Scuole. Tempo di scelte alternative all’Irc

Scuole. Tempo di scelte alternative all’Irc

Fino al 30 giugno occorre esprimere la preferenza per una delle opzioni alternative all’ora di religione cattolica.

Davide Romano – In vista del prossimo anno scolastico che comincerà a settembre, si ripropone per le famiglie avventiste, e in generale per le famiglie che non intendono far frequentare ai propri figli l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole (Irc), la necessità di compilare l’apposito modulo – per chi non lo avesse già fatto – nel quale si indicano le proprie preferenze sulle opzioni alla frequenza.

Pur riconoscendo che esistono talora bravi insegnanti di religione che non si limitano a svolgere un esercizio di catechismo introduttivo, ma cercano di far emergere le differenze culturali e religiose presenti nella classe, l’Irc rimane pur sempre una imposizione intollerabile nella scuola laica, retaggio di epoche in cui dominava il confessionismo dello Stato.

Le famiglie di fede avventista sono invitate a declinare questa offerta formativa e a scegliere tra le possibilità offerte dalla scuola in alternativa all’ora di religione.

Si badi bene che, contrariamente a quanto a volte ci si sente intimare dagli organi scolastici, in ogni momento dell’anno il genitore può modificare la propria scelta di non avvalersi della religione cattolica. La sentenza 289/2012 del Tar del Molise, confermata in seguito dal Consiglio di Stato, precisa che la peculiare natura del diritto di libertà di coscienza e di libertà di religione, rende modificabile in qualunque momento la propria scelta in conformità agli statuti della propria coscienza. 
Non ci si lasci dunque intimidire da disposizioni diverse.

Sarebbe auspicabile che giungesse il giorno in cui le chiese innanzitutto riconoscessero la necessità di non presidiare la scuola con i propri insegnamenti e lo Stato affrontasse il grande tema di una conoscenza delle religioni come fatto culturale e filosofico, ma senza cedimenti confessionali.

 

 

 

 

Campioni di Libertà

Campioni di Libertà

Uno sguardo al Dipartimento Aplr mondiale.

Notizie Avventiste – Molti potrebbero non aver sentito parlare del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della Chiesa avventista mondiale. Eppure è molto importante. Ganoune Diop, direttore generale dell’Aplr, lo definisce "il ministero degli affari pubblici della Chiesa". Promuove la libertà religiosa per tutti, indipendentemente dalle loro convinzioni, e incoraggia la Chiesa ad essere un’attiva sostenitrice e difenditrice di questa libertà globale.

“La libertà religiosa è un dono di Dio all’intera umanità” spiega Diop su Ann (Adventist News Network). “È una libertà composita “aggiunge “A volte è ridotta a un diritto personale, ma include molto di più, come la libertà di pensiero, di coscienza, di scelta, di riunione, di associazione. Sono valori universali. Promuovere la libertà significa promuovere la dignità di ogni persona”.

Cosa fa l’Aplr? 
Così risponde Diop: “Il nostro lavoro è un impegno proattivo con tutte le istituzioni della società. Senza compromessi”. Tramite le interazioni del Dipartimento Aplr, "mostriamo il carattere distintivo della nostra identità e la nostra missione che è quella di preparare il mondo alla seconda venuta di Gesù Cristo".

Il Dipartimento crea anche consapevolezza della gamma di servizi della Chiesa e costruisce buoni rapporti con varie organizzazioni, come le Nazioni Unite, le associazioni non governative e i governi. Condivide con loro quanto la Chiesa sia una benedizione per la collettività.

L’Aplr a livello mondiale partecipa ai consigli delle Nazioni Unite e a varie funzioni interreligiose e pubbliche per far conoscere la Chiesa avventista e informare su cosa fa. Organizza anche una cena annuale sulla libertà religiosa a Capitol Hill, negli Stati Uniti, dove viene discussa e promossa la libertà religiosa americana e internazionale.

