Tirano – Festa della donna

Tirano – Festa della donna


Sara De Giovanni
– Oggi tutti al mercato. Beh, non proprio tutti! Domenica 11 marzo, in occasione della festa della donna, insieme ai giovani e agli scout Aisa, abbiamo preparato tanti fiori e un piccolo messaggio che abbiamo portato al mercato e offerto alle donne della nostra cittadina. Anche con il gruppo di donne moldave e romene, che lavorano come badanti a Bormio, abbiamo avuto un momento speciale per ricordare, incoraggiare e coccolare noi donne! Per la maggioranza sono donne di religione ortodossa, solo tre sono avventiste. Funziona come un gruppo familiare e ci troviamo ogni 15 giorni in un locale messo a disposizione dalla Caritas. In questo periodo stiamo conoscendo Gesù attraverso la lettura della Bibbia.

 

Polmone rosa, preveniamo il tumore al polmone nella donna

Polmone rosa, preveniamo il tumore al polmone nella donna


Sapevate che la percentuale dei tumori al polmone nelle donne supera quella della mammella? Prevenzione è la parola d’ordine. Ne parliamo in questa nuova puntata de “L’Ornitorinco” insieme al Professor Giacomo Mangiaracina, medico e docente di Salute pubblica al Dipartimento di medicina e psicologia dell’Università La Sapienza di Roma e Presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione.

Il tema di oggi dunque, è la salute della donna con particolare riferimento agli stili di vita corretti ed equilibrati e alla prevenzione. Vi parleremo di un’iniziativa importante: Polmone Rosa, la campagna permanente di sensibilizzazione sulle malattie respiratorie croniche e sul tumore al polmone della donna, organizzata a partire dal 2014 dall’Agenzia nazionale per la prevenzione.

Per maggiori informazioni: www.polmonerosa.it e segreteria@prevenzione.info

Monreale – Festa delle donne

Monreale – Festa delle donne


Catia Genovese
– Giovedì 8 marzo, la nostra comunità ha invitato le associazioni del territorio a discutere assieme sul tema della donna e la sua multiculturalità. Ospiti e relatori dell’Associazione «Il quartiere», dell’Associazione giovanile «Arci-link», del gruppo dei focolarini e delle donne della comunità ghanese di Palermo si sono alternati nel parlare di esperienze di vita e di diversità. Ha moderato l’incontro la nostra responsabile dei Ministeri Femminili, Giusy Guardí. Dopo l’intervento del nostro pastore, Constantin Dinca, la serata si è conclusa con una cena comune.

 

01-  la Città Invisibile- 8 marzo

01- la Città Invisibile- 8 marzo


Collegamento in diretta con l’università di Catania per la premiazione da parte della Fondazione la Città invisibile a: Donne ingegno e responsabilità civile
Durante il collegamento interviste a: Alfia Milazzo, Anna Vinci, Josephine Pace, Anna Galatolo, Antonino Di Matteo, Carmelo Zuccaro, Sebastiano Ardita, i ragazzi dell’orchestra Falcone e Borsellino, alcuni volontari, insegnanti..

Roma Ostia – Giornata delle donne

Roma Ostia – Giornata delle donne


Alessandra Zangarelli
– Sabato 3 marzo, la nostra comunità si è radunata, anche quest’anno, per festeggiare le donne. Il messaggio del sermone ha evidenziato la comprensione divina; come credenti abbiamo la certezza di avere un Padre in cielo che si prende cura di noi e risponde alle nostre preghiere. Al termine della funzione, le sorelle sono state omaggiate con una piantina e un segnalibro contenente un versetto biblico. «La grazia è fallace e la bellezza è cosa vana; ma la donna che teme l’Eterno è quella che sarà lodata» (Pr 31:30, Luzzi).

(Foto credit: Alessandra Zangarelli)

 

 

 

Essere donna musulmana nel Regno Unito

Essere donna musulmana nel Regno Unito

Una conferenza al Newbold College, in Inghilterra, ne evidenzia le difficoltà.

