Nella vita di Martin Lutero troviamo il valore di un messaggio fondamentale. Il 31 ottobre torna la Festa della Riforma dopo un anno, il 2017, dedicato al quinto centenario dall’affissione delle 95 tesi del grande riformatore, sul portone della chiesa del castello di Wittenberg in Germania.

Christoph Berger/Notizie Avventiste – Avete mai visto le persone in fila per ore davanti a un negozio per assicurarsi l’ultimo modello di iPhone, oppure un libro o qualche altro articolo ritenuto “indispensabile”?

Che ci crediate o no, 500 anni fa, era la Bibbia a essere così richiesta, e il responsabile di ciò era Martin Lutero. Come riuscì ad attirare tanta attenzione sul libro sacro? Cosa nel suo messaggio era così “sull’obiettivo” da far mettere le persone, per così dire, in fila per riceverlo?

L’intuizione di Lutero
Se non fosse stato per i contesti politici ed economici delle riforme agli inizi del XVI secolo, Lutero sarebbe stato considerato solamente uno dei tanti eretici. Dio, tuttavia, sapeva che era il momento giusto per un nuovo messaggio. Disastri, crisi, nuove scoperte, invenzioni e insicurezze generali avevano reso la società di allora in continuo mutamento.

Lutero lo aveva capito e affrontò le paure maggiori. Divenne un sostenitore del popolo, allineandosi con lo spirito di riforma e di nuovo orientamento all’interno della cultura rinascimentale. Quando Lutero si presentò alla Dieta di Worms, un banditore cittadino che cavalcava davanti a lui, decorato con campane, urlava: “Tu, che abbiamo tanto desiderato, per il quale abbiamo atteso così a lungo nell’oscurità, sei finalmente arrivato”.

Comunicazione efficace
Lutero scrisse le sue 95 tesi in latino, ma già l’anno seguente il documento fu accessibile al popolo in tedesco. Continuò a usare il latino per scrivere a studiosi e teologi, ma nel marzo 1518 pubblicò in tedesco il suo Sermone sulle indulgenze e la grazia, in modo che fosse comprensibile a tutti.

In un periodo in cui il 90% di tutte le pubblicazioni disponibili era in latino, questa scelta di Lutero fu notevole. La teologia, altrimenti inaccessibile, arrivò tra la gente comune e raggiunse anche gli analfabeti, grazie alla lettura pubblica.

La Bibbia tradotta da Lutero superò con successo le 17 edizioni complete della Sacra Scrittura tedesca già esistenti, perché il suo linguaggio era facile da capire, qualcosa che nessuno aveva mai imparato prima. La gente non solo poteva leggere e comprendere le Scritture, ma lo faceva avidamente.

L’enfasi dell’umanesimo sulle fonti originali permise a Lutero di accedere a strumenti interpretativi come manoscritti, grammatiche e dizionari greci. Le continue difficoltà di traduzione lo portarono, ad esempio, a rivolgersi creativamente al macellaio locale, per poter articolare in modo accurato i concetti sacrificali, o semplicemente a inventare nuovi termini.

Lutero si concentrò maggiormente sulla trasmissione del significato della Scrittura piuttosto che sull’accuratezza dei termini. Per arrivare a uomini, donne e bambini, considerava “la madre in casa e i bambini per strada”. Persino i suoi avversari dovettero ammettere a malincuore il suo successo.

Un fattore cruciale del successo del messaggio di Lutero fu l’invenzione della stampa a caratteri mobili. La disputa sulla Riforma riguardante il professore di Wittenberg fu il primo argomento che interessò i mass media dell’era moderna. Questa rivoluzione mediatica faceva uso della parola, della musica e dell’arte fornite in sermoni, volantini, inni e immagini: piattaforme di distribuzione fondamentali per il pubblico ricettivo e illetterato dell’epoca. Lucas Cranach il Vecchio, artista contemporaneo di Lutero, lo sostenne tramite le immagini e i “fumetti”, che il riformatore accolse per il loro valore educativo e didattico. Cranach divenne una figura chiave delle relazioni pubbliche durante la Riforma.

Il primo innario protestante, contenente principalmente gli inni composti da Lutero, fu pubblicato a Wittenberg già nel 1524. Gli inni venivano cantati dalle persone a casa come se fossero canzoni popolari. Alcuni arrivano addirittura a dire che Lutero istituì la Riforma in Germania attraverso l’innario.

La riforma personale di Lutero
Le preoccupazioni che Lutero aveva nella sua vita erano quelle di un’intera generazione. Lui stesso era stato formato dal Medioevo, con tutte le sue paure sul purgatorio, la pestilenza e tanti altri timori. Questa esperienza profonda diede a Lutero un vantaggio teologico sui suoi avversari.

La grandezza storica appartiene a coloro i quali possono chiaramente affermare ciò che molti altri riescono solo vagamente a supporre o bramare. Con la crescente pubblicità della Riforma, l’esperienza individuale di Lutero fiorì nel vissuto della società: la sua risposta divenne la risposta dei suoi simili, e la sua ora divenne l’ora del suo tempo. La guida divina si può notare nel fatto che Dio entra in scena al momento giusto.

