La libertà religiosa nel mondo

La libertà religiosa nel mondo

E’ uscito il Rapporto Annuale dell’USCIRF sullo stato della libertà religiosa nel mondo. L’USCIRF è una commissione del governo federale degli Stati Uniti d’America, indipendente e bipartisan, istituita nel 1998 con l’International Religious Freedom Act (IRFA). I suoi membri sono nominati dal presidente e dai leader parlamentari di entrambi i partiti politici. L’organizzazione ha festeggiato il venticinquesimo anno della sua fondazione. (…)

Le religioni con il maggior numero di vittime sono i Musulmani sunniti il cui numero aumenta dal 15% al 18%, mentre Testimoni di Geova passano dal 12% al 13%. Le altre organizzazioni religiose, i Baha’i, i Buddhisti di varie denominazioni, i cristiani di diverse denominazioni (tra i quali emergono le vittime della Chiesa di Dio Onnipotente, perseguitata in Cina), Falun Gong e musulmani di diverse denominazioni, rimangono sulle stesse percentuali del precedente rapporto. Su alcuni aspetti di questo rapporto Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato Raffaella Di Marzio, direttrice del LIREC, Centro studi sulla libertà di religione, credo e coscienza.

*Nell’immagine una cartina del mondo con i paesi (evidenziati in rosso e in arancione) che maggiormente comprimono il diritto alla libertà religiosa

Brasile. Libertà religiosa e vita quotidiana

Brasile. Libertà religiosa e vita quotidiana

Una recente decisione sull’uso dell’abbigliamento religioso nei documenti ufficiali del Paese sudamericano ci ricorda che questa libertà tocca molti aspetti dell’esistenza.

Notizie Avventiste – I giudici della Corte Suprema Federale (Stf) del Brasile hanno deciso all’unanimità, lo scorso 17 aprile, che è costituzionale indossare abiti religiosi nelle foto dei documenti ufficiali. La risoluzione si basa sulla sentenza del caso di una suora che ha denunciato la motorizzazione dello stato brasiliano del Paraná. Alla suora era stato impedito di vestire l’abito talare in una foto della patente di guida nazionale, mentre nelle foto dei documenti precedenti (patente e carta d’identità) la religiosa lo indossava.

La decisione ha portato alla ribalta la questione della libertà religiosa e della sua influenza nella vita quotidiana delle persone. Oltre al lavoro e alla scuola, il diritto alla libera espressione religiosa può riguardare altri aspetti della vita, anche basilari, come i documenti personali.

Per comprendere meglio il significato di una tale decisione della Stf, l’Agenzia di stampa avventista sudamericana (Asn) ha intervistato l’avvocata Stefanne Amorim Ortelan, responsabile della protezione dati (Rpd) della Chiesa avventista sudamericana e dei settori educazione e responsabilità civile. È anche membro dell’Associazione nazionale dei giuristi evangelici (Anajure). Stefanne ha partecipato ai dibattimenti davanti alla Stf durante il suddetto processo.

Rilevanza della decisione
Asn: Quanto è importante la lotta per la libertà e il rispetto delle abitudini religiose, e anche dell’abbigliamento, come è avvenuto nel processo a cui ha recentemente partecipato?
Stefanne Amorim Ortelan: La lotta per la libertà è essenziale per garantire che tutti abbiano il diritto di praticare la propria religione ed esprimere autenticamente le proprie convinzioni. Ciò include il diritto di vestirsi secondo i propri precetti di fede. Il rispetto delle abitudini e dell’abbigliamento religioso è una parte fondamentale del rispetto della libertà religiosa e della diversità culturale.

Quando le persone sono libere di seguire le proprie convinzioni religiose e di indossare abiti che le riflettono, si promuove la tolleranza, la comprensione e l’armonia tra i diversi gruppi religiosi e culturali di una società. Inoltre, proteggere queste libertà individuali aiuta a garantire che nessuno venga discriminato o emarginato a causa della propria fede o del proprio abbigliamento.

Per quanto riguarda gli abiti religiosi o l’abbigliamento come l’hijab, ad esempio, è un errore considerarli un accessorio. Fanno parte dell’identità. La persona è già socialmente riconosciuta per avere quell’abitudine, e non viceversa.

