107 mila pasti donati e oltre 110 tonnellate di indumenti lavati

107 mila pasti donati e oltre 110 tonnellate di indumenti lavati

Sono i numeri dei quattro anni di servizio del caravan di Adra Brasile a favore delle persone bisognose.

Notizie Avventiste – Lo scorso 26 giugno, l’unità mobile dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) in Brasile ha festeggiato quattro anni di attività al servizio delle fasce più fragili della popolazione. Sono oltre 20.000 le persone che hanno usufruito delle sua opera nel quadriennio. Il progetto era iniziato nel 2016 per aiutare le comunità colpite dalle catastrofi e le vittime di calamità naturali in tutto il Paese. Uno dei suoi ultimi interventi è stato a favore dei residenti di San Paolo, a marzo 2020, colpiti dalle frane provocate da violenti temporali. In questi mesi la stazione mobile sostiene l’impegno di Adra durante l’emergenza Covid-19.

Nei quattro anni di attività, l’unità di Adra ha visitato più di 40 città, servito oltre 107 mila pasti e offerto un servizio di lavanderia: sono 111 le tonnellate di indumenti lavati. Ayanne Karoline, dal sito di Noticias Adventistas in lingua portoghese, racconta in breve le attività svolte.

Portare sollievo nella sofferenza
“Il caravan di Adra Brasile è stato creato per portare sollievo nella sofferenza” ha dichiarato Fábio Salles, direttore dell’agenzia umanitaria nel Paese sudamericano “Le catastrofi naturali sono comuni e le persone colpite vivono nella disperazione per aver perso tutto. I servizi offerti garantiscono cure basilari per loro”.

L’unità mobile offre assistenza alimentare, lavaggio dei vestiti e supporto psicologico. “Durante la pandemia, con l’aumento della povertà e della disoccupazione, il nostro camper continua a garantire gli elementi essenziali per mantenere la dignità delle più umili famiglie brasiliane” ha spiegato Salles “Ama e vai è lo slogan della nostra unità: l’amore per la giustizia e la compassione”.

Spazioso e pratico
Il rimorchio modificato ha una superficie di circa 45 metri quadrati; è suddiviso in tre scomparti, ciascuno destinato a un settore secondo i bisogni primari delle persone colpite. “La prima sezione è utilizzata per preparare pasti caldi, con una produzione che arriva fino a 1.500 pasti per turno” hanno detto i responsabili del progetto “La seconda è destinata alla lavanderia (lavaggio e asciugatura degli indumenti) e può fornire circa 363 kg di vestiti puliti al giorno. La terza è utilizzata per offrire supporto psicologico”.

Quattro anni su un camion
Cristiane Alejo de Freitas Maximiano e suo marito Tiago coordinano i servizi dell’unità mobile grazie a una partnership con Adra Brasile. Sono tante le realtà incontrate lungo la strada.
“Ho trascorso del tempo con le vittime di alluvioni, frane e con persone vulnerabili” ha raccontato Cristiane “Tutto questo mi ha fatto riflettere sul mio amore e sull’empatia verso gli altri”.

Per lei, mettersi nei panni delle persone permette di comprendere meglio la loro sofferenza e quindi agire in modo pratico per alleviarla. “È così che ho capito il significato della parola compassione”.
La coppia si occupa di tutte le attività del caravan di Adra, compresa la logistica e cosa succede all’interno. “Far parte di questa missione ha trasformato la nostra vita” ha concluso Cristiane.

Servire al tempo del Covid-19
Con il diffondersi della pandemia innescata dal coronavirus e la necessità di portare aiuto in molte città brasiliane, l’unità mobile di Adra è entrata subito in azione. In 20 giorni di servizio a Salvador e Bahia, i volontari hanno servito oltre 10 mila pasti e lavato 5 tonnellate di vestiti per le persone nelle strade. Nello stato meridionale del Rio Grande do Sul, hanno svolto il loro servizio nei rifugi dove le persone vulnerabili sono isolate: 3.000 i pasti offerti, oltre 6 tonnellate gli indumenti lavati e asciugati.
A Espírito Santo, dove l’unità mobile è di stanza al momento (e si prevede rimarrà fino ad agosto), serve un centro di quarantena per i senzatetto e una comunità locale bisognosa. Sono previsti oltre 12.500 pasti pronti e il lavaggio di 20 tonnellate di indumenti.

Il contagio di Covid-19 resta alto e diffuso in Brasile, con oltre 1,5 milioni di persone infettate.

Clicca qui per guardare il video in portoghese, del 2016, sul progetto del caravan di Adra Brasile.

Russia. Agenzia umanitaria avventista dona 3.000 mascherine a due ospedali della Regione di Mosca

Russia. Agenzia umanitaria avventista dona 3.000 mascherine a due ospedali della Regione di Mosca

Notizie Avventiste – Il 27 aprile, l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra), in Russia, ha donato 2.100 mascherine all’ospedale del distretto centrale di Pavlovsky Posad. Il giorno successivo, altre 800 mascherine sono state consegnate all’ospedale psichiatrico n. 8 nella città di Orekhovo-Zuevo. Entrambi i nosocomi si trovano nella Regione di Mosca.

Le mascherine sono state cucite da membri della comunità avventista di Ivanovo, che continuano a lavorare per produrne di più. Il loro obiettivo è arrivare a distribuire 6.000 dispositivi di protezione individuale nel territorio.

Adra ha espresso gratitudine ai volontari che hanno partecipato al progetto e per il loro impegno nell’organizzazione dell’agenzia umanitaria presso l’Unione avventista della Russia occidentale e la Regione Euroasiatica della denominazione.

