Fino al 30 giugno occorre esprimere la preferenza per una delle opzioni alternative all’ora di religione cattolica.

Davide Romano – In vista del prossimo anno scolastico che comincerà a settembre, si ripropone per le famiglie avventiste, e in generale per le famiglie che non intendono far frequentare ai propri figli l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole (Irc), la necessità di compilare l’apposito modulo – per chi non lo avesse già fatto – nel quale si indicano le proprie preferenze sulle opzioni alla frequenza.

Pur riconoscendo che esistono talora bravi insegnanti di religione che non si limitano a svolgere un esercizio di catechismo introduttivo, ma cercano di far emergere le differenze culturali e religiose presenti nella classe, l’Irc rimane pur sempre una imposizione intollerabile nella scuola laica, retaggio di epoche in cui dominava il confessionismo dello Stato.

Le famiglie di fede avventista sono invitate a declinare questa offerta formativa e a scegliere tra le possibilità offerte dalla scuola in alternativa all’ora di religione.

Si badi bene che, contrariamente a quanto a volte ci si sente intimare dagli organi scolastici, in ogni momento dell’anno il genitore può modificare la propria scelta di non avvalersi della religione cattolica. La sentenza 289/2012 del Tar del Molise, confermata in seguito dal Consiglio di Stato, precisa che la peculiare natura del diritto di libertà di coscienza e di libertà di religione, rende modificabile in qualunque momento la propria scelta in conformità agli statuti della propria coscienza. 
Non ci si lasci dunque intimidire da disposizioni diverse.

Sarebbe auspicabile che giungesse il giorno in cui le chiese innanzitutto riconoscessero la necessità di non presidiare la scuola con i propri insegnamenti e lo Stato affrontasse il grande tema di una conoscenza delle religioni come fatto culturale e filosofico, ma senza cedimenti confessionali.

 

 

 

 

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