Notizie Avventiste – Julie Siddiqi è stata l’ospite del Newbold Diversity Centre, a metà febbraio, dove ha tenuto una conferenza sul tema “Being a Muslim Woman in the UK: A Perspective”. L’evento è stato seguito soprattutto dagli studenti e dai docenti del Seminario avventista inglese “Newbold College”. Nota giornalista e scrittrice, già direttrice della Muslim Society of Great Britain, J. Siddiqi è nata e cresciuta nel Surrey, ed è una convertita britannica.

Ha iniziato la presentazione sottolineando di raccontare semplicemente la propria esperienza e le sue lotte per quanto riguarda le problematiche dell’identità. I musulmani nel Regno Unito sono molto diversi gli uni dagli altri perché provengono da varie parti del mondo, quindi non sono una voce unitaria, organizzata. In quanto tale, a suo parere, non ha senso parlare di “comunità musulmana”. Ha anche condiviso l’angoscia provata quando, dopo l’attentato al Manchester Arena, suo figlio piccolo le aveva chiesto: ” È stato un musulmano?”.

J. Siddiqi ha presentato alcuni dati interessanti sull’islam nel Regno Unito. La prima moschea, costruita appositamente per questo scopo, fu eretta nel lontano 1889, a Woking, nel Surrey. Ora ci sono circa 1.500 moschee in tutto il Paese, molte delle quali sono piccole. Circa un terzo di queste moschee non ha un posto designato per le donne durante le preghiere del venerdì, una situazione che la relatrice ha definito inaccettabile.

I musulmani sono 2 milioni nel Regno Unito e costituiscono il 4,8% della popolazione nazionale. Sono quindi molto meno numerosi di quanto le persone generalmente immaginino. Di essi, il 50% è sotto i 25 anni di età, il che pone problemi interni. J. Siddiqi ha anche rilevato che oltre il 90% della popolazione non musulmana del Regno Unito non ha mai messo piede in una moschea.

Celebrità islamiche, come la campionessa l’olimpionica Mo Farah e la vincitrice del programma televisivo “Bake Off”, Nadia Hussain, contribuiscono a ridurre i pregiudizi ma, secondo J. Siddiqi, le piccole iniziative locali sono gli strumenti principali per promuovere l’integrazione. I musulmani donano regolarmente una percentuale del loro reddito in beneficenza e sono stati tra coloro che hanno dato maggiore aiuto dopo l’incendio della Torre di Grenfell, a Londra.

J. Siddiqi ha partecipato all’organizzazione di varie iniziative volte a creare comprensione tra i diversi segmenti della popolazione britannica. Nella sua vita dedicata all’attivismo comunitario, ha collaborato nel riunire donne musulmane, cristiane ed ebree per formare una catena umana di testimonianza silenziosa lungo il ponte di Westminster, nel marzo 2017, dopo che un uomo musulmano aveva seminato caos e terrore nei giorni precedenti. Ha ispirato il movimento “Open My Mosque” e, durante il Ramadan, ha organizzato il “The Big Iftar”, aperto a tutti. Nel “Sadaqa Day” ha raccolto 100 milioni di sterline alla fine del Ramadan, da devolvere in beneficenza. Le iniziative più importanti restano tuttavia le attività di volontariato per pulire aree cittadine, il banco alimentare e i rifugi per i senzatetto.

La giornalista non ha sorvolato sulle terribili atrocità perpetrate dai musulmani in Gran Bretagna e all’estero. Prova angoscia e vergogna per loro ma soprattutto preoccupazione per i suoi quattro figli che cercano di dare un senso all’islam. Insieme a donne di fedi diverse e laiche, si impegna a creare una maggiore comprensione delle differenze, in modo che le azioni violente, perpetrate di solito da giovani uomini, possano essere neutralizzate.