[Foto: Regione Euroasiatica. Fonte: Ann]

Stati Uniti. Plasma di pazienti convalescenti per la cura dei malati Covid-19

Stati Uniti. Plasma di pazienti convalescenti per la cura dei malati Covid-19

L’ospedale Loma Linda, struttura sanitaria avventista, accelera sulla terapia con gli anticorpi.

Notizie Avventiste – La Loma Linda University Health ha iniziato la terapia dei pazienti Covid-19 gravi con plasma di persone convalescenti nella speranza di potenziare la loro capacità di combattere il virus. I pazienti vengono trattati mentre sono in ospedale tramite una trasfusione di siero contenente anticorpi che neutralizzano il coronavirus, prelevato dal sangue di un donatore guarito dalla malattia.

Secondo Tait Stevens, responsabile dello staff medico del Loma Linda University Medical Center, le persone affette da Covid-19 guariscono meglio se ricevono plasma di chi ha superato con successo l’infezione. Esemplare è per Stevens uno studio, pubblicato lo scorso aprile, che presenta i dati incoraggianti di 10 casi di adulti gravi. Dopo aver ricevuto il plasma di convalescenti, i pazienti mantenevano o aumentavano il numero di anticorpi, e continuavano a migliorare.
“Questo studio mostra risultati promettenti e vogliamo fare tutto il possibile per continuare la lotta contro la Covid-19” ha affermato Stevens.

A metà marzo Rohith Mohan, specializzando in pediatria al Loma Linda University Children’s Hospital, aveva manifestato i sintomi della malattia. In dieci giorni si era ripreso ma nei successivi quaranta era risultato sempre positivo al coronavirus. Mohan ha donato il sangue in un centro LifeStream il 16 maggio. Il suo plasma pieno di anticorpi potrà essere utilizzato per la cura di quattro pazienti che attualmente combattono contro il Sars-CoV-2.

Oltre alle donazioni di sangue, i membri e le organizzazioni della comunità offrono sostegno finanziario per questo tipo di terapia: 25 mila dollari sono arrivati dalla Riverside Community Health Foundation; altri 25 mila sono stati donati da Thomas e Candace Spiel per il lavoro svolto dalla Loma Linda University Health.

Perù. Clinica avventista consegna 15 letti a ospedale pubblico per gli ammalati Covid

Perù. Clinica avventista consegna 15 letti a ospedale pubblico per gli ammalati Covid

La struttura della Chiesa collabora con il piano di emergenza del Ministero della Salute peruviano.

Notizie Avventiste – Continua l’allarme coronavirus in Perù, secondo Paese in America Latina con il maggior numero di malati Covid-19, dopo il Brasile. Il sistema sanitario è in una situazione critica per l’alto numero di ricoveri. La Clínica Americana di Juliaca, struttura avventista che partecipa al piano di emergenza del Ministero della Salute del Perù, ha messo a disposizione della popolazione 15 letti ospedalieri elettrici per la cura dei pazienti contagiati da questo virus mortale. I letti sono stati trasferiti presso l’ospedale di emergenza di Taparachi, che potrà ospitare fino a 40 pazienti con il Sars-CoV-2.

“Siamo grati a Dio perché, come istituzione, abbiamo potuto contribuire con questi 15 letti ospedalieri elettrici alla cura delle persone ammalate di Covid-19” ha affermato José Luis Ramos, amministratore della Clínica Americana.

Dal canto suo, il responsabile dell’ospedale pubblico ha ringraziato l’istituzione avventista e ha invitato altre strutture sanitarie a unirsi nella lotta al coronavirus. “Esprimiamo gratitudine” ha affermato “e chiediamo che, come la Clínica Americana, tutti possano intervenire in questa situazione che travolge l’intera popolazione”.

La Clínica Americana fa parte della rete sanitaria avventista del Perù; si impegna a diffondere il vangelo attraverso azioni di cura e solidarietà.

[Fonte e foto: noticias.adventista.org]

Brasile. Immigrati venezuelani ricevono mascherine, cibo e vestiti

Brasile. Immigrati venezuelani ricevono mascherine, cibo e vestiti

Un gruppo di volontari della chiesa avventista offre speranza ai più vulnerabili.

Notizie Avventiste – In Brasile, come in altri Paesi europei e del mondo, le famiglie di stranieri sono tra le categorie sociali più colpite dalle restrizioni dovute al contenimento della pandemia di Covid-19. Molti immigrati hanno perso il lavoro o le loro entrate si sono ridotte, e mancano delle risorse basilari per vivere con dignità. In un momento come questo, l’Adventist Solidarity Action (Asa) diventa una delle poche speranze per queste persone.

Il 26 aprile, decine di immigrati venezuelani residenti a Guatambu, città di circa 5.000 abitanti nello stato di Santa Catarina, hanno ricevuto prodotti alimentari, vestiti, scarpe e mascherine dal gruppo Asa della chiesa avventista centrale di Chapecó.

Quasi tutte le 62 famiglie aiutate sono venezuelane, scappate dal loro Paese a causa della crisi politica e umanitaria e arrivate in Brasile in cerca di nuove opportunità. In totale, sono stati distribuiti circa 1.600 capi di abbigliamento, 300 chili di alimenti e un centinaio di mascherine.

«I prodotti vengono donati dalla comunità e il gruppo dell’Asa li raccoglie e li consegna ai bisognosi» ha spiegato Elizandro Ficagna, direttore delle Comunicazioni della chiesa avventista di Chapecó.

In realtà, i volontari si occupano di queste famiglie fin dal loro arrivo nel territorio. Ines Hahn racconta cosa la spinge a partecipare ai progetti di solidarietà: “Sono appassionata di quello che faccio! Solo l’amore di Dio ci riempie di coraggio. E poi, vedere i sorrisi o le lacrime di gioia sui volti delle persone quando rispondiamo a una loro richiesta, ci ripaga di tutto l’impegno profuso”.