Il Dipartimento Aplr, come avviene per gli altri ministeri avventisti, è presente a tutti i livelli della denominazione: Regioni, Unioni, Federazioni, chiese locali. I dirigenti interagiscono con persone e organizzazioni influenti. L’Aplr presenta la denominazione negli ambiti pubblici, il volto di una Chiesa che non è ai margini del cristianesimo e che ha la missione di condividere l’amore di Cristo con il mondo.

Nessuno deve subire ingiustizie o persecuzioni a motivo della propria religione. Per questo l’Aplr interviene a favore degli avventisti che affrontano problemi a causa dell’osservanza del sabato. Interviene anche per gli avventisti arrestati in tutto il mondo per motivi di fede. Recentemente, Diop è stato in comunicazione con due governi diversi. per aiutare un uomo che era stato imprigionato ingiustamente. L’impegno portato avanti dall’Aplr ha contribuito alla sua liberazione e attualmente media perché sia trasferito in un altro Paese più sicuro per lui. Interviene anche per le persone di altre confessioni che subiscono ingiustizie e chiedono aiuto.

Perché dovrei essere un fautore della libertà religiosa? 
Unire gli sforzi come Aplr per difendere la libertà religiosa dovrebbe essere la missione di ogni avventista del settimo giorno.
“Il nome di Dio è inseparabile dal concetto di libertà” sostiene Diop “La libertà nasce nell’essere di Dio. Siamo creati a immagine di Dio, e se Dio è libero, anche noi siamo creati per essere liberi. Difendendo la libertà, contribuiamo alla restaurazione dell’immagine di Dio negli esseri umani. Se una persona perde la libertà di coscienza, perde la sua umanità”.

Ogni membro di chiesa dovrebbe essere incoraggiato a diventare un ambasciatore della libertà religiosa e degli affari pubblici. Tutti possono partecipare a livello locale e personale. Tutti hanno una sfera di influenza locale con cui possono interagire. 
“All’interno della chiesa, tutti dovrebbero essere ambasciatori di libertà” dice ancora Diop “Difendere la libertà, perché la libertà di scelta è necessaria per la nostra alleanza con Dio”.

Si può agire a livello locale, suggerisce ancora Diop, creando un gruppo per la promozione della libertà religiosa nelle chiese o anche nelle scuole; si può collaborare con organizzazioni locali che già sostengono questa causa; è utile persino creare un blog o utilizzare i social media per aiutare a educare gli altri sulla difesa della libertà e della verità.

“Difendere e promuovere la libertà religiosa per tutti può essere fatto nella nostra vita quotidiana” conclude il responsabile generale dell’Aplr “Il dono di Dio della libertà è per tutti. Non possiamo abbracciare correttamente Dio senza libertà perché l’amore è impossibile senza libertà. Dio non vuole robot; la coercizione e la forza non sono la sua via. La via di Dio è concedere a tutti il diritto alla libertà di coscienza. Possa lo Spirito Santo guidare la Chiesa nel compimento di questa missione”. 
(LF)

[Foto e fonte: Ann]

 

 

 

 

 

Si è spento B. B. Beach, pioniere della libertà religiosa

Si è spento B. B. Beach, pioniere della libertà religiosa

Per decenni ha rappresentato la Chiesa avventista presso le altre denominazioni e gli organismi civili.

Lina Ferrara – Vi è una persona che, per oltre mezzo secolo, ha “costruito ponti di fede, amicizia e libertà” in diversi ambienti istituzionali del mondo. È Bert Beverly Beach, pastore avventista e plurilaureato, che ha servito la Chiesa come responsabile del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa e ha saputo creare relazioni interconfessionali su scala globale, basate sul reciproco rispetto.
Il 14 dicembre, all’età di 94 anni, B. B. Beach si è addormentato nel Signore a Silver Spring, in Meryland, negli Stati Uniti. Era un uomo di fede, dal carattere aperto e amichevole, con una verve umoristica che lo ha accompagnato nell’intera sua vita.