Legislazione brasiliana
Asn: In quanto avvocata cristiana e avventista, ritiene che la legislazione brasiliana abbia fatto passi avanti nel rispetto della libertà religiosa in generale?
S.A.O.: La legislazione brasiliana ha fatto progressi in alcuni aspetti legati alla libertà religiosa, ma deve affrontare sfide e battute d’arresto anche in altri. Dalla Costituzione brasiliana del 1988, la libertà religiosa è garantita come diritto fondamentale, tutelando i luoghi di culto e il libero esercizio della propria fede, e vietando l’intolleranza religiosa.

Sulla base di questa garanzia costituzionale, la magistratura è stata ampiamente provocata e ha preso decisioni importanti su diverse questioni di libertà religiosa. Come, ad esempio, nel caso della sentenza sui giorni di riposo per motivi di fede, che secondo per me è stata estremamente importante per garantire agli osservatori del sabato il diritto di sostenere in giorni alternativi un esame pubblico e di partecipare all’Enem, nonché di frequentare le lezioni e gli esami che venivano impartiti il sabato, con gli stessi diritti degli altri partecipanti e studenti.

Tuttavia, ci sono ancora delle sfide e una lunga lotta da affrontare per garantire, preservare ed espandere il diritto alla libertà di coscienza e di credo, frenare le pratiche discriminatorie e incoraggiare il dialogo, e garantire il pieno rispetto e la protezione di questo diritto fondamentale per tutti i cittadini. A tal fine, gli avvocati specializzati nella difesa dei diritti civili lavorano individualmente e collettivamente affinché la difesa della libertà religiosa sia nell’agenda di tutti.

Come avvocata cristiana, avventista del settimo giorno, in collaborazione con Anajure, partecipo in qualità di “amica del tribunale” a una causa in cui la parte interessata è una suora cattolica; in altre parole, anche se abbiamo religioni diverse, il nostro diritto alla libertà di coscienza e di credo è lo stesso e deve essere ampiamente difeso, senza preferenze.

Linee guida
Asn: Cosa consiglierebbe a chi non si sente rispettato nel proprio diritto alla libertà religiosa sul lavoro, a scuola o anche nell’universo digitale?
S.A.O.: È importante adottare delle misure per eliminare il problema, ma in modo costruttivo ed efficace. Il primo passo è conoscere i propri diritti e capire se un determinato approccio è discriminatorio. Anche la comunicazione è essenziale. A chi non si sente rispettato consiglierei di parlare con la persona coinvolta, al lavoro, a scuola o in ambito digitale. Esprimi chiaramente le tue preoccupazioni e spiega quali comportamenti influenzano o violano la tua libertà di religione o di credo.

Se non ti senti a tuo agio nell’affrontare direttamente la situazione, cerca il sostegno di colleghi, insegnanti, compagni di classe o amici che possano offrirti supporto morale e consigli su come gestire la situazione, o qualcuno che interceda per tuo conto.

Se la situazione persiste e non può essere risolta in modo informale, valuta la possibilità di segnalare il caso alle autorità competenti. Ciò può includere le risorse umane sul posto di lavoro, l’amministrazione dell’istituto scolastico o le piattaforme digitali pertinenti.

Cerca assistenza legale e supporto comunitario. Se necessario, consulta un avvocato specializzato in diritti civili o libertà religiosa per avere indicazioni sulle tue opzioni legali. Cerca anche il sostegno della tua comunità religiosa o spirituale.

La situazione in ambito digitale è un po’ più complessa, in quanto può coinvolgere sconosciuti o profili fake, per questo è importante segnalare la pagina, documentarla (conservare le prove) ed effettuare una segnalazione formale sulla piattaforma o sul social network. Se persiste, considera un’azione legale.

È importante ricordare che hai il diritto di praticare liberamente la tua religione e di essere trattato con rispetto e dignità in tutti gli ambiti della vita.
Non esitate ad agire per proteggere i vostri diritti e promuovere l’uguaglianza e la giustizia.

(Foto: Sintespe. Fonte: noticias.adventistas.org/pt/)

Manipolazione e libertà

Manipolazione e libertà


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 26 marzo 2024 Claudio Coppini e Roberto Vacca parlano con Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro Studi Lirec (Libertà di Religione, Credo e Coscienza).

Tra i temi trattati: Fratelli d’Italia pronti a una proposta di egge sul reato di manipolazione mentale; i rischi di un progetto ambiguo.

 

Fra Scilla e Cariddi

Fra Scilla e Cariddi


Nel corso della trasmissione in diretta del 25 marzo 2024, Roberto Vacca intervista per RVS Giuseppe Lumia, già Deputato e Senatore della Repubblica.

