Sinodo valdese 2013Notizie Avventiste/Nev – Ampia discussione è stata dedicata al tema della violenza di genere durante il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi svoltosi alla fine di agosto a Torre Pellice. Una problematica tanto delicata quanto urgente, particolarmente sentita dalla chiesa.

“Ho assistito al dibattito del Sinodo sulla violenza di genere che spesso provoca il femminicidio e ne ho ricavato la massima determinazione dello stesso nel sensibilizzare le comunità a far emergere il problema e ad affrontarlo”, ha affermato Davide Romano, direttore associato del dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa dell’Unione avventista italiana, presente al Sinodo. “Anche le nostre chiese devono interrogarsi sulla necessità di offrire un ascolto qualificato alle donne e alle famiglie che vivono questo dramma, senza offrire attenuanti di nessun tipo a coloro che esprimono il loro dissenso con atteggiamenti violenti o denigratori. La compiuta parità di genere, attinta mediante una corretta rilettura della Scrittura, rappresenterà anche per noi un importante antidoto culturale e spirituale alla violenza e alla competizione tra i sessi”, ha aggiunto.

Nella conferenza stampa del 27 agosto a Torre Pellice, la pastora valdese Letizia Tomassone ha precisato che “le nostre comunità, che comunque vivono in una società dalla struttura patriarcale, possono essere testimoni di situazioni di sofferenza, spesso invisibili. Dobbiamo tutti impegnarci, allora, perché queste situazioni diventino visibili e le comunità stesse possano diventare dei luoghi di ascolto, di riconciliazione e di guarigione”.

Il punto focale del problema si trova forse nell’incapacità degli individui di elaborare il fallimento di una relazione ed “è proprio questa incapacità di accettare la conclusione di un rapporto come un dato possibile della vita a creare le condizioni di una conflittualità che porta alla violenza, psicologica o fisica. Le chiese possono aiutare le persone a comprendere se stesse in modo diverso”, ha affermato Giovanna Vernarecci, pastora e avvocato, durante la conferenza stampa.

Il past. Daniele Bouschard, attivo da diversi anni nella rete “Maschile plurale”, ha quindi spostato l’attenzione sugli uomini evidenziando che “è importante interrogarsi sulla propria maschilità. Il problema della violenza diffusa di cui stiamo prendendo coscienza riguarda tutti gli uomini perché riflette le strutture e l’immaginario patriarcale che abbiamo interiorizzato”.

Serve quindi un cambiamento culturale della società e dal dibattito sinodale è emersa l’idea che sono proprio le chiese ad avere la responsabilità di “proporre una nuova ‘grammatica delle relazioni’ in cui la fragilità delle relazioni umane sia assunta e non rifiutata attraverso la negazione e la violenza”.

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