Inoltre, ritiene che molti dei problemi associati all’islam siano parte di un problema sociale molto più profondo. Gli attacchi terroristici islamici somigliano all’ultimo massacro avvenuto in una scuola americana o alla violenza delle gang. Salvaguardare è un problema tanto in Oxfam quanto nelle comunità musulmane. Ogni sottomissione delle donne musulmane fa parte del più ampio problema della violenza contro le donne, evidenziato nella campagna “#MeToo”. J. Siddiqi ha sottolineato che le donne musulmane stanno cercando di contrastare le terribili azioni fatte in nome di Dio da una pericolosa e piccola minoranza di uomini islamici.

Alla fine, la serata ha lasciato tante domande senza risposta, ma una conversazione aperta tra una donna musulmana e un pubblico di persone molto diverse può solo essere di aiuto nell’impegno di rendere la nostra società un luogo più sicuro per i nostri figli.

[Fonte: Michael Pearson, tedNews) 

 

Catania – Giornata contro la violenza sulle donne

Catania – Giornata contro la violenza sulle donne

Gracy Cuntrò – Con pieno coinvolgimento e grande senso di partecipazione della chiesa, è stata accolta, sabato 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Alla luce degli avvenimenti moltiplicatisi negli ultimi anni, la tematica non poteva che suscitare attenzione e meritare degna partecipazione da parte di tutti i fratelli, anche dei piccoli, seduti in prima fila, pronti ad ascoltare attentamente i messaggi e a intervenire sulla tematica degli abusi sui minori con l’aiuto di filmati dal significato diretto ed inequivocabile. Leggi l’intera notizia.

 

Romania. Casa Adra accoglie le vittime delle violenze domestiche

Romania. Casa Adra accoglie le vittime delle violenze domestiche

Dal 2009, l’agenzia umanitaria avventista ha aiutato oltre 1.600 famiglie nel Paese.

Notizie Avventiste – La violenza domestica è molto diffusa in Romania. Secondo un recente rapporto dell’Onu, è uno dei Paesi europei con l’indice più alto di violenza sulle donne.

Dal 2009, informa EudNews, l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) in Romania dirige Casa Adra, un centro di rifugio ed emergenza per le vittime di violenza domestica. Il progetto offre alle donne e ai loro figli un riparo, assistenza sociale e psicologica, assistenza medica di emergenza, cibo e accesso a un avvocato.

“In una società con un alto livello di violenza all’interno della famiglia e infrastrutture sociali non sufficienti per rispondere alle crescenti richieste, Casa Adra diventa un rifugio per le donne che desiderano ritrovare la dignità perduta nelle relazioni disfunzionali”, ha dichiarato Valentina Sturzu-Kozici, responsabile dei progetti di Adra Romania.

Le donne che arrivano nel centro imparano a vivere senza violenza fisica, verbale, economica, psicologica, sessuale e religiosa. Scoprono, invece, valori spirituali e coltivano abitudini salutari: alimentazione sana, esercizio, formazione e momenti ricreativi.

“Mi sentivo sola e impotente”, ha affermato una donna ospite del centro, “avevo paura, e nessuno mi spiegava cosa mi stesse accadendo, avevo una strada lunga e difficile da percorrere. Qui, a Casa Adra, sento di avere una nuova possibilità di vita. Ora ho la libertà e la pace necessarie per prendermi cura dei miei figli, ciò che prima non ero in grado di fare”.

Al momento, Adra Romania spende 2.500 lei (536 euro) per ogni vittima ospitata nel centro. Negli otto anni dalla sua fondazione, Casa Adra ha assistito più di 1.600 vittime di violenza domestica, donne che, insieme ai loro bambini, hanno cercato di riappropriarsi del loro diritto a una vita senza violenza né abusi.

Per maggiori informazioni su questo progetto, guarda un recente programma di Speranta TV (in romeno) sulla violenza domestica.