Tra i temi affrontati: attacco terroristico a Mosca, l’ira di Putin e le ipotesi contrastanti sui mandanti e sui fallimenti dell’intelligence; i timori per un’escalation del terrorismo in Europa; la vicenda delle infiltrazioni mafiose a Bari e il pericolo della strumentalizzazione della Commissione Antimafia; una lettera sulla libertà religiosa.

 

Milano. Pomeriggio con Porte Aperte

Milano. Pomeriggio con Porte Aperte

Roberta Castiglioni – Il 17 febbraio, in occasione del sabato dedicato alla libertà religiosa, abbiamo avuto il piacere di ospitare, nella comunità avventista di Milano, Angelo Currò, esponente e collaboratore di Porte Aperte, l’organizzazione che dal 1955 si occupa di aiutare i cristiani perseguitati, fornendo supporto materiale, aiuti di emergenza, formazione e assistenza direttamente nei luoghi in cui essi vivono.

Nel pomeriggio, Currò ha tenuto un approfondimento sulle con dizioni in cui vivono i cristiani in Corea del Nord, il Paese che nell’ultimo decennio ha sempre guidato la World Watch List, la classifica dei Paesi in cui la persecuzione è più estrema.

In particolare, ha condiviso le testimonianze di alcuni cristiani che, nonostante i rischi elevati e le difficoltà quotidiane, hanno deciso di rimanere fedeli a Cristo Gesù. Questo ci ha fatto ancora una volta riflettere sul privilegio che noi, come cristiani, abbiamo di poter esprimere liberamente la nostra fede e sull’importanza di pregare e di poter fare ciò che è nelle nostre possibilità, per coloro che non hanno questa opportunità.

[Foto: Daniele La Mantia]

La memoria per nuove sfide

La memoria per nuove sfide


Continuano le conversazioni con la redazione del settimanale Riforma, organo ufficiale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi. Oggi vi proponiamo un’intervista a Sara Tourn, della redazione di Riforma. 

Tra i temi affriontati: a 40 anni dall’Intesa manca una piena libertà religiosa; una lunga storia in cui vediamo le tracce dell’opera costante del Signore.

 

Sfide e traguardi comuni

Sfide e traguardi comuni


"Viene dissipato gran parte del tempo, delle energie e delle risorse nel competere, nel contrastarsi, quando non nel combattersi e nel cercare di distruggersi, quando vi sono di fronte all’umanità sfide e traguardi necessariamente comuni".  Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al teatro del Maggio fiorentino all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Firenze. Ma come dovremmo porci di fronte alle sfide importanti sul futuro dell’umanità? I cristiani possono guardare con fiducia al futuro e su quali basi? Claudio Coppini e Roberto Vacca lo hanno chiesto al pastore e teologo evangelico Pawel Gajewski nel corso della diretta RVS del 9 febbraio. Nella seconda parte Gajewski commenta un altro messaggio del Presidente, stavolta sul tema della libertà religiosa in Italia. Infatti Mattarella ha di recente affermato che la revisione del Concordato 40 anni fa favorì il pluralismo religioso in Italia. E’ vero, ha concordato Gajewski, ma in mancanza di una legge generale sulla libertà religiosa esistono ancora oggi in Italia "cittadini di serie B". Per commentare questa intervista puoi mandarci un messaggio via Whatsapp o via Telegram al seguente numero: 3482227294.

 

L’appello dei martedì: dichiarazione universale dei diritti umani

L’appello dei martedì: dichiarazione universale dei diritti umani


Domenica 10 dicembre si sono celebrati i 75 anni dalla la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Fu grazie a personaggi come Eleanor Roosevelt  impegnati nella difesa dei diritti di tutti che nacque questo importante documento. Ce ne parla Andreas Mazza, del Dipartimento Comunicazioni, Affari pubblici, Libertà religiosa, Relazioni pubbliche.

L’appello dei martedì: dichiarazione universale dei diritti umani

L’appello dei martedì: dichiarazione universale dei diritti umani


Domenica 10 dicembre si sono celebrati i 75 anni dalla la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Fu grazie a personaggi come Eleanor Roosevelt  impegnati nella difesa dei diritti di tutti che nacque questo importante documento. Ce ne parla Andreas Mazza, del Dipartimento Comunicazioni, Affari pubblici, Libertà religiosa, Relazioni pubbliche.

