In questo numero della rubrica “Leggiamo insieme”, vi proponiamo l’intervista che Roberto Vacca ha fatto al professor Giulio Guidorizzi, autore del saggio “Il compagno dell’anima. I greci e il sogno” (ed. Cortina Raffaello, 2013), poco prima della presentazione del libro alla facolta’ avventista di teologia di Firenze.

“Chi e’ sveglio partecipa al mondo comune, chi sogna si rifugia in uno suo proprio”, diceva Eraclito. Ogni uomo sperimenta l’alternanza di pensiero cosciente e di immagini incontrollabili che il sogno fa emergere da un apparente nulla, e questo lo pone davanti alla consapevolezza di muoversi tra due universi paralleli organizzati con categorie diverse ma presenti nella mente di ciascuno. Varia tuttavia il senso che ogni civiltà attribuisce all’onirico. Non e’ un caso che nell’ “Interpretazione dei sogni” Freud abbia costruito la base della sua dottrina partendo da un antico sogno, quello raccontato da Sofocle nell’Edipo re. Alle origini della cultura occidentale, infatti, i greci svilupparono una vera e propria cultura del sogno. Per loro la vita notturna non era marginale e poco significativa, ma un messaggio capace di proiettarsi sulla vita cosciente; ai sogni si chiedevano indicazioni su scelte da compiere, oracoli, persino miracolose guarigioni. Questo libro parla delle differenti funzioni dei sogni nella civiltà greca, sino alla tarda antichita’: dai sogni di Omero a quelli che progressivamente vennero studiati da filosofi, scienziati, poeti. Con Platone il sogno diventa ormai quello che sara’ in seguito: l’inseparabile compagno dell’anima che lo genera, il prodotto della sua parte piu’ segreta.

Giulio Guidorizzi
E’ professore di Letteratura greca e Antropologia del mondo antico nell’Universita’ di Torino. Fra i suoi libri piu’ recenti ricordiamo «Ai confini dell’anima. I Greci e la follia» (Cortina, 2010) «Il mito greco» (2 voll., Mondadori, 2009-2012).

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