Interpretazione della Bibbia
Lutero respinse l’interpretazione allegorica della Bibbia fatta dai padri della chiesa e dagli studiosi in modo quasi uniforme, e ritornò all’ermeneutica letterale e cristologica dei primi cristiani. Scrisse: “Questa è la mia ultima e migliore capacità: tramandare la Bibbia nel suo significato semplice. Perché è il significato della parola che conta; in esso c’è vita, conforto, forza, insegnamento e qualità. Ciò che è al di fuori, è il prodotto degli sciocchi, anche se brilla intensamente”.

Lutero sottolineò che nell’interpretazione della Scrittura seguì il modello di Gesù e degli apostoli: Sancta Scriptura sui ipsius interpres (la Scrittura è interprete di se stessa).

Sostenne che la Bibbia è l’unico fondamento della fede e la sola priorità. Ogni credente doveva averne accesso ed essere messo in condizioni di capirla. Lutero definì il Concilio di Tolosa, del 1229, “un atto astuto del diavolo” per proibire ai laici di avere accesso alla Bibbia. Della parola di Dio disse: “Questa Regina deve regnare. Tutti noi dobbiamo ascoltarla e presentarla. Non dobbiamo essere i suoi insegnanti, giudici e arbitri, ma semplicemente suoi testimoni, studiosi e garanti”.

Fino alla fine dei suoi giorni, Lutero provò profondo rispetto per la Bibbia. Le ultime parole che pronunciò furono: “Nessuno deve pensare di aver assaporato a sufficienza le Sacre Scritture, tranne… i profeti come Elia ed Eliseo, Giovanni Battista, Cristo e gli apostoli”. Poi aggiunse con umiltà: “Noi siamo mendicanti: è vero”.

Coraggio di fronte al conflitto
Lutero era guidato da un sacro fervore e non si ritirò indietro nemmeno davanti ai potenti e alla maggioranza. Avvertito dagli amici di non presentarsi alla Dieta di Worms, rispose: “Devo e voglio andare anche se ci sono tanti diavoli lì dentro quante sono le tegole sui tetti”. Questo tipo di coraggio dovrebbe servire da esempio per tutti coloro che in questi tempi proclamano la “verità presente”.

Lutero era guidato dalla sua coscienza. Dopo la sua prima apparizione davanti alla dieta di Worms, sembrava incerto, come se avesse perso coraggio, ma poi decise di andare avanti e di non tradire il vangelo. Da un certo punto in poi, Lutero non evitò più il conflitto sulla verità, lo testimonia l’opuscolo La cattività babilonese della Chiesa, che è come un grido di battaglia. In esso spiega che i sette sacramenti sono simboli della tirannia papale. Un editore degli scritti di Lutero disse che mai prima d’allora un autore era stato capace di trasmettere la sua preoccupazione in modo così rapido, comprensivo e preciso al pubblico dei lettori. L’autore tedesco Heinrich Heine confida che “la delicatezza di Erasmo e la gentilezza di Melantone non ci avrebbero mai portato così lontano come la divina brutalità di Fratello Martin”.

Nella sua “divina brutalità”, Lutero era più coraggioso di tutti gli intellettuali del suo tempo. Di conseguenza, non esitò a designare il papa come l’anticristo quando questa convinzione, basata sullo studio della Scrittura, maturò dentro di lui.

La certezza e la gioia che Lutero espresse nella proclamazione del vangelo smantellarono la struttura attraverso cui operava la cultura del suo tempo. La perseveranza coraggiosa e incrollabile di Lutero nel rimanere con la parola di Dio fu il mezzo per liberare la chiesa e iniziare un’era nuova e migliore.

Risultati strategici
Lutero pianificò la diffusione strategica della sua critica alla chiesa. Inviò le sue 95 tesi, sottoforma di lettere scritte a mano, a destinatari ben scelti in ambito scientifico, politico ed ecclesiastico, come Albrecht von Brandenburg e gli arcivescovi di Magdeburgo e Mainz, alto clero tedesco.

Le sue successive lettere furono adattate a gruppi specifici con richieste appropriate: la nobiltà, per gli abusi nella chiesa; gli studiosi, sulle riforme; e gli individui sulla libertà cristiana. I suoi discorsi ai vari gruppi furono spesso oggetto di materiale che veniva ristampato illegalmente.

In breve, Lutero fu uno scrittore prolifico che, dal 1518 al 1519, produsse 45 pubblicazioni contenenti circa 1.600 pagine stampate. Pochi anni dopo, non era solo l’autore più letto (e più contestato) d’Europa, ma anche il più diligente di tutto il XVI secolo.

Sebbene in quel momento la Germania non esistesse come nazione, Lutero, il grande comunicatore, riuscì a farsi ambasciatore e sostenitore del Paese: “Noi, per una corretta comprensione del vangelo secondo le Scritture. Noi, contro Roma! Noi, a favore della causa di Dio!”.

Nel 1529, i sostenitori di Lutero furono chiamati “protestanti”. Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di convinti seguaci di Cristo, che credono fermamente nella potenza della Parola, che osano professare e vivere coraggiosamente la loro fede.

Dove può essere ascoltato, oggi, il loro importante messaggio sulla verità presente?
(lf)

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