[Foto: South American Division. Fonte: interamerica.org]

Ghana. La chiesa avventista dona al fondo Covid-19 del governo

Ghana. La chiesa avventista dona al fondo Covid-19 del governo

L’assegno è stato consegnato dal presidente della denominazione nel Paese africano.

Notizie Avventiste – La Chiesa avventista in Ghana ha donato 100.000 cedi ghanesi (16.000 euro) al fondo nazionale Covid-19. Il dono è stato consegnato il 27 aprile dal presidente dell’Unione avventista del Ghana meridionale, past. Thomas Techie Ocran. Secondo il quotidiano News Ghana, alla consegna il leader avventista ha precisato che si tratta solo della prima di una serie di donazioni al fondo.

Ocran ha elogiato il governo per il suo impegno nel combattere la diffusione del coronavirus nel Paese e ha affermato che la denominazione prega per il Ghana.

La presidente del fondo, la giudice Sophia Akufo, ha ringraziato la denominazione e ha incoraggiato i cittadini a unirsi alla chiesa nel suo programma “100 giorni di preghiera”, progetto in cui gli avventisti pregano per un tema specifico durante 100 giorni.

Alla cerimonia di consegna della donazione erano presenti anche altri dirigenti avventisti del Paese.
Nel Ghana meridionale ci sono 30.443 avventisti che si riuniscono in 935 chiese.

[Foto: News Ghana. Fonte: Adventist Today]

Crisi Covid-19. Adra assiste 2,4 milioni di famiglie nel mondo

Crisi Covid-19. Adra assiste 2,4 milioni di famiglie nel mondo

L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso intensifica la sua azione umanitaria nell’emergenza coronavirus.

Notizie Avventiste – Adra svolge un servizio di aiuti e assistenza a oltre 2,4 milioni di famiglie nel mondo colpito dalla pandemia di coronavirus. L’agenzia umanitaria avventista ha avviato progetti di risposta all’emergenza in 37 Paesi, per sostenere chi lavora in prima linea, le famiglie a basso reddito, gli anziani e le persone che devono affrontare licenziamenti e disastro economico in seguito alla crisi.

“Adra è in campo fin da quando è scoppiata l’epidemia di coronavirus” afferma Michael Kruger, presidente di Adra International “con interventi immediati nelle zone più colpite del mondo, aiutando le persone e le comunità ad affrontare le sfide sanitarie, sociali ed economiche prodotte dal Covid-19. Siamo qui per continuare a sostenere le famiglie vulnerabili, gli operatori sanitari in prima linea e le persone colpite da questa pandemia. I nostri uffici lavorando con migliaia di volontari e partner di fiducia per garantire che le persone colpite ricevano ciò che è essenziale alla vita, informazioni sulla salute, prodotti alimentari, forniture igieniche e buoni per superare e riprendersi dai disastri provocati dal coronavirus”.

L’agenzia ha intensificato le operazioni di emergenza e adattato la propria infrastruttura di soccorso in caso di calamità in oltre 120 paesi, per rispondere alle diverse esigenze prodotte dall’epidemia. La sua azione va dalla distribuzione e sicurezza alimentare, alla formazione sulla comunicazione sanitaria per i lavoratori in prima linea, alle spedizioni di forniture mediche agli ospedali, al servizio delle comunità vulnerabili, all’impegno di sensibilizzazione alla prevenzione, all’assistenza con denaro contante.

Diamo una panoramica delle attività nei vari continenti.

Europa
Diversi progetti Adra sono attivi in tutta Europa. Per esempio, in Slovenia offre formazione volontaria ai leader della comunità e distribuisce materiale di assistenza al personale e ai residenti nelle case di riposo. Nel Regno Unito, sostiene oltre 70 centri comunitari, supporta chi lavora in prima linea e fornisce sicurezza alimentare ai più vulnerabili. In Ungheria, promuove un “progetto di studio a casa” per gli studenti bisognosi e coordina i volontari che si occupano di un servizio di consegna a domicilio di alimenti e farmaci ad anziani e a coloro che soffrono di patologie croniche.

Anche in Spagna i volontari Adra distribuiscono alimenti alle persone bisognose; inoltre, grazie alla stampante 3D, creano centinaia di protezioni facciali per ospedali, strutture sanitarie e case di riposo con pazienti Covid-19. L’agenzia collabora con le autorità governative spagnole per fornire riparo e servizi essenziali ai senzatetto.

In Belgio, prepara e distribuisce alimenti in diversi rifugi per senzatetto e a decine di migranti di Bruxelles. Nella vicina Francia, 1.700 famiglie vulnerabili, migranti e rifugiati ricevono buoni in denaro per acquistare beni di prima necessità. In Montenegro, Adra distribuisce pacchi di alimenti e kit igienici a centinaia di residenti anziani e isolati, e a genitori single che hanno perso il lavoro a causa del coronavirus. In Russia, produce e distribuisce mascherine; finora ne hanno beneficiato 35.000 persone in ospedali e case di riposo.

In Italia, i volontari collaborano con i Comuni e le organizzazioni territoriali per la distribuzione di generi alimentari alle famiglie in difficoltà economica. Adra assiste circa 2.500 famiglie, grazie alla presenza di 500 volontari. Inoltre collabora con la chiesa avventista per la distribuzione di mascherine a medici di base e ospedali in diverse città. Per saperne di più vai sul sito di Adra Italia.