Come Notizie Avventiste lo avevo intervistato nel 2013, in occasione della pubblicazione del suo libro Ambassador for Liberty (Ambasciatore della libertà) che raccoglie il ricco bagaglio di esperienze e di consigli dell’autore, ma anche un pezzo significativo della storia della libertà religiosa nel mondo. Un capitolo è dedicato all’Italia, perché B. B. Beach è stato direttore dell’Istituto avventista “Villa Aurora” di Firenze per sei anni.

In suo ricordo, riproponiamo l’intervista.

Notizie Avventiste: Nel suo libro di memorie ha riassunto il grande lavoro svolto in favore della libertà religiosa. Come si è evoluta la libertà religiosa negli ultimi cinquant’anni? 
Bert Beverly Beach: Mezzo secolo è un bel numero pieno. Esattamente 55 anni fa lasciai l’Italia, dopo sei anni felici e fecondi come direttore della scuola avventista di Firenze. Tuttavia, vorrei iniziare a rispondere alla domanda andando indietro di 65 anni, e cioè al 1948, quando mi laureai al Pacific Union College in California. Fu un anno di speranza. La Seconda guerra mondiale si era da poco conclusa e la democrazia e la libertà avevano vinto sulle dittature e la tirannia. Pochi mesi dopo la mia laurea, le Nazioni Unite, da poco istituite, approvarono la Dichiarazione universale dei diritti umani che all’articolo 18 affermava chiaramente e con forza la libertà religiosa. Il 1948 fu anche l’anno della fondazione del Consiglio Mondiale delle Chiese. Nella sua prima assemblea, le 147 chiese fondatrici approvarono un buon documento in sostegno della libertà religiosa.

Il cammino in favore della libertà religiosa proseguì nel 1965, quando il Concilio Vaticano II approvò la sua dichiarazione sulla libertà religiosa. Questo fu davvero un punto di svolta per la Chiesa cattolica romana che, dopo una lunga storia di persecuzione nei confronti dei non-cattolici, ora afferma che nessuno ha il diritto di impedire a una persona di credere e praticare la propria religione. Ho vissuto e visto i risultati di questo passo da gigante in posti come la Spagna e l’Italia.

Quando arrivai in Italia, nel 1952, per servire come direttore dell’Istituto “Villa Aurora”, due delle nostre chiese erano state chiuse dalle autorità governative. I miei mobili e i beni a un certo punto rimasero in dogana a Firenze per oltre quattro mesi, senza dubbio a causa della mia religione. Oggi, vi è una legge che regola i rapporti tra la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno e lo Stato italiano che, tecnicamente parlando, non hanno nemmeno negli Stati Uniti. Essa riconosce molti diritti, compresa l’osservanza del sabato. Inoltre, ora c’è anche la separazione tra Chiesa e Stato in Italia. Chi avrebbe mai pensato, 50 anni fa o giù di lì, che ciò sarebbe stato possibile?

Il maggior successo per la libertà religiosa fu la Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla libertà religiosa del 1981, per la quale lavorammo per diversi decenni. I nostri sforzi ebbero successo grazie anche al mio collega, il dott. Gianfranco Rossi, che riuscì a far includere una frase in cui si afferma il diritto di ogni persona a osservare i giorni di riposo in conformità con i precetti della propria religione. Vi è anche l’Atto finale di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, che permette a qualsiasi Paese firmatario di esaminare la situazione della libertà religiosa in un altro Paese firmatario. Una novità nelle relazioni diplomatiche internazionali.

Poi arrivò il maremoto di libertà seguito al crollo del comunismo totalitario nell’Europa orientale e la fine dell’Unione Sovietica. La Chiesa avventista fu ammessa con status consultivo presso il Consiglio economico e sociale dell’Onu (Ecosoc), obiettivo molto difficile da raggiungere quando il comunismo controllava ancora i governi di molti Paesi.

Quindi, ci sono stati progressi nella libertà religiosa ma sono sorti anche nuovi problemi. L’ondata di libertà religiosa nell’Europa orientale si è un po’ ritirata. Ciò è dovuto in gran parte alla collaborazione tra nazionalismo e desideri storicamente radicati di riconoscimento e supremazia delle ex chiese di stato. In un’altra parte del mondo, in India, dove la libertà religiosa è riconosciuta ufficialmente, ci sono forze indù all’opera, a volte con violenza, che mirano a limitare le chiese cristiane e la testimonianza.