Omaggio ai 130 anni di attivismo per la libertà religiosa

Omaggio ai 130 anni di attivismo per la libertà religiosa

Si è tenuto negli Stati Uniti il IX Congresso mondiale dell’Irla. L’invito ai partecipanti di riflettere e agire per il bene di tutte le persone.

Notizie Avventiste – Circa 200 dirigenti, studiosi e sostenitori della libertà religiosa, provenienti da tutto il mondo, si sono incontrati al IX Congresso mondiale dell’Associazione internazionale per la libertà religiosa (Irla) tenuto a Silver Spring, nel Maryland, dal 21 al 23 agosto. Durante l’evento i partecipanti sono stati invitati a discutere “una comprensione olistica della libertà di religione o di credo come diritto umano fondamentale” hanno affermato gli organizzatori.

I lavori si sono aperti con il messaggio di benvenuto del past. Ted N. C. Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, che ha ricordato l’attenzione storica della denominazione sull’argomento.
“I pionieri avventisti… hanno visto nella libertà religiosa un valore incontrovertibile, senza il quale la nostra stessa umanità potrebbe rischiare di essere sminuita e compromessa”, e hanno fatto proprio “il valore inestimabile della libertà religiosa e fondamento della libertà stessa” ha detto Wilson.

Il presidente ha raccontato come i pionieri avventisti abbiano combattuto contro l’oppressione degli altri, contro la schiavitù e contro i primi tentativi di introdurre le leggi sulla domenica. “I dirigenti avventisti hanno ufficialmente adottato un atteggiamento di solidarietà con l’intera famiglia umana attraverso la difesa della libertà religiosa” ha ricordato ai presenti.

Ci crediamo davvero? 
L’ambasciatore John Nay, presidente dell’Irla, ha riflettuto sulle implicazioni del sostegno alla libertà religiosa. “Diciamo di credere nella libertà religiosa per tutti” ha affermato “Ma ci crediamo davvero nel nostro cuore?”. Ha poi invitato il pubblico a non sostenere la libertà religiosa solo per il proprio gruppo, che sia religioso o meno, ma a impegnarsi in una difesa che tenga conto di ogni essere umano.

Allo stesso tempo, ha evidenziato Nay, accettare la libertà religiosa per tutte le persone – per chi crede e per chi non crede – può portarci a mettere in discussione i nostri comportamenti verso gli altri gruppi. Ha spiegato che, pur avendo il diritto di mettere in discussione una legge per motivi puramente laici, dovremmo essere molto cauti quando usiamo argomenti religiosi per opporci a un particolare disegno legge.

“La domanda è: fino a che punto è lecito, o addirittura equo, limitare i diritti civili di altre persone sulla base delle nostre opinioni religiose?” ha chiesto “Ritengo che sia incoerente, e qualcuno direbbe addirittura ipocrita, sostenere la libertà religiosa ma opporsi alla concessione di diritti e libertà ad altri che non sono credenti, adducendo ragioni religiose per prendere questa posizione”.

Un imperativo morale 
Dopo l’intervento dell’ambasciatore, il segretario generale dell’Irla, Ganoune Diop, ha parlato della concezione globale della libertà religiosa basata sulla fede, definendola “il diritto di professare, praticare e diffondere il proprio credo senza coercizione, intimidazione o manipolazione”. La libertà religiosa è “libertà di non essere costretti a fare qualcosa che è contro le proprie convinzioni o contro la propria coscienza. È un elemento centrale che occupa una posizione centrale nell’insieme delle libertà e dei diritti”.

Diop ha sottolineato che la nascita dell’Irla, 130 anni fa, “è legata alla convinzione che la libertà religiosa è un imperativo morale” che “fa parte dell’immagine di Dio negli esseri umani”. Ha quindi ribadito: “La libertà è costitutiva di ciò che dovremmo essere. Senza libertà, siamo incompleti… [e] la determinazione a diffondere la consapevolezza della libertà di pensiero, coscienza e credo è necessaria per ciò che significa essere un essere umano”.

Un’impresa in corso 
Adama Dieng, ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite e consigliere speciale del segretario generale dell’Onu per la prevenzione dei genocidi, ha portato il discorso sulla comprensione globale della libertà religiosa in un mondo sempre più polarizzato. Dieng, che ha preso parte ai processi dei responsabili del genocidio in Ruanda, ha ricordato ai presenti quanto è stato fatto nel campo dei diritti umani e in particolare della libertà religiosa.