Africa
Adra si occupa di 120.000 persone in Kenya; a loro fornisce generi di prima necessità e assistenza sanitaria. In Gambia, distribuisce cibo a oltre 2.500 famiglie a basso reddito e kit igienici a decine di centri pubblici. In Mauritania, sono più di 15.000 le persone che ricevono kit alimentari e igienici. Nella Repubblica Democratica del Congo, l’agenzia umanitaria avventista ha adattato le sue campagne sanitarie contro le altre malattie, come l’Ebola, per prevenire la diffusione del coronavirus e ridurre al minimo il rischio di infezione. Nel Paese si occupa in modo particolare dei bambini fino a 23 mesi, nonché delle donne, incinte e che allattano, positive al virus Ebola, in modo da evitare il contagio da coronavirus. Svolge anche assistenza psicologica per gli orfani. In un ambiente dove la popolazione è indebolita da altre malattie infettive, il rischio è che l’arrivo del coronavirus aumenti ulteriormente la mortalità.

Asia
Nel continente asiatico, Adra diffonde messaggi e campagne di prevenzione attraverso dei video su social media e trasmissioni radiofoniche, ma anche tramite opuscoli, manifesti e striscioni, per far capire quanto siano importanti il distanziamento sociale, l’igiene e lavarsi spesso le mani. In Pakistan, oltre 11.400 lavoratori colpiti dal lock-down ricevono denaro in contante; in Tailandia, circa 1.500 persone in 9 campi profughi ricevono kit igienici. In Cambogia, l’agenzia fornisce dispositivi di protezione individuale e forniture mediche a oltre 80 centri sanitari e ospedali. Nelle Filippine, distribuisce denaro in buoni a migliaia di famiglie in quarantena e oltre 43 tonnellate di generi alimentari e detergenti a famiglie a basso reddito. Adra affronta la crisi Covid-19 anche in Sri Lanka, con la distribuzione di pacchi alimentarti e kit igienici a 6.500 persone; ha istituito postazioni di lavaggio delle mani; distribuisce equipaggiamento protettivo a centinaia di operatori sanitari; offre formazione ai conducenti di mezzi pubblici per quanto riguarda la corretta sanificazione dei veicoli.

Australia
Nella nazione australiana, Adra è vicina alla persone vulnerabili tramite servizi come magazzini alimentari, caffetterie e programmi di aiuti alimentari. In Nuova Zelanda, consegna buoni, da spendere nei supermercati di tutto il Paese, a 1.200 famiglie, vale a dire 3.600 persone, colpite economicamente dalla pandemia.

America latina
Nel continente latinoamericano, Adra svolge campagne educative per anziani, pazienti con malattie croniche e disabili, per ridurre al minimo la diffusione del coronavirus. In Messico, è molto impegnata nella prevenzione e distribuisce migliaia di bottiglie di gel antibatterico, con l’aiuto di volontari e chiese, a persone cieche, sorde e ipoudenti. In Paraguay, offre aiuto a oltre 13.000 individui, in 17 centri residenziali per bambini e adolescenti senza casa e vittime di tratta, formando gli operatori sanitari sulla gestione clinica, la prevenzione, la sorveglianza e il controllo dei pazienti Covid-19.

Nord America e Caraibi
Negli Stati Uniti e nei Caraibi Adra fornisce dispositivi di protezione individuale e rifornimenti medici primari a migliaia di operatori sanitari negli ospedali che si occupano di pazienti Covid-19, tra cui Loma Linda University Health, in California, e Adventist HealthCare White Oak Medical Center, nel Maryland, poiché scarseggiano gli equipaggiamenti protettivi e la consegna degli ordini può richiedere fino a 30 giorni. Inoltre, l’agenzia ha stretto una partnership con AdventHealth, che ha sede in Florida, per donare e spedire dispositivi di protezione e rifornimenti medici agli ospedali in Giamaica e nella Repubblica Dominicana, dove i centri sanitari devono affrontare gravi carenze di attrezzature protettive per il personale e di farmaci per i pazienti.

Lavorare in tutto il mondo
“La pandemia di coronavirus ha influenzato il modo in cui Adra offre aiuti umanitari in tutto il mondo” spiega Mario Oliveira, direttore della gestione delle emergenze di Adra International “Sono sorpreso nel vedere che diversi programmi dell’agenzia sono stati reindirizzati e adattati a varie soluzioni, e sono state attivate risorse, in alcuni casi con piccole quantità di fondi, per fare così tanto nel rispondere all’emergenza Covid-19. Grazie alla nostra infrastruttura, al personale e alla fiducia delle comunità che supportiamo, abbiamo potuto svolgere interventi immediati. Ci siamo inoltre adattati alle nuove normative per garantire la sicurezza e il benessere al nostro personale, ai volontari e agli assistiti”.

La chiesa avventista del settimo giorno è un alleato decisivo nella maggior parte di questi progetti, poiché ha fornito supporto attraverso la sua rete di ospedali, canali televisivi e radiofonici e migliaia di volontari. Adra ha anche unito le forze con altre organizzazioni partner, come Airlink, Hong Kong Adventist Hospital, AdventHealth, World Vision China e Latter-Day Sainities Charities, per continuare a consegnare forniture mediche e altre risorse agli ospedali e alle strutture sanitarie che si occupano di assistere le comunità colpite. L’agenzia ha in cantiere 31 nuovi progetti di soccorso da attuare nella prossima fase di risposta al Covid-19.

3,5 milioni di persone hanno contratto il coronavirus a livello globale; 250.000 sono i morti. Gli Stati Uniti sono al primo posto nel mondo con circa 1,2 milioni di casi confermati al momento, ma i numeri sono soggetti a cambiamenti quotidiani.