Nei Paesi musulmani del Medio Oriente e del Nord Africa (e anche in altre parti dell’Africa), ora che l’influenza del colonialismo europeo non protegge più il cristianesimo, vi sono crescenti sforzi per limitare la presenza e la testimonianza cristiana. Infatti, islamisti e altri estremisti vogliono eliminare il cristianesimo in quei Paesi. Il risultato è che decine di migliaia di cristiani vanno via da queste zone.

Un altro problema che si è manifestato recentemente è il conflitto, potenziale e reale, tra la libertà religiosa e gli altri diritti umani. Si discute e sostiene che quando vi è conflitto tra diritti umani “concreti”, come guadagnarsi da vivere, controllo delle nascite o diritti degli omosessuali, ed “eterei e celestiali” diritti di libertà religiosa, è quest’ultima che perde!

N. A.: Quali sono stati i problemi più difficili che ha dovuto affrontare? 
B. B. B.: Certamente, i problemi di libertà religiosa nei Paesi comunisti e quelli nei Paesi cattolici prima del Concilio Vaticano II sono stati a volte molto difficili. In Albania, poi, erano “super difficili”. Vi era stato un martire avventista collegato alla Chiesa italiana. A Tirana, dopo la caduta del regime ateo di Enver Hoxha, abbiamo organizzato e condotto, insieme con Ray Dabrowski, il primo congresso sui diritti umani e la libertà religiosa realizzato nel Paese, a cui hanno partecipato ministri del governo, leader religiosi, il rettore dell’Università. È stato uno dei momenti più edificanti della mia vita. In quella occasione ho tenuto il discorso di apertura.

Senza dubbio, il maggiore e più difficile problema di libertà religiosa da affrontare è stato nei Paesi musulmani. L’islam non comprende e non accetta il concetto di separazione tra Chiesa e Stato. Vi sono difficoltà nel praticare il culto cristiano tra i musulmani, che aumentano notevolmente se si vuole evangelizzare. Diversi Paesi prevedono la pena di morte per chi si converte dall’islam al cristianesimo. La Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 sostiene chiaramente “il diritto di cambiare religione”. Se la dichiarazione non fosse stata votata 65 anni fa, non credo che oggi sarebbe stato possibile includere tale diritto. Troppo forte sarebbe l’opposizione di decine di nazioni musulmane. Anche i “musulmani liberali” in generale non approvano l’evangelizzazione cristiana tra i musulmani.

Un problema che abbiamo dovuto affrontare, e di cui non mi piace parlare, è un problema interno della chiesa. In diverse parti del mondo, gli avventisti supportano poco il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa. Ciò avviene specialmente nei Paesi in cui la situazione della libertà religiosa sembra relativamente buona e tranquilla. In alcune chiese, il dipartimento difficilmente esiste, o è quasi pro forma, affidato a volte a qualcuno con altre responsabilità che hanno un’attenzione prioritaria. Non è il caso dell’Unione italiana, dove da molti anni vi è un dipartimento della libertà religiosa veramente forte e sono grato per questo. Complimenti da un vecchio uomo della libertà religiosa.

La cosa che mi ha sbalordito di più è quando ho sentito di volta in volta delle voci, non troppo forti per fortuna, secondo cui lottando per la libertà religiosa si ritarda la seconda venuta di Cristo. Certamente non sono quelli che soffrono le persecuzioni a fare tali affermazioni prive di senso. Dio, al contrario, invita gli avventisti a tenere alta la bandiera della libertà religiosa per poter portare a termine la missione.

