, anche dei risultati concreti sul campo”.

Tutti gli interventi hanno definito la firma del documento un punto di arrivo, ma anche di partenza, in quanto percorso che deve continuare nella sua applicazione pratica e nella formazione del personale sanitario.

Molto fiero del Manifesto si è detto Angelo Tanese, direttore generale della Asl Roma 1, che lo ha definito un possibile apripista per le altre città italiane, proprio perché mette il malato al centro anche nella fase più delicata e fragile della vita.  “Se si parla di percorso” ha affermato “significa che c’è stato qualcosa prima. Nel momento del fine vita si conclude l’intero percorso di esistenza e la persona deve avere la dignità e il diritto di viverlo secondo la propria fede personale”.

Dello stesso avviso Pier Francesco Meneghini, presidente del Gemelli Medical Center, che ha ringraziato tutti gli autori del Manifesto, risultato di un lavoro di squadra portato avanti con coraggio in una società che non pone particolare attenzione alle differenze religiose che invece hanno importanza, specialmente in un momento così delicato come il fine vita.

Un passo avanti verso una sanità sempre più olistica, che  considera il paziente in ogni sua dimensione umana: fisica, mentale e spirituale.

“È un’iniziativa di dialogo tra le fedi che affronta un argomento delicato e di grande attualità, per questo sono voluta venire”, ha detto Giorgia Grillo, ministra della salute, ai giornalisti mentre entrava nella sala per un suo breve intervento fuori programma, molto apprezzato dai presenti, che ha dato maggiore ufficialità all’evento e fatto sentire la vicinanza di governo e istituzioni.

La voce dell’attore Sebastiano Somma ha emozionato e catturato l’attenzione quando ha letto i nove punti del Manifesto interreligioso, primo nel suo genere, nei quali vengono elencati altrettanti diritti inerenti i percorsi di fine vita dei malati in una struttura sanitaria:

  1. Il diritto di disporre del tempo residuo. Il diritto al rispetto della propria religione.
  2. Il diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale.
  3. Il diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale.
  4. Il diritto all’assistenza di un mediatore interculturale.
  5. Il diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi.
  6. Il diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari.
  7. Il diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem.
  8. Il diritto al rispetto reciproco.

Scarica il pdf con tutti i nove punti

Il Manifesto è stato firmato da: Angelo Tanese, direttore generale della Asl Roma 1; Pier Francesco Meneghini, presidente del Gemelli Medical Center; Maria Angela Falà, presidente del Tavolo interreligioso di Roma; Stefano Paris, presidente dell’Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno; Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Noemi Di Segni; presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia; Abdellah Redouane, presidente del Centro Islamico Culturale d’Italia; Alberto Aprea, presidente dell’Istituto Buddista Italiana Soka Gakkai; Franco di Maria Javendranatha, presidente dell’Unione Induista Italiana; Giorgio Raspa, presidente dell’Unione Buddhista Italiana; Illie Ursachi, della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia; Paolo Ricciardi, del vicariato di Roma; Carla Messano, Avo; Antonio Gaudioso, Cittadinanzattiva; Carlo Abbate, Hospice Villa Speranza; Renzo Razzano, Csv Lazio.

A riprova della forte volontà pratica del documento, nel pomeriggio si è tenuto un tavolo di lavoro ristretto a cui hanno partecipato esperti operanti nell’ambito sanitario e religioso indicati dalle confessioni per rendere operativo il Manifesto, individuando punti specifici per l’elaborazione delle Linee guida applicative (alimentazione, cura spirituale, trattamento del corpo nella malattia e nei riti pre e post mortem, ecc.).

Guarda il servizio video di Hope Media Italia.

 

 

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