Per conoscere le attività dell’agenzia umanitaria visita il sito: https://adraitalia.org/
[LF]

[Foto: Adra international. Fonte: Adventist Review]

Un grazie dai Ministeri per la salute della chiesa europea

Un grazie dai Ministeri per la salute della chiesa europea

Messaggio di Valérie Dufour nell’emergenza coronavirus.

Notizie Avventiste – La responsabile del dipartimento che si occupa della salute presso la sede della chiesa avventista in Europa (Eud) ha rivolto un messaggio di ringraziamento a tutti coloro che sono impegnati in prima linea nella pandemia ma anche ai cittadini che dimostrano responsabilità in questo tempo difficile.

Così scrive Velérie Dufour sul sito Eud News.

In questo periodo di pandemia, crisi e sofferenza, vorrei esprimere la mia gratitudine:
– a medici e personale sanitario che instancabilmente, e a rischio della propria salute, lavorano in prima linea nell’epidemia;
– a coloro che hanno deciso di mettersi in quarantena dalle loro famiglie per poter servire coloro che sono colpiti dal virus;
– ai dirigenti delle nostre istituzioni mediche e al loro team amministrativo che guidano le loro “navi” nelle acque turbolente;
– a chi lavora nella case di riposo per il loro impegno nel proteggere i residenti a rischio;
– ai medici ricercatori impegnati a trovare una cura al Covid-19;
– a tutti coloro che sono coinvolti nella pulizia delle istituzioni mediche e case di cura, perché il loro ruolo è così importante;
– a coloro che lavorano in cucina, nei dipartimenti tecnici e nell’amministrazione di ospedali, cliniche e case di riposo;
– a pastori e cappellani che condividono parole di speranza e fede;
– a coloro che si occupano di salute mentale e offrono sostegno psicologico;
– a chi incoraggia gli altri tramite messaggi, video o musica;
– a coloro che tramite linee telefoniche dirette e l’ascolto attivo aiutano le persone ad affrontare le sofferenze;
– a quanti mantengono i contatti con le persone ammalate tramite telefonate o videochiamate;
– a coloro che hanno dato i loro numeri di telefono ai vicini per aiutarli quando ne hanno bisogno;
– a coloro che alleviano il dolore e la solitudine di chi è solo in casa da diverse settimane a causa delle restrizioni;
– a chi si occupa di fare la spesa per le persone a rischio;
– a coloro che, nonostante la relativa libertà di movimento, scelgono di evitare di visitare pareni e amici per scongiurare la diffusione della malattia;
– a coloro che pregano per gli altri;
– a coloro che offrono cibo agli affamati;
– a tutti quelli che sto dimenticando qui, ma che fanno anche cose straordinarie per gli altri;
– a Dio, che non è solo la sorgente della vita ma anche la fonte dell’amore.

Grazie a tutti!

 

[Foto: Eud News]

Definire i confini delle conversazioni sul coronavirus

Definire i confini delle conversazioni sul coronavirus

Come discutere e dissentire rispettosamente sull’argomento della giornata.

Notizie Avventiste – Nella pandemia da coronavirus, quasi ogni incontro virtuale a cui si partecipa inizia con un controllo su chi è sano. Su Facebook ci si connette per vedere come vanno le cose e nel frattempo siete preoccupati di come i familiari anziani e e i bambini piccoli mettono in pratica l’allontanamento sociale. E sì, nota AdventHealth News, in questi giorni, quasi ogni conversazione ruota attorno al coronavirus. Dopo tutto, è importante seguire gli aggiornamenti affidabili per sapere come proteggere se stessi e la famiglia. E condividere paure e ansie può far sentire meno soli.

È tuttavia essenziale effettuare delle pause nel pensare o nel parlare di Covid-19, per evitare stress e ansia in eccesso, informa il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention). Ecco alcuni modi per creare uno spazio neutrale, trovare un momento di pausa e proteggere la salute mentale.

Comprensione dei confini
Definire i confini nelle relazioni rappresenta una sfida anche in situazioni non di crisi. E poi, nel mezzo di una pandemia, quasi tutti sono al limite. Adottare misure per far fronte allo stress, inclusa la modifica del modo in cui si riceve e si condividono informazioni sul coronavirus, è uno degli elementi chiave per superare questo momento.

Ora, come sempre, è importante comunicare con la famiglia e gli amici, in particolare con chi vive con noi, in un modo da fare sentire tutti gratificati e non giudicati.

Questa sana comunicazione può comportare la definizione di nuovi limiti su ciò di cui ti sta bene parlare continuamente, sugli argomenti di cui preferisci parlare solo occasionalmente o non vuoi discutere affatto. Tali linee guida possono variare nel tempo e in circostanze diverse. Ecco perché è importante rivederle, soprattutto in una situazione in rapida evoluzione come una pandemia.

Avere una conversazione familiare sui confini
Non è facile stare a casa con tutta la famiglia durante la quarantena, anche se in genere si hanno relazioni positive. Per stabilire adeguatamente i propri confini fisici e mentali, organizzate una riunione familiare per discutere di argomenti quali:
– controllare il consumo di informazioni o impostare un tempo, o un limite di tempo specifico, per guardare notizie sulla pandemia e discuterne solo in quel momento;
– creare zone fisiche in casa per le diverse attività ogni volta che è possibile, come lavoro, gioco, esercizio fisico e tempo da trascorrere da soli;
– designare luoghi e oggetti che appartengono esclusivamente a una persona e che non possono essere condivisi;
– pianificare un periodo di tempo dedicato ad attività antistress, come ascoltare musica, scrivere su un diario e giocare;
– separare il tempo di lavoro e scuola da quello con la famiglia.

