M35-Editoriale«E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello (tov meod, lett. “molto buono”)» (Gn 1:31, Tilc). La prima dimora dell’uomo è un giardino in cui tutto il sistema eco biologico è così ben armonioso che viene definito «molto bello» o «molto buono», non proprio perfetto ma abbastanza simile. Con le scelte egoistiche dell’uomo anche la natura amica e benigna si è trasformata in una matrigna arcigna. Paolo spiega che la buona creazione delle origini «è stata sottoposta alla vanità» (Rm 8:20) e anch’essa oggi anela ad essere «liberata dalla corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio» (v. 21). Quale cambiamento è avvenuto nella creazione? Quante proprietà curative erano presenti in essa quando tutto era «molto buono» e quanti disastri sono, invece, possibili da quando è sottoposta «alla vanità e alla corruzione»? Fanno sorridere quei credenti che sperano di ritornare all’Eden dimenticando tutto il percorso fatto lontano da esso! La morte e la risurrezione di Cristo ci invitano a guardare non al passato ma all’avvenire, alla speranza, quella stessa che la creazione attende gemendo come fosse «in travaglio» (v. 22).

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