Si è svolta negli Stati Uniti la prima conferenza sulle donne nella storia avventista.

Notizie Avventiste – Quando si chiede di nominare una donna influente nella storia degli avventisti del settimo giorno, la maggior parte delle volte si cita la cofondatrice della Chiesa, Ellen G. White. Ma cosa dire di Sarah Lindsey, la cui predicazione era così potente da attirare le folle fuori dal Circo Barnum and Bailey? O di Lulu Whitman, che in un anno battezzò più persone di tutti i suoi colleghi maschi messi insieme? O di Lauretta Kress, medico, che fondò e gestì diversi sanatori insieme al marito Daniel, anche lui medico?

La prima conferenza sulle donne nella storia avventista, tenuta dal 12 al 14 ottobre nel campus della Washington Adventist University (Stati Uniti), ha evidenziato il significativo contributo femminile alla denominazione, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del ruolo svolto dalle donne nel passato e la ricerca accademica.
“Questa conferenza non era il luogo in cui io, pastora venticinquenne e studentessa di seminario, mi aspettavo di riscoprire la mia chiamata e la motivazione per continuare a proseguire il ministero all’interno della mia denominazione” ha dichiarato Amalia Goulbourne su Adventist Today “Mentre trattenevo le lacrime durante l’ultima sessione plenaria dell’evento… mi sono ritrovata a soffermarmi sulla mia storia, proprio come la conferenza si è soffermata sulle tante storie delle donne avventiste nel mondo”.

I partecipanti hanno imparato a conoscere l’eredità nascosta delle donne che hanno servito accanto agli uomini per costruire la Chiesa. Organizzato dall’Ufficio archivi, statistiche e ricerca della Regione nordamericana (Nad), diretto da Michael Campbell, l’evento ha attirato circa 150 partecipanti, uomini e donne, da Nordamerica, Europa, Sudamerica e Africa.

Nel suo discorso di apertura, G. Alexander Bryant ha lodato Campbell per la sua “intuizione e visione” nel realizzare la conferenza. “È bello riconoscere e onorare le donne sulle cui spalle è stata costruita questa denominazione” ha detto, ringraziando anche le donne presenti per il loro contributo. “Non saremmo la Chiesa che siamo oggi se non fosse per le donne che hanno guidato e sostenuto l’opera per decenni. Stiamo meglio grazie a voi. E abbiamo bisogno di tutto ciò che Dio vi ha dato per poter portare a termine quest’opera e tornare ‘a casa’”.

Attive dal principio 
Le donne avventiste furono coinvolte nella nascente chiesa fin dall’inizio, anche se la cultura dell’epoca limitava la partecipazione femminile. Insieme con Ellen G. White, le pioniere sostennero e difesero fortemente il ruolo delle donne nel ministero della chiesa in tutti gli ambiti.
“Una dopo l’altra, sono state presentate donne che hanno servito devotamente la loro chiesa, spesso in situazioni difficili, rischiando anche la vita e la salute per diffondere la verità del vangelo” ha ricordato Hannele Ottschofski, dello staff dei Ministeri Femminili della denominazione in Europa, che ha partecipato all’evento.
“Presentazioni ben studiate hanno sottolineato il grande lavoro e la leadership svolta dalle donne senza le quali la Chiesa non avrebbe potuto prosperare come ha fatto” ha aggiunto “Tuttavia, dopo la morte di Ellen White, le donne furono successivamente tolte dalle posizioni dirigenziali, man mano che entravano in scena più pastori uomini e la consacrazione (ordinazione) divenne un requisito per poter dirigere un dipartimento. Molte donne erano state impiegate nella guida dei dipartimenti della Chiesa e quasi tutte furono sostituite da pastori consacrati. Tuttavia, le donne continuarono a lavorare con molto impegno dietro le quinte, spesso sottopagate e ignorate, e il loro lavoro veniva attribuito ai loro superiori”.

La conferenza non ha solo guardato al passato, ha anche mostrato come le cose stanno finalmente cambiando. Il numero delle donne pastore e cappellane è aumentato considerevolmente negli ultimi decenni. Le donne sono state chiamate a ricoprire posizioni di leadership nelle Federazioni, nelle Unioni e alla Conferenza Generale (o Chiesa mondiale).

La devozione delle donne 
“Questa conferenza avrebbe potuto facilmente diventare un luogo di giusta indignazione verso le politiche, le strutture e i leader maschili che hanno messo a tacere e controllato le donne nella denominazione” ha osservato Goulbourne.
“Una delle ferite più grandi nella Chiesa avventista, la negazione della consacrazione delle donne pastore, è emersa più volte nelle presentazioni” ha aggiunto “Eppure, la devozione delle donne nel corso della storia avventista è stata il tema centrale di questa conferenza. La rabbia del passato e del presente non doveva oscurare la speranza di queste donne che hanno combattuto per decenni per far parte dell’opera della Chiesa avventista del settimo giorno”.

Goulbourne ha continuato evidenziando che “i documenti presentati dopo le sessioni plenarie hanno creato speranza attraverso le storie di donne avventiste come Effie Jean Ketting, patologa e ginecologa, che ha lavorato sul campo di missione in Thailandia; Irene Morgan, una donna afroamericana che mantenne la sua posizione e lottò per il diritto di sedersi al suo posto su un autobus interstatale nel 1944; e Lora Clement, direttrice storica della rivista The Youth’s Instructor all’inizio del 1900. Mentre alcune donne venivano riconosciute per nome, altre potevano essere identificate solo con gli appellativi ‘lettrice biblica’ o ‘sua moglie’. Sono state presentate anche queste storie, come quella delle ventidue predicatrici senza nome che diffusero il messaggio millerita negli anni ’30 dell’Ottocento, o la misionera sin nombre, la missionaria senza nome, che portò il messaggio avventista a Chapala, in Messico”.

Un’atmosfera di sostegno 
Il convegno è stato ricco di conferenze e presentazioni a cui nessuno voleva mancare.
“La meravigliosa atmosfera di sostegno per le donne era tangibile” ha concluso Ottschofski “L’incontro di chiusura è stato una sfida profondamente spirituale. Le singole storie sono storia, ma il loro impatto è un’eredità. Siamo state sfidate a parlare apertamente, a prendere posizione e a diventare agenti di cambiamento, per migliorare le condizioni di altre donne che verranno dopo di noi”.

Le ha fatto eco Goulbourne che ha affermato: “Sebbene pubblicizzata come storica, la conferenza di questo fine settimana è stata una celebrazione del lavoro attuale delle donne in tutta la Chiesa avventista del settimo giorno e un appello a continuare a sostenere la chiamata di ogni donna. Essere una donna pastore può essere faticoso e scoraggiante; tuttavia, a questa conferenza ho incontrato così tante donne e uomini disposti a combattere al mio fianco, a sostenermi e a guidarmi in ciò che Dio mi chiama a fare”.

Nonostante tutti gli ostacoli che le donne hanno sperimentato, continuano a servire perché credono nel vangelo redentore di Cristo che è venuto per salvare tutti, uomini e donne, poiché tutti sono uno in Cristo Gesù (cfr. Galati 3:28).

[Foto: Glendon Hines/Nad. Fonte: Nad News; Eud WM News; Adventist Today]

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