Controllate più volte insieme per vedere come funzionano queste regole in famiglia. Ciò che ha funzionato bene la prima settimana in cui siete a casa insieme, potrebbe non andare bene in seguito. Potreste non essere abituati a parlare così tanto dei vostri sentimenti e limiti, ma così facendo, con onestà e trasparenza, potrete aumentare la capacità di resilienza della vostra famiglia. Siete una squadra in cui ognuno si preoccupa della salute mentale e fisica dell’altro.

Concentratevi sui vostri sentimenti
Potrebbe anche essere necessario lavorare un po’ da soli per decidere come e quanto parlare di coronavirus. Iniziate sintonizzandovi con le vostre emozioni e i sentimenti. Se una conversazione ti fa sentire più ansioso, pieno di risentimento, frustrato o indifeso, prendine nota. Definisci come vuoi sentirti, invece – forse informato, attento, sicuro e supportato – e pensa a quali conversazioni e comportamenti sani provocherebbero queste emozioni.

Ad esempio, potresti sentirti al sicuro quando il tuo coniuge indossa la mascherina al supermercato ma frustrato quando guarda le notizie di sera quando ti rilassi. Pensa a queste situazioni e magari scrivile come riferimento, in modo da poterle comunicare in modo efficace.

Comunicate chiaramente
Dopo aver valutato come ti senti e come vorresti sentirti, è tempo di condividere questi confini con chi ti è più vicino. Tali conversazioni non sono sempre facili, ma fanno parte di una relazione sana e possono aiutare te e la tua famiglia a rimanere forti e resilienti in questi momenti difficili.

Scegli un momento in cui né tu né l’altra persona vi sentite arrabbiati, impauriti o sopraffatti. Esamina ciò di cui hai bisogno e perché. Rimani gentile e compassionevole mentre lo fai, e mostra empatia, affetto e comprensione sullo stress che tu e gli altri affrontate.

Utilizzo delle frasi in prima persona
Potreste trovare utile esprimervi in prima persona, e dire “sento”, “mi piacerebbe”, quando conversate. Evitate di rivolgervi ai vostri interlocutori in modo da metterli sulla difensiva. Concentratevi, invece ,su come vi fanno sentire le loro parole e azioni, e spiegate in quale modo vorreste sentirvi.

Ad esempio, invece di dire: “Parli troppo delle ipotesi peggiori dell’epidemia e mi spaventi”; prova te a dire: “Tengo alla nostra relazione e voglio che entrambi ci sentiamo al sicuro. Mi sento vulnerabile e ti chiedo di evitare questo argomento”.

Quindi, proseguite. Se la persona solleva nuovamente l’argomento, rafforzate il confine ripetendo la vostra richiesta.

Reindirizzate rispettosamente le conversazioni sul Covid-19
A volte, le persone più vicine possono violare i vostri confini anche dopo che li avete riferiti. In altri casi, potreste ritrovarvi coinvolti in una conversazione scomoda con qualcuno che conoscete poco.

Allenatevi nel momento delle prove tecniche per imparare a mantenere discorsi calmi e produttivi.
– Siate onesti ma fermi. Non dovete discutere, ma affermare chiaramente i vostri bisogni: “Mi sento oppresso in questo momento. Possiamo cambiare argomento, per favore?”.
– Fate in modo che i confini siano una strada a doppio senso. Ascoltate ciò che dicono gli altri e chiedete anche ciò di cui hanno bisogno per sentirsi a proprio agio. Leggete il loro linguaggio del corpo per capire se avete superato la loro linea di confine, ad esempio mancanza di contatto visivo o di distanza.
– Pausa per 10 secondi. Interrompere temporaneamente la conversazione può essere utile se vi sentite a disagio. Ciò è particolarmente importante se vi sentite frustrati o irritati da ciò che la persona dice. Far passare del tempo prima di rispondere può impedire di reagire in modo eccessivo e con rabbia.
– Evitate lo stigma sul Covid-19. Fermate le voci che perpetuano lo stigma quando le sentite. Se qualcuno condivide qualcosa sul coronavirus che sapete è falso – per esempio, che aglio o bagni caldi uccidono il coronavirus – fermate la catena e indirizzate invece la persona a fonti d’informazione affidabili.

Il coronavirus crea caos nell’economia globale

Il coronavirus crea caos nell’economia globale

Il tesoriere associato della chiesa mondiale avverte che la denominazione risentirà dell’impatto a tutti i livelli.

Notizie Avventiste – Nella sua presentazione virtuale al Comitato esecutivo durante l’incontro di primavera (14 e 15 aprile), Tim Aka, tesoriere associato e direttore degli investimenti della chiesa avventista a livello mondiale, ha fornito un quadro preoccupante ma onesto sulle attuali tendenze economiche e di mercato.

La pandemia di Covid-19 ha creato problemi senza precedenti all’economia globale. Molte aziende, fabbriche e ristoranti sono stati costretti a chiudere a causa delle ordinanze restrittive o dal coprifuoco imposti dai governi. Alcuni potrebbero non riprendersi mai più dalle perdite subite. Le catene globali di domanda e offerta hanno subito gravi ripercussioni poiché le nazioni che riforniscono il mondo di merci hanno smesso di produrre.

Tuttavia, il virus non è l’unico fattore che contribuisce a questa recessione. Le condizioni economiche globali preesistenti hanno posto le basi della crisi che affrontiamo ora.
“Dalla crisi finanziaria del 2008, le banche centrali di tutto il mondo si sono unite per stabilizzare e salvare l’economia globale. Dai salvataggi e dall’abbassamento dei tassi di interesse a zero, all’iniezione di denaro nel sistema bancario… tutti i governi hanno cercato di rilanciare la loro economia” ha spiegato Aka “Sono riusciti a creare una massiccia bolla economica poiché il prezzo dei beni è cresciuto rapidamente”.
“Il mercato azionario statunitense” ha continuato “ha guadagnato il 300% negli ultimi 12 anni, anche se la crescita economica reale è stata sfuggente, attestandosi a meno del 2% annuo”.