N. A.: Nel frequentare ambienti molto diversi da quello della sua Chiesa, ha mai avuto la sensazione di perdere la sua identità e le sue radici? 
B. B. B.: Nella mia vita ho avuto il privilegio di incontrare e conoscere alcuni dei leader politici e soprattutto religiosi più importanti del mondo. Ho avuto la fortuna di avere alcuni di loro come amici personali. Ho scoperto che gli alti dirigenti sono spesso semplici e meno consapevoli della loro importanza rispetto a quelli che ricoprono incarichi di livello minore. Ho scoperto che i grandi leader possono essere veramente amichevoli. La cosa importante, se si vuole avere degli amici, è essere noi stessi amichevoli, come è scritto nel testo biblico di Proverbi 18:24.

Nei 32 anni in cui sono stato segretario della Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane internazionali, ho fatto tantissime cose utili per “i miei amici”. Non ho mai sentito di perdere la mia identità. Ho sempre difeso la mia Chiesa e le sue convinzioni, e preso posizione per esse quando necessario. Sì, l’ho fatto sempre con rispetto e spero con umiltà, con un sorriso e, a volte, con humor, ma sempre con sincerità e correttezza.

Non ho mai perso le mie radici linguistiche. Ho parlato in italiano con i vescovi italiani e spagnoli. Mi ricordo che a un pranzo a Santa Marta in Vaticano, dato da papa Giovanni Paolo II, il vescovo incaricato delle Cerimonie Liturgiche Pontificie (che sta accanto alla sedia o soglio pontificio) mi disse quanto fosse contento di avere, seduto al suo tavolo, un americano che gli parlava in italiano! Ho parlato brevemente in tedesco con papa Benedetto XVI e un grande sorriso ha attraversato il suo volto quando gli ho detto che venivo dall’“Autunno d’oro” della Germania. Mi sono divertito a parlare in dialetto svizzero tedesco con le guardie svizzere, entrando in Vaticano, la sera in cui ero ospite.

A volte mi sono sentito un po’ solo, l’unico avventista in una riunione o sala, circondato da estranei, ma per fortuna alcuni sono presto diventati amici.

N. A.: Secondo lei, la crisi economica può avere delle conseguenze sulla libertà religiosa soprattutto delle confessioni di minoranza? 
B. B. B.: Qualcuno ha affermato che la guerra, soprattutto quella che si protrae, è pericolosa per la libertà. La crisi economica è una sorta di guerra latente. Più a lungo dura, più si colpisce tutti, specialmente i più deboli, i poveri e le minoranze. È evidente, quando il lavoro scarseggia, che i datori di lavoro sono meno disponibili a riconoscere il riposo del sabato o a trovare una soluzione in tal senso per i dipendenti avventisti. La migliore protezione che ho trovato, con l’aiuto di Dio, è quella di essere il migliore dipendente possibile. Da oltre trent’anni faccio parte del Rotary, uno dei principali club di servizio, e l’attuale presidente ama usare l’espressione giapponese “Ichiban”, che significa “fare del tuo meglio”. Questa è una buona parola per ogni avventista. Credo che un bravo datore di lavoro non vorrà perdere un dipendente coscienzioso e fidato. Nelle mie memorie cito un esempio eccezionale in Italia.

N. A.: Viviamo nell’era della globalizzazione; eppure, ovunque nascono nazionalismi radicali. Avendo vissuto, studiato e lavorato in diversi Paesi dei vari continenti, si sente un cittadino del mondo? Quale consiglio darebbe ai giovani in questo senso? 
B. B. B.: Considerando l’escatologia della Chiesa avventista, abbiamo affermato fin dagli inizi del nostro movimento che alla fine ci sarebbero state due superpotenze: una politica e l’altra religiosa. Questa visione profetica sembrava molto improbabile nel 1863, quando è stata organizzata la Chiesa Avventista del Settimo Giorno così come la conosciamo oggi. Gli Stati Uniti erano nel bel mezzo della più grande guerra del XIX secolo, la guerra civile, e si preoccupavano quasi esclusivamente del continente americano. La Chiesa cattolica sembrava implodere, stava perdendo il suo potere come Stato ed era sul punto di perdere la stessa Roma. La “globalizzazione”, di cui si parla nella domanda, era praticamente inesistente. Oggi abbiamo solo due superpotenze mondiali, una è uno stato politico, l’altra una religione, una chiesa veramente “cattolica”. I giovani avventisti devono rendersi conto di ciò e riconoscere l’influenza della globalizzazione, nel bene e nel male.