(Fonte: EudNews)

Donne vittime di abusi e molestie anche online

Donne vittime di abusi e molestie anche online


In un recente sondaggio commissionato da Amnesty International e condotto in otto paesi da Ipsos Mori, il 23% delle donne intervistate in tutti i paesi  ha subito abusi o molestie online. Attualmente sono identificabili almeno sei forme di violenza e abusi. Si tratta di minacce, discriminazione, molestie, doxxing, condivisione di immagini sessuali e private senza consenso, troll. Come mai esiste questa grande diffusione online di violenza e abusi sulle donne? Cosa si può fare e cosa si sta facendo a livello mondiale per cercare di arginare questo fenomeno?

Mario Calvagno, caporedattore, e Carmen Zammataro, redattrice di RVS Roma, intervistano Laura Renzi dell’Ufficio Campagne della Sezione italiana di Amnesty International.

Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d’intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari

Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d’intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari


Il 14 novembre sono stati presentati presso il Ministero della Salute i dati raccolti da un importante progetto congiunto curato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Ospedale Galliera di Genova, che fa parte della rete ospedaliera che raccoglie i dati sulla violenza nell’ambito dell’Injury Database europeo (IDB). Il nome del progetto è “REVAMP (REpellere Vulnera Ad Mulierem et Puerum) – Controllo e risposta alla violenza su persone vulnerabili: la donna e il bambino, modelli d’intervento nelle reti ospedaliere e nei servizi socio-sanitari in una prospettiva europea”. Nello studio di follow-up di progetto, che seguiva donne vittime di violenza grave, a 3 mesi dalla dimissione ospedaliera il 67,5% delle donne adulte vittime di violenza domestica o sessuale era affetta da patologia mentale di stress da disordine post-traumatico. Prevalenza della malattia significativamente superiore, di oltre 5 volte, a quella di corrispondente gruppo di controllo di donne non vittime di violenza. Valore paragonabile a quello delle vittime dirette di grandi disastri, compresi attentati terroristici. In che modo una rete di servizi socio-assistenziali capillare può supportare queste donne e i figli? Come si presenta la situazione negli altri paesi europei?

Mario Calvagno, caporedattore, e Carmen Zammataro, redattrice di RVS Roma, intervistano il dott. Alessio Pitidis, primo ricercatore presso l’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore per l’Italia della sorveglianza dell’Injury Database europeo.

Donne e Riforma protestante (quarta parte)

Donne e Riforma protestante (quarta parte)


A Roma, presso la Camera dei Deputati, si è tenuta una tavola rotonda dedicata alle donne di fede evangelica impegnate nella società. L’incontro, dal titolo “Donne e Riforma protestante: liberate dal Vangelo, nuove protagoniste nello spazio sociale”, è stato organizzato dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) nell’ambito delle celebrazioni per il Cinquecentenario della Riforma. L’evento ha permesso di conoscere da vicino le recenti ricerche di storiche, teologhe e filosofe, relativamente al ruolo liberante della Riforma per le donne e il loro contributo in ambito sociale, culturale e politico.

In questa puntata ascoltiamo l’intervento di Alessandra Trotta, diacona e giurista, che ha parlato della figura di Eleanor Roosevelt. Segue Mirella Manocchio, presidente Chiesa metodista, che è intervenuta sul pastorato e sulla leadership delle donne nel mondo protestante.

Donne e Riforma protestante (terza parte)

Donne e Riforma protestante (terza parte)


A Roma, presso la Camera dei Deputati, si è tenuta una tavola rotonda dedicata alle donne di fede evangelica impegnate nella società. L’incontro, dal titolo “Donne e Riforma protestante: liberate dal Vangelo, nuove protagoniste nello spazio sociale”, è stato organizzato dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) nell’ambito delle celebrazioni per il Cinquecentenario della Riforma. L’evento ha permesso di conoscere da vicino le recenti ricerche di storiche, teologhe e filosofe, relativamente al ruolo liberante della Riforma per le donne e il loro contributo in ambito sociale, culturale e politico.

In questa puntata ascoltiamo l’intervento di Adriana Valerio, teologa cattolica, che ha parlato di donne che hanno contribuito ad una riforma della fede ai tempi di Lutero. Segue Daniela Di Carlo, teologa valdese, che è intervenuta sul revivalismo religioso.

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