Oltre alla crescente tempesta del fallimento economico vi è un aumento del debito e dei consumi. Le persone sono troppo disposte a comprare beni a credito per mantenere il proprio tenore di vita. Aka ha osservato che “nel 2017, il 78% degli americani viveva del solo stipendio con risparmi minimi o nulli. In effetti, molti non potevano nemmeno permettersi una spesa extra di 1.000 dollari. Oggi, in seguito alle restrizioni per il coronavirus, le persone non lavorano e non ricevono lo stipendio, e quindi molti non possono pagare nemmeno l’affitto o comprare il necessario”.

Si prevede che il tasso di disoccupazione salirà al 30% solo negli Stati Uniti, una situazione che supera i livelli della Grande depressione, e le banche temono che possa arrivare la peggiore ondata di insolvenza sui mutui. In Europa, “le previsioni sono altrettanto disastrose, con un calo del Pil del -15% nel secondo trimestre e un minimo del -6% nell’intero anno” ha affermato Aka.

“In aggiunta ai problemi, quest’anno il dollaro statunitense è aumentato notevolmente. Con il rallentamento del commercio globale, la disponibilità di dollari Usa è diminuita. Poiché sono necessari dollari Usa per acquistare merci e molti beni, una carenza di dollari crea difficoltà alle nazioni” ha sottolineato Aka “Molti hanno anche preso in prestito dollari statunitensi e hanno bisogno di questa moneta per effettuare i loro pagamenti”.

“Anche i Paesi che stanno affrontando un rallentamento economico vogliono abbassare i tassi di interesse, ma ciò indebolirebbe la loro valuta, aggravando la carenza di dollari. Questo circolo vizioso è una minaccia esistenziale per alcune monete più deboli. Per la chiesa avventista mondiale, un dollaro forte fa svalutare il valore delle decime e delle offerte che arrivano da altre parti del mondo”, ha spiegato il tesoriere associato.

Ha poi avvertito che la chiesa risentirà dell’impatto di questa recessione a tutti i livelli dell’organizzazione. Con molti membri disoccupati, “è ragionevole ipotizzare un calo del 10-20% delle donazioni”.

Mentre molti sperano fervidamente e si aspettano addirittura che le cose tornino alla “normalità”, è importante rendersi conto che molto probabilmente non sarà così. “Dobbiamo considerare che non solo operiamo nel declino delle realtà economiche, ma in verità prosperiamo in esse, tramite l’insieme di membri consacrati che attraverso il sacrificio e la dedizione si impegnano a testimoniare e aiutare il mondo” ha detto Aka.

Il tesoriere associato ha concluso il suo intervento con un forte richiamo alla Bibbia: “‘La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza’. Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte” (2 Corinzi 12:9,10).
[LF]

[Fonte: Beth Thomas, Adventist News Network. Foto: Getty Images]

Avventisti cinesi donano riso alle famiglie svantaggiate delle Filippine

Avventisti cinesi donano riso alle famiglie svantaggiate delle Filippine

L’iniziativa invia un messaggio di amore e unità per sconfiggere il virus.

Notizie Avventiste – È bastato inviare un semplice sms ad amici avventisti in Cina e in meno di 12 ore sono stati raccolti 20.000 dollari. Lo spiega Samuel Wang, evangelista cinese della Regione Asia-Pacifico del sud (Ssd) della chiesa, che ha coordinato il progetto di raccolta fondi tramite una chat di gruppo, per aiutare le persone colpite dal lock-down nelle Filippine a causa della pandemia Covid-19.

I fondi sono serviti a comprare del riso e lo scorso 3 aprile si è svolta la prima distribuzione nel comune di Silang, nella provincia di Cavite (Filippine). Oltre 1.260 famiglie, rappresentate da conducenti di tricicli, membri di gruppi di assistenza e personale di servizio, hanno ricevuto sacchi di riso e pubblicazioni avventiste. I destinatari sono stati informati di mantenere la distanza sociale durante l’attesa in fila, per prevenire la diffusione della malattia.

La distribuzione del riso è avvenuta sotto la stretta supervisione dell’ufficio comunale per la sicurezza e la salute, e dell’associazione dei conducenti di tricicli, al fine di garantire una corretta distribuzione e mantenere le misure di sicurezza sanitaria.

Le famiglie svantaggiate che vivono nelle baraccopoli e nelle case di fortuna, in sei diverse parti di Silang, sono state le principali destinatarie delle donazioni di riso. Anche gli operai che lavorano nella sede dell’Ssd, tra cui guardie di sicurezza, giardinieri, guardiani, falegnami, ecc., hnno ricevuto la donazione.

La seconda distribuzione di riso è stata organizzata quattro giorni dopo e ne hanno beneficiato più di 890 famiglie. Secondo i dirigenti della chiesa, in tutto sono stati distribuiti 400 sacchi di riso nelle due iniziative. “Anche in Cina le persone hanno sofferto, quindi comprendono i problemi che i residenti affrontano qui [nelle Filippine]” ha affermato Wang “Volevano inviare il messaggio che, attraverso l’unità, l’amore e la collaborazione, possiamo superare questo virus; così in tanti hanno offerto aiuto e risposto a questo appello”.

Mobilità e incontri sociali sono severamente vietati nell’intera isola filippina di Luzon a causa delle restrizioni messe in atto dal governo. Nonostante la situazione, l’amministrazione locale e gli enti privati si occupano della distribuzione di beni di soccorso in varie città. Sono state organizzati interventi per venire incontro alle esigenze basilari delle famiglie, delle persone rinchiuse nelle loro case e impossibilitate a lavorare per quasi un mese a causa della pandemia in continua crescita.