Un grande potere e una grande influenza producono sempre una reazione che, purtroppo, a volte prende la forma di cieco nazionalismo incondizionato e di una contro-globalizzazione sotto forma di fondamentalismo religioso, meglio inteso come “estremismo religioso”. Il terrorismo attira alcuni giovani, mentre altri scivolano nel dogmatismo religioso e nell’isolazionismo. Io mi considero americano e mi vedo anche come un uomo con una visione globale. Gesù ha detto: “il campo è il mondo”, ma ognuno di noi deve contribuire al “raccolto”, che è “la fine del mondo”. Credo che sotto il cielo italiano Dio abbia un compito da realizzare per ogni persona, un compito che puoi essere in grado di svolgere meglio di chiunque altro. Ellen G. White dice nel libro Educazione cristiana che Cristo scorge in ogni essere umano “infinite possibilità”. Infinito è più grande di nazionalismo, ma è anche più grande di globalizzazione. Invito il lettore a dirigere la propria vita in alto, verso la stella dell’”infinita potenzialità”.

La Chiesa avventista solidarizza con la Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino

La Chiesa avventista solidarizza con la Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino

Notizie Avventiste – Il 15 marzo, il presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, past. Stefano Paris, accompagnato dal responsabile del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa, past. Davide Romano, ha porto un fraterno saluto al rettore della Basilica di Santa Sofia in Roma, don Marco Yaroslav Semehen, come segno di sollecitudine verso la popolazione ucraina di fede cattolica e di rito bizantino.

L’alto prelato di nazionalità ucraina ha ringraziato la Chiesa avventista, che aveva già conosciuto anche nel proprio Paese, per la solidarietà ricevuta e ha chiesto al presidente Paris di estendere ai membri dell’Unione italiana il proprio affettuoso ringraziamento, invitando a intercedere nella preghiera per la pace e per l’accoglienza agli ucraini in fuga dalla guerra.

Giornata Libertà Religiosa. Evento online

Giornata Libertà Religiosa. Evento online

Francesca Evangelisti – Il 17 febbraio commemoriamo la Giornata della Libertà Religiosa. Questa data è stata scelta per ricordare le lettere patenti (provvedimenti aventi forza di legge) con le quali il re Carlo Alberto riconobbe i diritti civili ai valdesi nel 1848, un evento molto significativo per la libertà religiosa.

Per celebrare questa importante ricorrenza, vi invitiamo a partecipare all’evento che si terrà online venerdì 18 febbraio, alle ore 20.00, dal titolo I diritti fondamentali, la pandemia, lo Stato e le sue prerogative: nozioni da rivisitare”. Sarà ospite Davide Romano, direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa presso l’Unione avventista italiana (Uicca).
Clicca qui per scaricare la locandina

L’evento si potrà seguire in diretta sulla pagina Facebook della Chiesa avventista, o sul sito www.hopemedia.it

Forte nella solidarietà

Forte nella solidarietà

Il primo ministro di Capo Verde ha elogiato l’impegno sociale della Chiesa avventista nel Paese.

Notizie AvventisteUlisses Correia E. Silva, premier di Capo Verde, ha recentemente elogiato la Chiesa avventista del settimo giorno per il suo impegno sociale nella nazione dell’Africa occidentale. Il primo ministro si è espresso durante una visita alla comunità avventista di Achada São Filipe a Praia, capitale del Paese, il 21 dicembre 2021.

Il capo del governo e la delegazione che lo accompagnava sono stati accolti dai vertici della denominazione, dai pastori e dai direttori di dipartimento. La visita fa parte del programma “Mobilizzazione per l’inclusione sociale accelerata” (Mais), un’iniziativa del governo per combattere e porre fine alla povertà estrema. Sono diverse le istituzioni e le organizzazioni non governative che sostengono questo progetto.