Ha anche elencato le numerose sfide che rimangono nell’affrontare le continue violazioni della dignità delle persone in tutto il mondo. “Purtroppo, questi diritti [alla libertà religiosa] sono costantemente violati da attori statali e non statali” ha riconosciuto, citando esempi contemporanei in diversi Paesi, e ha invitato ad agire per affrontare le problematiche in corso.

Dieng ha aggiunto, tuttavia, che l’intolleranza e la discriminazione “non possono essere semplicemente prevenute o eliminate con misure strategiche. La riflessione e l’eliminazione dell’intolleranza basata su atteggiamenti e pratiche richiedono un’educazione continua e il dialogo interreligioso”.

Tra gli altri oratori di spicco dell’evento, ricordiamo Sam Brownback, ex ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale, e Knox Thames, ex consigliere speciale per le minoranze religiose presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Nelle sessioni di approfondimento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di riflettere sulla storia, le sfide attuali e le opportunità per i sostenitori della libertà religiosa. Si è discusso di nazionalismo religioso, di atteggiamenti nei confronti delle minoranze religiose e di idee su come agire.

In programma anche una visita agli Archivi Nazionali degli Stati Uniti a Washington, un banchetto di chiusura e a una cerimonia di premiazione in un luogo vicino alla Casa Bianca.

A proposito dell’Irla 
L’Irla è stata fondata nel 1893 da un gruppo di avventisti del settimo giorno preoccupati per la persecuzione e la discriminazione religiosa. L’organizzazione è stata creata per difendere la libertà religiosa di tutte le persone, indipendentemente dalla loro fede provenienza. “L’Irla affronta le questioni relative alla libertà religiosa e fornisce sostegno e risorse agli individui e alle comunità che affrontano le persecuzioni” hanno affermato i responsabili dell’associazione “Inoltre, promuove il dialogo e la cooperazione tra persone di diverse fedi e convinzioni filosofiche”.

In Italia è presente l’Aidlr, l’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa, che collabora con l’Irla in vari modi e nell’organizzazione di convegni e simposi. Organo ufficiale dell’Aidlr è la rivista Coscienza e Libertà. Per saperne di più visita il sito: coscienzaeliberta.it/
[LF]

[Fonte e foto: Marcos Paseggi/Adventist Review]

Filippine. La legge sulla libertà religiosa tra preoccupazione e sostegno

Filippine. La legge sulla libertà religiosa tra preoccupazione e sostegno

Avventisti chiedono equilibrio e un’attenta revisione.

Notizie Avventiste – I rappresentanti della Regione Asia – Pacifico del sud (Ssd) della Chiesa avventista hanno partecipato, lo scorso 1° agosto, a un’audizione del Senato delle Filippine sulla proposta di legge "Magna Carta sulla libertà religiosa". La legge vuole difendere il diritto delle persone alla libertà religiosa nel Paese, come prevede l’articolo III, sezione 5, della Costituzione del 1987. La Chiesa avventista era rappresentata da Evin Villaruben, assistente tesoriere e segretario della Ssd, e dalla consulente legale Gizelle Lou Cabahug-Fugoso.

Secondo il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della denominazione, il disegno di legge è al tempo stesso significativo e preoccupante. La libertà religiosa è un elemento importante della visione avventista che difende l’idea della libertà di coscienza e di espressione della fede per tutti gli individui. Tale libertà non deve essere negata, ostacolata, regolamentata o limitata, a meno che non provochi violenza, danni o pericolo per gli altri, o violi i diritti religiosi altrui. L’obiettivo della misura di proteggere la sicurezza pubblica, l’ordine, la salute, la proprietà e la morale è coerente con l’impegno della Chiesa per una cittadinanza responsabile e una responsabilità sociale.

Sfide
Cabahug-Fugoso ha espresso preoccupazione sulle sfide che gli avventisti devono affrontare per conciliare gli obblighi scolastici e lavorativi. Il problema principale è lo scontro tra l’osservanza del sabato, come indicato nella Bibbia, e l’obbligo di frequentare le lezioni o andare a lavorare in quel giorno. Cabahug-Fugoso ha condiviso il recente caso di Denmark Valmores, uno studente avventista di medicina. La Corte Suprema del Paese ha stabilito che chiedere a uno studente di scegliere tra onorare i propri obblighi religiosi e terminare gli studi è una palese violazione della sua libertà religiosa.

La Commissione per l’istruzione superiore e il Dipartimento del Lavoro delle Filippine hanno recentemente affermato il loro impegno nel sostenere la libertà religiosa nei contesti educativi e lavorativi, hanno riferito i dirigenti della Chiesa.