[Fonte: Ssd/Adventist Review]

Donne in gravidanza. Sei cose da sapere sul coronavirus

Donne in gravidanza. Sei cose da sapere sul coronavirus

Due ginecologhe dell’Università Loma Linda, in California, rispondono ad alcune domande. 

Notizie Avventiste – Dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia del virus Sars-CoV2, in molti si chiederanno quale impatto ha la malattia sulle donne in gravidanza. Le ginecologhe Ciprian P. Gheorghe, specialista in medicina fetale e ostericia, e Courtney B. Martin, direttore medico del reparto maternità presso l’Ospedale pediatrico dell’Università Loma Linda, danno alcune risposte.

Le donne in gravidanza hanno un rischio maggiore di ammalarsi di Covid-19?
Attualmente, ci sono informazioni limitate su come le donne in gravidanza sono soggette alla Covid-19. Ma secondo gli esperti sanitari, come i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) e la Society for Maternal-Fetal Medicine (Smfm), a causa dei cambiamenti che si verificano nell’organismo della donna durante la gravidanza, sono generalmente più a rischio di contrarre infezioni virali all’apparato respiratorio.

“A causa della maggiore predisposizione ad altre infezioni, è ragionevole pensare che queste donne possano essere a maggior rischio di sviluppare malattie gravi rispetto alla popolazione generale” afferma la dott.ssa  Gheorghe “Pur tuttavia, non ci sono prove pubblicate per sostenerlo completamente in questo momento”.

“Le gestanti che hanno altre comorbilità , come diabete e cardiopatie, malattie polmonari o renali preesistenti, sono considerate ad alto rischio se contraggono il virus” afferma la dott.ssa Martin.

Se una donna incinta contrae la Covid-19, trasmetterà la malattia al suo bambino?
“Sono state condotte ricerche su diversi casi di mamme infette e dei loro neonati” afferma la dott.ssa Gheorghe “Finora non ci sono prove che la malattia venga trasmessa attraverso il sangue del cordone ombelicale o il liquido amniotico della mamma al bambino”.

Tuttavia, la dott.ssa Martin rileva che il virus, presente nel sangue e nelle feci materni, potrebbe entrare in contatto con il neonato al momento del parto. “Per questo motivo, ginecologi e ostetrici del nostro ospedale pediatrico prendono ulteriori precauzioni per garantire che il bambino sia al sicuro da questa esposizione” precisa.

La gestante che contrae il coronavirus corre un maggiore rischio di aborto spontaneo, di parto prematuro o di disabilità congenite del nascituro?
“Anche se non abbiamo alcuna prova pubblicata a sostegno di ciò, in ogni caso, se una madre si ammala gravemente, la gravidanza sarà più a rischio” afferma la dott.ssa Gheorghe.

Tuttavia, l’Smfm ha confrontato i dati della Sindrome acuta respiratoria grave del 2003, o epidemia di Sars, che ha mostrato un aumento degli esiti negativi della gravidanza, sebbene questi potrebbero essere stati correlati alla gravità della malattia. Non è stato riscontrato un aumento degli aborti o delle disabilità congenite.

Il parto prematuro si è verificato tra alcune gestanti che hanno contratto la Covid-19, ma la Smfm afferma che non è ancora chiaro se tali parti siano direttamente correlati all’infezione della mamma.

Il virus può essere trasmesso attraverso il latte materno di una mamma che allatta il suo piccolo?
“L’unica via di trasmissione conosciuta al momento, secondo il Cdc, sono le goccioline espulse quando qualcuno tossisce o starnutisce” dice la dott.ssa Gheorghe “Comunque, la mamma che allatta al seno è a stretto contatto con il suo bambino. Se lei tossisse, il piccolo sarebbe esposto alle goccioline».”

“Attualmente, Cdc e Smfm raccomandano di separare le madri sospettate di positività al coronavirus dai loro bebè” afferma la dott.ssa Martin “Ma continueremo a incoraggiare e a promuovere l’allattamento al seno nei metodi più sicuri possibili perché questo è molto importante per il neonato”.

Come possono proteggersi le donne incinte?
“Le gestanti devono seguire le stesse indicazioni generali utili per tutti” assicura la dott.ssa Gheorghe. Vale a dire:
– coprire naso e bocca quando si starnutisce o tossisce;
– evitare le persone che sono malate;
– lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcool.

“Le operatrici sanitarie incinte dovrebbero evitare le procedure di aerosol ad alto rischio” afferma la dott.ssa Martin “Se ciò non è possibile, assicuratevi di indossare adeguati dispositivi di protezione individuale”.

Ci sono precauzioni extra per le donne in stato interessante?
Gheorghe raccomanda di essere attente il più possibile a non contrarre la malattia. In questo periodo di restrizioni è più facile, ma anche in futuro, finché la situazione non sia risolta, sarebbe meglio evitare:
– viaggi non necessari;
– riunioni affollate;
– contatti con persone che hanno qualsiasi tipo di malattia.

Per la dott.ssa Martin è imperativo che le donne incinte, pur prendendo precauzioni extra, continuino l’assistenza prenatale mantenendosi in contatto con il proprio ginecologo. Nel nosocomio della Loma Linda University, “stiamo trasferendo alcuni appuntamenti alla telesanità, ma alcune visite di persona sono necessarie per offrire la migliore assistenza possibile” afferma “Il dipartimento di ginecologia e ostetricia dell’ospedale pediatrico lavora a stretto contatto con lo staff sanitario per continuare le buone pratiche seguite in tutta la nazione durante questa pandemia”.

[Fonte: Loma Linda University News]

 

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