“In primo luogo, vorrei riconoscere il meraviglioso lavoro svolto dalla Chiesa avventista del settimo giorno. È un’antica denominazione a Capo Verde e, soprattutto all’inizio della pandemia, ha svolto un’azione di solidarietà molto forte”, ha affermato il premier.

Secondo Silva, le chiese hanno un “ruolo importante” nella lotta alla povertà estrema nel Paese. Questa convinzione ha portato il governo a collaborare con le entità religiose per aumentare la capacità di risposta a questo flagello che colpisce migliaia di capoverdiani. L’idea è quella di sviluppare azioni lavorando con coloro che sono quotidianamente sul campo e conoscono la realtà locale.

“Siamo venuti qui per definire un quadro di buona collaborazione all’interno del programma Mais” ha spiegato il primo ministro “Ci sono aree e aspetti di convergenza; la Chiesa opera già nella collettività. Svolge un lavoro serio; conosce la realtà sociale ed economica delle famiglie. Possiamo lavorare insieme in modo che nessun bambino sia escluso dalla scuola materna”.

Il past. Natalino Martins, presidente della Chiesa avventista capoverdiana, ha accolto con favore l’iniziativa del governo e ha osservato che la pandemia di Covid-19 ha lasciato molte famiglie in condizioni di estrema povertà. “Voglio congratularmi con il governo per aver creato un programma molto importante per la nostra comunità, soprattutto in questi tempi. Gli avventisti del settimo giorno sono disponibili a collaborare e a rafforzare questa partnership”, ha dichiarato Martins.

Silva e la delegazione hanno anche visitato la scuola avventista di Palmarejo, che offre classi dalla materna al liceo. Al termine dell’incontro hanno ricevuto copie di libri avventisti.

La denominazione è presente nel Paese dagli anni ’30 del Novecento. Oggi, sono 9.550 gli avventisti battezzati che si riuniscono in 82 chiese e gruppi.

[Foto e fonte: Regione Africa centro-occidentale, Adventist Review]

Formazione Aplr 2021

Formazione Aplr 2021

Francesca Evangelisti – Il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) nazionale è lieto di informare che quest’anno si terrà il corso di formazione per i dirigenti Aplr locali. Le date sono 4, 5 e 6 agosto a Villa Aurora (Firenze), con la possibilità di prolungare il soggiorno fiorentino nel weekend (7 e 8 agosto).

Il corso è dedicato a tutti i referenti locali del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa, ai pastori e a tutti i fratelli e le sorelle interessati ad approfondire le tematiche care al Dipartimento.
Vi chiediamo di condividere questo evento con le vostre comunità e sollecitarne la partecipazione.

Per informazioni e iscrizioni: uicca.aplr@avventisti.it

Webinar di Coscienza e Libertà

Webinar di Coscienza e Libertà

 

Francesca Evangelisti – La rivista Coscienza e Libertà è lieta di invitarvi a una serie di webinar, seminari interattivi tenuti su internet, dal titolo «Ne parliamo con Coscienza e Libertà».

Il primo avrà luogo mercoledì 6 maggio, alle ore 16.30, sulla piattaforma Zoom, avrà come tema Politica, diritti e libertà al tempo del virus.

Intervengono: on. Stefano Ceccanti, prof. Pasquale Annicchino, avv. Ilaria Valenzi. L’incontro è moderato dal direttore di Coscienza e Libertà, Davide Romano.

Per partecipare cliccare sul link: https://us02web.zoom.us/j/81096428689?pwd=ek5EYkVGNW84bkt2TG44UzFlUWU3QT09
Oppure aprire Zoom e digitare ID webinar: 810-9642-8689. Password: 425671.

 

Focus sul sabato al corso di formazione Aplr

Focus sul sabato al corso di formazione Aplr

 

Francesca Evangelisti – L’edizione 2019 del corso per responsabili locali del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) si è svolta dalla sera di venerdì 18 al tardo pomeriggio di sabato 19 ottobre. Una ventina di partecipanti si sono ritrovati a Villa Aurora (Firenze) per ascoltare e dialogare in merito ai temi trattati dal Dipartimento nazionale.

