Maol – Ivanka Bulzis, moglie del pastore emerito Nino, si è addormentata nel Signore in Svizzera, circondata dall’affetto della sua famiglia. Ne dà l’annuncio la Divisione Intereuropea (Eud) in un articolo di Corrado Cozzi, direttore del Dipartimento Comunicazioni dell’Eud.

Nata a Zagabria (nella ex Jugoslavia) il 12 ottobre del 1932, Ivanka aveva conosciuto l’avventismo da sua madre. Aveva incontrato Nino Bulzis a un raduno dei giovani delle chiese di Zagabria. I due si erano presto sposati e avevano messo su famiglia. La loro unione è stata, infatti, rallegrata dall’arrivo di due figlie: Patrizia, nata a Bolzano; e Lorena che ha visto la luce a Roma.

Ivanka ha sempre seguito e sostenuto il marito nel suo ministero pastorale in Italia. La famiglia aveva vissuto per sette anni a Bolzano, dove Nino era pastore della chiesa avventista bilingue (italiano e tedesco). Era poi arrivato il trasferimento in Puglia e Nino aveva servito la chiesa di Bari, ma anche le comunità di Cassano Murge, Conversano e Gravina di Puglia, secondo quanto afferma il libro Granel di sale. Infine, la famiglia era arrivata a Roma perché il past. Bulzis era stato nominato Capo colportore dell’Unione italiana e poi anche direttore nazionale del Dipartimento della Gioventù.

Dopo otto anni trascorsi nella capitale, il past. Bulzis aveva accettato l’appello dell’allora Divisione Euroafricana (oggi Intereuropea) e l’incarico di direttore del Dipartimento Gioventù e Famiglia. Era poi tornato a svolgere il ministero pastorale negli ultimi nove anni di servizio, occupandosi della chiesa avventista di Biel/Bienne in Svizzera, comunità anche questa bilingue (tedesco e francese).

«Ivanka mi ha sostenuto con amore nel servizio per il Signore» ha dichiarato Nino Bulzis «Era una persona molto riservata e capace di dare buoni consigli a suo marito. La cosa più apprezzabile era l’aver accettato di rimanere da sola, spesso per diverse settimane alla volta, come quando andai in Africa o in America; da sola anche nel crescere le nostre figlie e nella gestione della casa».

Nel ricordare la mamma durante i funerali, Patrizia ha affermato: «Non ti ho mai visto inattiva… mi hai dato forza, coraggio e coerenza… Come te ho avuto il coraggio di trasferirmi in un altro Paese, come te ho il coraggio di pensare in modo diverso. Come te ho il coraggio di aggrapparmi alle cose buone. Ti sarò eternamente grata, perché dalla saggezza che hai mostrato, nelle cose grandi e piccole, posso attingere fino alla fine della mia vita».

Patrizia ha sposato un pastore finlandese, Leif Hongisto. Insieme hanno vissuto in Libano per diversi anni e hanno ricoperto importanti incarichi: presidente dell’università avventista di Beirut (lui) e decana della facoltà di economia aziendale (lei). Dal 2018 sono tornati in Finlandia.

Ivanka soffriva di osteoporosi e da circa 15 anni aveva iniziato a sentire gli effetti dannosi di questa malattia degenerativa che diminuisce la densità delle ossa e le deforma, producendo scoliosi e cifosi. Con il passare del tempo, mamma Bulzis non riusciva più a camminare né a gestire la casa o a prendersi cura di se stessa. Poco prima di chiudere gli occhi, aveva detto al marito: «Nino, ti amo; non aver paura di vivere da solo». Anche alle figlie aveva rivolto le ultime parole di affetto: «Patrizia, ti amo. Lorena, ti amo».

Donna, madre, moglie di pastore e missionaria, sempre disposta a seguire il suo compagno, ha dedicato la sua vita alla chiesa.

«Ho conosciuto la famiglia Bulzis quando frequentavo la Scuola del Sabato dei bambini a Roma, negli anni ’70. Ricordo con affetto, anche attraverso la nebbia del tempo, la madre di Patrizia e di Lorena. Una donna riservata ma attenta» ha affermato Corrado Cozzi.

«Molte mogli dei dirigenti della chiesa sono spesso sconosciute, ma svolgono un’opera straordinaria sia per i figli che sovente non vedono i loro papà per diversi giorni, sia per i mariti che sono in grado di compiere il loro ministero proprio grazie al sostegno delle mogli» ha considerato Cozzi nel suo articolo.

«A tutte queste mogli» ha continuato «vogliamo dire “Grazie”, per un ministero che non è passato attraverso le sedi di un seminario, né ha ricevuto alcun riconoscimento accademico, ma produce risultati che hanno un valore degno della missione che adempiono».

La Chiesa avventista europea e italiana esprime le più sentite condoglianze alla famiglia Bulzis, ringraziandola per il grande e fedele servizio svolto. «Possa il Signore confortare la famiglia di Ivanka nell’attesa del ritorno glorioso del nostro Salvatore Gesù Cristo» ha concluso Cozzi.
[lf]

[Foto: Eud News]

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