N29- Desert flower Center 5 DarisCorrado Cozzi/Notizie Avventiste – Il Desert Flower Center (centro fiore del deserto), inaugurato l’11 settembre presso il Krankenhaus Waldfriede, l’ospedale avventista di Berlino, accoglierà e curerà le vittime delle mutilazioni genitali femminili (mgf).

Il centro è realizzato in cooperazione con la Fondazione “Desert Flower” creata nel 2002 dalla top model somala Waris Dirie con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla piaga delle mgf e di proteggere i diritti delle donne africane vittime di questo rituale culturale crudele e vergognoso che non ha nulla a che fare con la religione.

Vittima anche lei delle mgf quando era bambina, Dirie è diventata un’attivista internazionale  contro questa pratica e ha descritto la sua sofferenza nel libro “Fiore nel deserto”, pubblicato nel 1997 e diventato un film nel 2009.

All’inaugurazione, le 300 persone presenti hanno visto alcune scene della pellicola. “Quante bambine sono vittime di tanta sofferenza”, ha affermato Dirie nel suo intervento durante la cerimonia. “Nonostante tutte le lacrime, sono veramente felice di stare qui. Quando vedo questo ‘Desert Flower Center’ credo nella verità”.

Dirie è scappata dalla Somalia ancora adolescente, attraversando il deserto praticamente senza cibo né acqua. Alla fine è arrivata a Londra, dove ha trovato un lavoro e imparato la lingua nei corsi serali. È poi diventata top model ed è stata la prima testimonial nera di “Oil of Olay”. Nel 1996 ha lasciato la carriera di modella e da allora ha scritto cinque libri.

Praticata in quasi 30 paesi dell’Africa e dell’Asia, la mutilazione genitale femminile è a volte considerata come uno status symbol e alcuni la praticano per controllare la sessualità e promuovere la castità delle ragazze. Spesso essa provoca infezioni, dolore cronico e infertilità. Lo scorso anno, le Nazioni Unite hanno vietato la pratica e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ne sono vittime 150 milioni di donne.

Dirie oggi ha 48 anni e vuole aprire, con la sua fondazione, altri centri “fiore del deserto” in tutto il mondo, soprattutto in Africa.

SONY DSCAll’evento era presente come relatore anche il dott. Pierre Foldes che, assieme al medico francese Jean-Antoine Robein, ha messo a punto una tecnica chirurgica capace di riparare i danni causati dalla pratica. Fino ad oggi ha operato 4.000 donne .

Altre vittime della mgf hanno partecipato alla cerimonia, tra di esse due donne che diventeranno presto le prime pazienti del centro dove potranno essere curate ogni anno da 50 a 100 donne.

Il dott. Gabriele Halder, ginecologo, ha affermato che una maggiore consapevolezza sulla mgf è necessaria anche in Paesi dove non è praticata. Le donne appartenenti a tale cultura sono ancora sottoposte alla tradizione della loro terra d’origine  pur vivendo nei paesi occidentali. “Le donne, dopo la morte dei mariti, sono spesso mutilate di nuovo in modo che possano risposarsi”, ha spiegato Halder. “Tutto ciò deve essere fermato anche qui in Europa”.

Denise Hochstrasser, responsabile dei Ministeri Femminili della regione Inter-Europea della Chiesa avventista,  ha affermato che il nuovo centro dovrebbe contribuire a riportare le vittime allo stato in cui Dio le ha create. “Quando le donne hanno perso parti del corpo a causa di malintesi, tradizioni, pratiche incomprensibili, criminalità e abusi, abbiamo il dovere di restituire loro tutto quello che possiamo, in modo che abbiano una vita normale, come Dio l’aveva pensata fin dall’inizio”, ha precisato Hochstrasser. “Siamo felici che un ospedale avventista abbia fatto questo passo per contribuire a risolvere un problema che in molti paesi remane nel silenzio”, ha aggiunto. “Dobbiamo parlare per queste donne, dobbiamo informare dovunque sia possibile”.

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