In particolare, il focus di quest’anno è stato sul sabato e sulle difficoltà che alcuni nostri fratelli avventisti vivono a livello lavorativo. Molto toccanti le esperienze vissute da due testimoni, Ana e Alejandro, che hanno raccontato le peripezie vissute, fino ad arrivare in tribunale per Ana, al fine di ottenere il riconoscimento del diritto di fruire del riposo sabatico in ambito lavorativo, così come espresso nella legge n. 516 del 22 novembre 1988. Tale legge è stata poi commentata dall’avv. Francesco Coppola, fratello della Calabria, in qualità di esperto che testimonia la propria fede quotidianamente nel suo lavoro.

Il direttore del Dipartimento Aplr, past. Davide Romano, ha illustrato ai presenti la situazione religiosa mondiale, evidenziando i diversi approcci che le nazioni hanno in merito al tema della libertà religiosa.

Il corso si è concluso con l’intervento della prof.ssa Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro Lirec (Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza), che ha parlato delle sette. La parola setta è usata in maniera del tutto dispregiativa per stigmatizzare una religione sulla base di testimonianze arbitrarie e faziose. La base della discriminazione religiosa è l’ignoranza e la paura di qualcosa che non si conosce, per questo è fondamentale un approccio consapevole e informato, non basato sul pregiudizio, quando si fa riferimento a una determinata religione.

Soddisfatto per la partecipazione, il Dipartimento Aplr si augura una sempre maggiore presenza di responsabili delle chiese locali nelle prossime edizioni del corso.

L’ora di religione a scuola

L’ora di religione a scuola

Maol – Il nuovo anno scolastico è ormai iniziato per decine di migliaia di alunni e studenti. Nei programmi didattici a tutti i livelli è previsto l’insegnamento della religione cattolica. Al momento dell’iscrizione bisogna compilare un modulo per non avvalersi di tale insegnamento. Tutti gli istituti scolastici e le relative segreterie sono obbligate a  fornire il modulo di esonero.

Il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa ricorda di non avvalersi dell’ora di religione a scuola sia per dare concreta attuazione al principio di libertà di coscienza e di religione; sia perché, oggi più che mai, occorre che tutti i cittadini, che sono portatori di istanze religiose ed etiche diverse da quelle di maggioranza, diano testimonianza della loro diversità, affinché le istituzioni di questo nostro Paese assumano maggiore consapevolezza del pluralismo religioso e culturale che ormai connota la società italiana.

La legge prevede varie opzioni che le scuole devono attivare come alternativa all’ora di religione cattolica. Lo spiega bene Davide Romano, direttore nazionale del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa. E ce n’è una che forse sorprenderà.

Guarda il video 

 

Scuola. Moduli per sabato ed esami

Scuola. Moduli per sabato ed esami

 

Francesca Evangelisti – Il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa ricorda a tutti i genitori di ragazzi in età scolare, che sono disponibili: il modulo per l’assenza in giorno di sabato durante l’anno scolastico, il modulo di assenza in giorno di sabato durante gli esami di fine anno.

Per la richiesta dei moduli e per qualsiasi informazione, scrivere un’email a: uicca.aplr@avventisti.it

Corso di formazione Aplr

Corso di formazione Aplr

 

Maol – Il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) dell’Unione italiana continua i programmi di formazione per i responsabili delle chiese locali. Il corso avrà luogo il 18 e 19 ottobre a Villa Aurora. È un’occasione importante di preparazione per quanti hanno ricevuto l’incarico dalle loro comunità di occuparsi di questo dipartimento. «Giorno di riposo e diritti religiosi in Italia e nel mondo» è il tema che sarà trattato nelle due giornate.

«Invitiamo a prendere nota della data fin da ora» chiedono dall’Aplr «A breve comunicheremo il programma definitivo».

Il costo del soggiorno è a carico del dipartimento Aplr, quello del viaggio è a carico della chiesa locale.

Per informazioni e iscrizioni inviare un’email a: uicca.aplr@avventisti.it

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