Marco Crescimone – Domenica 21 gennaio è stata una giornata memorabile, all’insegna del volontariato e dei buoni propositi. Gli scout Aisa di Niscemi, grazie alle mani dei Tizzoni (6-11 anni) e degli Esploratori (12-15 anni), insieme alla società agricola “La cicogna bio” e all’associazione “Slow Food”, hanno dato valore a una pianta, il carciofo nostrale di Niscemi, varietà autoctona e simbolo dell’economia niscemese, ormai in via di estinzione.

Grazie al lavoro lungimirante di Marco Crescimone, Francesco Perticone, Giuseppe Lo Presti e Maurizio Cilio, agricoltori e custodi del territorio, che ne conservano la linea genetica, si è svolto un evento di piantumazione dei carciofi che dopo 30 anni tornano nella piana dove sono stati coltivati per più di un secolo. Nonostante i giganti della commercializzazione, del petrolchimico, delle agro mafie del posto, davanti ai problemi di una diga che non eroga più acqua agli agricoltori, si è deciso di piantare con i principi dell’agro-ecologia, mettendo a dimora circa 700 piantine, facendo la pacciamatura con le stoppie del grano della scorsa mietitura.

Abbiamo piantato nel periodo diverso da quello ottimale, perché la pioggia è arrivata molto tardi, con l’aiuto di persone che non sono del mestiere, all’interno della riserva naturale di Geloi Wetland, insieme a tutto il gruppo degli operatori. Lo chiameremo carciofeto delle “manine felici”. Questo carciofo è un presidio Slow Food, all’insegna del buono, del pulito e del giusto, ma è anche un presidio di legalità, resilienza e speranza, di cui i nostri scout, in primis, hanno dato testimonianza.

[Foto: Cristina Caruso]

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