Mantenere l’autonomia 
Villaruben ha esortato il governo a mantenere l’autonomia delle istituzioni religiose. Insieme ad altre organizzazioni religiose, la Chiesa avventista desidera aggiungere un emendamento alla sezione 13 della proposta di legge: "Lo Stato proteggerà e promuoverà il diritto di una persona alle pari opportunità e al trattamento, e alla non discriminazione nell’impiego, in virtù della sua affiliazione o del suo credo religioso, a condizione che le istituzioni religiose fondate su credenze o principi religiosi abbiano il diritto di adottare i loro standard di assunzione o codici di comportamento in base alle loro credenze e discipline religiose".

I responsabili regionali della denominazione hanno dichiarato che la Chiesa avventista sostiene la misura proposta e desidera ringraziare gli autori della legge e i senatori e i deputati del Congresso delle Filippine. "La Chiesa avventista è stata proattiva nel creare collaborazioni vantaggiose con il governo, in linea con gli obiettivi di buona governance e di apertura. La Chiesa continuerà a sostenere e a aderire agli obiettivi e alle attività del governo finché saranno coerenti con gli ideali biblici" hanno affermato.

I rappresentanti della denominazione e di altre organizzazioni religiose presenteranno dei documenti circa la loro posizione e si impegneranno attivamente nelle prossime collaborazioni. Sebbene la misura proposta sia un passo importante per garantire la libertà religiosa nelle Filippine, i dirigenti regionali della Chiesa ritengono che sarà necessaria un’attenta revisione e discussione per trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti individuali e la conservazione della separazione tra Chiesa e Stato.

L’Aplr 
Il Dipartimento Aplr è presente a tutti i livelli della Chiesa avventista nel mondo e “fa parte dell’impegno della denominazione di stabilire condizioni favorevoli per condividere la buona notizia della libertà e invitare tutti alla comunione d’amore con Dio e con gli altri esseri umani” hanno spiegato i dirigenti.

L’Aplr lavora anche in modo instancabile per eliminare le idee sbagliate sulla Chiesa avventista (la sua identità, il suo messaggio e la sua missione), “interagendo con le persone e offrendo punti di vista avventisti distinti. In sostanza, il dipartimento mira a elevare la Chiesa avventista e i suoi servizi a una posizione di credibilità, fiducia e rilevanza pubblica” hanno concluso.

[Foto: Ssd News. Fonte: Adventist Review]

 

 

 

 

Libertà religiosa. “Gli evangelici i più colpiti dalle restrizioni”

Libertà religiosa. “Gli evangelici i più colpiti dalle restrizioni”

Notizie Avventiste – Per Heiner Bielefeldt, esperto di diritti umani, i cristiani evangelici sono come sempre più limitati nella loro libertà religiosa. Lo ha affermato lo scorso 13 luglio in un’intervista a Pro, rivista cristiana online in lingua tedesca.

"I protestanti in generale e gli evangelici in particolare sono rapidamente associati all’Occidente, o agli Stati Uniti" ha detto Bielefeldt “Inoltre, ai cristiani evangelici viene attribuito un impegno missionario attivo che è molto meno comune tra i cristiani tradizionalmente residenti”.

Bielefeldt è stato Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo per sei anni, al momento è titolare della cattedra di diritti umani e politica dei diritti umani presso l’Università di Erlangen-Norimberga.

Il professore si è anche detto favorevole a una maggiore concentrazione sulla questione della libertà religiosa a livello politico. 
“Certo, puoi stabilire priorità diverse quando si tratta di libertà religiosa. Purtroppo, vi è solo una manciata di persone in politica che mostrano un forte impegno nei confronti della questione, al di là delle fazioni. Vorrei che ce ne fossero di più. Ma non si dovrebbe dividere l’impegno in politica di partito”.

Inoltre, Bielefeldt ha sottolineato di fare riferimento anche agli sviluppi positivi nella libertà religiosa mondiale. “È importante accennare di tanto in tanto agli sviluppi positivi per controbilanciare l’impressione che sia del tutto inutile occuparsi della questione della libertà religiosa. Il progresso è sicuramente possibile. Ma resta il fatto che, purtroppo, dobbiamo riconoscere l’esistenza di un grande deterioramento”.

[Foto: Hope TV. Fonte: Adventistischer Pressedienst-Apd]

 

 

 

 

 

 

 

Pin It on Pinterest